
L'autore affronta il grande tema della scuola dal punto di vista degli alunni. In verità dicendo "alunni" si dice qualcosa di troppo vago: qui è in gioco il punto di vista degli "sfaticati", dei "fannulloni", degli "scavezzacollo", dei "marioli", dei "cattivi soggetti", insomma di quelli che vanno male a scuola. Pennac, ex scaldabanco lui stesso, studia questa figura popolare e ampiamente diffusa dandogli nobiltà, restituendogli anche il peso d'angoscia e di dolore che gli appartiene. Il libro mescola ricordi autobiografici e riflessioni sulla pedagogia, sulle universali disfunzioni dell'istituto scolastico, sul ruolo dei genitori e della famiglia, sulla devastazione introdotta dal giovanilismo, sul ruolo della televisione e di tutte le declinazioni dei media contemporanei. E da questo rovistare nel "mal di scuola" che attraversa con vitalissima continuità i vagabondaggi narrativi di Pennac vediamo anche spuntare una non mai sedata sete di sapere e d'imparare che contrariamente ai più triti luoghi comuni, anima i giovani di oggi come quelli di ieri. Con la solita verve, l'autore della saga dei Malaussène movimenta riflessioni e affondi teorici con episodi buffi o toccanti, e colloca la nozione di amore, così ferocemente avversata, al centro della relazione pedagogica.
Giovanni è un bambino di Palermo. Per il suo decimo compleanno, il papà gli regala una giornata speciale, da trascorrere insieme, per spiegargli come mai, di tutti i nomi possibili, per lui è stato scelto proprio Giovanni. Tappa dopo tappa, mentre prende vita il racconto, padre e figlio esplorano Palermo, e la storia di Giovanni Falcone, rievocata nei suoi momentichiave, s'intreccia al presente di una città che lotta per cambiare. Giovanni scopre che il papà non parla di cose astratte: la mafia c'è anche a scuola, nelle piccole prepotenze dei compagni di classe, ed è una nemica da combattere subito, senza aspettare di diventare grandi. Anche se ti chiede di fare delle scelte e subirne le conseguenze. Claudio Stassi, nato e cresciuto a Palermo, interpreta il romanzo di Luigi Cariando in un fumetto che è anche un viaggio nella sua città, dove i colori del presente s'incontrano con il bianco e nero del passato, per una storia di forte impegno civile. Età di lettura: da 8 anni.
Il cuore umano è un mistero.
Come il cuore dei cani.
Prima e più degli uomini, i cani sanno cogliere ciò che ci riserva il futuro. Almondine è poco più che un cucciolo della razza speciale che la famiglia Sawtelle alleva da generazioni quando capisce che la casa in cui vive nasconde un segreto: l’arrivo di un bambino, Edgar, il figlio dei suoi padroni, giunto da “chissà quale mondo distante, silenzioso nella gioia e silenzioso nel dolore”. Perché Edgar Sawtelle, di cui Almondine diventerà l’inseparabile compagna, è nato senza voce. Parla una lingua fatta di gesti con i genitori e con i cuccioli con cui condivide le giornate, è vivace, intelligente, straordinariamente sensibile, e imparerà con passione il difficile e affascinante mestiere dell’addestratore. Ma quando un’oscura tragedia sconvolge la vita di Edgar e quella della sua famiglia, sarà un’epica fuga nella foresta a segnare il passaggio a una crudele età adulta. La storia di Edgar Sawtelle, caso letterario dell’anno negli Stati Uniti ai primissimi posti delle classifiche per molti mesi, è un grande romanzo dal respiro classico sul potere di un’amicizia che supera i confini delle parole. È la storia dell’amore per un mondo, quello dei cani, mai dipinto con tanta irresistibile umanità. È una profonda esplorazione dei misteri del cuore.
Non sempre un'opera prima segna la nascita di uno scrittore. Ma se si tratta di William Faulkner, e se la materia del romanzo ha il sapore di un regolamento di conti, o di un risarcimento, il miracolo può avvenire. Quando "La paga dei soldati" esce per la prima volta, nel 1926, Faulkner ha trascorso gli otto anni dalla fine della Grande Guerra raccontando episodi del conflitto; e l'impressione che il lettore comune ricava dal libro è che il suo protagonista, il tenente Donald Mahon, sia un alter ego dell'autore. Così non è, dal momento che Faulkner, scartato dall'aviazione americana per un problema di centimetri e poi arruolatosi sotto falso nome in quella canadese, non aveva fatto in tempo a partire per l'Europa prima dell'armistizio: dunque non era stato, come Mahon, orribilmente ferito in combattimento, né aveva dovuto attraversare una tormentosa convalescenza affidandosi alle cure di tre donne la sensuale fidanzata Cecily, "insincera come un sonetto francese", la governante Emmy, sua amante anni prima per una sola notte, e la giovane vedova Margaret Powers. Il dolore e le passioni di Mahon - o di quanto resta di lui si trasformano così in quell'urlo che di Faulkner diverrà più tardi l'emblema: e in un magnifico furore che investe le passioni e le miserie di un intero microcosmo, su su fino alla "muta cacofonia dorata delle stelle".
Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all'oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell'anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra.
È l'alba del 7 giugno 1967: le radio del Cairo, di Amman, di Damasco cantano ancora le eroiche gesta dei loro eserciti, ma i soldati di Israele hanno ormai occupato (o liberato) Gerusalemme est. Il governo israeliano si rende conto che nella nuova situazione le problematiche legate alla zona orientale della città saranno fra le più difficili da risolvere e nomina Nuri Elias Nasseh direttore dell'ufficio per gli affari arabi. Per Nuri, ebreo sefardita nato a Baghdad che conosce meglio la lingua e la cultura del "nemico" della propria, è un compito affascinante: dovrà mediare fra una realtà araba molto eterogenea e un mondo israeliano a sua volta diviso sul futuro ma reso baldanzoso dal trionfo militare, cercare punti di incontro fra una cultura che fonda la propria forza sull'unità religiosa e un popolo che in nome del progresso, del sapere scientifico e del processo di occidentalizzazione, rivendica un primato di civiltà. Nuri assume un punto di vista molto equilibrato, lontano dalle posizione radicali dei sionisti e degli ashkenaziti. Non manca di stabilire contatti con gli esponenti più in vista della comunità palestinese. Fra questi il giornalista Abu George, la cui figlia Jasmine è da poco rientrata da Parigi. Fra i due ha inizio un accidentato percorso di avvicinamento, fatto di rifiuti, di fughe, di litigi ma non privo di reciproca curiosità e di profonde affinità umane. Ma è anche solo pensabile l'amore, fra una palestinese cristiana e il figlio di una famiglia ebrea ortodossa?
Due sono le ragioni di fama - slegate fra loro e anche incongruenti - della cittadina di Templeton: l'aver dato i natali al pioniere della letteratura americana James Fenimore Cooper e l'essere diventata sede del popolarissimo Museo nazionale del baseball. Ma una mattina di luglio, proprio mentre la giovane Wilhelmina Upton (per tutti Willie), ultima erede del fondatore Marmaduke Temple, torna a casa incinta e infelice, a quelle due ragioni se ne aggiunge una terza: il cadavere lungo quindici metri di un mostro che emerge sulle acque del lago locale. E da quell'affioramento, a Templeton, sembrano scaturirne molti altri. Willie, costretta a fuggire dalla Stanford University dopo la rocambolesca fine della relazione clandestina con il suo professore di archeologia, vorrebbe rifugiarsi fra le braccia comprensive e disinvolte della madre Vi. Invece la trova trasformata dall'attivista hippy che era in una fanatica religiosa dell'ultima ora, impaziente di liberarsi del fardello di una bugia lunga ventotto anni: Willie non è, come le ha sempre fatto credere, il frutto di una notte d'amore promiscuo, ma la figlia di un uomo ben noto e ignaro che vive proprio lì, a Templeton. Alla ragazza non resta che impiegare le sue abilità archeologiche per riportare alla luce la verità e scoprire l'identità del misterioso genitore. Le sue ricerche restituiscono un quadro della cittadina che credeva di conoscere e rivelano che, a Templeton, non tutti i mostri vivono in fondo al lago.
Nel 1962 Ermanno Olmi rilascia un'intervista in cui dichiara: "Nel mio prossimo film, tratto dai ricordi di Russia di Mario Rigoni Stern, "Il sergente nella neve", non ho nessuna intenzione di fare della critica storica. La verità totale della guerra (perché la guerra è verità, la guerra è morte, e nessuno fa il mistificatore di fronte alla morte) mi servirà per fare il bilancio dei valori umani che considero essenziali. Ogni soldato, ogni alpino, vedrà le cose che contano veramente nella vita e quelle che sono soltanto epidermiche, marginali". Quando pronuncia quelle parole, il giovane regista sta lottando da tre anni per riuscire a realizzare il film che ha in mente da quando ha letto il libro di Rigoni Stern: ha terminato di scrivere insieme a lui la sceneggiatura, ha fatto dei sopralluoghi in Slovenia e in altre località in cerca di ambientazioni e di attori non professionisti, ha provato ad aggirare tutti gli ostacoli creati dalle case di produzione. Quel film non nascerà mai, per molte ragioni di cui dà conto Gian Piero Brunetta nel saggio che chiude questo volume, ma "a distanza di poco meno di cinquant'anni questo manoscritto si presenta ancora, così com'è, come esempio di sceneggiatura perfetta, capace di sfidare il tempo". Una sceneggiatura che può essere letta come un libro a sé stante: che diventa ancora più preziosa se accostata al testo de "Il sergente nella neve".
Gigi è l'elegante, affascinante padrone del ristorante per gourmet Chez Momò, a Cagliari. Al riparo di piatti salutisti e raffinati, guadagna soldi riciclando e smistando partite di cibo avariati in ogni angolo del pianeta. Cibo che va nei discount, dove è costretto a fare la spesa chi non può andare tanto per il sottile. O nelle mense dei poveri. Tutto va bene nella sua vita infame, fino a che qualcosa non si blocca nell'ingranaggio. Qualcosa che è legato al passato di traditore di Gigi. E inizia una discesa nell'abisso, senza nessuna esclusione di colpi. Un romanzo di avventura criminale. Dal Nordest a Cagliari, tra mafiosi russi e imprenditori disinvolti, va in scena Gigi Vianello: un personaggio che unisce nefandezza e innocenza, convinto di farcela sempre e comunque e che raggiunge, nella sua cialtroneria, un suo cupo eroismo.
Nel 1897 Jack London lasciò San Francisco per l'Alaska sulla scia della febbre dell'oro scoppiata in quegli anni. Tra mille peripezie raggiunse il Klondike, e proseguì al di là delle montagne, fino a Dawson City in Canada e lungo il fiume Yukon. Non trovò l'oro che cercava ma riportò a casa qualcosa di più prezioso: un immenso tesoro di osservazioni e di ricordi che trasformò poi nelle sue opere più famose. È così che nascono alcuni dei suoi capolavori "Il richiamo della foresta", "Zanna Bianca", "Farsi un fuoco", "Baitard" dove in uno scenario di sterminate distese di neve, fiumi gelati, foreste brulle e tetre, si muovono uomini e animali legati indissolubilmente dalle leggi di natura che li costringono a lottare per la vita, uccidere per non essere uccisi, giocare d'astuzia, combattere gli istinti più selvaggi.
“Quell'esperienza sul fondo della piscina ebbe un profondo effetto su di me. Avevo sempre creduto a quello che gli adulti mi avevano raccontato sull'esistenza del paradiso, ma da quel momento in poi io sapevo che era tutto vero” Paolo Graffigna,genovese,apprezzato autore di una serie di romanzi e racconti gialli che hanno come protagonista l'investigatore Rick Master, erede diretto di Sherlock Holmes,sorprende il pubblico della narrativa italiana con romanzo anomalo, ispirato da un fatto di cronaca avvenuto negli Stati Uniti negli anni Cinquanta.E’ la storia di una giovane,Rita,che,dopo aver rischiato da bambina di annegare in una piscina,decide di farsi suora.Giovane,piena di vitalità, capace di affrontare con umiltà e testardaggine le incomprensioni di qualche superiora,mossa da una fede purissima ed entusiasta del lavoro d'insegnante che le viene affidato,un brutto giorno scopre di essere ammalata.La sclerosi a placche le toglie giorno dopo giorno ogni forza,e pur continuando a lottare senza alcun cedimento, gli stessi superiori la convincono che è meglio per lei lasciare l'ordine.Durante una apparente remissione della malattia,si sposa e ha dei figli,riprende il suo lavoro con entusiasmo,si costruisce un'altra vita,sempre generosa,sempre pronta a sopportare tutto quello che il destino le manda.Purtroppo la malattia torna a farsi viva,e questa volta in modo devastante.Lottando contro tutto e tutti,anche le piccole viltà di chi la circonda,non si arrende e,in forma inattesa e sconvolgente,arriva la grazia di un miracolo che la restituisce alla famiglia e alla vita.
AUTORE Paolo Graffigna è nato a Genova nel 1957.Attualmente insegna geografia.Ha pubblicatodiversi romanzi della serie Le inchieste di Rick Master.Ha vinto quattro premi letterari:il Premio G.Gronchi di Pontedera,il Premio Artistico Letterario Internazionale Città di Cava de' Tirreni,il Premio Omaggio a Manzoni.In libreria:Le inchieste di Rick Master(1999),Tre inchieste di Rick Master(Firenze, 2000),Nekrhosyj Il Barone vampiro(Genova, 2002),Sette inchieste di Rick Master(Firenze, 2002).
Nel paesaggio di acqua e nebbie della Bassa, il commissario Soneri si trova a suo agio. Insieme con gli anziani del posto è tra i pochi a conoscere quel tratto del Po, a sapersi muovere tra gli argini, le golene, i casolari sparsi in una terra che ormai sembra abitata da fantasmi. E dove invece le cose stanno cambiando: slavi che pescano il pesce siluro e forse trafficano con le armi; speculatori che rubano la sabbia dal letto del fiume; ragazzi sbandati senza un futuro; una banda che rapina i bancomat con l'esplosivo... Stavolta però succede anche di peggio: nel giro di un giorno spuntano due cadaveri. Il primo, come presto viene appurato, è di un giovane ungherese. Rinvenuto nel fango con un foro di proiettile in testa. Il secondo è dell'ex comandante partigiano Libero Manotti, morto di vecchiaia, di solitudine, di abbandono nella sua casa isolata in mezzo ai pioppi. Due storie diverse, eppure legate da un filo: Soneri ci mette un po' a trovarlo, avviando un'indagine che lo porta a scavare nel rivolo ambiguo del nuovo terrorismo rosso, ma anche nel passato, al tempo dell'occupazione tedesca. E che lo mette drammaticamente a confronto con alcuni, indimenticabili personaggi del fiume: il Nocio, marinaio d'acqua dolce dalla scorza ruvida e dall'animo nobile; la stagionata Gina, che tuttavia all'amore non rinuncia; il vecchio Lumén, che sulla sua sedia a rotelle esce solo con il buio, perché così la realtà gli pare meno brutta; Carega, maestro in pensione con la saggezza di un filosofo.

