
È un'estate torrida. Il tenente Giorgio Chiti - uomo introverso e perseguitato da un senso opprimente di angoscia - passa le sue notti insonni a dare la caccia a uno stupratore seriale che ossessiona la città e le forze dell'ordine. Giorgio è anche il nome di uno studente modello in giurisprudenza, figlio della borghesia barese, avviato a un destino ordinato e ordinario. Una sera però incrocia Francesco, coetaneo dalla fama non raccomandabile, baro ai tavoli da gioco, affascinante e pericoloso manipolatore. Da quel momento la sua vita cambia per sempre. Al centro di questo indimenticabile romanzo di formazione - una storia dolorosa e violenta sull'amicizia e sul tradimento c'è il racconto del male quotidiano che alberga nell'animo cupo di Francesco, ma anche la vertiginosa narrazione del fascino che quel male esercita su Giorgio e sul suo inconsapevole desiderio di libertà dalle costrizioni di una vita banale.
Karl Moor, il protagonista dei "Masnadieri" di Schiller, era l'eroe preferito del piccolo Robert Walser: e proprio travestito da Karl lo ritrae, quindicenne, suo fratello. Probabilmente, dunque, non è un caso se il romanzo ritrovato fra le carte lasciate dallo scrittore (quei " microgrammi " di assai problematica decifrazione) riprende il titolo del dramma di Schiller: "Die Rauber". Più che un eroe, però, il brigante che qui si racconta è un antieroe, uno che vivacchia ai margini della buona società di Berna, corteggiando una cameriera di nome Edith, e lasciandosi corteggiare da tutta una serie di signore, che lo vorrebbero o per sé o per le proprie figlie. Quando Edith deciderà di sposarsi, il Brigante le rimprovererà dal pulpito di preferire a lui un uomo mediocre; e lei gli sparerà ferendolo leggermente. Una volta ricaduta l'ondata dei pettegolezzi, ecco il nostro Brigante che, insieme a uno scrittore di professione, si mette a raccontare la propria versione della vicenda. Ed è qui che comincia il vertiginoso gioco di rispecchiamenti fra colui che narra e colui che è narrato, fra lo stesso Robert Walser e il suo Brigante.
Il secondo volume su Bellow include le principali opere narrative pubblicate a partire dal 1960 fino alla sua morte: "Herzog" (1964), "Mr. Sammler's planet" (1970), "Humboldt's gift" (1975), la trilogia composta da "A theft" (1989), "The Bellarosa connection" (1989) e "Something to remember me by" (1991), nonché "Ravelstein" (2000), il suo "libro-testamento". Per tutti i romanzi presentati in questo volume si è fatto ricorso a traduzioni già esistenti.
Il protagonista ha una storia particolare alle spalle. "Figlio del peccato" di un missionario bianco e di una donna congolese, dopo una sofferta infanzia in Africa è stato cresciuto in Inghilterra, dove ha anche compiuto gli studi e incontrato sua moglie. A 29 anni è uno stimato e preziosissimo interprete di lingue africane e la sua rara esperienza è spesso di aiuto anche al governo britannico. È in occasione di un incontro tra alcuni misteriosi finanzieri, membri dei servizi segreti di Sua Maestà e Signori della Guerra del suo nativo Congo che la sua esistenza prenderà una drammatica piega. Si troverà infatti di fronte a una verità fatta di voraci multinazionali, governi collusi e sordide macchinazioni di potere. E per lui si tratterà di decidere tra la fedeltà assoluta alla Corona o alla propria coscienza.
Quando perde la madre, alla minorenne Jamie Hall non restano altri affetti del cane meticcio e senza nome con cui si accompagna. Per evitare di finire in un istituto che la separerebbe anche da lui, Jamie fa rotta verso la tetra cittadina industriale di Dyers Corners. L'atmosfera di degrado e privazione del luogo si riflette ora nei suoi abitanti. Nell'abiezione del rigattiere Jake e nella scelleratezza del bracconiere Harlan, nel rimpianto paralizzante del direttore dell'ufficio postale da sempre innamorato della nonna di Jamie. Jamie prende servizio come custode presso la casa estiva di Margaret, un'anziana fotografa segnata dal dolore ma ancora capace di uno sguardo lucido e solidale, e là conosce Galen, cacciatore di pelli reduce del Vietnam che ha scontato in carcere una lunga condanna per una colpa mai commessa, rifugiandosi poi in una solitudine sconfitta e rassegnata. Con loro, con lui, Jamie sembrerebbe finalmente avviata a una nuova serenità, ma ancora una volta il destino non accenna a distrarsi. Ha le fattezze di un ragazzino, un essere arcano e insensato, più animalesco che umano. Jamie, di ritorno a casa insieme al cane, lo trova legato a un albero come una bestia, e senza starci a pensare lo slega. E il primo atto di una catastrofe imminente che la costringerà presto a una fuga all'ultimo respiro.
Willy Melodia nasce nella Catania poverissima del 1910, a otto anni abbandona la scuola e per guadagnarsi un piatto di pasta aiuta il sacrestano del Crocefisso della Buona Morte. Qui scopre di avere l'orecchio assoluto: le sue dita scorrono veloci e fatate sui tasti dell'organo. Comincia a suonare nelle feste del vicinato: l'abilità, l'avvenenza e la protezione di un boss mafioso gli procurano ingaggi nelle sale cinematografiche e nel più famoso bordello cittadino. A Catania assiste a un omicidio e per scansare l'arresto viene spedito da Cosa Nostra a New York. Sulla nave s'innamora della diciassettenne Rosa. Inizia a lavorare in diversi locali tra Chicago e New York: Frank Costello lo ingaggia al piano bar dell'Hollywood, entra nelle grazie di Luciano. Per Willy sembrano spalancarsi le porte del paradiso. Ma Rosa da alla luce Turiduzzu e pretende che il marito si liberi dall'invadente tutela dei compari. Luciano e Costello lo fanno suonare durante le loro partite a poker e nelle grandi orge organizzate per politici e industriali. Sono tanti dollari in più ai quali Willy non vuole rinunciare, ma che gli costano un inferno familiare. Con l'arresto di Luciano la situazione sembra precipitare; ma sono ancora molte le avventure, sentimentali e di mafia, che attendono Willy prima del suo rientro in Italia.
Chi è lo sconosciuto dall'aspetto dolce e infantile per cui tempo, spazio e linguaggio non hanno senso? O almeno non lo stesso senso che hanno per noi. O per Lauren, la giovane body artist che se lo trova davanti all'improvviso in una delle tante stanze della vecchia casa sulla costa del Maine dove vive sola. Rey, suo marito da pochi mesi, si è suicidato, e lo sconosciuto parla con la sua voce, pronuncia frasi che Lauren è sicura di avere già sentito...
Rossella non poteva sapere, pronunciando la sua famosa frase: «Domani è un altro giorno», che ci sarebbe stato un domani anche per una delle più grandi storie d’amore mai raccontate, quella di Via col vento. E il domani è qui, in questo romanzo, dove la celebre saga viene rivissuta con gli occhi di Rhett Butler, l’indimenticabile “lui” che per tutti noi continua ad avere il volto attraente e il sorriso sornione di Clark Gable.
Rhett è un ragazzino ribelle, insofferente alle rigide norme che regolano il comportamento dei bianchi del Sud. È amico dei neri, ama le paludi che circondano la piantagione dei Butler, si rifiuta di sottostare al giogo paterno.
Diventerà un uomo determinato, abile negli affari, anche se non sono sempre limpidi i mezzi che usa per raggiungere i suoi scopi. Ma Rhett ha fortissimo il senso degli affetti e una profonda lealtà nei confronti di quelli che ama, e attraverso i suoi occhi ritroviamo i personaggi di Via col vento, visti con uno sguardo diverso, quello dei sentimenti e delle emozioni che gli hanno suscitato. Prima fra tutti Rossella, la cui vita è intrecciata a quella di Rhett più di quanto lei stessa sia disposta ad ammettere.
La storia che si snoda in questo romanzo va ben oltre quella che conoscono i lettori del capolavoro di Margaret Mitchell e ci riserva non poche sorprese. Come la scoperta del legame che unisce Rhett a Belle Watling, la figlia del sorvegliante del padre, tenutaria di una casa di piacere, i suoi traffici durante la Guerra civile e, sorpresa delle sorprese, un finale diverso per l’amore tra lui e Rossella.
Appassionante, travolgente, magnetico, Il mondo di Rhett è una lettura indimenticabile.
I sogni sono importanti nella casa di Harry. Per tutta l’infanzia, lui e i suoi cinque fratelli crescono sentendo la madre colorare il loro povero mondo con le proprie fantasie, e allora le stanze spoglie della casa si riempiono magicamente di mobili, la fame diventa più sopportabile e le urla del padre, un ebreo polacco emigrato in Inghilterra e sempre attaccato alla bottiglia, fanno meno paura.
Ma i sogni, si sa, sono come le bolle di sapone: bellissime finché le si osserva in lontananza, peccato che, quando si cerca di afferrarle, non resti niente in mano. Solo la mamma non si rassegna e continua a inseguire il suo sogno più grande, l’America.
Finché, un mattino, quando Harry ha dodici anni, il postino recapita una busta misteriosa. Quando Harry la apre e vede uscire i biglietti per il piroscafo diretto oltreoceano, non crede ai suoi occhi. Improvvisamente una nuova vita piena di promesse sembra possibile e la famiglia attraversa per l’ultima volta la strada di ciottoli sotto casa, dice addio ai vicini, alle fabbriche e alla cittadina operaia del Lancashire in cui ha vissuto per anni e si mette in viaggio per raggiungere alcuni parenti emigrati a Chicago. Harry è senza parole: per la prima volta vede una grande città, con i suoi grattacieli, le macchine e un lago enorme come il mare, mentre con i fratelli può finalmente godersi gli agi desiderati per anni, la luce elettrica, una vasca da bagno, il telefono.
Ma la Grande Depressione non risparmia nessuno e risveglia i fantasmi che sembravano relegati nel passato. Ancora una volta, la splendida bolla di sapone rischia di scoppiare fra le dita di Harry e dei suoi, proprio quando sembrava fossero ormai riusciti ad afferrarla.
"Nella mia terra, quando - di novembre - il sole scotta eccezionalmente, i contadini dicono che ristora per poco e che non dura l'effetto benefico del suo calore nei campi perché presto tornerà il freddo, cadranno le nevi. E perciò lo chiamano così: il sole delle nevi. Com'è sempre stato, com'è tuttora da noi, in quest'autunno che incombe". È il 1943, le vicende della guerra al sud lasciano intravedere quale sarà, per l'Italia, l'esito del conflitto e quali le conseguenze dell'infausta partecipazione. Il Paese è sconvolto, mortificato dalla doppia invasione straniera, vessato da sopraffazioni morali e materiali che umiliano la popolazione civile: lo sbarco della V Armata sulla piana di Agropoli-Paestum, l'epopea delle Quattro Giornate di Napoli, la liberazione di Roma e, da ultimo, l'appassionate difesa dell'italianità di Trieste. Giorgio Allori è il protagonista del romanzo, eroe passionale e illuminato che, attraverso l'impeto della sua azione, si batte per restituire orgoglio e dignità al suo popolo oppresso e indurre i vincitori all'obbligo morale del rispetto.
Malá Strana è il più fascinoso, e oggi anche il più turistico, e il più magico quartiere della magica Praga. Chiese barocche, viuzze selciate, palazzi nobiliari e casette sghembe. Un conglomerato animato da artigiani e burocrati, bottegai e artisti, zitelle e mendicanti, ragazzacci e musicisti che si incontrano e si scontrano inanellando vorticosi giri di valzer. In uno dei racconti, "Macchiette", il protagonista, studente in legge ampiamente fuoricorso, stabilisce che il modo migliore per isolarsi e dedicarsi totalmente agli studi è quello di trasferirsi "in quella poetica, quieta Malá Strana, tra gente amabile e silenziosa, in qualche angolo di una via appartata". Ma le cose non vanno come previsto e idealizzato: lo studente rimane coinvolto in una fittissima e paralizzante rete di rapporti con tutto il bizzarro vicinato. Rete fatta anche di equivoci sentimentali che portano come unico frutto a un duello. Il racconto si chiude con un trasloco che è anche una fuga.