
Due minuti di predica, perché don Camillo conosceva le sue pecorelle. Quella sera dopo il vespro passò davanti al bar e abbassò il finestrino del suo Ape Car. "Allora", disse guardando gli arzilli del tresette, Peppone compreso, "l'ho fatta breve?". "Abbastanza", disse Peppone rispondendo per il gruppo. "Ma si può fare anche più corta". "La ringrazio, lei però cominci a pensare che nell'aldilà, se le va bene, ci dovrà passare l'eternità con il Signore". Lorenzo Bertocchi, giornalista, direttore del mensile /l Timone.
Fan guareschiano che non ha resistito alla tentazione di immaginare cosa combinerebbero don Camillo e Peppone ai giorni nostri. Ne sono usciti trentacinque racconti brevi, sorsi di "mondo piccolo" da mandare giù alla salute del mondo globale.
«I racconti hanno le spine, come le rose. I letterati ne annusano il profumo, ma l'editoria teme di pungersi. Storici e critici si dannano a lodare i racconti di Oechov e di Maupassant, mentre gli editori - quando un autore propone un libro di racconti - avvizziscono come mele avvelenate. E l'autore può essere chiunque. Dan Brown va dal suo editore e gli dice: "Ehi, sai cosa, avrei una bella raccolta di short stories per te", e l'editore sente la ceramica del suo cuore incrinarsi. Ma il pubblico? Li compra o no?
Io sono pubblico. Sono una componente della conclamata maggioranza dei lettori: le donne. E sono una donna di fantasia, che in cucina brucia i piselli immaginando storie. Insomma, sono un'accanita e felice lettrice di romanzi... Però poi rifletto: gli autori contemporanei che preferisco sono quasi tutti gente che scrive racconti, e nella top ten dei libri che mi hanno cambiato la vita ci stanno i Nove racconti di Sapete Chi.
E allora perché? Perché a fronte di tanti successi, tanto amore, tanta eccellenza, davanti ai racconti gli editori fremono come bisce? Credo di saperlo. Perché i libri di racconti non vanno al primo posto in classifica. Come il simpatico meccanico in pensione che gioca un euro al SuperEnalotto, anche l'editore spera nel jackpot e sa - con ragionevole certezza - che il jackpot non si nasconde nel libro di racconti.
Anche l'autore, naturalmente, sa che con i suoi racconti non si comprerà la sospirata casa al mare. Quando scrive un racconto, l'autore lo fa in maniera del tutto disinteressata.
E in maniera del tutto disinteressata io ho scritto queste storie. Nella speranza che facciano risuonare un'armonia, una vibrazione, un disagio, una piccola felicità o una punta di dolore. Un libro di racconti è il sacco di Natale, e l'autore dà a ciascun lettore il suo personale pacchetto, con il nastro e il bigliettino. Ecco, questo è per te, da parte mia, con rispettoso amore».
Stefania Bertola
Adele ha trentadue anni e non ha mai lavorato un giorno in vita sua. Una mattina si sveglia e scopre che il suo mondo non esiste più: il marito ha dichiarato fallimento, ha prosciugato i conti in banca ed è scappato con l'amante. Come regalo d'addio le ha lasciato il gigantesco cane della sua nuova fidanzata. Ed è proprio mentre Adele tenta di liberarsene che una ragazza con una bambina in braccio le si fionda in macchina... Inizia così il nuovo romanzo di Stefania Bertola, con l'incontro-scontro tra due donne che non potrebbero essere più distanti: una pare uscita da una versione biellese di Beautiful, l'altra è ecocompatibile e spontaneamente zen, generatrice automatica di guai. Costrette dal destino a dividere una casa, alcune insidie, un'accanita nemica e un affascinante bugiardo, ciascuna imparerà dall'altra a ribaltare le proprie certezze.
La morte improvvisa di Gianandrea Cerrato, valente avvocato penalista, oltre a privare una moglie del marito e tre figlie del padre, ha delle conseguenze del tutto inaspettate. Da un giorno all'altro le quattro donne si trovano a dover riorganizzare la loro vita. Ed è Eleonora, la figlia maggiore, a cercare il modo di mandare avanti quella famiglia di femmine «variamente deragliate». Mentre la piccola Margherita vive in una dimensione parallela, Eleonora e Marianna sono divise da una visione opposta dell'esistenza e dell'amore: Marianna legge Shakespeare e crede nell'amore assoluto, Eleonora invece, impegnata com'è a sbarcare il lunario e ad arginare la follia collettiva, non è affatto sicura di sapere cosa sia, veramente, l'amore. Intorno a loro si muove il mondo, con le sorprese, l'allegria, l'inganno. La ragione e il sentimento. Perché quella è una delle grandi battaglie che ci tocca combattere nella vita. Non proprio a tutti, perché esistono esseri fortunati senza ragione, o senza sentimento. Ma la maggior parte di noi ne ha un po' dell'una e un po' dell'altro, e non sempre riesce a farli coesistere pacificamente. Quindi si lotta: si lotta da sempre e si lotterà per sempre, e per questo motivo tra tutti i romanzi di Jane Austen "Ragione e sentimento" è quello più adatto a essere periodicamente riscritto, scagliandolo dentro il tempo e i secoli che passano.
I Boscolo sono una famiglia come tante? Non proprio. Abitano quasi tutti nella palazzina di via delle Magnolie 11 e non disdegnano finti omicidi, gare truccate e amori clandestini. In una parola, hanno una morale tutta loro. Altrimenti perché continuerebbero ad affittare l'appartamento del secondo piano a quel donnaiolo di Lorenzo, senza comunicarlo alla legittima proprietaria? E perché dovrebbero avvalersi di un detective privato travestito da palma per impedire a lei, la legittima proprietaria, di scoprirlo? «Come l'amato di Bella ciao, anche io una mattina mi son svegliata e ho trovato l'invasor. Il maledetto virus, che per molti motivi ho odiato: quelli più ovvi, certo, ma anche per la retorica insopportabile che ha scatenato intorno a sé. Come sfuggire alla melensaggine che si diffondeva a macchia d'olio, aggravando la pena di tutti? L'unica cosa che mi è venuta in mente è stata di offrire a chi avesse avuto voglia di servirsene una storia negativa al tampone, ma non solo, che del tampone proprio ignorasse l'esistenza. Così ogni mattina, dal 16 marzo al 3 maggio, mi sono alzata e come prima azione della giornata ho scritto cinque o sei pagine e le ho postate. Quando ho iniziato la prima puntata avevo un solo dato di partenza: una palazzina in una piccola città immaginaria, Rivabella Lago, in provincia di Verbania, abitata da una famiglia di origine veneta e di natura truffaldina. Tutto il resto è venuto giorno per giorno, semplicemente perché doveva venire. Stella Marina e sua cugina Claudia, il fratello di Stella Marina, che si chiama Alvise, la nonna assassina, l'inquilino bellissimo, l'avvocato romantico ma permaloso, il cugino americano tutto arancione... e la cognata carognetta che si iscrive a un talent di ballo, in una parola: i Boscolo, a cui mi sono affezionata man mano che a loro si affezionavano i miei amici di Facebook, che commentavano, suggerivano, proponevano modifiche, trovavano nella storia oggetti e sentimenti della loro vita quotidiana. Mi auguro che sia lo stesso anche per voi, che state per leggerla tutta riunita dentro questa bella copertina. E non smettete dopo la parola fine, perché le storie dei Boscolo continuano...».
A quindici anni, se si deve scegliere fra trascorrere un anno a Brisbane, Australia, o in uno sperduto paesino nella provincia piemontese, non si hanno dubbi: paesino. Purché sia vicino alla città in cui vive il tuo ragazzo. E così Flora lascia partire senza rimpianti la madre, oceanologa in trasferta di lavoro australiana, e va a stare a casa di una zia... che, però, non è una zia normale. Non è normale la zia, e neanche lo zio, i cugini, i vicini di casa, la scuola, i compagni di scuola. Perché San Mirtillo è uno dei ventisette comuni DP presenti sul territorio italiano, e i comuni DP sono quelli in cui vivono i DP, i Different People, nome inglese per creature magiche italiane. Ma Flora non è magica per niente, è solo Flora. E fin dal primo istante si sentirà DIVERSA, scritto proprio così, tutto a lettere maiuscole. È l'unica ragazza di tutta la scuola che non può cambiarsi colore di capelli schioccando le dita. Tanto per dire. È durissima, la vita di una Normal in un mondo di Different, e Flora dovrà fare ricorso a tutta la sua meravigliosa normalità per non soccombere. Come se non bastasse, anche nell'amore si trova a dover scegliere fra il suo ragazzo da sempre (e, pensava lei, per sempre) e uno stregone di diciassette anni, snob, arrogante e irresistibile. E tutto questo sarebbe ancora niente, se non ci fosse Alibella, la compagna di classe che nessuna vorrebbe mai avere: una fata perfida come Maleficent e bella come Angelina Jolie...
Cosa succede quando ti accorgi che la vita non ti rende più felice? Per quanto puoi fingere di non aver lasciato indietro te stessa? Rebecca se lo domanda spesso, perché è una delle tante donne che ha rinunciato ai suoi sogni per inseguire l'amore e sposare Giacomo. Ma perché continuare a recitare il copione della coppia perfetta, ora che Marco, loro figlio, è cresciuto e sta per trasferirsi in un'altra città? Perché non cercare di riacciuffare i propri desideri? Tommaso, invece, quasi trent'anni prima, aveva conosciuto proprio una Rebecca fatta di slanci e passioni, sicura di sé, che ascoltava musica metal e s'intrufolava nei bar chiusi di notte. Una Rebecca così distante dalla donna che è ora. Il loro è stato solo un amore estivo, poi nascosto in un cassetto. Eppure... A volte non importa quanto ti sei allontanata da te stessa, quanti compromessi hai stretto con la vita e quanti rimpianti ti pesano sul cuore. Non importa se qualche volta hai pensato che non valesse la pena di lottare per tenere viva la luce che hai dentro. Ciò che conta davvero è avere una promessa a cui aggrapparti. Un futuro da inventare. Ovunque io sia. Torno a prendermi.
La vecchia mamma con l'Alzheimer vede un angelo sopra la credenza, il papà ipocondriaco ingurgita pastiglie mentre ricorda la guerra di Russia, la zia ultranovantenne, pasticciona e iperattiva, tiranneggia tutti. In mezzo alle tre "vecchie canaglie" c'è lui: figlio e nipote sessantenne alle prese con la stralunata famiglia, dove i guai dell'età si trasformano ogni giorno in commedia dell'assurdo e i dialoghi in aforismi fulminanti. Storie di ordinaria vecchiaia raccontate con umorismo, che nasce da un grande amore filiale e dal rispetto profondo dell'antico comandamento "onora il padre e la madre". E ovviamente anche la zia, perché anche lei fa parte della famiglia e della catena solidale che lega una generazione all'altra.
Tre romanzi brevi o tre respiri lunghi, i passi di un endecasillabo: queste le storie raccontate da tre voci di donne che hanno in comune la stessa radice di male e di bene.
Il volume raccoglie l'intera produzione lirica del poeta parmigiano, compreso un nutrito gruppo di poesie inedite, nonché il romanzo in versi "La camera da letto" (arricchito da "Argumenta") e le traduzioni poetiche. Nel "Meridiano" sono presenti anche tutte le prose già pubblicate dall'autore in "Aritmie" (1991). Completano il volume una dettagliata cronologia, un apparato critico e una bibliografia.
Attilio Bertolucci raccoglie in un volume un'ampia scelta delle prose non comprese in "Aritmie", intitolandola, quasi confessando un plagio da un autore molto amato, "Ho rubato due versi a Baudelaire". Gli scritti di Bertolucci appartengono a un vasto arco temporale che va dal 1948 al 1996 e abbracciano arte, cinema, tetro e letteratura. Chiude il volume "Viaggio fra gli antiquari" compiuto negli anni Sessanta in alcune località italiane. La curatela del volume è affidato a Gabriella Palli Baroni, profonda conoscitrice dell'opera di Bertolucci.
Il libro prende in esame la fase originaria del verso libero nella poesia italiana a cavallo degli ultimi due secoli. Da una parte, dunque, l'autore si concentra sul contributo anche teorico del movimento simbolista francese alla liberazione formale della nostra poesia, grazie alla mediazione di autori di sicura vocazione europea quali Pascoli e D'Annunzio, Lucini e Marinetti; dall'altra parte, egli pone l'accento su alcuni fenomeni tutti propri della tradizione italiana, tra la naturale duttilità dell'endecasillabo e la tensione polifonica del libretto di melodramma. Così all'approfondimento teorico della questione del verso libero si aggiungono diverse analisi tecniche, da cui affiora la natura non solo metrica, ma storica ed espressiva, del tema trattato.

