
Si dice che il tempo guarisca ogni ferita. Ma, per Amir, il passato è una bestia dai lunghi artigli, pronta a inseguirlo e a riacciuffarlo quando meno se lo aspetta. Sono trascorsi molti anni dal giorno in cui la vita del suo amico Hassan - il ragazzo dal viso di bambola, il cacciatore di aquiloni - è cambiata per sempre in un vicolo di Kabul. Quel giorno, Amir ha commesso una colpa terribile. Così, quando una telefonata inattesa lo raggiunge nella sua casa di San Francisco, capisce di non avere scelta: deve partire, tornare a casa, per trovare il figlio di Hassan e saldare i conti con i propri errori mai espiati. Ma ad attenderlo, a Kabul, non ci sono solo i fantasmi della sua coscienza. C'è un mondo violento, assurdo e sinistro, dove le donne sono invisibili, la bellezza è fuorilegge e gli aquiloni non volano più. Trent’anni di storia afgana - dalla fine della monarchia all’invasione russa, dal regime dei Talebani fino ai giorni nostri - rivivono in questo romanzo emozionante e pieno d’atmosfera, diventato uno straordinario successo internazionale.
Si dice che il tempo guarisca ogni ferita. Ma, per Amir, il passato è una bestia dai lunghi artigli, pronta a riacciuffarlo quando meno se lo aspetta. Sono trascorsi molti anni dal giorno in cui la vita del suo amico Hassan è cambiata per sempre in un vicolo di Kabul. Quel giorno, Amir ha commesso una colpa terribile. Così, quando una telefonata inattesa lo raggiunge nella sua casa di San Francisco, capisce di non avere scelta: deve tornare a casa, per trovare il figlio di Hassan e saldare i conti con i propri errori mai espiati. Ma ad attenderlo, a Kabul, non ci sono solo i fantasmi della sua coscienza. C'è una scoperta sconvolgente, in un mondo violento e sinistro dove le donne sono invisibili, la bellezza è fuorilegge e gli aquiloni non volano più.
Candela vive in una famiglia di nove donne, dalla quale cerca di emanciparsi. Trova un lavoro in un negozio di pompe funebri, dove un giorno le viene affidato il compito di vestire il patriarca di una famiglia gitana. Preparando le spoglie, Candela trova mezzo chilo di diamanti nascosti nel bastone dell'uomo e, poiché nessuno sembra essere al corrente della loro esistenza, decide di tenerli per sé. Oltre alla ricchezza, la morte del gitano le offre l'occasione di conoscere il personaggio che ispira il titolo del romanzo: l'ultimo uomo selvaggio, la pura essenza della mascolinità, quel tipo di esemplare che la nuova cultura urbana sembra aver negato al desiderio di molte donne avide di emozioni forti.
Una domanda, uno schiaffo, la maledizione pronunciata nei confronti della madre da un bambino di nove anni. È l’episodio taciuto ne I miei luoghi oscuri, il libro in cui James Ellroy riapriva il caso dell’omicidio tuttora irrisolto di Geneva Hilliker. Jean la rossa, assassinata tre mesi dopo che suo figlio ne aveva invocato la morte. Episodio cruciale dal punto di vista umano ma anche letterario, vero e proprio innesco per la vocazione narrativa che già covava nei pensieri contorti del piccolo Ellroy. “Ero un Ellroy allora. Adesso sono un Hilliker.” Questa trasformazione radicale, conversione a una visione matriarcale del mondo, suggella il rapporto con le donne che scandisce la vita di James Ellroy fin dall’infanzia: “fiamma inestinguibile”, ricerca mistica e affannoso inseguimento, caccia famelica e insieme innocente. Volti che si affastellano, si confondono, si sovrappongono nella loro unicità. Volti scorti attraverso le finestre delle case, per le strade di una Los Angeles “caliginosa e tersa” o sui marciapiedi di Manhattan, volti evocati in solitudine, al buio. Intrecci narrativi che si sviluppano e oscillano spasmodicamente tra vita reale e pagina scritta, tra storia e Storia. Ellroy si confessa in pubblico. Non fa sconti a se stesso, stavolta non tace nulla. Mette a nudo tutte le proprie ossessioni, paure, contraddizioni, perversioni. Riconosce la propria arrogante megalomania e la capacità di sfruttare il passato, si proclama romantico destrorso e trova in Beethoven un fragoroso alter ego. Fa ammenda per gli errori commessi e il dolore procurato. Salda il debito verso tutte le donne della sua vita, da Jean all’ultima delle prostitute rimorchiate sul Sunset Strip. Caccia alle donne può essere considerato un ‘memoir di formazione’, il racconto di un avvicinamento alla maturità durato oltre cinquant’anni. Percorso accidentato, convulso e frenetico come il ritmo della prosa ellroyana, costellato da eccessi e successi, cani parlanti e dipendenze, due matrimoni, un esaurimento nervoso, fetide stamberghe, notti all’addiaccio e case da sogno. “Parole vertiginose” e silenzi roboanti. Invisibilità e umori corporei. Fino alla consapevolezza che la vita reale non è la trama di un noir in bianco e nero.
Un torpore inerte ha invaso il commissariato di Vigàta: un tedio strascicato. Ammortisce pure il trallerallera di Catarella, che adesso incespica tra rebus e cruciverba. Montalbano legge un romanzo di Simenon, e distratto va sfogliando una vecchia annata della "Domenica del Corriere": al telefono continua il dai e ridai querulo e molesto della suscettibile fidanzata, lontana sempre, lontanissima. Eppure un diversivo c'era stato. Due anziani bigotti, fratello e sorella, a furia di preterìe e giaculatorie, avevano rincappellato pazzia sopra pazzia. La loro demenza era arrivata al fanatismo delle armi. E la sceriffata santa aveva lasciato sul campo uno strumento di passioni tristi e appassite: una bambola gonfiabile, disfatta dall'uso; una di quelle pupazze maritabili che (diceva Gadda) tu le "basci, e ci piangi sopra, e speri icchè tu voi. E, fornito il bascio, te tu la disenfi e riforbisci e ripieghi e riponi, come una camiscia stirata". Un'altra bambola gemella, ugualmente disfatta, ma data per cadavere di giovane seviziata, era stata trovata poi in un cassonetto della spazzatura, in via Brancati. Sembrò una stravaganza.
Graham Greene ha ambientato in Africa due dei suoi romanzi più noti, "Il nocciolo della questione", del 1948, e "Un caso bruciato", del 1961: aveva raccolto il materiale durante alcuni viaggi compiuti nel continente nero a partire dal 1934, e in particolare quelli in Africa occidentale nel 1941 e nel Congo Belga devastato dalla lebbra nel gennaio 1959. In queste occasioni Greene era solito tenere dei resoconti dettagliati: quaderni su cui annotava ritratti, fatti, riflessioni su colonie e colonialismo, perdizione e salvezza. Quei diari, destinati in origine solo a un uso privato, consentono di scoprire come Greene lavorava sulla propria scrittura, come dava forma a un racconto, come trovava gli spunti per la trama e i personaggi. Ma gettano anche uno sguardo acuto sul mondo africano, sul suo fascino magico, visto con gli occhi di un autore che, proprio nella forma diaristica - più spontanea, meno elaborata, meno preoccupata di questioni formali -, sollecita il lettore a un rapporto complesso e continuamente stimolante.
Secondo un antico mito greco, Artemide mandò un ferocissimo cinghiale a Calidone perché la devastasse. Il sovrano di quelle terre riunì allora sessanta valorosi guerrieri e un'eroina, Atalanta, per scovare il cinghiale e ucciderlo. Quasi tre millenni e mezzo più tardi la vicenda è destinata a ripetersi nello scenario della Seconda Guerra Mondiale, in cui i partigiani greci inseguono un ufficiale nazista.
Quando in un freddo pomeriggio invernale il principe Ludovico Ruspanti precipita, durante la celebrazione della Messa, dall'interno della cupola di San Pietro, per Aurelio Zen si apre tutta una serie di inquietanti interrogativi. Si tratta di un suicidio o di omicidio? Perché il principe si era rifugiato in Vaticano e perché era tenuto sotto sorveglianza? Le autorità vaticane premono perché il caso venga risolto al più presto con un verdetto di suicidio, ma, uno dopo l'altro, anche importanti testimoni vengono eliminati. Quale segreto si cela in Vaticano? E, soprattutto, cos'è e quali scopi si prefigge la Cabala, una società che ricorda da vicino la P2?
Maria Luigia Librandi, detta Lulù, si sveglia una mattina in una clinica senza alcun ricordo né di sé né del proprio passato. Accanto al letto, solo una favolosa Birkin di Hermès in pelle di coccodrillo, rosa, con un'esplicita richiesta di perdono. Grazie all'aiuto di Andrea Martini, fascinoso medico quarantenne, Lulù comincerà a riscoprire la propria vita: dal periodo come fuorisede dopo lo spaesante arrivo nella capitale al presente come avvocato d'affari per un importante studio legale. Attraverso gli incontri organizzati dal dottore, un pezzo alla volta riaffiorerà l'identità della ragazza, colta nelle sue varie metamorfosi. Dall'oblio riemergerà anche il rapporto con lui, Alessandro Malaspina, "presuntuoso, arrogante e sull'autocelebrativo andante", da cui Lulù, pur continuamente in fuga, si era sempre sentita attratta. Nel frattempo, alcune domande fondamentali affollano la mente della protagonista: è soddisfatta della propria vita? È stata lei a cercare di voler dimenticare qualcosa? E chi è la donna elegantissima che l'aspetta nel corridoio su tacchi Louboutin implorando di incontrarla? Una mattina, le note di A Te di Jovanotti raggiungono Lulù (sempre avvinghiata alla sua Birkin) aiutandola a ricomporre il puzzle della situazione. E all'improvviso niente è più come sembra, neppure chi la circonda.
Divo, Baldo, Paco, Ciclone, Grigia, Bella e Pongo: sette cani sono i testimoni del passaggio di Maria da ragazzina della borghesia milanese a giovane donna che, come tante della sua generazione, partecipa ai movimenti degli anni '60 e '70. Divo è con lei e i suoi fratelli in piazza del Duomo per uno spettacolo, Baldo nell'estate dei primi batticuori al lago, Paco a un tentativo di festa hippy al mare, Ciclone in un viaggio in Grecia, Grigia alle manifestazioni, Bella ai funerali di giovani antifascisti, Pongo alle riunioni femministe. Si ha quasi la sensazione che la scrittrice, che ha già pubblicato quattro romanzi, tutti legati alla Storia, anche se personale, con questi sette quadri, che formano un corpo unico, abbia voluto prendersi una pausa per ricordare, tra il riso e il pianto, la parte di storia di una generazione che voleva un mondo diverso, con speranza, gioia e anche con errori. Lo ha fatto con leggerezza e rigore, regalandoci un vivace affresco di personaggi in cui molti si riconosceranno.
Una città messa in ginocchio da una violenta epidemia; un colonnello visitato in sogno dalla moglie defunta che gli intima di non sollevarle il velo dal viso; una donna pedinata da un tale che sostiene di essere suo marito. Apparizioni, interventi sovrannaturali, incubi e scherzi del destino. "Dai Canti degli slavi orientali", "le Allegorie", "i Requiem" e le "Fiabe" prorompe una galleria di personaggi sulfurei e vibranti.
In questa originale antologia di fiabe sarà possibile trovare un Cappuccetto sordo, un'Alice imbranata, un Re smemorato, principesse col piercing, animali fantastici pelosissimi, e molti altri personaggi strambi. Se cercate le favole per fare addormentare i vostri bambini, questa antologia non fa per voi.

