
"La sposa ebrea" è il titolo dell'ultimo capolavoro di Rembrandt, che raffigura un uomo e una donna uniti da un audace gesto d'amore. Attorno a questo quadro ruota, tra il presente e il passato, il nuovo romanzo di Luigi Guarnieri. Parigi 1987: Leo Gualtieri, alla deriva, senza un soldo, incontra una ragazza, Rebecca Lopes da Costa, ebrea olandese di origine portoghese, che s'innamora di lui senza essere ricambiata. Rebecca studia da anni il dipinto di Rembrandt, convinta che la sposa sia una sua antenata, Abigail Lopes da Costa. Amsterdam 1665: sullo sfondo del quartiere ebraico si consuma l'impossibile amore fra Abigail, affetta da una sconosciuta malattia, e il suo medico, Ephraim Paradies, bandito dalla comunità per le sue idee eretiche.
Nora, restauratrice, è sposata, ha una figlia adolescente e il sospetto di un mondo di bugie intorno a lei. Suo marito, avvocato di grido del foro milanese, forse la tradisce. È l'estate del 2005, e Nora ha deciso di restare accanto alla madre, gravemente ammalata, nelle ultime settimane di vita che le restano. Ma tornando nella casa della sua infanzia, la donna trova per caso il certificato di nascita di una bambina con il suo stesso cognome ma con nome diverso. Una sorella sconosciuta, uccisa alla nascita? Sua madre, ora, dovrà stare ad ascoltarla e darle delle risposte...
Il protagonista del libro è un uomo che si avvicina alla vecchiaia, e vive felicemente da molti anni con l'amata moglie Maria nel paesino di Cantarana, sulla riva di un fiume. Improvvisamente, una notte gli viene in mente un compagno di scuola che quarant'anni prima gli aveva posto una domanda importante. Per trovare la risposta parte e si mette alla ricerca dell'amico. Inizia un viaggio ricco di incontri, ricordi e avventure: uno strano paese dove tutti hanno perduto la memoria, un uomo cannone e un mago girovago, la piena di un fiume e l'epica resistenza degli abitanti minacciati dalle acque, e altro ancora nelle pagine di questo libro, che solo nelle ultime righe svela la domanda, guida e movente di questo viaggio.
Questo volume, che raccoglie i racconti di Tabucchi del decennio 1981-1991 (Il gioco del rovescio, Piccoli equivoci senza importanza, L'Angelo nero) oltre ai racconti sparsi Il gatto dello Cheshire e Vagabondaggio, è arricchito da due racconti inediti di recentissima scrittura sul tema del trascorrere del tempo (I morti a tavola e Il penoso caso del signor Silva da Silva e Silva) che costituiscono l'anticipazione di una nuova raccolta ancora in fieri. Nella narrativa tabucchiana di quegli anni il rebus, l'equivoco, il rovescio e il mistero, come ha scritto Flavia Brizio-Skov tendono a sovvertire l'idea di un universo razionale, dove nulla è sicuro e dove risulta evidente l'impossibilità di arrivare a un'unica verità.
VINCENZO GAMBARDELLA è nato a Napoli nel 1955 e abita a Milano. I suoi racconti sono stati pubblicati sulle riviste letterarie "Il racconto", "clandDestino", e sul settimanale "Vita". È presente in due antologie di nuovi narratori italiani: Dire scrivere pubblicare leggere valutare (Guaraldi, 1997) e Confini (Avagliano, 1998). Per Marietti ha pubblicato il suo primo romanzo Seduto sulla tempesta (2006).
Davide Enia è attore, regista e autore teatrale pluripremiato. Ha scritto e interpretato su Rai Radio2 Rembò, la storia di un calciatore prodigio, un poeta del pallone, che nel 1974, a soli 19 anni, nonostante sia al culmine del successo, si ritira. Da allora, di lui non si sa più niente. La narrazione della sua vita leggendaria è ora un libro.
Apparso a puntate tra il 2004 e il 2005 su Nazione Indiana suscitando la curiosità e l'interesse dei navigatori della rete, "Le scimmie sono inavvertitamente uscite dalla gabbia" è il testo dove meglio si manifesta la dimensione di "opera in corso", segno distintivo dell'itinerario letterario di Dario Voltolini. Questo diario in versi, o meglio "spartito da far interpretare a un certo numero di voci sintetiche" sfugge a qualunque classificazione di genere e si presenta come un libero susseguirsi di immagini poetiche, di intensi squarci dello sguardo sulla bellezza, sulla normalità o l'assurdità del reale e del genere umano. Se le scimmie uscissero dalla gabbia forse vedrebbero ciò che noi immaginiamo, forse leggerebbero nei pensieri che Voltolini, con uno stile chirurgico e trasecolato, descrive.
La prosa di Arminio è perfetta. Non, o non solo, in senso letterario: immagini e idee sono il suo respiro. Arminio è uno scrittore talmente originale che di questa originalità ha finito per fare una malattia. Quella malattia che pensa se stessa: perché consiste proprio nel terrore di ammalarsi. Il miracolo del libro, allora, consiste nella sua salute: una splendida salute precaria. Tra il corpo di Arminio e la sua terra, l'Irpinia terremotata e malricostruita, sussiste una profonda relazione. L'uno è il sintomo dei mali dell'altra. Così, alla prosa ruminante e insieme limpida degli aforismi e dei brevi saggi di Circo dell'ipocondria, si associano con naturalezza le immagini di Terra dei paesi, uno dei singolarissimi documentari che Arminio da qualche tempo ha preso a realizzare. (Andrea Cortellessa)
L'essere, sin dalla nascita, si trova esposto all'assoluta sorpresa di ciò che sta per accadere, di ciò che si sottrae in modo radicale a ogni anticipazione e previsione. È questa la dimensione umana e filosofica che fa da cornice al romanzo di Michele Battista " L'agostiniana ", il racconto di un uomo che ripercorre, attraverso un procedere a volte incerto a volte spedito, il sentiero della vita nella ricerca di quell'equilibrio interiore che porta all'essenza di ogni esistenza: il Padre. I momenti del quotidiano passato, cui la vita semplice e spensierata del paese nativo educa e forgia nello spirito, tutto assume dimensioni sempre più complesse e articolate man mano che il lavoro, le responsabilità e la città si sostituiscono a quei remoti ricordi.
Colpisce l'abilita dell'autrice nel creare una struttura narrativa che permette ai suoi personaggi, ed anche al lettore, di stare all'interno di scene evengeliche, quasi vivendole in prima persona.
Queste due opere riassumono in modo brillante il pensiero del conte recanatese, padre del ben piu rinomato figlio Giacomo, rivelandosi utili anche per rileggere con una prospettiva originale la storia della nostra penisola. Secondo il tradizionale metodo delle domande e risposte", recentemente usato nel Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, l'autore utilizza la stessa formula per i suoi due Catechismi che vengono qui riproposti dopo oltre 170 anni. Il Catechismo filosofico ebbe un successo tale all'epoca della sua pubblicazione, da suscitare dibattiti persino alla Camera dei Comuni di Londra. E' un brillante compendio nel quale sono esposti i principi della tradizione e confutati i principi del liberalismo. Il Catechismo sulle rivoluzioni e un breve libretto che ha come oggetto esclusivamente la categoria di Rivoluzione considerata come una rivolta contro l'ordine naturale. Le due opere riassumo in modo brillante il pensiero del conte recanatese. "
Intorno a un caso di cronaca si dipana la storia di un uomo che va ammazzando giudici e di un poliziotto che diventa il suo alter ego, in un paese del tutto immaginario e che tuttavia ricorda molto da vicino l'Italia, la Sicilia. Qui non vi sono più idee, i principi vengono calpestati, le ideologie si risolvono in mere denominazioni del gioco delle parti in politica, e su tutto domina un potere che "sempre più digrada nella impenetrabile forma di una concatenazione che approssimativamente possiamo dire mafiosa". Quello che doveva essere un "divertimento", una parodia, diviene un racconto molto serio via via che si delinea la successione di assassinii e funerali che scandisce la vita pubblica.