"Foravìa", ovvero "fuori mano", "deviazione", "lontano', "strano". Tutto ciò che scarta dalla quotidianità e che trasforma le eccezioni in sorprese. Per tre volte il narratore si trova a "deviare". Per andare a un appuntamento sulle colline fuori città, sbaglia strada e passa una singolarissima notte in macchina. Si trova in casa una creatura spaventosa e se ne fa carico, instaurando con lei una curiosa relazione. Sul corso incontra Elisabeth, che sta male, ha bisogno di aiuto - e la città notturna si svela in una peregrinazione fra ospedali e case, un mondo che esiste appena poco più in là, con tutta la sua urgenza e il suo fascino.
Apparso a puntate tra il 2004 e il 2005 su Nazione Indiana suscitando la curiosità e l'interesse dei navigatori della rete, "Le scimmie sono inavvertitamente uscite dalla gabbia" è il testo dove meglio si manifesta la dimensione di "opera in corso", segno distintivo dell'itinerario letterario di Dario Voltolini. Questo diario in versi, o meglio "spartito da far interpretare a un certo numero di voci sintetiche" sfugge a qualunque classificazione di genere e si presenta come un libero susseguirsi di immagini poetiche, di intensi squarci dello sguardo sulla bellezza, sulla normalità o l'assurdità del reale e del genere umano. Se le scimmie uscissero dalla gabbia forse vedrebbero ciò che noi immaginiamo, forse leggerebbero nei pensieri che Voltolini, con uno stile chirurgico e trasecolato, descrive.