
Carolina è un avvocato di successo. È bella, ricca di famiglia, ma sembra vittima di una febbrile inquietudine che le impedisce di avere rapporti duraturi con l'altro sesso. Forse perché non è mai riuscita a superare la morte del padre, un noto pittore, apparentemente fulminato da un infarto quando lei aveva appena dieci anni. La sua vita si capovolge il giorno in cui un amico, Roberto, di cui Carolina sta curando la separazione, le dice che la moglie ha cercato di ucciderlo. Carolina si precipita da lei, ma quando arriva, Elena è a terra con un coltello piantato nel petto. Niente impronte, nessuna traccia, nessun movente.
Lei non è una bambina come tante e non ha avuto molta fortuna nella vita. "Comprata" da un orfanotrofio per 365 franchi svizzeri, si ritrova catapultata nella periferia di una grande città del Nord Europa, un vivace caleidoscopio di gente di paesi e culture differenti, tra cui parecchi italiani, un mondo nuovo dove non tutto le è chiaro, e non solo perché non ci vede tanto bene. La bambina infatti ha qualche difficoltà a mettere insieme le parole, legarle al loro senso e al mondo che evocano. Sarà proprio la nuova famiglia adottiva a regalarle quel calore che finora le è mancato e che le permetterà di rimettere a fuoco le cose. In particolare, saranno il papà e il nonno ad aiutarla con un piccolo stratagemma: scatoline e cassetti dove mettere tutte le parole nuove in cui si imbatte ogni giorno. Nella geniale e tenerissima interpretazione del mondo che prende vita da questa fantasiosa classificazione di vocaboli, un giorno irromperanno un avvenimento e una parola tanto inattesa quanto cruciale...
L'autrice, ragazza lei stessa, riesce a dare volto e cuore ai suoi coetanei schizzandone, velocemente, tratti e fisionomie in un racconto che si muove a metà strada tra fantasia e realtà. Il ladro di ombre è una spy story calata in un'atmosfera decisamente surreale, nella quale l'incrocio tra immaginazione e realtà è oggetto di continue sorprese. L'idea di fondo - il furto delle "ombre" da parte di Roby Pérez, il campione sportivo che deve in qualche modo mantenere la famiglia - rivela il "mondo" di Veronica: la scuola, gli amici, il modo di comunicare dei ragazzi d'oggi, la passione per il calcio, vitale in Argentina. Età di lettura: da 11 anni.
Nel mondo operoso e vivace della Giudea di Erode Antipa, una giovinetta di nome Maria si apre con trepidazione alla vita, in tutto cogliendo "il segno di una Volontà che si manifesta all'uomo per guidarlo, confermandolo nelle sue scelte o correggendolo nei suoi errori". La realtà assume spesso, per lei, la dimensione mistica dell'incantamento, in cui risuona limpida la voce del cuore, la voce di Dio: le suggerisce intuizioni, pensieri inesprimibili, che la predispongono ad accogliere con fiduciosa serenità il mistero del domani. In posizione privilegiata accanto a Maria, c'è Anna, la madre; e ancora l'anziano padre, Gioacchino, testimone fedele dell'Altissimo; c'è Giuseppe, il promesso sposo, uomo fiero, tenace, giusto, che saprà "accettare le verità di Maria anche quando saranno troppo grandi, incomprensibili"; ci sono Elisabetta e Zaccaria, i primi a riconoscere nella fanciulla la Vergine annunciata dai profeti, e gli abitanti di Nazaret: anch'essi raccolti nell'attesa del Messia, che tutto nasconde nella luce del suo amore. Risalta, in questo romanzo che sa calare magistralmente il racconto biblico nella realtà del quotidiano, il carattere specifico di Maria, "infinitamente grande - come diceva Péguy - perché è anche infinitamente piccola, infinitamente giovane perché è anche infinitamente madre".
Il rogo della città eterna. Un ritratto fedele e avvincente dei personaggi e degli eventi. Lucio Verginio Rufo (14-97 d.C.), console e governatore militare della Germania, famoso per il suo rifiuto di accettare la porpora imperiale e per essere stato tutore di Plinio il Giovane, visse da contemporaneo il dramma dell'incendio di Roma. È attraverso di lui che riviviamo la storia di un evento fissato nella memoria da più di 2.000 anni, quando Roma bruciò e Nerone incolpò del rogo i cristiani. Pur nella narrazione romanzata dell'evento, Cantamessa rimane rigorosamente attento alle fonti e ai dati storici, restituendoci un ritratto fedele e avvincente della vita della Roma antica.
Alla vigilia di un "ponte" festivo, Claudio Meis, che tiene dei corsi di formazione per venditori, passa a prendere a scuola il figlio bambino e decide di andare a trovare il padre, che abita fuori città e non risponde al telefono. Il percorso si rivela fitto di ostacoli: durante il tragitto Claudio si imbatte nella "pecora nera" della famiglia, e viene travolto in un turbine di eventi incontrollabili che in pochi giorni sconvolgono la sua esistenza. Eppure è proprio sull'orlo del baratro che Claudio riuscirà forse a trovare un nuovo amore e una nuova vita.
Per Claudio Fratta disegnare giardini significa progettare uno spazio in cui arginare la natura, tentare di dare un ordine alla vita, ma anche curvare la propria esistenza secondo geometrie segrete. Per questo sentire al telefono la voce di Elisabetta Renal, una sera di marzo, sarà come vedere un'incrinatura su di un vetro: lei era ferma come lui nel buio di un parcheggio, la sera in cui un uomo è stato ucciso. Un uomo che entrambi desideravano morto, ma che nessuno dei due avrebbe avuto la determinazione di uccidere. Claudio sa da sempre di dover chiudere i conti con l'uomo che ha rovinato suo padre, e scoprire che Elisabetta segue una strada parallela alla sua, significa sentirla immediatamente vicina.
Certi amori sembrano distanti anni luce. Eppure a volte sono i più importanti, gli unici che contino davvero per noi: quelli che fanno nascere l'universo in cui viviamo. Cecilia e Claudio, medici nello stesso ospedale, imparano a parlarsi e a desiderarsi in un tempo cadenzato dalla ritualità dei pranzi, dall'infittirsi di conversazioni e confidenze, da un'attrazione reciproca che, per quanto intensa, non riesce a manifestarsi, come una costellazione non ancora tracciata. Ma a vederla da fuori la loro storia è visibilissima: visibili le cautele che li allontanano - sono un uomo e una donna che vengono da convivenze esaurite e tuttavia non spente, lei accesa da una tormentata maturità di madre, lui protetto da una polvere di timide certezze -, visibile l'amore che li unisce. È proprio allora che al loro tavolo siede un giorno la sorella di Cecilia, l'estroversa e generosa Silvia. In un gioco sempre più accelerato di rivelazioni e rincorse, Claudio, Cecilia e Silvia finiscono con l'abitare un triangolo singolare. E da lì in poi è come se l'amore cercasse un'altra strada, e questa strada s'aprisse il varco fra le scorie del passato, verso l'imprevedibile disegno di un nuovo universo affettivo.
Al disordine apparente della natura, Claudio Fratta vorrebbe sostituire l'ordine rassicurante dei giardini che progetta e costruisce. Ma da buon giardiniere conosce il valore dell'attesa, ha imparato ad aspettare il ritorno delle stagioni perché le sue creature prendano forma e perché le storie si compiano. Una sera, però, nel posteggio deserto di un supermercato, Claudio assiste a un omicidio. Una donna, Elisabetta Renal, entra nella sua vita e lo spinge ad affrontare i fantasmi del passato: il fallimento del padre e la morte del fratello minore. Inseguire il mistero di questa donna, lasciare che lei lo attragga e lo disorienti, amarla e perderla, in fondo è un modo per ripartire.
Può accadere, nella vita, che i desideri e le paure più nascoste prendano all'improvviso corpo nel mondo. Hai paura di volare, e la gente che ti sta intorno, con cui era impossibile condividere la pena, di colpo ti capisce fin troppo bene. Il narratore di questa storia è partito un giorno per Londra ed è tornato qualche mese dopo da New York. Tra i due viaggi ci sono stati ricordi, lutti, persone e immagini che come oracoli parlavano della sua vita, mentre lui, nel panico, ascoltava.