
"Da dove venite? A chi appartenete? Cosa andate cercando?" Così si chiede al viandante-narratore nelle terre dei padri. Il viandante procede con il passo dell'iniziato, lo sguardo affilato, la memoria popolata di storie. E le storie gli vengono incontro nelle vesti di figure, ciascuna portatrice di destino, che hanno il compito di ispirati accompagnatori. Luoghi e personaggi suonano, con i loro "stortinomi", immobili e mitici, immersi in un paesaggio umano e geografico che mescola il noto e l'ignoto. Scatozza "domatore di camion", Mandarino "pascitore di uomini", la Totara, Cazzariegghio, Pacchi Pacchi, Testadiuccello, Camoia, la Marescialla: ciascuno ragguaglia il viandante, ciascuno lo mette in guardia, ciascuno sembra custode di una verità che tanto più ci riguarda, quanto più è fuori dalla Storia. Il viandante deve misurarsi, insieme al lettore, con un patrimonio di saggezza che sembra aver abbandonato tutti quanti si muovono per sentieri e strade, sotto la luna, nella luce del meriggio, accompagnati dall'abbaiare dei cani. E poi ci sono la musica e i musicanti. La musica da sposalizio, da canto a sonetto, la musica per uccidere il porco, la musica da ballo per cadere "sponzati come baccalà", la musica da serenata, il lamento funebre, la musica rurale, da resa dei conti.
"Da dove venite? A chi appartenete? Cosa andate cercando?" Così si chiede al viandante-narratore nelle terre dei padri. Il viandante procede con il passo dell'iniziato, lo sguardo affilato, la memoria popolata di storie. E le storie gli vengono incontro nelle vesti di figure, ciascuna portatrice di destino, che hanno il compito di ispirati accompagnatori. Luoghi e personaggi suonano, con i loro "stortinomi", immobili e mitici, immersi in un paesaggio umano e geografico che mescola il noto e l'ignoto. Scatozza "domatore di camion". Mandarino "pascitore di uomini", la Totara, Cazzariegghio, Pacchi Pacchi, Testadiuccello, Camoia, la Marescialla: ciascuno ragguaglia il viandante, ciascuno lo mette in guardia, ciascuno sembra custode di una verità che tanto più ci riguarda, quanto più è fuori dalla Storia. Il viandante deve misurarsi, insieme al lettore, con un patrimonio di saggezza che sembra aver abbandonato tutti quanti si muovono per sentieri e strade, sotto la luna, nella luce del meriggio, accompagnati dall'abbaiare dei cani. E poi ci sono la musica e i musicanti. La musica da sposalizio, da canto a sonetto, la musica per uccidere il porco, la musica da ballo per cadere "sponzati come baccalà", la musica da serenata, il lamento funebre, la musica rurale, da resa dei conti.
Sul filo della memoria il romanzo ripercorre le vicende di un giovane che approda come lettore a Santiago de Compostela e, in secondo piano, quelle di suo fratello, che trova rifugio in un kibbutz in Israele. Quello del protagonista è un cammino di conversione sullo sfondo di una Santiago magica e surreale, mentre quello del deuteragonista è un viaggio di esperienza e conoscenza, nel corso del quale è introdotto da un misterioso rabbino alla spiritualità dell’ebraismo. Al centro del romanzo si colloca l’affascinante storia d’amore tra il protagonista e Beatriz, una giovane donna per metà spagnola e per metà indiana. L’amore di Beatriz è un assoluto miracolo che rende nuova l’esistenza del protagonista, facendo affiorare dalle profondità della sua anima l’esperienza di Dio che è Amore. Le dimostrazioni politiche che preannunciano il ’68 segnano il ritorno dall’esperienza visionaria alla realtà e alla storia. Nel commiato finale il protagonista svela l’amoroso mistero rivelatogli da Beatriz e suggerisce il segreto per affrontare i futuri tempi apocalittici. Sullo sfondo delle vicende narrate rivive in tutto il suo eterno fascino la città di Santiago nell’alternanza di uggiosa llovizna e di squarci d’azzurro ed è rievocata in tutta la sua maliosa bellezza la Galizia, incantata e fiorita, una terra che lascia in cuore eterna nostalgia.
Giuliano Caposio è stato docente di italiano all’Università di Santiago de Compostela e nei licei di Torino. È autore di un libro di poesie, Azzurro in versi (Ferrero & C Editori), della novella Aurora (Amazon’s eBook kindle Store), delle Lettere al Padre celeste (Edizioni Segno), de Il mistero di Maria alla Grotta delle Tre Fontane, di Maria nel mistero della Chiesa e di Sfolgora il sole di Pasqua: Gesù, nostra gioia, è risorto! (Amazon’s eBooks kindle Store), meditazioni spirituali frutto del suo incontro con Bruno Cornacchiola, il Veggente delle Tre Fontane fondatore della SACRI, e della sua profonda devozione alla Vergine della Rivelazione.
Carolina è un avvocato di successo. È bella, ricca di famiglia, ma sembra vittima di una febbrile inquietudine che le impedisce di avere rapporti duraturi con l'altro sesso. Forse perché non è mai riuscita a superare la morte del padre, un noto pittore, apparentemente fulminato da un infarto quando lei aveva appena dieci anni. La sua vita si capovolge il giorno in cui un amico, Roberto, di cui Carolina sta curando la separazione, le dice che la moglie ha cercato di ucciderlo. Carolina si precipita da lei, ma quando arriva, Elena è a terra con un coltello piantato nel petto. Niente impronte, nessuna traccia, nessun movente.
Lei non è una bambina come tante e non ha avuto molta fortuna nella vita. "Comprata" da un orfanotrofio per 365 franchi svizzeri, si ritrova catapultata nella periferia di una grande città del Nord Europa, un vivace caleidoscopio di gente di paesi e culture differenti, tra cui parecchi italiani, un mondo nuovo dove non tutto le è chiaro, e non solo perché non ci vede tanto bene. La bambina infatti ha qualche difficoltà a mettere insieme le parole, legarle al loro senso e al mondo che evocano. Sarà proprio la nuova famiglia adottiva a regalarle quel calore che finora le è mancato e che le permetterà di rimettere a fuoco le cose. In particolare, saranno il papà e il nonno ad aiutarla con un piccolo stratagemma: scatoline e cassetti dove mettere tutte le parole nuove in cui si imbatte ogni giorno. Nella geniale e tenerissima interpretazione del mondo che prende vita da questa fantasiosa classificazione di vocaboli, un giorno irromperanno un avvenimento e una parola tanto inattesa quanto cruciale...
L'autrice, ragazza lei stessa, riesce a dare volto e cuore ai suoi coetanei schizzandone, velocemente, tratti e fisionomie in un racconto che si muove a metà strada tra fantasia e realtà. Il ladro di ombre è una spy story calata in un'atmosfera decisamente surreale, nella quale l'incrocio tra immaginazione e realtà è oggetto di continue sorprese. L'idea di fondo - il furto delle "ombre" da parte di Roby Pérez, il campione sportivo che deve in qualche modo mantenere la famiglia - rivela il "mondo" di Veronica: la scuola, gli amici, il modo di comunicare dei ragazzi d'oggi, la passione per il calcio, vitale in Argentina. Età di lettura: da 11 anni.
Nel mondo operoso e vivace della Giudea di Erode Antipa, una giovinetta di nome Maria si apre con trepidazione alla vita, in tutto cogliendo "il segno di una Volontà che si manifesta all'uomo per guidarlo, confermandolo nelle sue scelte o correggendolo nei suoi errori". La realtà assume spesso, per lei, la dimensione mistica dell'incantamento, in cui risuona limpida la voce del cuore, la voce di Dio: le suggerisce intuizioni, pensieri inesprimibili, che la predispongono ad accogliere con fiduciosa serenità il mistero del domani. In posizione privilegiata accanto a Maria, c'è Anna, la madre; e ancora l'anziano padre, Gioacchino, testimone fedele dell'Altissimo; c'è Giuseppe, il promesso sposo, uomo fiero, tenace, giusto, che saprà "accettare le verità di Maria anche quando saranno troppo grandi, incomprensibili"; ci sono Elisabetta e Zaccaria, i primi a riconoscere nella fanciulla la Vergine annunciata dai profeti, e gli abitanti di Nazaret: anch'essi raccolti nell'attesa del Messia, che tutto nasconde nella luce del suo amore. Risalta, in questo romanzo che sa calare magistralmente il racconto biblico nella realtà del quotidiano, il carattere specifico di Maria, "infinitamente grande - come diceva Péguy - perché è anche infinitamente piccola, infinitamente giovane perché è anche infinitamente madre".
Il rogo della città eterna. Un ritratto fedele e avvincente dei personaggi e degli eventi. Lucio Verginio Rufo (14-97 d.C.), console e governatore militare della Germania, famoso per il suo rifiuto di accettare la porpora imperiale e per essere stato tutore di Plinio il Giovane, visse da contemporaneo il dramma dell'incendio di Roma. È attraverso di lui che riviviamo la storia di un evento fissato nella memoria da più di 2.000 anni, quando Roma bruciò e Nerone incolpò del rogo i cristiani. Pur nella narrazione romanzata dell'evento, Cantamessa rimane rigorosamente attento alle fonti e ai dati storici, restituendoci un ritratto fedele e avvincente della vita della Roma antica.
Alla vigilia di un "ponte" festivo, Claudio Meis, che tiene dei corsi di formazione per venditori, passa a prendere a scuola il figlio bambino e decide di andare a trovare il padre, che abita fuori città e non risponde al telefono. Il percorso si rivela fitto di ostacoli: durante il tragitto Claudio si imbatte nella "pecora nera" della famiglia, e viene travolto in un turbine di eventi incontrollabili che in pochi giorni sconvolgono la sua esistenza. Eppure è proprio sull'orlo del baratro che Claudio riuscirà forse a trovare un nuovo amore e una nuova vita.
Per Claudio Fratta disegnare giardini significa progettare uno spazio in cui arginare la natura, tentare di dare un ordine alla vita, ma anche curvare la propria esistenza secondo geometrie segrete. Per questo sentire al telefono la voce di Elisabetta Renal, una sera di marzo, sarà come vedere un'incrinatura su di un vetro: lei era ferma come lui nel buio di un parcheggio, la sera in cui un uomo è stato ucciso. Un uomo che entrambi desideravano morto, ma che nessuno dei due avrebbe avuto la determinazione di uccidere. Claudio sa da sempre di dover chiudere i conti con l'uomo che ha rovinato suo padre, e scoprire che Elisabetta segue una strada parallela alla sua, significa sentirla immediatamente vicina.

