
"Il vicequestore sorrise nel pensare alla somiglianza che sentiva tra lui e quel cane da punta". Rocco Schiavone ha la mania di paragonare a un animale ciascuna delle fisionomie umane che gli si para davanti. Ma più che il setter che gli suscita quell'accostamento, lui stesso fa venire in mente uno spinone, ispido, arruffato e rustico com'è: pur sempre, però, sottomesso all'istinto della caccia. È uno sbirro manesco e tutt'altro che immacolato, romano di conio trasteverino, con una piaga di dolore e di colpa che non può guarire. Ad Aosta, dove l'hanno trasferito d'ufficio, preferirebbe tenere le sue Clarks al riparo dall'acqua e godersi i suoi amorazzi, che non imbarcarsi in un'altra inchiesta piena di neve. Una donna, una moglie che si avvicinava all'autunno della vita, è trovata cadavere dalla domestica. Impiccata al lampadario di una stanza immersa nell'oscurità. Intorno la devastazione di un furto. Ma Rocco non è convinto. E una successione di coincidenze e divergenze, così come l'ambiguità di tanti personaggi, trasformano a poco a poco il quadro di una rapina in una nebbia di misteri umani, ambientali, criminali. Per dissolverla, il vicequestore Rocco Schiavone mette in campo il suo metodo annoiato e stringente, fatto di intuito rapido e brutalità, di compassione e tendenza a farsi giustizia da sé, di lealtà verso gli amici e infida astuzia.
Facciamo il punto. Costanza, dopo la laurea in medicina, è stata costretta a lasciare la sua amata e luminosa Sicilia per trasferirsi nel freddo e malinconico Nord. A tenere in caldo i cuori, però, ci pensa Marco, incantevole padre della sua incantevole Flora che Costy, non senza qualche incertezza, ha deciso di portare nella vita della figlia. Dopo varie tribolazioni, Marco ha praticamente lasciato la storica (e decisamente perfetta) fidanzata all'altare. Costanza (seppur decisamente imperfetta) credeva che l'avesse fatto per lei, ma non ne è più così sicura considerato che Marco prende tempo e si comporta in modo piuttosto ambiguo. Come sempre, però, nella vita di Costanza non c'è spazio per la riflessione: lei è una madre lavoratrice e precaria che al momento si sta autoconvincendo di aver compiuto la scelta giusta decidendo di lasciare l'Istituto di Paleopatologia di Verona per un impiego da anatomopatologa a Venezia. Come se la situazione non fosse abbastanza complicata, gli ex colleghi la richiamano per un incarico dal lauto compenso: l'ultima discendente di un'antica famiglia veneziana, gli Almazàn, desidera scoperchiare le tombe dei suoi antenati per scoprire cosa c'è di vero nelle dicerie calunniose che da secoli ammantano di mistero il casato. Costanza non vorrebbe accettare, ma questa storia a tinte fosche solletica la sua curiosità... e poi scopre che nell'operazione è coinvolto anche Marco. Che il cantiere possa rappresentare un'occasione d'oro per trovare un equilibrio vita-lavoro? O, per meglio dire: che il cantiere possa rappresentare un'occasione d'oro per cercare di capire cosa c'è davvero tra lei e Marco? Con coraggio, determinazione e tanta, tanta costanza, questa eroina dai capelli rossi affronterà nuove sfide, svelerà antiche trame mentre proverà a comprendere il suo cuore.
Firenze, 1945. Bruno ha perso il padre in guerra. Sua madre lavora duramente per mantenerlo, aiutata da Milloschi, migliore amico del marito, ora tutore del ragazzo. Crescendo, Bruno abbraccia con fervore il comunismo e l'ideologia segnerà la sua adolescenza, consumata tra epiche scorribande con gli amici, le prime storie di donne, il sogno di un'assunzione alle Officine Galileo e il vero amore per Lori. Eternamente in conflitto con l'ottusa rassegnazione dei suoi "vecchi", Bruno cerca risposta nel pragmatismo di una ragione rigorosa, contrapposta alle incostanze della passione. Ma l'amore scuoterà il suo mondo.
Lottiamo con ogni forza per inseguire il successo, il denaro, la felicità. Ma cosa fare quando il talento non basta e il gioco pulito non conduce a niente? Quanti fallimenti ci vogliono perché una colomba si trasformi in falco? "La cospirazione delle colombe" è la storia di questa trasformazione. Alfredo Cannella è figlio di un ricco imprenditore veneziano; Donka Berati è un orfano albanese, approdato all'Università Bocconi con una borsa di studio. Sono ambiziosi, decisi a prendersi tutto ciò che credono di meritare: fra loro nasc un'amicizia che li accompagnerà lungo traiettorie parallele ma spesso sovrapposte, costellate di speculazioni finanziarie, rischiosi passi falsi, truffe e grandi progetti immobiliari. Entrambi affrontano la propria carriera come una sfida: Alfredo per dimostrare al padre quanto si sbagli a considerarlo inetto e viziato, Donka per ribellarsi al destino in apparenza già segnato. Ma quando una sfida non finisce nel migliore dei modi, chi vuole vincere deve ricorrere ai peggiori. Sullo sfondo di un'Europa unita dai flussi economici, e una Milano dalle colossali trasformazioni urbanistiche, Vincenzo Latronico intesse un racconto di ampio respiro, animato da grandi passioni - l'ambizione, l'invidia, l'amore -, che tocca un problema morale al cuore del società contemporanea: le ragioni, le giustificazioni e le scuse per cui tradiamo chi si fida di noi.
Rimasto incompreso per lungo tempo, "La coscienza di Zeno" è il più importante romanzo di Svevo e uno dei capolavori della letteratura italiana contemporanea. È il resoconto di un viaggio nell'oscurità della psiche, nella quale si riflettono complessi e vizi della società borghese dei primi del Novecento, le sue ipocrisie, i suoi conformismi e insieme la sua nascosta, tortuosa, ambigua voglia di vivere. L'inettitudine ad aderire alla vita, l'eros come evasione e trasgressione, il confine incerto tra salute e malattia divengono i temi centrali su cui si interroga Zeno Cosini in queste pagine bellissime che segnarono l'inizio di un modo nuovo di intendere la narrativa. Primo romanzo "psicoanalitico" della nostra letteratura, quest'opera rivoluzionaria seppe interpretare magistralmente le ansie, i timori e gli interrogativi più profondi di una società in cambiamento.
Profondamente segnato dal confronto con la nascente psicoanalisi (la prima edizione è del 1923), "La coscienza di Zeno" è concepito come fosse il diario terapeutico che un "nevrotico", Zeno Cosini, scrive su richiesta del suo medico e che questi decide di pubblicare per "vendicarsi" del paziente che ha bruscamente interrotto la terapia. Il racconto di Zeno percorre così le tappe di una vita malata, attraverso la lotta contro il fumo, la morte del padre, la storia di un matrimonio senza amore, di un adulterio appassionante e infelice, di un'iniziativa commerciale disastrosa. Risalendo, con le note di un'impareggiabile ironia, tutti i tortuosi rivoli dell'esistenza interiore del protagonista, Italo Svevo affonda qui nelle più oscure e dolorose regioni dell'incertezza umana, per poi risalire alla quieta consapevolezza del "male di vivere".
Lo psicanalista di Zeno Cosini - commerciante triestino, incarnazione dell'antieroe - consiglia al suo paziente di mettersi a scrivere la storia della sua vita. Solo rivivendone le esperienze più significative e scavando nella propria coscienza egli potrà forse superare il "disagio di vivere" che da sempre lo tormenta. Emergono così il vizio del fumo, il ricordo di una relazione con una giovane amante, la convinzione che il suo matrimonio sia avvenuto "per caso", il rapporto contraddittorio con il cognato Giulio: un susseguirsi di eventi che Zeno analizza con profondità e grande ironia. Lucido e consapevole, egli comincerà a guarire quando si scoprirà ad accettare le proprie debolezze e quelle altrui, convinto ormai che "la vita non è né bella, né brutta; è soltanto originale".
Ivan ha dodici anni e vive in un anonimo palazzo alla periferia di Torino insieme al suo gruppo di amici: i gemelli del terzo piano, Melania (solo un'amica fin dalle elementari, che non si dica altro...) e Rudy, che non ha bisogno di presentazioni, perché chi non conosce Rudy? Appartamenti identici, stessi giochi, stesse abitudini, pochi soldi e poca libertà. E l'ingombro affettuoso ma pesante della famiglia. Un padre che crede sempre a quello che dicono alla tv, una madre che si fa poco i fatti propri e troppo quelli del figlio, la sorella vegana che è sempre sotto esame quando c'è da dare la mano in casa. Insomma una vita normale, fatta di pomeriggi tra studio e Xbox (forse più Xbox che studio), di oratorio, di interrogazioni e... di divieti da parte degli adulti, il più delle volte ingiustificati e ingiustificabili. E proprio quando sembra che nulla possa cambiare, in un giorno come tanti, basta un'arrabbiatura di troppo e accade qualcosa di incredibile, anzi, accade la cosa più incredibile... Un romanzo a metà tra favola e noir, raccontato dalla voce diretta di un ragazzino che estende il suo sguardo lucido sul complicato e assurdo mondo dei grandi e ci riporta alle atmosfere di "Mia sorella è una foca monaca".
La corrispondenza racconta di una studentessa universitaria che nel tempo libero fa la controfigura per la televisione e il cinema. La sua specialità sono le scene d'azione ed è abilissima nelle situazioni pericolose che, sullo schermo, si concludono fatalmente con la morte del suo doppio. Sembrerebbe una mania dettata dalla passione per il rischio, in realtà è l'ossessione in cui la ragazza s'illude di sublimare un orribile senso di colpa. Quello di ritenersi responsabile della tragica scomparsa del suo grande amore. Una ferita mai rimarginata, un conto sospeso, un'ombra che nessuna luce saprà mai dissolvere. Sarà il suo professore di astrofisica ad aiutarla nel ritrovare l'equilibrio esistenziale perduto. Il loro sarà soprattutto un rapporto epistolare tutto veicolato dalla rete, fatto di messaggi e posta elettronica, dove i confini tra virtuale e reale si fanno evanescenti, ambigui.
La continentale è una donna del Nord, bella come un'attrice del cinematografo, bionda, il cui promettente futuro si incrina il giorno disgraziato in cui sposa un siciliano. È allora che lascia Padova e si trasferisce in Sicilia, dove vive per tutta la vita coltivando un'avversione profonda per la terra che l'ha accolta e per tutti coloro che la abitano. A rievocare quell'ostilità, è la figlia, che si muove tra il punto di vista consapevole della scrittrice che oggi è diventata e quello disarmante della bambina che è stata. Una bambina divisa dunque tra Nord e Sud, tra madre e padre. Ma che, a dispetto di tutti i pregiudizi, vive un'infanzia luminosa, tra cicale ubriache di sole e corse sfrenate, riti arcaici, feste religiose, dissidi tra il sindaco e il parroco degni di Guareschi. Ma anche un ibrido, un'assurdità, una sorta di mostro. Silvana La Spina trasporta un tema molto noto e molto sensibile per ogni italiano, il rapporto Nord-Sud, dal terreno dello scontro tra fazioni a quello intimo della famiglia. Ne deriva una narrazione scattosa, rapida, paradossale, amara, dolente e divertita. Pazza. Una "corda pazza" pizzicata dalle dita di una scrittrice siciliana capace di guardarsi dal "dentro" più buio e dal "fuori" più distaccato. Essere italiani e leggere questo libro può fare male, perché nel radicale antimeridionalismo della continentale non si rivela solo una biografia accecata dall'eccesso, ma una ferita mai cicatrizzata nel tessuto nazionale: l'eterna frattura tra Nord e Sud.
Sullo sfondo l’unità d’Italia e i suoi protagonisti, più o meno volontari, Pio IX e Vittorio Emanuele, il cardinale Antonelli e i Cadorna. In primo piano una storia che si dipana dal 4 ottobre 1870, alle porte di Roma, giorno in cui si svolge un colloquio teso, pungente, tra la contessa Matilde Orsini ed Egidio Ferrari, del Ministero dei Lavori Pubblici del neonato Regno d’Italia. È lo scontro tra due mondi: quello papalino, impersonato dalla giovane contessa e quello Italiano, incarnato in un membro del governo; ma è anche l’incontro tra una donna e un uomo che ormai sono e continueranno a essere italiani, con le loro virtù e i loro difetti. Uno splendido affresco storico degli anni in cui nacque la nostra nazione si incrocia con la storia di una passione ‘all’italiana’.
Destinatari
Per tutti.
Autori
Luca Crippa e Maurizio Onnis firmano insieme, da anni, romanzi pubblicati da Piemme con pseudonimi diversi: Il maestro del tè e Il samurai bianco (di Carlos Leon Monteverde), La setta di Lazzaro, Il violinista di Praga e La profezia dell’arca (di Michael Crane) e Il sogno del bambino stregone (di Luca Castellitto. Uscito a settembre 2010: Io ti aspetto, con lo stesso pseudonimo). Sono autori anche di testi scolastici (storia per le medie e per le scuole superiori) e di saggistica religiosa.
Punti forti
Due autori in grado di raccontare storie di grande impatto. I 150 anni dell’Unità d’Italia. La vicenda permette di presentare, con tutta la precisione dei documenti storici, le vicende della presa di Porta Pia e della conquista della capitale del neonato Stato italiano.
Francesco Sangiorgio, giovane politico della Basilicata pieno di fantasia e di orgoglio tutto meridionale, arriva a Roma in veste di deputato nel periodo post-unitario. Un collega, dinanzi al mirabile panorama della Città Eterna, mentre si commemora il combattimento del Vascello, lo avverte che "Roma non si dà a nessuno... la sua forza, la sua potenza, la sua attitudine è una virtù quasi divina: l'indifferenza". Ma lui, ottimista, gli risponde che saprà conquistarla. I suoi primi discorsi pubblici ottengono un discreto successo. Quando un ministro è costretto alle dimissioni, chi lo sostituisce, don Silvio Vargas, lo prende sotto la sua ala protettrice. Sangiorgio si ritrova a trascorrere lunghi momenti con don Silvio e con la giovane, bella, algida moglie di lui. E s'innamora... Romanzo più polemico che artistico, scritto quando già il contatto col naturalismo francese, specialmente con quello zollano, cominciava a turbare l'ingenuo realismo napoletano e sentimentale della scrittrice, "La conquista di Roma" racconta le conseguenze della mediocrità spirituale, della fatuità degli affetti, delle mezze virtù, e restituisce, forte dell'istinto alla decrittazione e del senso dell'ambiente della Serao, il vigore realistico della vita sociale e politica romana.