
"Il Primo vocabolario del bambino-PVB" (adattamento italiano del "MacArthur-Bates Communicative Development Inventory-CDI"), è un questionario per i genitori di bambini fra 8 e 36 mesi. Diffuso in Italia già da diversi anni, è molto utilizzato per lo studio e la valutazione della comunicazione e del linguaggio in bambini con sviluppo tipico e atipico. In questo volume, indirizzato a neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti, terapisti e pediatri, sono presentati i nuovi dati normativi relativi alla versione originale (Forma lunga) della scheda "Parole e Frasi", e quelli relativi ad un nuovo strumento, la Forma breve della stessa scheda, particolarmente adatta in progetti di screening per l'individuazione di bambini a rischio per problemi di comunicazione e/o linguaggio. Il libro ripercorre le tappe principali dell'acquisizione del linguaggio, le differenze individuali e gli indici di rischio. Queste conoscenze sono la base per comprendere la costruzione dello strumento e le sue finalità, facilitando così l'interpretazione dei dati normativi. I questionari, le figure, le tabelle relative ai valori normativi e la scheda di sintesi del profilo del bambino sono anche reperibili sul sito dell'editore.
Le pagine che seguono costituiscono il puntuale resoconto di una lunga conversazione tra Bill Moyers, una delle grandi firme del giornalismo americano, e Joseph Campbell. Parte della conversazione ebbe luogo allo Skywalker Ranch di George Lucas, il celebre regista e produttore che ha pubblicamente riconosciuto l'enorme influenza degli studi mitologici di Campbell sul suo cinema. "Perché abbiamo bisogno della mitologia?": questa domanda ricorre in varie forme nel testo e ne rappresenta, in un certo senso, il filo conduttore. Campbell non si sottrae al compito di offrire al lettore una risposta chiara ed esauriente. I miti, per lui, non sono soltanto i "resti" del mondo antico che coprono le pareti del nostro sistema interiore di credenze, come i cocci del vasellame rotto in un sito archeologico. I miti, e i rituali che li evocano, riaffiorano puntualmente in molte delle cose della vita di oggi, dalla religione alla guerra, dall'amore alla morte, poiché riposano sulla "continua necessità della psiche umana di trovare un centro fatto di principi profondi". Senza cesure e tuttavia senza contrasti, il grande studioso parla liberamente di tradizioni e racconti egizi e greci, ebraici e indiani, islamici e pellerossa, di narrazioni bibliche e chansons de geste, delle tribù dell'Oceania e di Martin Luther King, della cattedrale di Chartres, di John Wayne, Re Artù e Star Wars, accomunandoli nella sua affabulazione di cantore del potere del mito.
Da sempre l'uomo ha cercato di migliorare la sua condizione. Oggi nel contesto del rapido sviluppo della tecno-scienza si aprono nuove possibilità di interventi finalizzati all''enhancement o potenziamento della salute e della vita dell'uomo e della stessa umanità. Molteplici sono gli interrogativi etici emergenti. Il volume si articola in due parti. Una prima affronta il dibattito sul piano teorico mettendo a confronto gli argomenti favorevoli e contrari all'enhancement in senso generale, allo scopo di delineare una riflessione critica ponderata che giustifichi i requisiti etici minimi per una regolamentazione che non ostacoli l'innovazione ma al tempo stesso sappia tutelare i valori e i diritti fondamentali dell'uomo. La seconda parte analizza i principali ambiti applicativi oggi in discussione: dalle tecnologie esistenti (chirurgia estetica, doping sportivo), alle tecnologie emergenti (potenziamento genetico, biologico, neuro-cognitivo) fino alle tecnologie convergenti (nanotecnologie, biotecnologie, informatica e scienze cognitive) e agli scenari radicali che si prefigurano nel transumanesimo e postumanesimo.
L'uomo della strada è disorientato di fronte al problema dei cambiamenti climatici. I mass media, infatti, lo bersagliano con messaggi contrastanti da "la fine del mondo è vicina" a "in realtà non sta succedendo niente". Per fare chiarezza, proponiamo un testo divulgativo e rigoroso nello stesso tempo. Per introdurre anche il lettore non familiare con le scienze alla comprensione delle complesse relazioni che legano i vari elementi del "Sistema Terra" e per permettere di farsi un'idea della scienza, dei suoi limiti e dei suoi successi.
Perché scrivere bene, in modo adeguato alle situazioni e alle richieste della società, della scuola e dell'università, è così complicato? Quali sono le principali difficoltà della scrittura di oggi? E i dubbi più ricorrenti? E davvero possibile migliorarsi? Se sì, in quale modo? Il libro risponde a questi e ad altri interrogativi, adottando un'impostazione diversa da molti altri manuali di scrittura: partendo, cioè, dai reali problemi della scrittura nel terzo millennio, ai quali viene dedicato ampio spazio, proponendo strategie, soluzioni pratiche ed esercizi stimolanti e innovativi. Il tutto nella convinzione che il dovere di comporre testi possa anche trasformarsi nel piacere di scrivere. Prefazione di Luca Serianni.
Perché scrivere bene, in modo adeguato alle situazioni e alle richieste della società, della scuola e dell'università, è così complicato? Quali sono le principali difficoltà della scrittura di oggi? E i dubbi più ricorrenti? È davvero possibile migliorarsi? Se sì, in quale modo? Il libro risponde a questi e ad altri interrogativi, adottando un'impostazione diversa da molti altri manuali di scrittura: partendo, cioè, dai reali problemi della scrittura nel terzo millennio, ai quali viene dedicato ampio spazio, proponendo strategie, soluzioni pratiche ed esercizi stimolanti e innovativi. Il tutto nella convinzione che il dovere di comporre testi possa anche trasformarsi nel piacere di scrivere.
Nel centenario della morte dell'Autore, l'editore propone una revisione complessiva della traduzione precedente, più vicina al gusto contemporaneo e fedele al testo francese originario, anche nella punteggiatura. L'appendice ospita un testo inedito tratto dalla tesi di laurea di Mounier
Per molte organizzazioni del terzo settore italiano, la gestione del personale non è mai stata una reale priorità. D'altro canto si assiste alla ricerca di modelli e strumenti che possano contribuire allo sviluppo del rapporto tra persona e organizzazione. Tale rapporto, infatti, non può più basarsi solo sulla motivazione intrinseca degli operatori, con l'esito di essere spesso dato per scontato. C'è anche il rischio che modelli e strumenti vengano assunti acriticamente dall'esperienza e dalla teorizzazione maturata in ambito for profit. Questo volume da un lato mette a disposizione del lettore chiavi di lettura e strumenti per intervenire sui processi di gestione delle persone; dall'altro si è pensato al non profit come ad un laboratorio permanente nel quale alcuni modelli gestionali possono risultare appropriati anche per altri settori come il for profit e il pubblico.
Il libro, basato anche sulle esperienze operative che hanno visto coinvolti gli autori negli ultimi due anni, sviluppa con un linguaggio non tecnico la logica generale di definizione di obiettivi, indicatori e target; le modalità di gestione del quadro giuridico e contrattuale; le tecniche e gli schemi operativi per testare la bontà dell'impianto metodologico dei sistemi di misurazione delle performance (schemi e schede per ragionare sugli elementi distintivi di un sistema di misurazione delle performance funzionale alla redazione del Piano della performance sono contenuti nel Cd-Rom allegato); le modalità di rappresentazione delle performance attraverso le prassi applicative del Piano della performance e il corretto processo di valutazione della performance individuale.
La tematica di Bruner comprende soprattutto i problemi dello sviluppo cognitivo, secondo cui tutto ciò che noi facciamo obbedisce a leggi interne che possono essere favorite o impedite da fattori culturali esterni. La pedagogia, pertanto, deve tener conto dei fattori interni di sviluppo e di quelli esterni nella maniera più completa possibile. In questo volume, l'autore illustra un principio metodologico chiave della ricerca più attuale sulla psicologia del pensiero, quello della rilevazione delle strategie seguite dal soggetto per l'uso delle informazioni.