
Il Dio vivente è a un tempo fonte di ispirazione e anelito della ricerca filosofica di Schelling e di Pareyson, due dei maggiori esponenti dell'idealismo tedesco e dell'ermeneutica contemporanea. L'autore indaga le loro riflessioni sulla libertà e il male, sull'Inizio e la Trinità, in un confronto continuo della filosofia con i propri limiti e con i significati della religione. L'esperienza dello stupore della ragione è il punto di contatto attraverso il quale una conoscenza rigorosamente razionale, consapevole della propria finitezza ma anche delle proprie potenzialità, diviene capace di ascoltare il pulsare di una realtà ancora più grande. In forma simbolica, secondo una rappresentazione tragica della libertà, i problemi del bene e del male, del pluralismo e dell'interpretazione, del dialogo e della verità, della morte e dell'escatologia possono essere affrontati con illuminante passione.
Addentrarsi ad esplorare oggi il tema della vocazione alla propria identità è più che mai appassionante e delicato. Si tratta infatti di attraversare un territorio in cui si incrociano in modo misterioso, e ogni volta unico, natura e cultura, auto-trascendenza e condizionamenti, biologia e simboliche, relazioni e solitudini esistenziali, molteplicità e unità. Con questo volume il gruppo di Ricerche di Ontologia Relazionale (ROR) ha voluto aprire uno spazio affinché speculativi ed educatori, insieme a terapeuti e sociologi, potessero condividere l'indagine di questo territorio mettendo in comune le mappe delle proprie esplorazioni, tracciate con molto lavoro e in tanti anni nell'ambito delle rispettive aree di competenza. Come sappiamo una mappa non può rappresentare esaustivamente la realtà che rappresenta, ma permette di orientarsi nel pensiero, senza il cui apporto riflessivo non è possibile trarre dalla vita una esperienza e tanto meno trasformare il vissuto in cultura. Abbiamo perciò titolato il volume Identità relazionale e formazione perché crediamo che il farsi delle identità - siano esse professionali, sociali o spirituali - non sia osservabile senza una stabile attenzione al farsi e al moltiplicarsi delle relazioni.
Inaugurata nel 2018, la collana «Mappe del pensiero» pubblica i risultati della ricerca transdisciplinare condotta dall'Associazione «Mechrí / Laboratorio di filosofia e cultura», coordinata da Florinda Cambria e con la supervisione scientifica di Carlo Sini. Preceduto da Vita, conoscenza (2018), Dal ritmo alla legge (2019) e Le parti, il tutto (2021), Evoluzione, progresso presenta i risultati dei lavori svolti nell'anno sociale 2018-2019. Tali lavori sono riattraversati dai curatori mediante un montaggio di testi e materiali grafici che narrano il senso del percorso formativo condotto in prima persona dagli Autori. Il primo capitolo raccoglie i testi di Carlo Sini (con la straordinaria riproduzione di 40 tavole a colori) relativi al Seminario di filosofia intitolato Evoluzione e progresso. Le potenze della terra e le figure dello specchio. Il secondo ripercorre il lavoro svolto nel Seminario di arti dinamiche (Prolegomeni alla ricomposizione di Orfeo. Disgregazione, ricomposizione, evoluzione: la poesia dal 1970 ad oggi), curato da Tommaso Di Dio. Il terzo (Linguaggi in transito: evoluzione umana) documenta il cammino di Andrea Parravicini lungo le tappe dell'evoluzione umana nell'intreccio tra paleoantropologia e autobiografia. Il quarto capitolo ripercorre gli Esercizi di drammaturgia proposti nell'attività laboratoriale condotta da Antonio Attisani. Il quinto, infine, raccoglie alcuni dialoghi fra i Soci e i membri del Comitato scientifico di «Mechrí», avvenuti tra il 2019 e il 2020, sul rapporto tra l'evoluzione e la legge, sia intesa in senso strettamente giuridico, sia come arte della formazione e kinesis della vita sapiente.
La questione di Dio, apparentemente non centrale nelle analisi di Edmund Husserl, si mostra, in realtà, come l'immancabile punto d'arrivo di numerose sue indagini sul "senso" dell'umano, sui legami intersoggettivi resi possibili dall'entropatia, sui conseguenti vincoli comunitari di carattere etico e sulle produzioni culturali, dalla filosofia alle scienze e alla teologia. In un serrato colloquio con i filosofi dell'Età Moderna, Cartesio e Leibniz, ma anche, alla lontana, con quelli del Medioevo, Agostino e Tommaso, la ricerca sul divino assume un'importanza sempre più palese soprattutto nei manoscritti del fenomenologo. La curatrice segue qui lo svolgimento di questo argomento, traducendo e commentando alcuni testi husserliani relativi al Dio dei filosofi, al Dio dei teologi e al Dio della fede, che culminano con una profonda meditazione sulla preghiera.
La mente fenomenologica pone domande fondamentali sulla mente dalla prospettiva della fenomenologia ed esamina temi come il tempo e la coscienza, l'intenzionalità e la percezione, la mente incarnata, l'azione. Questa nuova edizione è stata rivista e aggiornata estesamente. Il capitolo sulle metodologie fenomenologiche è stato ampliato per coprire la ricerca qualitativa e vi sono nuove sezioni che discutono gli studi recenti su temi come la fenomenologia critica, la cognizione sociale, la razza e il genere, l'intenzionalità collettiva e il sé. Presenta anche altre utili novità, come i riassunti dei capitoli, le guide a ulteriori letture e numerosi box con spiegazioni di temi specialistici, che rendono il volume un'introduzione ideale ai concetti chiave della fenomenologia, delle scienze cognitive e della filosofi a della mente. Postfazione alla nuova edizione di Patrizia Pedrini.
Se c'è un'eredità che il Novecento ci ha consegnato e che non è stata ancora del tutto meditata è quella del "pensiero dialogico". Casper non propone una storia compiuta di questo orientamento teorico, ma piuttosto cerca di risalire alla sua genesi, di ricostruirne gli inizi, segnati dal timbro fondativo di Rosenzweig, Ebner e Buber, accomunati da un radicale anti-idealismo. La concretezza dell'uomo, di ogni singolo nel suo nucleo di sacra irriducibilità, va sempre e comunque salvaguardata dall'aggressione del pensiero sistematico e insieme va salvata l'autenticità della Rivelazione nella sua peculiare dimensione verbale. Con puntualità e finezza interpretative, Casper penetra progressivamente nel progetto dei tre grandi pensatori, individuando nella filosofia dialogica - che affronta il tema della "relazione delle relazioni", ovvero il rapporto con il Tu assoluto - il cuore della loro proposta teorica. Secondo l'autore, fra i tre spetta senza alcun dubbio a Rosenzweig una posizione di preminenza teoretica poiché fu sin dall'inizio lo spirito più universale, e la sua opera, condensata in particolare nella Stella della redenzione, è filosoficamente compiuta. Il volume traccia anche i possibili frutti della lezione dialogica sul futuro del cristianesimo in rapporto alle religioni universali. Una lezione che, in termini più generali, è un correttivo radicale, una risorsa per far fronte al male e al rischio delle tragedie che incombono sull'umanità.
Il cuore è uno dei simboli universali della vita affettiva, diffuso in molte civiltà sin dai tempi più antichi. Oggi, tuttavia, questo fondamentale simbolo richiama quasi unicamente un vago e impalpabile sentimentalismo, assai lontano dalla consistenza ontologica e dalla capacità di apertura alla trascendenza che l'immagine del cuore ha sempre teso a delineare. In questo breve testo, Hildebrand mostra come il "cuore" sia la sede di un'intensa attività vitale e affettiva, indispensabile per accedere alla conoscenza vissuta di tutta una serie di strati di beni e valori che compongono la realtà. Inoltrandosi nella via aperta da Max Scheler, Hildebrand offre uno dei maggiori contributi all'analisi fenomenologia di questa fondamentale sfera della persona umana, incidendo con apporti determinanti su una riflessione che ancora oggi è al centro dell'interesse filosofico. Il testo di Hildebrand, però, non contiene soltanto una raffinata analisi filosofica dell'affettività umana, ma anche una riflessione intima e meditata sul mistero del Sacro Cuore di Cristo, che aiuta a comprenderlo nella sua profondità teologica evitandone letture superficiali e sentimentalistiche.
L'amore per la vita contrapposto all'amore per la morte. Il modello di società matriarcale e quello patriarcale. L'uomo e il dio. La civiltà occidentale basata sui consumi e quella orientale basata sulla spiritualità. Il necessario, l'abbondanza, il superfluo. La riflessione di Erich Fromm ruota attorno a un insieme di contrasti da lui mirabilmente condensati nella celeberrima tensione tra Essere e Avere. Ciò è evidente anche nei saggi delle raccolte comprese in questo volume - L'amore per la vita, Amore, sessualità e matriarcato, Il bisogno di credere e La disobbedienza - che analizzano molteplici aspetti della psicologia e della società umane: dalle origini del consumismo e dell'aggressività al linguaggio universale del sogno, dal mito biblico ai rapporti tra uomo e donna, fino all'azione disumanizzante della tecnologia e alla necessità di ciascuno di opporsi a un sistema che vuole fare dell'individuo un eterno lattante dedito al possesso, solitario, annoiato, ansioso. Che tratti di sessualità, storia delle religioni, sociologia, Fromm individua sempre nell'imposizione di assurdi vincoli patriarcali l'origine dei malesseri a livello individuale e collettivo. Liberarsi dalle costrizioni imposte dalla tradizione, con consapevolezza e responsabilità, è quindi la strada per raggiungere la piena realizzazione di sé nelle relazioni affettive come nella vita civile.
Partorita nel 1943, nella sanguinosa temperie della Seconda Guerra mondiale, l'opera si presenta come una riflessione organica sulle cause che hanno condotto l'Europa al collasso, sino ad un ripensamento complessivo intorno alle fondamenta stesse della modernità occidentale. La retorica dei diritti, le storture del capitalismo, l'abominio del nazismo tedesco e del comunismo sovietico, il declino delle comunità, il dominio della tecnica, la perdita della trascendenza, l'idolatria dello Stato e della forza bruta sono solo alcuni dei fenomeni connessi alla "malattia" dello sradicamento. Magistralmente offerti al lettore quale potente affresco di una intera vicenda umana, nel Radicamento Simone Weil tenta di mettere a punto un progetto di modernità alternativa, costruita sul rispetto della dignità di tutti, sulla responsabilità personale, sul dovere verso l'essere umano, sull'empatia con il prossimo, sulla rinuncia alla forza.
Riscoperto agli inizi del Novecento come un attore decisivo del passaggio dal Medioevo all'Età moderna, Niccolò Cusano (1401-1464) è il pensatore più importante e significativo del Quattrocento. Figura di dimensione europea e insieme spirito profondamente ecumenico, per l'originalità della sua speculazione filosofica e teologica, per le sue tesi cosmologiche, che anticipano la rivoluzione copernicana, per la sua nuova visione dell'uomo e della creatività dello spirito umano, per la sua concezione del sapere scientifico e matematico, Cusano rappresenta uno snodo cruciale nella storia della cultura europea ed è in questo senso un autore imprescindibile per comprendere la genesi dell'Età moderna. Ricostruendo, in maniera ampia e documentata, il contesto storico, politico e culturale in cui si è sviluppata la sua riflessione e muovendosi attraverso i suoi scritti, di cui presenta e discute, con grande lucidità e chiarezza, i temi filosofici più significativi, questa monografia offre un'introduzione al pensiero di Cusano.
In questo saggio vengono chiamate a raccolta le riflessioni filosofiche di Benjamin, Schmitt, Heidegger, ma anche i contributi poetici di autori come Hölderlin, Celan e Bachmann, per analizzare l'irreparabile trauma che da allora segna lo spazio del nostro abitare sulla terra.
A livello personale e collettivo non si fa altro che parlare del male. Ma per quanto faccia sempre notizia e stia sempre sotto i riflettori, dirne qualcosa di serio è davvero difficile. Più il male è posto all'attenzione e più sembra perdere di peso e consistenza, tanto siamo abituati alle sue overdose mediatiche e alle sue giustificazioni più o meno spicciole sempre a portata di mano. Quando invece la realtà scandalosa del male è indubitabile - il fatto stesso che si voglia e che si faccia contro gli altri. Di fronte a malvagità quotidiane ed epocali, alle roboanti promesse sociopolitiche come alle veloci rassicurazioni religiose, Gabriel Marcel mette in luce i paradossi di questo incessante discorso. Nell'abisso del male bisogna piuttosto scendere e sostare.

