
Un quadro completo del Diritto Sindacale per conseguire una conoscenza esaustiva della materia. La trattazione è aggiornata a tutte le più significative novità intervenute in ambito negoziale e legislativo, con particolare riguardo alla riforma della contrattazione collettiva e della rappresentanza (accordo interconfederale 10-1-2014, cd. Testo Unico della rappresentanza) e al contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti (D.Lgs. 4-3-2015, n. 23), con cui di fatto si realizza il superamento del regime protettivo e garantista contenuto nell'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. La trattazione si avvale di un linguaggio semplice e chiaro; diversi corpi e caratteri di stampa consentono di graduare la preparazione e facilitare la memorizzazione. Allo scopo di permettere una corretta impostazione delle questioni giuridiche più importanti ed attuali, il testo riporta, in appositi riquadri, gli orientamenti dottrinali e giurisprudenziali più autorevoli e consolidati. Ogni capitolo è corredato di un questionario riepilogativo sugli argomenti più ricorrenti in sede di esame. Il testo, mirato alle esigenze dei corsi universitari, costituisce al contempo un sussidio per la formazione e la pratica sindacale (RSA/RSU, dirigenti sindacali, associazioni di categoria, enti bilaterali etc), politica, giornalistica e, in genere, giuslavoristica.
Una crescente complessità caratterizza il diritto del contratto, non più frutto semplicemente dell'autonomia contrattuale intesa come libera estrinsecazione del volere: il difficile equilibrio tra fonti eteronome (imperative e dispositivo/integrative); la necessità di guardare a una molteplicità di fonti, da quelle europee alla produzione di regole da parte del ceto imprenditoriale; la difficoltà di individuare uno o più paradigmi; il tema della solidarietà e, più in generale, dei diritti fondamentali; il contratto nel contesto del mercato. Il volume si propone di cogliere le metamorfosi del fenomeno contrattuale e di darne una lettura coerente.
Il volume analizza, con un taglio concreto e un linguaggio chiaro ed immediato, la normativa, la giurisprudenza e gli approfondimenti dottrinali essenziali del diritto ecclesiastico. In particolare: la Costituzione italiana e il fenomeno religioso; la Santa Sede e lo Stato Città del Vaticano; gli enti ecclesiastici ed i rapporti tra Stato e confessioni religiose; i ministri di culto; l'assistenza spirituale; l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche; le scuole confessionali; i beni culturali di interesse religioso; il matrimonio; la tutela penale delle confessioni religiose; le festività religiose e i riposi settimanali; il trattamento dei dati personali di natura religiosa. Il volume è aggiornato con le ultime modifiche legislative e le novità giurisprudenziali a tutto il 1° febbraio 2015. Una dettagliata selezione di domande e risposte commentate (realmente proposte in sede d'esame) completa il volume fornendo al lettore l'opportunità di un'autoverifica.
Le relazioni tra Repubblica Popolare Cinese e Chiesa Cattolica stanno vivendo una nuova stagione. In tale contesto, è sembrato utile divulgare il testo delle Facoltà speciali che sono state concesse nel 1978 dall'allora Congregazione di Propaganda Fide ai sacerdoti e ai fedeli dimoranti in Cina, testo rimasto finora a disposizione di pochi e che ora viene pubblicato nell'originale in lingua latina e nelle versioni italiana, inglese, francese e cinese. Sulla scorta di tale testo, e dei qualificati studi che l'accompagnano, sarà possibile non solo avere uno spaccato della situazione storico-ecclesiale e dei mutamenti avvenuti, ma anche verificare un esempio di inculturazione nel processo di radicamento della Chiesa in Cina. Si tratta di un contributo di documentazione e riflessione senz'altro utile al dialogo tra la Santa Sede e il Governo civile.
Di fronte ai grandi soggetti economici che sempre più governano il mondo, l'appello ai diritti individuali e collettivi è la via da seguire per impedire che tutto sia soggetto alla legge "naturale" del mercato. Nel 2000 l'Unione Europea si è data una Carta dei diritti fondamentali, la prima del nuovo millennio. Ma non bisogna fermarsi soltanto alle dichiarazioni formali. I fatti ci dicono altro: le donne e gli uomini dei paesi dell'Africa mediterranea e del Vicino Oriente si mobilitano attraverso le reti sociali, occupano le piazze, si rivoltano in nome di libertà e diritti, scardinano regimi politici oppressivi; lo studente iraniano e il monaco birmano, con il loro telefono cellulare, lanciano nell'universo di internet le immagini della repressione di libere manifestazioni, anche rischiando feroci punizioni; i dissidenti cinesi chiedono l'anonimato in rete come garanzia della libertà politica; le donne africane sfidano le frustate in nome del diritto di decidere liberamente come vestirsi; i lavoratori asiatici rifiutano la logica patriarcale e gerarchica dell'organizzazione dell'impresa e scioperano; gli abitanti del pianeta Facebook si rivoltano quando si pretende di espropriarli del diritto di gestire i loro dati personali. L'elenco potrebbe continuare a lungo perché la "rivoluzione dell'eguaglianza", mai davvero compiuta, è oggi accompagnata dalla "rivoluzione della dignità" e sta dando vita a una nuova antropologia, che mette al centro l'autodeterminazione delle persone...
In questo saggio esemplare, Yan Thomas, uno dei massimi conoscitori del diritto romano, mette in questione il primato giuridico della proprietà definita come rapporto inderogabile tra pochi uomini proprietari e una immensa distesa di cose appropriabili - e propone una nuova e sorprendente archeologia delle "cose". Perché qualcosa come un mercato, uno spazio in cui le cose sono scambiate contro un valore commerciale, potesse costituirsi, un gesto giuridico e istituzionale originario doveva essersi già prodotto: si tratta della santuarizzazione di un certo numero di cose qualificate come indisponibili. Le cose che non appartengono ad alcuno, sottratte al gioco dello scambio, inibite a diventare merci, identificano un'area dell'indisponibilità (al commercio, alla proprietà e all'appropriazione) e sono perciò destinate all'uso comune degli uomini. Parenti non troppo lontane degli oggi dibattutissimi "beni comuni", le cose indisponibili che Yan Thomas isola, offrono una nuova genealogia della proprietà e dello scambio, fornendo una lezione sull'istituzione giuridica del valore e su tutte quelle operazioni capaci di fare - o di non fare - di una cosa una merce. Con un saggio di Giorgio Agamben.
Sulle cause e sugli effetti che scaturiscono dall'incontrollata espansione della proprietà intellettuale è concentrata una parte significativa della recente letteratura giuridica ed economica. Il crescente ricorso all'esclusiva in chiave strategico-opportunistica, sotto forma di ostacolo all'innovazione sequenziale (anticommons e thicket) piuttosto che di leva finanziaria da azionare nelle contrattazioni (trolls), incrina il legame fra appropriazione, innovazione e diffusione della conoscenza minando le ragioni stesse della proprietà intellettuale e rendendo ineludibile una riflessione critica sulla tradizionale giustificazione economica che accompagna i diritti di proprietà intellettuale.
Esiste un diritto muto che nessuno ha mai verbalizzato, cui ci assoggettiamo in modo inconsapevole. L'uomo dei primordi, privo di linguaggio articolato, non poteva avere altro sistema giuridico che questo. E oggi? Secondo la tesi esposta nel libro, quel diritto inarticolato ha fatto posto a un diritto autoritativo e a un diritto spontaneo ma cosciente; tuttavia non è mai scomparso e svolge un ruolo di rilievo nella nostra cultura e nella nostra società. Per illustrare questo tema nella sua complessità, l'autore ha interpellato non solo la storia, la filosofia, il cognitivismo, ma anche l'etologia, le neuroscienze, la biologia, secondo un approccio che si basa tanto sulla speculazione teorica quanto sui dati sperimentali.
La classica immagine legata alla giustizia è quella della bilancia, che rimanda al concetto di corrispettività dei comportamenti. Il libro Una giustizia diversa, curato da Luciano Eusebi, critica proprio questo approccio per far emergere il concetto di giustizia riparativa (restorative justice), una giustizia diversa appunto: «che scelga di rimanere fedele all'agire secondo il bene di tutti anche quando si tratta, e proprio perché si tratta, di opporsi al male. Una giustizia, dunque, che sappia fare progetti di bene dinnanzi al male; che si orienti, anche nell'affrontare il male, non a dividere, ferire, distruggere, ma a ristabilire relazioni buone quando non lo siano state e, pertanto, a rendere nuovamente giusti rapporti segnati dalla prevaricazione o dall'odio» (dalla Prefazione). La questione viene affrontata con uno sguardo specifico alla questione penale, secondo una visione della giustizia che alle ritorsioni preferisce progetti, umanamente impegnativi, tesi a ricostruire secondo ciò che è altro dal male e creando i presupposti per una prevenzione stabile. Le buone ragioni di questa scelta vengono tuttavia approfondite attraverso apporti multidisciplinari - diritto, teologia, filosofia, pedagogia, scienze letterarie, psicologia - in un inedito disegno organico che guarda anche oltre alle esigenze di riforma dei sistemi sanzionatòri penali e del dibattito sulla riforma penitenziaria e le carceri. Ne emerge quanto il tema affrontato rappresenti un nodo culturale cardine della nostra civiltà, che investe le questioni della guerra e della pace, dei rapporti politici, delle relazioni intersoggettive. Il volume raccoglie contributi di: Virgilio Balducchi, Monica Bisi, Francesco Botturi, Luciano Eusebi, Antonio Iaccarino, Ivo Lizzola, Luciano Monari, Maria Rosaria Parruti, Giancarlo Tamanza.
In che modo si può costruire una Chiesa, un'associazione, una società in cui ci siano prima i piccoli? Da tale domanda nasce l'idea del volume. A venticinque anni dalla Convenzione Onu sui diritti del fanciullo (ratificata in Italia nel 1991), che il libro riporta integralmente, esso offre un percorso che, a partire dall'elaborazione del concetto di "interesse del minore", diventa un affascinante viaggio nella Convenzione, attraverso l'analisi dedicata a ogni singolo diritto. Ciascuno di essi viene approfondito e attualizzato grazie alle diversificate esperienze e competenze che qualificano gli autori. Una proposta di attività e giochi, insieme a un inserto a colori che "traduce" i diritti della Convenzione, pensati per i bambini e i ragazzi, valorizzano ulteriormente il testo.
Questa nuova edizione del manuale si caratterizza per una esposizione completa della parte generale del diritto penale, alla luce dei più recenti e significativi orientamenti dottrinali e giurisprudenziali nonché delle novità normative in materia. Fra le novità di cui si tiene conto nella presente edizione, si segnalano i correttivi alla disciplina delle misure di prevenzione, dovuti al cd. decreto antiterrorismo (D.L. 18-2-2015, n. 7) e l'introduzione di una causa di estinzione del reato, denominata sospensione del procedimento con messa alla prova (L. 28-4-2014, n. 67). La disamina dei più rilevanti orientamenti dottrinali, quindi, è arricchita da riferimenti alle più recenti e significative pronunce della Cassazione, per favorire il lettore nella comprensione del fondamento e delle peculiarità disciplinari degli istituti di particolare utilità, per la preparazione di esami e concorsi pubblici. Per agevolare lo studio si è fatto uso di particolari accorgimenti grafici e sistematici: i caratteri di diverse dimensioni consentono lo studio preliminare delle parti essenziali, stampate in carattere più grande, per poi successivamente approfondire la disciplina attraverso la lettura del testo in carattere più piccolo.
Edizione aggiornata con le nuove disposizioni di legge e le sentenze della Corte costituzionale.