
Il diritto non comanda, non opprime, ma rende liberi. La responsabilità dell'uomo non serve per imputargli obblighi e punizioni, ma è un presidio per proteggerne la dignità e la nobiltà. Sembrano paradossi per il sentire comune, ma il lettore, alla fine del libro, potrà convincersi della fondatezza di queste affermazioni. Il diritto non sempre assicura la giustizia, il fine cui tutti aspirano. Millenni di storia, però, dimostrano che è la costruzione dell'umano ingegno che più si può avvicinare a questo traguardo. Il libro è un atto di amore e di fiducia per il diritto e per le istituzioni democratiche, in un'epoca in cui la logica del mercato e del profitto sta progressivamente spostando il potere dall'ordinamento giuridico ad altre aggregazioni, con rischi sempre più frequenti di ingiustizie e di svilimento dell'essere umano.
Luciano Violante sostiene che si deve tornare al concetto di "dovere" per far vivere pienamente la forza della democrazia. Senza doveri non esiste il concetto di nazione: i doveri specificano il senso complessivo della cittadinanza, come obbligo politico e come rete di rapporti civici. La continua rivendicazione di diritti senza alcun riferimento ai doveri, inoltre, aumenta l'egoismo sociale e allenta i legami di appartenenza alla comunità civile. I diritti senza doveri trasformano i desideri in pretese, sacrificano il merito e finiscono per legittimare gli egoismi individuali. Promettendo diritti senza richiedere l'adempimento di doveri si accresce il rancore sociale - perché si promette quello che non si può mantenere - e, in ambito pubblico, si conferiscono poteri di veto, lasciando campo libero alla demagogia e al populismo. Una tesi coraggiosa e attuale, per una nuova etica della cittadinanza.
Le problematiche del " fine vita", quanto mai complesse ed attuali, hanno stimolato gli autori a redigere questa monografia con l'intento di sottolineare la necessità di un fondamentale e non semplice equilibrio tra il dovere pubblico di tutelare la vita e la sempre più prepotente affermazione di visioni "personali" che rivendicano scelte libere da ogni vincolo sociale e solidaristico. Se il progresso scientifico non può risolversi in una sostanziale negazione dei diritti della persona malata, è di tutta evidenza che occorre rispettare e tutelare al meglio il malato riconoscendogli la dovuta autonomia quando possibile, senza tuttavia dimenticare che anche in una condizione di totale dipendenza, egli conserva sempre una sua innegabile dignità. Alla luce di tale premesse, gli autori, un medico ed una giurista, muovendo dall'analisi dell'art. 5 c.c., progressivamente svuotato dal suo significato originario, analizzano le problematiche del "fine vita", riportando alcuni casi, oggetto di dibattute analisi giurisprudenziali, commentando le innovazioni introdotte dalla Legge n. 219/2017 e quelle prospettate dalla recente sentenza della Corte Costituzionale relativa alla non punibilità dell'aiuto al suicidio. L'opera si rivolge a medici e giuristi e rappresenta un invito ad un pacato confronto su di un tema quanto mai delicato su cui ognuno di noi è chiamato a riflettere.
Quello di territorio è concetto, dal punto di vista giuridico, mutevole nel tempo: patrimonio del sovrano, elemento costitutivo della persona giuridica statale e degli enti territoriali, garanzia della generalità rispetto agli interessi particolari, linea di confine amministrativo, criterio della sussidiarietà cosiddetta verticale, forma di rapporto fra l'individuo e l'ambiente circostante. Oggi, in un mondo globalizzato e senza confini, la terra riappare, nella sua fisicità, come 'madre', che genera, accoglie, nutre e protegge. È a questa idea di territorio, buona, più che a definire, a riferire di un orizzonte di vita, di un contesto di inclusione e identificazione, di un 'luogo' in cui le persone e le comunità possono convivere e crescere, che guarda questo libro e la materia che ne forma oggetto.
Corruzione, potere, legalità. Un appassionante dialogo sui vizi della nostra democrazia.
La legge in equilibrio è legame sociale. Se rompe l’equilibrio, ne è il disfacimento, la frattura, cioè corruzione.
La corruzione è una piaga che infetta gran parte della vita sociale e politica del nostro Paese, in misura non solo eticamente inaccettabile ma anche economicamente insostenibile. Proprio all’Italia sembra infatti spettare un non onorevole posto tra le nazioni più corrotte al mondo: ovunque si formino aggregati di potere, lì alligna il rischio del malaffare. Prendendo le mosse da questi presupposti drammatici che troppo spesso consideriamo immutabili e ai quali sembriamo quasi assuefatti, Gherardo Colombo e Gustavo Zagrebelsky si confrontano con schiettezza e reciproco rispetto discutendo da punti di vista diversi e complementari il senso ultimo del nostro vivere in comunità. Con la consapevolezza che la democrazia può rappresentare un ambiente favorevole alla diffusione della corruzione e scavando nella nostra natura e nel desiderio tipicamente umano di raggiungere fama, potere e ricchezza anche a costo di sopraffare il prossimo, i due autori discutono di letteratura e filosofia del diritto, spaziano dalla storia all’attualità più recente, in un dialogo che sarà motivo di riflessione per quanti ancora credono nell’onestà, nella correttezza e nei principi della nostra Costituzione.
Questo volume prende in esame il contributo giuridico del ministero di Benedetto XVI, che durante il suo pontificato ha spesso esortato con i suoi discorsi a riscoprire il diritto naturale della giustizia e a promuovere quell'indispensabile armonia che deve sussistere tra natura e ragione. Il volume si compone di un'ampia parte iniziale che esamina l'attività e l'apporto di Benedetto XVI ai giuristi, seguita da una seconda parte contenente cinque suoi discorsi, sapientemente analizzati e commentati dall'autore . E' presente infine un'utile appendice che raccoglie i principali riferimenti al magistero del pontefice.
Finalizzato alla preparazione al concorso per Dirigente Scolastico, il manuale costituisce il più completo ed aggiornato compendio teorico su competenze giuridiche, amministrative, finanziarie e gestionali correlate a ruolo e funzioni del DS. La quinta edizione di questo testo, basata sul nuovo Regolamento sui concorsi per DS ed aggiornata agli ultimi provvedimenti rilevanti per il settore (in particolare, i decreti attuativi della L. 107/2015), costituisce lo strumento privilegiato per prepararsi ad affrontare le prove del concorso per Dirigente Scolastico. Il testo è articolato in tre Parti: 1 - Il sistema scolastico italiano ed il contesto europeo; 2 - La gestione dell'istituzione scolastica; 3 - Le competenze del dirigente scolastico in materia giuridica ed amministrativa. Ulteriori materiali didattici (test di verifica, approfondimenti, documentazioni, letture di interesse, un ampio glossario) sono disponibili nell'area riservata secondo la procedura indicata nel frontespizio del volume.
Rimasto sostanzialmente invariato nella struttura, Il manuale del parroco si presenta ampiamente rinnovato. L'opera ha infatti richiesto un notevole aggiornamento sia per i molteplici interventi innovativi del magistero a livello di Chiesa universale e di Conferenza Episcopale Italiana, sia soprattutto per gli aggiornamenti in ambito economico-amministrativo della parrocchia in quanto ente giuridico nell'ordinamento civile italiano. Un aspetto che caratterizza il manuale è quindi il continuo riferimento alle questioni che riguardano il parroco come amministratore di un ente che ha rilevanza nell'ordinamento canonico per diritto concordatario. I contenuti sono stati riformulati in un linguaggio più moderno e si presentano snelliti non solo per gli interventi di stile, ma anche per l'eliminazione di ripetizioni e di quanto non ritenuto più necessario in uno strumento di natura giuridico-pastorale. Particolarmente utile per i parroci, l'opera è destinata a un più vasto pubblico che insieme con il parroco, pastore proprio della comunità parrocchiale, condivide la responsabilità pastorale e vi partecipa attivamente collaborando a vario titolo con lui.
Anche la seconda edizione di questo manuale vuol essere, oltre che un contributo scientifico alla comprensione degli istituti portanti del lavoro "depubblicizzato" presso la p.a., un basilare e aggiornato strumento di lavoro, di approfondimento e di consultazione per studiosi, operatori giudiziari e funzionari pubblici per prevenire errori ed avere aggiornati referenti dottrinali e giurisprudenziali a supporto delle scelte gestionali o giudiziarie da effettuare. Alla luce dei contratti collettivi 2006-2009, della riforma Brunetta (d.lgs. n. 150/2009) del collegato al lavoro (l. n.183/2010) ed il milleproroghe (l. n. 10/2011), per ogni istituto si è cercato di offrire, con linguaggio chiaro e sfrondato dall'inutile "giuridichese", un aggiornato e ragionato panorama dei principali problemi emersi in sede applicativa, prospettando equilibrate soluzioni, talvolta anche in chiave dubitativa o critica, sulla scorta dei più consolidati indirizzi della Corte di Cassazione, della miglior giurisprudenza di merito e della più attenta dottrina. Il testo, oltre che a studiosi, magistrati e avvocati, si dirige inoltre ai numerosi studenti universitari che debbano sostenere l'esame di diritto del lavoro pubblico, insegnamento ormai istituito in molte Facoltà in considerazione del frequente sbocco professionale di molti studenti nelle molteplici pubbliche amministrazioni.
Il diritto matrimoniale canonico ha acquistato, nella revisione del 1983, una dimensione più aggiornata non solo dal punto di vista giuridico, ma anche per quanto concerne il fondamento teologico. Il presente commento tiene conto di questa innovazione, specie nei canoni introduttivi, dove si mette in luce l’approfondimento storico, biblico e teologico, approdato al Vaticano II, fonte precipua di ispirazione dell’intera legislazione canonica sul matrimonio.Nella presentazione dei singoli canoni, si evidenziano lo spirito nuovo che ha guidato le scelte del Legislatore e le innovazioni rispetto alla precedente legislazione, come pure le differenze, quando vi sono, con i corrispondenti canoni orientali. L’itinerario storico-analitico circa lo sviluppo dottrinale e normativo sul matrimonio conduce ad esplorarne sia l’ordine della natura sia l’ordine della grazia. In quanto unione di un uomo e di una donna, il matrimonio trova il suo fondamento nel diritto naturale; in quanto unione sacramentale tra due battezzati, esso si fonda nell’ordine della grazia. Su queste acquisizioni fondamentali si snoda l’intero commento al diritto matrimoniale, che in questo manuale viene suddiviso in cinque parti: questioni introduttive; teoria generale del matrimonio canonico; celebrazione del matrimonio canonico; effetti del matrimonio, separazione e convalida; processi speciali matrimoniali.