
Commento alle norme del Diritto Canonico che riguardano l'Eucaristia.
Nella prospettiva di una, ormai ineludibile, "sistemazione" europea degli status nazionali delle confessioni religiose e delle organizzazioni filosofiche e non confessionali - che il recente Trattato di Lisbona ha preso per la prima volta in diretta considerazione - questo volume fornisce una bussola sicura per orientarsi nei molti e complessi problemi del diritto ecclesiastico in Europa. Problemi che vengono affrontati, però, non nella tradizionale dimensione dei rapporti Stato-confessioni religiose, ma ricostruiti intorno al nucleo centrale delle libertà di religione e credenza garantite sia dai documenti costituzionali degli Stati membri, sia dalla normativa di derivazione internazionale e, ora, comunitaria. Problemi che hanno anche trovato una prestigiosa sede scientifica per la loro disamina (il Consorzio europeo di ricerca sui rapporti Stato-Chiese, fondato all'Università di Milano e attivo dal 1989) ed una ormai ventennale esperienza dottorale europea (il programma Gratianus, con sede nella Facoltà Jean Monnet di Parigi). Il volume prende in considerazione specifica alcuni paesi (la Spagna e gli altri Stati a maggioranza cattolica), valuta la pertinenza del concetto di "culto riconosciuto", approfondisce la condizione delle minoranze religiose, i sistemi concordatari, la disciplina interna ed europea della libertà di religione, la tolleranza e i sentimenti religiosi. I diversi aspetti esaminati costituiscono, nel loro insieme, una base omogenea e organica per comprendere le profonde trasformazioni istituzionali in corso nella geopolitica europea delle religioni e convinzioni.
Indice: Avvertenza, di F. Margiotta Broglio. - Premessa. - Tolleranza e libertà religiosa nell'Europa continentale. - Spagna: transizione politica, integrazione europea e libertà religiosa. - Stato e Chiesa nei Paesi cattolici. - Unione europea, religione e individuo. - Leggi sulla libertà religiosa nell'Europa occidentale: l'esperienza iberica. - La pertinenza del concetto di culto riconosciuto nei sistemi di rapporti Stato-religione nell'Unione europea. - I concordati dell'Europa meridionale. - La condizione giuridica delle minoranze religiose in Europa. - E' possibile una disciplina comune della libertà religiosa nei Paesi comunitari? - Confessioni religiose e Comunità europea: un primo approccio. - Concordati nell'Unione europea: reliquia del passato o strumento valido per il XXI secolo? - Concordati e accordi con la Chiesa cattolica nell'Unione europea. - La protezione della libertà religiosa nell'Unione europea. - Sentimenti religiosi in Europa.
Iván C. Ibán è titolare della cattedra di Diritto ecclesiastico alla Facoltà di Diritto dell'Università Complutense di Madrid. E' membro del Consorzio europeo di ricerca sui rapporti Stato-Chiese e insegna al Corso di dottorato Gratianus di Parigi. Autore di numerosi studi su molti aspetti delle discipline ecclesiasticistiche (alcuni su autori classici italiani come F. Scaduto), è una delle figure di punta della scienza spagnola di diritto delle religioni. Con il Mulino ha pubblicato "Diritto e religione in Europa occidentale" (con S. Ferrari, 1997).
Eutanasie, al plurale, intende sottolineare la varietà delle questioni di fine vita e suggerire l'inutilità della pretesa di esaurire tutto entro una linea netta che divida il bene dal male, il morale dall'immorale, il lecito dall'illecito, perchà© ogni attesa di assistenza è diversa da un'altra, perchè ogni sofferenza non è equiparabile a un'altra. Il diritto dovrebbe innanzitutto cercare di comprendere quali siano le attese e le speranze di chi soffre. Può farlo, a volte, attraverso artifici come le dichiarazioni anticipate di trattamento: lo strumento estremo per illudersi di dare la parola a chi non può più parlare. Può farlo, molto più spesso, limitandosi a prendere atto dei limiti della tecnologia e ricordando che uno strumento di emancipazione non può diventare un mezzo di oppressione. Se il valore dell'indisponibilità della vita è sistematicamente contrapposto al valore della libertà personale, c'è qualcosa che non funziona nei processi interpretativi e, ancor prima, nel tessuto sociale.Queste pagine sono il tentativo di mettere in luce i diversi modi con cui l'esperienza giuridica ha cercato di trovare un equilibrio tra una pretesa di autonomia che non può essere eretta a rivendicazione assoluta di autosufficienza e un obbligo di curare che non può diventare la mera applicazione di una tecnologia indifferente alle richieste e alla condizione di chi soffre. Esiste un dovere di curarsi? Esiste un diritto a rifiutare le cure? Esiste un diritto a morire? Questi interrogativi sono presi in esame, riflettendo sul concetto di malattia, sulla condizione del malato e in particolare sulla dimensione del "morire", con i suoi tempi (pre-paziente, malato terminale, morituro artificiale), i suoi templi (ospedali, hospice, case di riposo) e i suoi riti (isolamento, alienazione, dipendenza).
Il volume è dedicato allo studio e all'edizione del più antico manuale inquisitoriale italiano, "Explicatio super officio inquisitionis", scritto da un anonimo francescano ad uso di un giudice della fede di Toscana attorno al 1258. Per una migliore comprensione delle caratteristiche del testo, l'opera è inquadrata storicamente nel panorama complessivo della prima manualistica, fonte 'interna', in quanto riservata ai soli inquisitori. Nati contestualmente al negotium fidei, i manuali rappresentano il veicolo della normativa, permettendo di cogliere un duplice e contrastante fenomeno: se da un lato si dimostrano lo specchio della declinazione della procedura su base locale, restituendo un'immagine complessivamente plurale dell'Inquisizione medievale, dall'altro sono caratterizzati da una forte permeabilità testuale, recependo influssi provenienti da ambiti diversi rispetto a quello di fruizione. Quest'ultima tendenza è confermata da tre inediti formulari italiani, pubblicati in appendice.
Dieci passi verso una giustizia effettiva. Un percorso quasi obbligato per rivitalizzare un sistema soffocato dal suo stesso peso. Michele Vietti ritorna sulla priorità della giustizia italiana con un "decalogo" operativo che offre gli spunti per un ampio progetto di riforma.
L'Autrice propone un'interpretazione sociologica della convivenza sulla base dei dati Istat e del significato dell'istituto, analizzando il regime giuridico italiano ed europeo e commenta la più recente disciplina dei DICO e dei CUS. Presentazione di Angelo Serra.

