
Contributi di: Auretta Benedetti; Blasi Enrica; Maurizio Michele Cafagno; Giovanni Maria Caruso; Stefano Civitarese; Gian Domenico Comporti; Alba Conio; Guido Corso; Francesco De Leonardis; Federico Dinelli; Andrea Fari; Eugenio Fidelbo; Francesco Fonderico; Fabrizio Fracchia; Dario Franzin; Francesco Grassi; Omar Hagi Kassim; Massimo Monteduro; Giampaolo Rossi; Alessandra Pioggia; Pierluigi Portaluri; Mauro Renna.
Il "diritto dell'arte" è un neologismo che vuole indicare un sistema giuridico complesso: si interessa della disciplina di ogni rapporto che abbia a che fare con l'opera d'arte e la sua circolazione o con l'artista o con le varie vicende che possono riguardare tali oggetti o tali soggetti. È forse il settore del diritto che più abbraccia la totalità delle discipline giuridiche (civilistiche e commercialistiche, associativistiche, pubblicistiche e tributarie; aprendosi anche agli scenari del diritto penale e dei diritti di proprietà intellettuale e della personalità). Il "diritto dell'arte" si propone di regolare, proteggere e facilitare l'esistenza dell'opera creata, e la creazione in sé, come anche la circolazione e il godimento dell'oggetto artistico. Gli interessi giuridici coinvolti sono complessi e differenziati, spesso in conflitto tra loro: così una penetrante visione della funzione educativa e sociale del prodotto artistico può talora scontrarsi con gli istituti privatistici che tutelano la proprietà, come elemento di patrimonio individuale. E questo significa che le problematiche potranno trovare talora soluzioni differenziate, a seconda che prevalga nello studioso o nel legislatore l'atteggiamento pubblicistico o quello privatistico.
Il secondo volume dell'opera "Il Diritto dell'Arte", a cura di Gianfranco Negri-Clementi e Silvia Stabile, è dedicato alla "circolazione delle opere d'arte" e fornisce un'ampia esposizione dei profili economico-finanziari, giuridici e fiscali legati alla movimentazione, allo scambio, alla compravendita e alla valorizzazione delle opere d'arte e dei beni culturali all'interno di un sistema socio-economico sempre più globale. Gli argomenti affrontati nel secondo volume riflettono la complessità del sistema dell'arte avendo riguardo alle implicazioni, non solo di carattere giuridico, delle relazioni tra artisti, mercanti, collezionisti, musei e istituzioni culturali, pubblici e privati, offrendo adeguata rilevanza all'analisi di questioni correlate all'acquisto e alla vendita di opere d'arte e, più in generale, al sistema delle gallerie, delle case d'asta e dei mercanti d'arte contemporanea, analizzando nel dettaglio i modelli più innovativi di investimento e di tutela, affermatisi in campo internazionale, come, ad esempio, il trust di opere d'arte, i fondi di opere d'arte, il prestito e il noleggio di opere d'arte.
Il libro vuole offrire una visione d’insieme dei rapporti tra istituzioni, diritto ed economia a livello europeo e internazionale, con un approccio storico giuridico e in riferimento specifico al caso italiano. Partendo da un’elaborazione teorica dei modelli di costituzione economica dello stato di diritto si giunge alla riscoperta del carattere democratico liberale della Costituzione repubblicana del 1948 e su quella base, al ritracciamento della evoluzione/involuzione delle dinamiche del nostro sistema politico economico fino alla sua decostruzione globalizzante attualmente in corso. Prende forma così il susseguirsi autoimplicantesi, nella trasformazione e nella crisi, degli equilibri di costituzione economica materiale del nostro Paese fino ai nostri giorni. La ricostruzione ripercorre l’evoluzione dei principali mercati e settori dell’economia mettendo in luce la trama dinamica delle interdipendenze tra forme giuridiche e strutture istituzionali ed economiche, rendendo manifesto l’impatto anche inintenzionale del diritto sull’economia. L’ultima parte è dedicata alla penetrazione delle dinamiche globalizzanti nell’Eurozona. Sono analizzate le forme giuridiche autoreferenziali messe in atto dai poteri pubblici e privati e le strategie adattive delle imprese. Prendono così forma i rapporti e i conflitti di potere, gli squilibri tra politica, economia e finanza e le ricadute critiche sui diritti dei cittadini, sollecitando una riflessione sugli strumenti giuridici e le possibilità di cambiamento.
Il volume studia in maniera sistematica la struttura di governo pastorale della Chiesa, soffermandosi su ciascuno degli organismi, uffici e comunità che la compongono, in conformità con la disciplina attualmente vigente nell'ordinamento canonico. Nei primi capitoli si analizzano le fondamenta sacramentali della potestà di governo e dell'esercizio della funzione pubblica e dei ministeri nella Chiesa, declinando a partire dalla realtà teologica le conseguenti implicazioni giuridico-canoniche. I capitoli successivi trattano ordinatamente di ciascuna delle istituzioni pastorali di governo, appartenenti alla struttura centrale, alle Chiese locali e all'organizzazione sovra diocesana, seguendo la medesima metodologia: a partire dalla normativa vigente, analizzata alla luce della teologia e del magistero ecclesiastico, si illustra la configurazione giuridica degli istituti e le responsabilità canoniche che corrispondono a ciascuna delle funzioni ecclesiastiche.
Il manuale colloca la costruzione del diritto dell'Ue nell'attuale fase del processo di integrazione: senza trascurare la crisi multidimensionale dell'Unione, apertasi nel 2008 e non ancora superata, e le trasformazioni in atto, che vedono l'Ue come promotrice di un duplice progetto di transizione, ecologica e digitale. L'analisi dei principali capitoli del diritto dell'Unione Europea (architettura istituzionale, processi decisionali, rapporti tra fonti europee e nazionali) è quindi condotta dagli autori in modo da valorizzare il nesso tra l'assetto istituzionale e gli ambiti di azione dell'Unione, il tutto lasciando spazio anche ai modi di attuazione amministrativa delle normative e delle politiche europee. Infine, il manuale dà conto della dimensione esterna dell'azione europea e dell'interazione dell'ordinamento europeo con altri ordinamenti, nel contesto della "global governance".
Le sostanziali modifiche apportate dal Trattato di Lisbona in vigore dal 1 °dicembre 2009 sono alla base di questa edizione del volume. Il nuovo Trattato opera un profondo rinnovamento nell'assetto politico ed istituzionale dell'ordinamento giuridico europeo, provocando una quasi integrale riscrittura degli atti sui quali si fondavano le Comunità europee. Tra i principali interventi della riforma si sottolinea: la definitiva scomparsa della Comunità europea ormai assorbita dall'Unione europea, dotata di personalità giuridica esclusiva; l'inserimento tra le istituzioni del Consiglio europeo, al cui Presidente viene assegnato un ruolo determinante e di maggiore continuità (con un mandato di due anni e mezzo), e della Banca centrale europea; il valore giuridico vincolante della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e la previsione dell'adesione dell'Unione alla Convenzione europea per i diritti umani (CEDU); l'assegnazione di una maggiore centralità al cittadino europeo a cui è attribuito un potere di iniziativa legislativa; la facoltà di recesso dall'Unione. Il testo, nell'incorporare la vastità delle riforme intervenute, è stato rivisitato completamente nella struttura e nei suoi contenuti continuando a proporre una trattazione esaustiva degli aspetti istituzionali e delle politiche europee, di particolare utilità sia per quanti devono preparare esami e concorsi sia per l'aggiornamento professionale.
Il manuale, facendo tesoro dell'impostazione completamente rivisitata nella precedente edizione a seguito della riforma di Lisbona (1° dicembre 2009), tiene conto delle più recenti novità normative. Tra queste si segnalano: il regolamento (UE) del 16 febbraio 2011, n. 182/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, che stabilisce le regole e principi relativi alle modalità di controllo da parte degli Stati membri dell'esercizio delle competenze di esecuzione della Commissione e che abroga la decisione n.1999/468/CE; il regolamento (UE) del 16 febbraio 2011, n. 211/2011, che stabilisce le procedure e le condizioni relative all'iniziativa dei cittadini europei di rivolgersi alla Commissione europea per invitarla a presentare una proposta di un atto legislativo dell'Unione; la versione del regolamento interno del Parlamento europeo aggiornata a marzo 2011; la ratifica dell'Italia (L. 14 gennaio 2011, n. 2) del protocollo che modifica il protocollo sulle disposizioni transitorie, adottato a Bruxelles il 23 giugno 2010. Ulteriori integrazioni e aggiornamenti riguardano le politiche dell'Unione. Hanno inciso in particolare sul settore della politica economica e monetaria, le conclusioni del Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011 concernenti misure intese a rispondere alla crisi, preservare la stabilità finanziaria e a porre le basi di una crescita intelligente e sostenibile, all'insegna dell'inclusione sociale e di maggiore occupazione nei Paesi membri.
Il volume espone le basi del diritto nella vita della Chiesa, analizza in profondita le ragioni teologiche e la giuridicita specifica della norma canonica e mette in rilievo le linee direttive e la portata della riforma legislativa del Vaticano II.
Questo volume inaugura la sezione "Le fonti" della Collana Lineamenta Iuris che, insieme alla sezione "I manuali", completa la proposta dalla Facoltà di Diritto Civile della Pontificia Università Lateranense di fornire strumenti didattici per lo studio del diritto che rispecchiano l'impostazione dei suoi insegnamenti e l'attività del suo corpo docente. Il testo è di supporto al Codice per le discipline internazionalistiche, una raccolta sistematica di testi normativi adottati a livello internazionale realizzata su iniziativa di Volontari nel Mondo-FOCSIV e del particolare ambito della Scuola di Politica Internazionale, Cooperazione e Sviluppo (SPICeS), operante dal 1990 per la formazione agli aspetti politico-istituzionali ed economici che investono la cooperazione internazionale allo sviluppo. Strumento didattico funzionale alla ricerca, allo studio o alle attività legate a diverso modo alla dimensione internazionale, il codice è strutturato in sei parti: Diritto internazionale generale e delle istituzioni; Diritti umani; Disarmo e Diritto internazionale umanitario; Cooperazione, Sviluppo e Commercio; Ambiente; Integrazione europea.
Con la carta delle Nazioni Unite (1945) e la Dichiarazione universale dei diritti umani (1948) si è aperta una nuova era nella storia dell'umanità. Il principio secondo cui "il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, eguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo" prende il posto del principio di sovranità degli stati. Ha così inizio una rivoluzione copernicana nell'ordinamento internazionale: la dignità umana come il sole al centro del sistema, l'etica universale recepita dalla norma giuridica che se ne fa traghettatrice nei vari campi, a cominciare da quello della politica. La globalizzazione dei diritti ha preceduto la globalizzazione in atto nei vari campi, esiste quindi la "bussola globalizzata" per rispondere, in corretto rapporto di scala, alle sfide del governo della globalizzazione. Quanto proclamato dalla Dichiarazione universale è il risultato di un processo carsico della civiltà del diritto: i vari percorsi costituzionali, separatamente realizzati dagli stati nel corso dei secoli, sono emersi in superficie confluendo nell'alveo di un nuovo diritto internazionale che esalta la vita delle persone e l'eguaglianza dei diritti fondamentali. La Dichiarazione universale è all'origine di un folto gruppo di convenzioni giuridiche e protocolli che costituiscono il corpus organico del vigente diritto panumano.

