
L'attuale crisi economica e finanziaria ha generato un dibattito profondo sul tema. Cos'è il mercato? Chi è l'imprenditore? Ciò che lo muove è la ricerca esclusiva del profitto? L'Autore offre un contributo alla riflessione in corso.
L'economia, e con essa la società, sta attraversando una fase di cambiamento epocale. Le imprese e i mercati attuali si allontanano sempre più dal modello con il quale li abbiamo immaginati, vissuti e descritti solo fino a pochi decenni fa. In particolare, ai fini del successo delle imprese, diminuisce il peso relativo dei capitali tecnologici e finanziari e aumenta quello delle persone, del capitale sociale, civile e motivazionale e quello dei beni relazionali. In un tale contesto, la risorsa più scarsa, e quindi più fragile, diventa l'arte di tessere relazioni, la capacità di far sì che la diversità umana, dentro e fuori le imprese, non imploda nel caos e nell'anarchia, ma dia luogo a nuove sinergie. Anche per queste ragioni il libro parla soprattutto di rapporti, di persone, di motivazioni all'interno dell'economia e in particolare delle organizzazioni, e lo fa a partire da quelle nelle quali è evidente il ruolo cruciale svolto dalle persone e dalle loro motivazioni: le cosiddette Organizzazioni a Movente Ideale (OMI). Queste verranno analizzate soprattutto nei momenti di crisi relazionale e motivazionale, quando si rischia con più probabilità di perdere le persone migliori.
Se l'Italia come stato unitario non ha che centocinquanta anni, il nome e l'idea o anzi le idee di Italia sono molto più antichi. Questo libro inconsueto vuole raccontare la storia di quel complesso di idee: l'Italia prima dell'Italia. Dagli Italòi - abitanti della Calabria meridionale secondo Antioco di Siracusa (V secolo a.C.) - all'Italia descritta da Plinio e celebrata da Virgilio in lode di Augusto, all'Italia unificata nella lingua dall'audacia di Dante, il libro ricostruisce il tessuto, insieme variegato e compatto, di un paese che riesce ad alimentare, anche se privo di uno stato, la grandezza non solo culturale e artistica del Rinascimento e delle età successive: una nella lingua e nella letteratura, l'Italia offre alla civiltà occidentale un comune orizzonte diplomatico, umanistico, religioso, che garantisce dignità alla dimensione municipale della piccola patria e insieme a quella, più grande, della cultura internazionale.
Francesco Bruni insegna Storia della lingua italiana nell'Università di Venezia. Per il Mulino ha pubblicato "Boccaccio. L'invenzione della letteratura mezzana" (1990), "La città divisa. Le parti e il bene comune da Dante a Guicciardini" (2003) e "L'italiano letterario nella storia" (2007) nella serie da lui curata "Storia della lingua italiana".
Il capitalismo ha raggiunto negli ultimi due secoli risultati economici, tecnologici e civili straordinari, svolgendo un ruolo importante nella trasformazione della società. Ha perso, però, sul terreno della,fraternità. Anche per questo, oggi, il capitalismo è divenuto obsoleto. Le crisi di questo inizio di terzo millennio (dal terrorismo ali ambiente, dalla finanza all'energia), mostrano con straordinaria forza che l'economia di mercato sta esaurendo ogni forza di cambiamento sociale e di incivilimento, perché stiamo pagando le conquiste sul terreno della libertà individuale con la moneta dell'ambiente e con quella delle relazioni sociali. Questo libro indaga la natura del mercato ponendolo in relazione con un concetto che può apparire molto distante, quello di comunità. E propone un legame tra mercato ed etica, per un nuovo ethos del mercato che si estenda oltre la sfera economica, diventando un ethos della vita in comune nella società post-moderna.
Attraverso tre direttrici - voci teoriche, esperienze e personaggi (studiosi, operatori e imprenditori) - il Dizionario intende dare "voce" alla dimensione civile dell'economia. Partendo dalla convinzione che il mercato, l'impresa e l'economico sono in sé luoghi anche di gratuità e fraternità, l'economia civile propone un umanesimo a più dimensioni, in cui il mercato non è combattuto, ma vissuto come luogo aperto anche ai principi di reciprocità e di solidarietà e perciò capace di costruire la città. Una scienza e prassi economica che fanno posto al principio del dono dentro (non a latere) la teoria economica.
IL VOLUME
La crisi che stiamo vivendo non è soltanto economica o finanziaria. Investe il modello di sviluppo che abbiamo seguito negli ultimi due secoli, spingendoci ad una nuova e radicale riflessione sul capitalismo. Da diversi ambiti disciplinari – economico, politico e teologico – gli Autori tracciano un percorso di lettura delle ragioni profonde della crisi. Pur riconoscendo la bontà dei valori del mercato, nei loro contributi individuano nel superamento della cultura economica fondata sulla centralità dell’individuo e del profitto al di fuori delle regole, e nel ritorno in economia dell’etica e dei valori di gratuità e reciprocità la via d’uscita dalla situazione attuale.
GLI AUTORI
Antonio Maria Baggio, docente di Etica sociale e Filosofia politica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e presso l’Istituto Universitario Sophia, dirige per Città Nuova la collana Idee/Politica.
Luigino Bruni, insegna Economia politica presso l’Università di Milano-Bicocca e l’Istituto Universitario Sophia. Per Città Nuova, tra l’altro, è autore di L’economia, la felicità e gli altri, un’indagine su beni e benessere (20093), Il prezzo della gratuità (20082).
Piero Coda, teologo, dirige l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano; per Città Nuova è autore di numerose pubblicazioni e direttore della collana Universitas.
LA COLLANA
La collana UNIVERSITAS, diretta da Piero Coda, ricollegandosi al significato originario dell'istituzione universitaria, intende suggerire la vocazione all'unità - intellettuale e pratica - per sé inscritta nell'esercizio, insieme autonomo e convergente, dei diversi saperi. Le pubblicazioni sono il frutto delle lezioni dell'Istituto Universitario Sophia, che s'ispira alle idee-forza dell'esperienza spirituale e sociale del Movimento dei Focolari.
In questa età di crisi economica e finanziaria molte cose vanno ripensate se vogliamo immaginare e costruire un'economia di mercato e un modello di sviluppo sostenibili. Tra queste "cose" c'è senz'altro l'impresa. Non ci basta che produca qualità, reddito, occupazione; né che paghi le giuste imposte. È sempre più evidente che l'istituzione impresa è chiamata a un "di più" che la renda davvero amica della città, e in tal modo sia percepita come elemento costruttore del tessuto civile. L'idea che ispira il libro è la tradizione italiana dell'economia civile, che ha la sua origine nell'Umanesimo e poi nella Napoli del Settecento, possa offrire ancora oggi suggestioni e spunti per immaginare un'impresa civile che, pur restando impresa (e non necessariamente impresa non-profit), sia però luogo e strumento di incivilimento e di ben-vivere. Essa supera la contrapposizione non profit/for-profit, tipica della tradizione anglosassone, e recupera anche la tradizione italiana dell'economia aziendale. Un posto a sé occupa in questo contesto l'analisi dell'imprenditore come figura sociale che, diversa dallo speculatore, assume le caratteristiche dell'imprenditore civile.
La moderna teoria economica ha lasciato dietro di sé un dissidio apparentemente irrisolvibile: possono convivere mercato e libertà dell'individuo, crescita economica ed equità sociale? Muovendosi tra varie discipline (economia, filosofia, antropologia...) e riscrivendo l'alfabeto di un'economia davvero "civile", l'autore mostra come sia proprio il principio di gratuità a ricomporre l'apparente contrasto, sottolineando l'importanza capitale per l'uomo dei «beni relazionali», della fraternità, della comunione.
Questo libro, oltre ad offrire spunti per comprendere perché l'economia vede solo una forma di reciprocità, mostra anche che riuscire ad attivare più forme di reciprocità è essenziale per la stessa vita economica. Inoltre, da un punto di vista di "economia civile", solo quando una società sa attivare e armonizzare tutte le forme di reciprocità, anche quelle non contrattuali, è a pieno titolo una società civile. Il volume comprende una prima parte storico-teorica sull'idea di reciprocità nella tradizione "classica" della scienza economica e nella tradizione dell'economia civile; una seconda parte in cui si analizzano le diverse forme di reciprocità e le loro connessioni; la terza spiega le applicazioni della reciprocità.
Due sono le visioni riguardo il modo in cui debba porsi il rapporto fra sfera sociale e sfera economica. La prima considera l'impresa come una dimensione asociale, in cui al terreno eticamente neutro del mercato è affidato il compito della creazione della ricchezza. La seconda definisce l'impresa come antisociale e il mercato come il luogo selvaggio dello sfruttamento e della sopraffazione del più debole. La visione proposta in questo volume ritiene che principi "altri" dal profitto e dal mero scambio strumentale possano trovare posto proprio dentro l'attività economica e il mercato e prospetta una diversa configurazione del settore del non profit, esempio di istituzione di welfare civile in cui il mercato è luogo di incontri civili e civilizzati.