
Per cucinare i pesci in vari modi, fritti, lessi, arrosto, in inzimino, marinati, sott'olio, nella pasta o nel rico, nel cacciucco e in altre zuppe, con i consigli di un vecchio pescatore per riconoscere il pesce fresco e le raccomandazioni di un medico di bordo sugli elementi nutritivi dei vari tipi di pesce.
Ricette semplici, veloci, deliziose. La cucina senza vezzi ma con tanto gusto della "Prova del cuoco" è un punto di riferimento per tante donne che ogni giorno si affidano ad Antonella Clerici & co. per la preparazione dei loro piatti. Il libro ripropone la coppia Clerici-Moroni, la simpatica pasticciona e la cuoca esperta, in una raccolta di ricette capaci di soddisfare e sorprendere.
Dalle cucine della corte dei califfi di Bagdad - dove i piaceri della buona tavola erano abbondantemente coltivati, e dove confluivano e si mescolavano le tradizioni alimentari di arabi, persiani e asiatici, oltre che di bizantini una ricca e raffinata civiltà gastronomica si irraggiò in tutto il mondo islamico, dal Vicino Oriente all'Egitto al Nordafrica, fino all'Andalusia. Una grande varietà di tipi di pasta, di piatti in agro-dolce, di salse, di cuscus, di dolci e persino di vino, affollano le ricette tramandate dai testi medievali. È tutta una festa di aromi, spezie, sapori e colori, che possono allietare anche le nostre tavole, come suggeriscono le 30 ricette adattate ai gusti di oggi che completano il volume.
Due preziose raccolte di piatti originali per arricchire di nuove idee i vostri pasti quotidiani. Ricette semplici, veloci ed economiche, eppure gustose e innovative. La scommessa della "prova del cuoco ", infatti, sta proprio nel riuscire a cucinare in soli venti minuti, spendendo non più di una decina di euro.
Questo volume completa il progetto del primo libro di Allan Bay, proponendo altre cinquecento ricette. Dopo la carne, le frattaglie e le vellutate è la volta del pesce, dei dolci e delle verdure. E poi ancora le paste cotte e i risotti. A conferma dell'organicità dell'opera, la struttura del "volume secondo" è uguale, manie comprese. Il tocco in più lo danno due nuove rubriche sparse per il libro: "Politicamente Scorretto", dove si stigmatizzano i luoghi comuni degli italiani a tavola, e "Si Fa Ma Non Si Dice", dove si esaltano alcuni prodotti amatissimi da tutti, ma quasi impresentabili essendo industriali.
È più che un ricettario delle feste. È un giro del mondo a tavola, un tuffo nei menù e nelle tradizioni gastronomiche della cristianità. L’autore ci guida fra le tavole imbandite delle varie chiese e confessioni (a occidente e a oriente di Roma), illustrandone con competenza la simbologia, le radici storiche, gli usi e costumi, e dando pratiche ricette da eseguire passo passo. Partendo dalla festa della Resurrezione fino al Natale e passando per Capodanno e Epifania “si gustano” i tipici menù della tradizione Ortodossa, Copta o di quella Caldea. Ricette di livello medio, eseguibili con facilità grazie anche al reperimento degli ingredienti o ai consigli sui succedanei equivalenti. In fondo al testo un glossario in ordine alfabetico descrive i cibi più esotici e poco conosciuti.
Il volume, con tavole a colori che illustrano tutti i passaggi più difficili, raccoglie tutte le migliori ricette dolci pubblicate da "La cucina italiana" negli ultimi anni. Tra gli argomenti affrontati: le preparazioni di base, creme e salse dolci, dolci al cucchiaio, piccola pasticceria, dolci fritti, torte e crostate, gelati, sorbetti, semifreddi, composte e confetture, decorazioni... Il volume è contenuto in un cofanetto.
I saraceni di Sicilia e la granita, Mazzini e le trenette al pesto, gli anarchici livornesi e il caciucco, il ghetto di Roma e i carciofi... Non è il risultato di una solenne indigestione notturna, ma lo stile brillante e curioso che un valente viaggiatore, scrittore e gastronomo britannico ha scelto per raccontare il suo straordinario "viaggio in Italia". Perché al contrario di Goethe e di tanti altri estimatori del Bel Paese che lo hanno preceduto, William Black non cerca ispirazione nei "fori cadenti" ma si affida alle sapienti e antiche ricette di una nazione che ha fatto della sua cucina "l'ottava meraviglia del mondo".
  
