
Questo volume ripercorre la storia di quel piccolo regno armonico che è la Cappella musicale pontificia Sistina attraverso la sequenza dei suoi direttori. Il libro si trasforma così in una galleria di ritratti ma soprattutto in una serie di fondali storici. Questo particolarissimo itinerario, percorso dall'autore attingendo a testimonianze documentarie dirette o a ricomposizioni legate ad eventi ben attestati, conferisce così alla Cappella Sistina un'immagine molto più realistica rispetto a quell'alone mitico che la circonda.
"Ho bisogno della bellezza, così come amo ogni anelito dell'uomo per compararsi a essa. Rinuncerei a qualsiasi merito artistico pur di riuscire a fare della mia vita un'opera d'arte." È il principio che guida Ermanno Olmi in questa esplorazione di una vita, delle sue poche certezze e dei suoi molti incontri. Cresciuto nel pieno della disfatta fascista e testimone critico della rinascita nazionale, Olmi è stato giovanissimo fornaio, impiegato ragazzino, regista precoce. Ha vissuto direttamente l'abbandono delle campagne e l'esplosione della società dei consumi e per questo, divenuto protagonista della stagione d'oro del cinema italiano, ha scelto di rappresentare non i lustrini del Boom, ma la cecità di uno sviluppo che ha strappato il nostro Paese alle sue radici contadine. Proprio questa ferita è il cuore filosofico della sua illuminante autobiografia. L'"Apocalisse è un lieto fine" non è infatti solo il racconto di una vita densa e affascinante, degli incontri e dei successi che l'hanno segnata. È soprattutto la profonda, urgente riflessione con cui l'artista che ha saputo cogliere gli ultimi echi della civiltà rurale ci mette in guardia davanti al declino di un'altra epoca umana: la nostra. Abbiamo dimenticato cosa vuol dire "far bene" e coltivato a dismisura l'etica del male minore. Produttività, arricchimento e potere continueranno a rinchiuderci nelle loro gabbie fino a quando non saremo pronti a imparare l'eterna lezione della terra.
Questo libro è un evento. Una storia che aspettavamo ci venisse raccontata. Un tuffo in un mondo che suscita nostalgia anche in chi non l'ha vissuto.
A dieci anni dalla scomparsa di Giorgio Gaber, il suo storico coautore e amico Sandro Luporini rompe l'ormai leggendario riserbo, e dal suo inviolabile rifugio viareggino apre le porte su uno dei più straordinari sodalizi artistici degli ultimi decenni. Svelando un tesoro di cui è il più autorevole custode. Racconta le discussioni, le idee, i dubbi, le storie, qualche volta le coincidenze che hanno dato origine ai loro capolavori: cosa intendevano veramente in certe canzoni troppo spesso fraintese, da dove è nata la battuta "quasi quasi mi faccio uno shampoo", o che "...volevamo dire 'libertà è spazio di incidenza', ma anche senza essere musicisti si capisce bene che una roba così non si poteva proprio cantare". Ma anche i particolari di un uomo fuori dall'ordinario, ironico e curioso di tutto, che lavorava anche quando sembrava fare altro e andava al mare con le Clark.
Il bel pretesto narrativo è l'incontro tra Luporini e un ragazzo giovane, attento e appassionato che non ha avuto la fortuna di conoscere il Signor G e la sua epoca. Il risultato è puro Gaber: intelligenza, ironia, e una profondità che appena rischia di diventare pesantezza ha uno scarto, un guizzo, e ritorna meravigliosamente leggera.
G. è quanto di più vero e definitivo si potesse scrivere su Giorgio Gaber. Sandro Luporini riesce nel miracolo di restituirci quello stile, quel gusto, quel modo di vedere le cose che ci ha tanto affascinato, e di cui tanto sentivamo la mancanza.
«T4 non è una tragedia classica, ma una raccolta di storie tragiche che si possono comprendere soltanto fornendo una chiave della logica che l'ha ispirata e l'ha guidata. Le vittime sono quasi tutte anonime, i carnefici sembrano solo aguzzini e sadici, ma dietro quella mostruosità c'è una normalità colpevole, ed è solo rendendola familiare e umana che si può comprendere e riconoscerne i segni anche fuori dalla storia, nel presente».
Marco Paolini, Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute
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Il DVD dello spettacolo (160') e il Taccuino di lavoro (160 pp.)
IL LIBRO: Il Taccuino di lavoro, raccoglie 11 saggi che descrivono dal punto di vista psichiatrico e storico la condizione dei malati di mente durante il nazismo.
Con il contributo di Claudio Magris, La vita in un battito di ciglia.
IL DVD: La registrazione di Ausmerzen, lo spettacolo di Paolini sullo sterminio di massa conosciuto come Aktion T4, una orribile prova generale dell'Olocausto. Trasmesso in diretta televisiva su La7 il 26 gennaio 2011, Ausmerzen ha inchiodato al video oltre 1. 700. 000 spettatori. Nei contenuti speciali le interviste inedite al professor Michael von Cranach e alla professoressa Alice Ricciardi von Platen.
Produzione JOLEFILM.
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Giulio Einaudi Editore e Jolefilm presentano:
Marco Paolini
AUSMERZEN
Vite indegne di essere vissute
racconto teatrale di Marco Paolini
testi di Marco Paolini, Mario Paolini, Michela Signori, Giovanni De Martis con Naomi Brenner
consulenze scientifiche Lorenzo Torresini
regia televisiva Fabio Calvi
aiuto regia Valentina De Renzis
direttore della fotografia Daniele Savi
produzione e organizzazione generale Michela Signori per JOLEFILM
direttore di produzione Chicco Minonzio per Studio Metria
assistente di produzione Rosita Volani
assistente fotografia Fabio Panigada
elaborazione contributi video e regia contenuti speciali Marco Segato
amministrazione e affari legali Lorenza Poletto, Germana Scalco
segreteria organizzativa Lucia Candelpergher, Francesca Cuzzolin
ufficio stampa Giambattista Marchetto_CHARTA BUREAU, GOIGEST
progetto scene Carlo Carbone
elementi scenici Monia Giannobile, Luca Pagliano, Andrea Violato
service luci e fonica AMANDLA PRODUCTION
tecnici Gianluca Del Carlo, Mirco Lenzi, Toni Martignetti, Arturo Pacini, Roberto Tremolanti
consolle luci Gaetano Rando - fonica di sala Gabriele Turra
riprese HD UnicaVideo
responsabile tecnico Luca Scamperle, direttore di produzione Emanuela Bertolotto, coordinatore di produzione Andrea Tresoldi,
responsabile della logistica Salvatore Aglieri
gruppi elettrogeni OGR ITALIA
tes LIVESAT
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Taccuino di lavoro (a cura di Mario Paolini e Michela Signori):
«Con la sua consueta forza poetica che fonde passione, irruenza, precisione, rigore, furore e pietas, Paolini, cantastorie e filologo di orrori e tragedie, fa la storia dell'eutanasia nazista, che l'immane atrocità della Shoah ha forse un po' messo in ombra. Trecentomila "vite indegne di essere vissute", eliminate nei modi piú vari, dall'iniezione letale alla "dieta senza grassi" - non quella dei salutisti di lusso, ma quella degli scheletri viventi di Auschwitz».
Claudio Magris
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In questo volume, curato da Mario Paolini e Michela Signori, undici interventi intensi e dolorosi, uniti dal filo conduttore della testimonianza disperata, del racconto di vite interrotte private della possibilità stessa della lotta alla sopravvivenza. E delle loro famiglie, ignare, fino ad anni recenti, del destino dei loro cari. Tra questi Taccuino d'attore di Marco Paolini, in cui l'artista ripercorre le tappe che hanno portato alla messa in scena dello spettacolo Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute.
Il volume propone la vita di Francesco attraverso le ventotto Storie francescane della Basilica superiore ed è arricchito da immagini della Basilica inferiore e della cappella Bardi in Santa Croce a Firenze dove Giotto dipinse sette "Storie di san Francesco". Un prezioso strumento per guardare gli affreschi di Giotto mettendosi in ascolto delle parole care a Francesco. La Basilica di Assisi ci fa vedere la vita di san Francesco per destare il fascino della santità attraverso la via della bellezza. L'autore ci guida nella lettura della ricca iconografia della Basilica e in particolare degli affreschi di Giotto ad Assisi e nella cappella Bardi in Santa Croce a Firenze.
L'opera vuole essere anzitutto un punto di riferimento per fotografi professionisti, autori emergenti, agenzie e tutti i soggetti per i quali è importante conoscere le principali regole del mondo della fotografia, dal diritto di autore, al diritto all'immagine, alla dignità personale, alla riservatezza, ai diritti sulle banche di dati. Il taglio è dunque intenzionalmente pratico. Alla base dell'opera, e dell'attività formativa per studenti e professionisti svolta dall'autrice presso prestigiosi istituti quali l'Istituto italiano di fotografia, della quale l'opera è frutto, vi è la medesima convinzione, circa l'importanza fondamentale di far maturare la consapevolezza dei propri diritti (e dei limiti da rispettare) in tutti i soggetti operanti nel mondo della fotografia e dell'arte in genere. Trattasi infatti del primo passo per potersi difendere ed affrontare a testa alta un mondo come quello artistico, spesso purtroppo irto di insidie. L'opera si compone così di due parti: nella prima vengono esaminati i diritti del fotografo, nella seconda i principali diritti di terzi che il fotografo deve rispettare nell'esercizio della propria attività.
Il volume prosegue gli studi raccolti nella precedente pubblicazione curata dai noti archeologi tedeschi Paul Zanker e Henner von Hesberg dedicata ai grandi monumenti dell'architettura romana. Il nuovo titolo documenta sviluppo, storia e trasformazione delle antiche città romane in Italia. La città di Roma e le colonie da essa fondate si distinguono notevolmente. A partire dal VII sec. a.C. un lungo processo aveva portato alla crescita di Roma, divenuta poi capitale di un Impero che si estendeva su tutto il Mediterraneo. Resti di strutture arcaiche restavano affiancati a strade pianificate con case a più piani, templi antichi più volte restaurati a impianti templari ellenistici e magnifici fori imperiali. Le città coloniali fondate da Roma avevano invece un aspetto totalmente diverso. Spesso si trovavano lungo o su importanti assi stradali che portavano direttamente al tempio principale, il Capitolium, e al Foro. Un sistema viario ortogonale strutturava l'intera area urbana. A partire dal tardo I sec. a.C. queste città si svilupparono oltre l'impianto originario per offrire spazio sufficiente ad ospitare edifici eccellenti come teatri, anfiteatri, nuove aree abitative e non da ultimo, edifici termali.
"... Qui dunque pare svelarsi l'inclinazione fondamentale di Piero, quella di vedere e rappresentare il mondo come eterno e spiegato spettacolo. In confronto alla condensazione drammatica del mondo di Masaccio dove un manipolo serrato di uomini colmi di energia sembra intavolare le battute essenziali di una vita attiva sopra un palcoscenico serrato fra lume ed ombra, il mondo di Piero si svolge lucido come un drappo colorato che si avvolga di una fatalità più calma, indifferente: l'ora del mattino, il meriggio, la luna piena. Sotto questa perenne protezione ogni fatto si espone con naturale solennità nel vario teatro di architettura, di figure, di monti, di nuvole, di imprese, in una placata evidenza di forme gravi, ma sempre vestite di colore."
Un nuovo quaderno di musica applicata.
Ricerche sulla musica, la pittura e la poesia: tra estetica ed ermeneutica. Mentre fuori gela e tutto è ancora coperto di neve...: un rametto di mandorlo, nonostante tutto, è già in fiore", scrive Vincent Van Gogh. Così l'arte: nonostante la sua fragilità e la sua apparente inutilità, nonostante l'inverno del nichilismo, nonostante il male, il dolore e la finitezza, nonostante tutto. Perchè questa resistenza? Nell'intersezione tra estetica ed ermeneutica si colloca il tentativo di risposta di questo testo. "