
Tutti sappiamo dire qualcosa di fronte a un bellissimo tramonto, ma spesso siamo inibiti di fronte a un capolavoro conclamato. L'arte in realtà è più vicina di quanto sospettiamo, è legata alla vita vera molto più di quanto immaginiamo, addirittura potremmo dire che nasce con noi... Dal Guggenheim di Bilbao alle cattedrali gotiche, da Magritte a Picasso, da Duchamp a Warhol, Juanjo Sàez percorre un viaggio tra i fatti e i personaggi più importanti della storia dell'arte moderna: sfatando miti, rompendo tabù, mette a nudo e si mette a nudo, in un gioco stilistico che passa con leggerezza e humour dal saggio al fumetto all'autobiografia. Espressione della nuova Spagna creativa, con le sue tavole a colori, le vignette e le battute vivaci, lo stile colloquiale e la dolcezza di una conversazione casalinga, l'autore rende finalmente l'arte di oggi chiara, interessante, accessibile e soprattutto viva. Juanjo Sàez è nato a Barcellona nel 1972. Disegnatore e protagonista della scena underground della città, ha lavorato per importanti campagne pubblicitarie e collabora regolarmente con quotidiani e riviste.
Le venti prose raccolte in questo volume, scritte tra il 1930 e il 1974, testimoniano la lunga fedeltà di Aldo Palazzeschi alle arti figurative. Appassionato visitatore di mostre ed esposizioni - tra Firenze, Venezia, Roma e Parigi -, attento nel captare le più significative novità espressive, collezionista di quadri e amico di numerosi artisti del '900, Palazzeschi ha dedicato ai pittori più amati pagine che si collocano in una posizione intermedia tra la saggistica e il ricordo autobiografico, dimostrando comunque di muoversi a proprio agio nella pittura contemporanea e anche in quella del passato. Pagine che consentono anche di ripercorrere le tappe di una esistenza: dagli anni delle avanguardie (con i saggi dedicati a Umberto Boccioni, Alberto Magnelli e Primo Conti) alla maturità (con la perfetta sintonia tra le "stampe" palazzeschiane e gli "omini" di Ottone Rosai) e all'ultima straordinaria fase di sperimentalismo (che fa intrecciare il percorso di Palazzeschi scrittore con quello di Franco Gentilini pittore).
Come si ascolta una Sinfonia, il genere musicale più importante e più amato? Come è organizzata l’orchestra, che caratteristiche hanno gli strumenti musicali e come i grandi compositori classici – Mozart, Haydn e Beethoven - hanno saputo utilizzarne tutte le potenzialità? Questo libro risponde a queste e a tante altre domande, con un linguaggio accessibile e chiaro e con il supporto di moltissimi esempi musicali audio messi a disposizione da una delle migliori formazioni italiane, l’Orchestra da Camera di Mantova. Un libro che ci fa veramente capire la grande musica classica, e il motivo per cui la sua bellezza continua ad affascinare milioni di persone, in tutto il mondo.
Giovanni Bietti è uno dei più noti divulgatori musicali italiani. Consulente dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e collaboratore di Rai-RadioTre, tiene regolarmente concerti-conferenze presso le più importanti istituzioni italiane (Teatro alla Scala, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Teatro La Fenice, Festival Mito, Teatro Regio di Parma, Sferisterio di Macerata, Teatro Olimpico di Vicenza, Orchestra da Camera di Mantova, Orchestra Sinfonica Siciliana). È il curatore delle seguitissime Lezioni di Musica, che attirano migliaia di persone negli spazi dell’Auditorium-Parco della Musica di Roma.
Firenze 1957. Hans-Joachim Staude è un pittore che da molti anni vive con la famiglia in una bella villa ai margini della città. Un giorno riceve una visita inaspettata: si tratta di Vero Besso, l'erede degli Einstein che, dopo la morte di Albert, sta inventariando le proprietà del fisico e di sua sorella Maja. Staude ha ricevuto in custodia, alla partenza di Maja per sfuggire alle persecuzioni razziali, poco prima dello scoppio della guerra, l'amato pianoforte Blüthner, dono del fratello per il suo cinquantesimo compleanno, e Besso è giunto a chiederne conto. Nell'accogliere l'ospite, Staude gli narra sin dal principio la storia di quell'incredibile strumento, che è al contempo la storia di un'epoca, della famiglia Einstein e anche la sua, di un giovane artista inquieto e insoddisfatto alla ricerca della propria identità. Ispirato a vicende vere, con personaggi reali, il romanzo si ammanta di fantasia trascinando il lettore nelle meraviglie di una Firenze che resiste all'orrore grazie alle note indimenticabili di immortali melodie.
Se l'Italia è una Repubblica fondata sulla bellezza, come è stato recentemente proposto in Parlamento, non c'è dubbio che l'abitudine al bello - e a un patrimonio artistico e culturale che non ha eguali nel mondo - sia il vero elemento unificante degli italiani, e come tale si rifletta nel testo della Costituzione promulgata nel 1948. Michele Ainis e Vittorio Sgarbi compongono un inedito commento letterario e illustrato alla nostra Costituzione in sedici capitoli, uno per ciascuno dei dodici princìpi fondamentali e dei quattro titoli in cui s'articola la prima parte della Carta. Un incontro che rivela la bellezza di un documento a cui contribuirono intellettuali come Croce, Marchesi, Calamandrei, capaci di esprimere, nel rigore della forma, un'altissima sensibilità letteraria. Questo "paesaggio umano e naturale", che affiora tra gli articoli e i commi della Costituzione, esprime nella forma più riuscita la corrispondenza tra il diritto e i cittadini: noi stessi, posti davanti allo specchio della legge, potremmo riconoscervi molto della nostra eredità, e scoprirci più ricchi di quanto immaginiamo. Alla bellezza del testo della Carta, testimoniata dalla sua longevità, questo libro affianca un tesoro di riferimenti, assonanze, simmetrie, tratti dalle diverse arti e ispirati ai princìpi costituzionali: suggerimenti di lettura che illuminano la vitalità e l'attualità del testo della Costituzione, un monumento da preservare come parte del nostro immenso patrimonio culturale.
Concordia: "questo nome sia emblematico, sia profetico". Così san Giovanni Paolo II introduceva, al termine della solenne celebrazione eucaristica nella Valle dei Templi di Agrigento del 9 maggio 1993, il suo famosissimo grido contro la mafia: "Che sia concordia in questa vostra terra! Concordia senza morti, senza assassinati, senza paure, senza minacce, senza vittime! ". Ed è proprio intorno a questa forte parola che si sviluppano le riflessioni di mons. Giuseppe Liberto, maestro emerito della Cappella Musicale Pontificia Sistina, alcune delle quali nate proprio in occasione di vari incontri nella città siciliana. Un percorso in cinque tappe che prende il via dalla contemplazione della concordia divina così come rifulge nel mistero trinitario e poi prosegue rileggendo l'esperienza credente proprio alla luce della concordanza dei cuori così necessaria e così, non di rado, ancora di là da venire. Concordia indispensabile nella liturgia, nel canto, nel servizio della carità, comunione dei cuori decisiva anche per una comunità cristiana che intenda ascoltare e accogliere la Parola che Dio le rivolge e che chiama tutti, appunto, a un’esistenza fondata sull'amore. In un tempo segnato in cui più che mai si sperimenta la necessità di una rinnovata sapientia cordis, capace di leggere il presente e intravedere possibili percorsi per il futuro, le riflessioni raccolte in questo volume si presentano come un autentico esercizio di evangelizzazione della cultura attraverso la cultura, alla scoperta della verità e della bellezza custodite da sempre nello scrigno dell'arte.
Costruire una chiesa è sempre stato uno dei compiti più difficili per un architetto, a causa della realtà così unica e trascendente che essa è chiamata ad accogliere e a manifestare. Tale compito si è fatto ancora più arduo nella nostra epoca per la difficoltà di comprendere il senso della trascendenza e del sacro. La teologia ha riflettuto prevalentemente sulla storia della salvezza e perciò sulla dimensione temporale, molto meno su quella spaziale. Nell'ottica dell'evangelizzazione promossa con tanto impegno da Papa Francesco, anche lo spazio e l'arte sacra hanno rilevanza e costituiscono una sfida urgente. In questo volume architetti, storici dell'arte e teologi affrontano la tematica dai vari punti di vista.
"Sono qui raccolti, per la prima volta convenientemente illustrati, alcuni dei saggi da me scritti nel decennio felice 1980-1990. Da un altro uomo, quindi, per il quale l'arte era soltanto fonte di godimento e non ragione di preoccupazione e di incertezza per il suo destino. Non mi riferisco, naturalmente, all'arte contemporanea a cui sempre minor necessità, almeno nelle forme tradizionali, si viene attribuendo di anno in anno. Mi riferisco alla conservazione di quella antica, sottoposta a restauri e a manomissioni che ne disperdono, assai frequentemente, l'aura e l'identità". (Dall'introduzione)
"Questo volume raccoglie le sceneggiature di tre film tra i più intensi e poetici di Pasolini: opere che al loro apparire suscitarono entusiasmi, discussioni e polemiche. Nel Vangelo secondo Matteo (1964) Pasolini esplora la figura sociale di Cristo e il rilievo storico del suo messaggio, dipingendo un Gesù più feroce contro i ricchi che contro i duri di cuore. Nell'Edipo re (1967), la tragedia di Sofocle viene riletta in una luce inedita: la vicenda del sovrano di Tebe segna l'imporsi dei tempi circolari della vita e del mito su quello lineare della storia. In Medea (1969) Pasolini rappresenta nuovamente il conflitto tra una visione religiosa e una visione illuminista e razionalista del mondo." (dalla prefazione di Morando Morandini)

