A partire dalle linee teologiche di Benedetto XVI e dal suo linguaggio sapienziale, il presente volume propone alcuni tratti e tesi che manifestano un'insospettata ispirazione tomista del suo magistero.
In questo saggio, l'autore studia i contributo che san Tommaso d'Aquino offre nella Summa Theologiae sul mistero dell'incarnazione del Verbo, dal Dottore angelico definito come il "mistero più mirabile". L'incarnazione del Verbo è opera supererogatoria, un eccesso dell'amore di Dio verso le creature. Se è vero che il mistero della bontà di Dio è il filo conduttore di tutta la Summa, anche la terza parte - come le due precedenti -, dedicata proprio al Verbo incarnato, riceve luce e senso dall'insondabile mistero dell'amore gratuito di Dio verso di noi. Il contenuto e il metodo teologico proposti da san Tommaso d'Aquino hanno ancora molto da dire al nostro modo di fare teologia oggi e anche per ripensare alla forma definitiva di Dio nella storia, il Cristo crocifisso e risorto, che resta per sempre Parola fatta carne, l'Emmanuele.
Attraverso le Scritture e i testi di grandi testimoni della Tradizione della Chiesa il significato teologico e mistico dell’abbandono e della morte di Gesù. La nostra epoca è caratterizzata dal “dilagare del nulla”. Il non senso è avvertito come un negativo, un galleggiare sul vuoto. Dove trovare la luce? Partendo da tale invocazione di senso, nella consapevolezza che l’esperienza e la teologia mistica riconoscono nel nulla di Cristo la rivelazione dell’essere di Dio che è Amore, il volume traccia un percorso di riflessione sull’abbandono e la morte di Gesù come via di conoscenza di Dio. I contributi interrogano la Scrittura e la grande Tradizione della Chiesa nei testi di San Paolo, Bonaventura, Giovanni della Croce, Teresa di Lisieux. La questione del nulla viene inoltre affrontata nella sua valenza speculativa entro la vicenda del pensiero occidentale (contributo del filosofo Massimo Donà).
Per l’Anno della fede abbiamo pensato di proporre al lettore italiano un estratto della Somma Teologica. Nella Seconda Parte di questa famosissima opera, Tommaso si interroga sulla natura della fede, sui rapporti tra la fede e l’intelligenza e la volontà umane, sui peccati contrari alla fede e sui doni dello Spirito Santo, dell’intelletto e della scienza che perfezionano la nostra intelligenza.
Credere in Dio è un atto simultaneamente divino e umano. È divino perché deriva dalla virtù della fede teologale, la quale ci è donata solo da Dio, ci fa conoscere ciò che Dio stesso conosce, realizza una certa forma di unione tra noi e Dio, come dice san Paolo: Il Cristo abiti nei vostri cuori per la fede (Ef 3,17), e ci introduce nella vita stessa di Dio, come dice Gesù stesso: Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato ha la vita eterna (Gv 5,24). Ma credere in Dio è anche un atto umano quanto al modo del suo esercizio, perché è un atto, non costretto, ma libero e volontario, in quanto credo perché voglio credere. Perciò è un atto meritorio e lodevole. È un atto non cieco e assurdo, ma ragionevole, perché risponde al desiderio dell’intelligenza umana di conoscere il vero.
Le questioni, che qui presentiamo in traduzione italiana, riproducono il trattato sulla fede, contenuto nella Somma Teologica. San Tommaso d’Aquino espone in modo sintetico e organico: la fede in se stessa, le sue cause e i suoi effetti, i doni dello Spirito Santo dell’intelletto e della scienza, i peccati contro la fede che sono l’incredulità, l’eresia, l’apostasia e la bestemmia, e gli effetti di questi peccati che sono la cecità della mente e l’ottusità dei sensi.
Introduzione di Giorgio Maria Carbone O. P.
Traduzione di Tito Sante Centi O.P. e Giorgio Maria Carbone O. P.
Nuova edizione a cura di Giulio Colombi
DESCRIZIONE: «Ogni teorico dell’economia e della sociologia, per aver chiaro il valore dei princìpi sui quali pensa di dover costruire la sua teoria, dovrebbe domandarsi che cosa dicano la metafisica e l’etica intorno alla solidità delle sue idee. Cadranno allora molti preconcetti, anche sul medioevo, arrivando forse alla persuasione che gli Scolastici, e san Tommaso in particolare, non furono estranei ai problemi sociali ed economici; ché anzi, molti furono risolti da essi con una grande, persuasiva chiarezza. Per questo l’autore ha creduto che fosse opera utile l’esporre per sommi capi la dottrina tomistica del superfluo.
La dottrina di san Tommaso infatti, sia pur pensata e scritta da vari secoli, appare all’autore nella risoluzione degli odierni problemi sociali ed economici di grande vitalità, perché fondata su una sicura soluzione dei problemi metafisico ed etico».
(dalla Prefazione)
COMMENTO: Una sintesi molto chiara del concetto di superfluo come è presentato nell'opera di San Tommaso. Un'esposizione che aiuta a vedere la problematicità filosofica di un concetto del quale abbiamo esperienza quotidiana.
Tommaso d'Aquino è il teologo della grazia. Egli l'ha posta al cuore della sua opera più importante, la Summa Theologiae. Il presente libro fa emergere il contesto nel quale l'Aquinate la colloca, le prospettive con cui ne parla, e il suo rapporto con l'agire morale.
La riflessione di Tommaso d'Aquino si è più volte e a lungo soffermata sui misteri di Gesù. Non solo egli ha messo in luce le componenti "astratte" o "strutturali" della persona di Cristo, ma ha volto la sua attenzione analitica e appassionata - ciò che avverrà sempre meno in seguito - alle sue azioni, alla sua "storia", dalla concezione alla esaltazione, elaborandone una ricca e avvincente teologia. Ogni gesto del Signore è ricercato e accostato con l'esegesi letterale e con le risorse dell'esegesi "spirituale", così da poterne riscoprire il senso, la "logica", il valore o, come dice Tommaso stesso, la "convenienza". Questa trattazione dei misteri di Gesù riceve la sua forma più compiuta e matura nelle questioni 27-59 della Tertia Pars della Summa Theologiae, ma essa si ritrova anche in diverse altre opere dell'Angelico, che precedono o anche accompagnano la composizione della Summa. Con questo volume Inos Biffi ricostruisce la teologia dei misteri di Gesù ricorrente in queste opere e rilevata sia nei suoi contenuti analitici sia nel suo significato in rapporto alla sistemazione teologica di san Tommaso. Ai misteri nella Summa Theologiae sarà dedicato un secondo volume. Oggi è sentita come urgente e indispensabile una cristologia "concreta". Il Dottore Angelico ne ha offerto un metodo e un modello ancora esemplari. Del resto, la figura di Gesù ha rappresentato l'Oggetto più appassionato di tutta la ricerca dell'Angelico.
Il volume è composto da tre parti strutturalmente ben differenziate che riguardano, rispettivamente, il biografico-intellettuale, le principali opere e il pensiero di fabbro. La seconda parte, quella più lunga, prospetta una presentazione lineare delle opere che può servire da segnavia tematico per uno studio delle medesime; la terza, invece, più sintetica, presenta in maniera più articolata i punti più rilevanti e caratteristici del pensiero fabriano, sulla base della panoramica fornita dalla parte precedente.
Chiude il libro l'articolo "Libertà e persona in S. Tommaso", nel quale Fabro si confronta con Fichte e soprattutto con Heidegger per il recupero dell'Io come primo principio esistenziale.
In un confronto critico con filosofi moderni e contemporanei questo libro mira a far vedere come Tommaso d'Aquino sia un interlocutore importante per affrontare alcune delle questioni scottanti di oggi: dal problema etico alle radici della disumanizzazione; dalla vocazione veritativa dell'uomo alla ricerca dell'assoluto nel rapporto tra ragione, problematicità e fede; dal problema dell'ateismo a quello dell'umana sofferenza; dal problema dell'amicizia a quello della piena realizzazione della persona. Nell'indagine su tali questioni emerge il contributo del genio speculativo dell'Aquinate.
Il volume presenta la traduzione latina del De anima di Aristotele condotta e commentata da san Tommaso d’Aquino, con testo a fronte in italiano. La cura e la traduzione di questo libro è stata condotta da un gruppo di studiosi provenienti dalle Facoltà di Filosofia italiane, statali ed ecclesiastiche, riuniti nel Progetto Tommaso e impegnati da anni nella lettura e nell’esame puntuale delle opere tommasiane, in lingua originale.
Opera della maturità dell’Aquinate (scritta tra il 1268 e il 1270), la Sentencia de anima mostra un Tommaso che sviluppa le teorie metafisiche e antropologiche dell’aristotelismo in modo personale ed originale. La traduzione critica qui pubblicata è dotata di ricchi apparati di introduzioni, lessico e indici, ed è destinata a segnare una tappa importante nella bibliografia tomistica.
L'Autore
Tommaso D’Aquino, profondo indagatore della psiche umana, autore di una originale sintesi di fede e ragione, a confronto con Aristotele, e unanimemente considerato uno dei più grandi pensatori dell’antichità.