Nell'ultimo decennio abbiamo assistito a uno sviluppo esponenziale dell'ideologia woke del "risveglio".
Nato negli Stati Uniti, questo movimento si è esteso rapidamente tutto il mondo occidentale. Esso invita tutte le "vittime" della discriminazione e dell'odio (minoranze razziali, donne, gruppi Lgbtqi+, paesi colonizzati e religioni non cristiane) reagire all' "oppressione" secolare dei bianchi, degli uomini, degli eterosessuali, dei colonizzatori e dei cristiani.
La lotta per i diritti umani e civili basati sulla dignità umana sull'uguaglianza di tutte le persone davanti alla legge è stata così sostituita dalla lotta in difesa delle minoranze "discriminate" di "diritti" come l'aborto, la maternità surrogata, la libera scelta della propria identità sessuale, ecc. Si tratta di una vera propria guerra culturale contro tutte le istituzioni tradizionali dell'occidente cristiano, etichettate come oppressive e contrarie ai nuovi diritti.
Questa ideologia, un tempo considerata marginale, è riuscita a entrare nelle stanze del potere, nella politica, nell'educazione, nei media, nelle grandi multinazionali, nei social e nei principali programmi legislativi di tutti i governi.
Ciò porta a chiedersi su cosa si fondi la divisione dialettica del mondo tra vittime oppressori, come tale concezione sia riuscita a diffondersi nella cultura e nelle istituzioni occidentali, quali siano le conseguenze di tale diffusione al livello sociale e politico.
Analizzando il fenomeno da una prospettiva filosofica, l'autore mostra come l'ideologia woke affondi le sue radici nel marxismo culturale e nelle teorie psicoanalitiche, esistenzialistiche e postmoderne sedimentatesi nel corso di due secoli. Attraverso un attento lavoro di decostruzione storica concettuale, si metterà in luce la vera essenza di questo fenomeno culturale, basato su una visione astorica e tribale dell'essere umano, privato di un fine e mosso unicamente da un desiderio infinito di felicità individuale, da realizzarsi attraverso un gruppo o averso l'appartenenza una serie di gruppi.
Gli scritti qui pubblicati di Elisabetta sono:Diario(anni 1899-1900);Lettere (in numero di 346 in tutto),che vanno dai suoi primi anni a qualche giorno prima della morte;Trattati spirituali (Il cielo nella fede,La grandezza della nostra vocazione,Ultimo ritiroil suo capolavoro e Lasciati amare) tutti scritti brevi ma molto densi di spiritualità, risalenti a qualche mese prima della sua morte;Composizioni poetiche(tot.123),lette o cantate in occasione di feste; Note intime:brevi componimenti,spesso preghiere tra cui la famosa:“O mio Dio,Trinità che adoro”. Questa nostra traduzione è condotta sull’edizione critica realizzata da p. Conrad De Meester (J’ai trouvé Dieu. Oeuvres complètes, 3 voll., Cerf, Parigi 1979-80).Il volume presenta gli scritti in ordine cronologico,con il vantaggio di seguire meglio la nascita e la maturazione della vocazione e della spiritualità di Elisabetta fino alla sua massima espressione. Di notevole rilievo l’Introduzione di p.Luigi Borriello o.c.d.,che presenta il livello storico-spirituale e il livello teologico dell’opera di Santa Elisabetta.
Omelie sulle beatitudini di Gregorio di Nissa
a cura di Chiara Somenzi
Le Omelie sulle Beatitudini, che vengono qui presentate con testo greco a fronte, costituiscono il primo commento sistematico alle Beatitudini a noi noto.
Gregorio, che visualizza le Beatitudini nella forma di una scala graduale, raccoglie il testimone di una tradizione antecedente, in gran parte perduta. In essa le otto Beatitudini di Matteo erano state lette come un’unità strutturata secondo un principio dinamico ascensionale, e proposte ai catecumeni come cammino preparatorio al battesimo, una sorta di esercizio progressivo nella vita cristiana che avrebbe trovato il suo culmine, e allo stesso tempo, un nuovo punto di partenza nel sacramento battesimale.
Il Nisseno, partendo da questo sfondo, di cui mantiene le coordinate fondamentali, coglie l’occasione per collegare alle Beatitudini i temi che gli sono più cari, così che le Omelie si possono leggere come uno specchio fedele della sua riflessione sull’essere cristiani.
Che cosa dunque è un uomo? Vuoi che pronunci il più nobile e onorevole dei discorsi? Ma colui che rende bello ciò che noi siamo e dispone la nobiltà dell’uomo in modo che da essa ne tragga il maggior vanto possibile fa cominciare la genealogia della nostra natura dal fango, e la nobiltà e l’onore di cui si va orgogliosi sono imparentate con l’argilla.
Si è fatto povero il Signore, non temere neppure tu la povertà. Ma colui che si è fatto povero per causa nostra regna sull’intera creazione. Dunque se sarai povero con chi si è fatto povero, certamente anche regnerai con chi regna.
Punti forti
L’autore è considerato dalla tradizione “il padre della mistica cristiana” e questo è il primo commento sistematico delle Beatitudini nella storia dell’esegesi.
L’interpretazione del brano evangelico, collocato all’interno del panorama storico-culturale della Cappadocia del IV secolo, è una guida puntuale alla lettura.
Testo greco a fronte.
Destinatari
Studiosi dell’antichità cristiana e chi è interessato all’interpretazione della Scrittura e della spiritualità cristiana.
Autori
Gregorio di Nissa (335/340-394ca.), considerato “padre” della mistica cristiana, visse nella Cappadocia del IV sec., quando il cristianesimo, qui ancora relativamente recente, diede frutti eccezionali di spiritualità e di pensiero. Suo fratello maggiore fu Basilio Magno, vescovo di Cesarea e fondatore del monachesimo orientale. Gregorio, nominato vescovo di Nissa per volontà di Basilio che desiderava averlo come alleato nella controversia con gli ariani, scrisse molto e in vari ambiti, teologico, esegetico, pastorale, dando un contributo altissimo nella mistica.
Chiara Somenzi (curatrice), ha conseguito il dottorato in Scienze religiose all’Università Cattolica. Dal 2008 lavora come assegnista di ricerca presso il Dipartimento di scienze religiose, occupandosi di letteratura cristiana antica latina e greca, particolarmente del IV secolo (Ambrogio e i padri Cappadoci). Oltre a saggi e articoli apparsi su riviste specialistiche, ha pubblicato (con L.F. Pizzolato), I sette fratelli Maccabei nella chiesa antica d’Occidente, Milano 2005, e Egesippo Ambrogio. Formazione scolastica e cristiana a Roma alla metà del IV secolo, Milano 2009.
Questo libretto presenta lo "sfondo" familiare di ogni gesto e momento della Messa. Senza questo indispensabile "contenuto" dei simboli, per i bambini e i ragazzi la celebrazione eucaristica rischia di essere solo una somma di noiose astrazioni. Ad ogni festa, i bambini dovrebbero chiedere ai genitori: "Perché facciamo festa?". Le feste dell'anno liturgico sono una forma magnifica di catechesi, che coinvolge tutta la famiglia. Un vero catechismo "avvolgente" fatto di movimento, canto, partecipazione, gioia, comunicazione... E siccome i bambini imparano solo quello che vivono, se esiste un significato spirituale della vita lo si può imparare solo in famiglia. Soltanto se quello che si celebra è anche vissuto nella vita familiare, la Messa sarà un momento di intensa soddisfazione spirituale. Un libretto semplice e completo, con un linguaggio e un approccio a misura di bambino. Uno strumento utile per comprendere tutti i momenti della Messa, con indicazioni utili su come viverla in famiglia. Con i testi liturgici aggiornati all'ultima edizione del Messale.
Per ognuno dei "misteri" della Gioia, della Luce, del Dolore e della Gloria il libretto propone: la citazione dell'episodio evangelico a cui fa riferimento e una breve preghiera a Maria. Il libretto è completato dalle Litanie e dalle preghiere e invocazioni che costituiscono il Rosario.
Benedetto XVI ha visto la Chiesa minacciata da «una dittatura del relativismo, che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e i suoi desideri». Si può condividere questa posizione? Che cosa la contraddistingue? Quali argomenti depongono a suo favore e quali contro? Come vanno prese le rivendicazioni di assolutezza e di esclusività del cristianesimo in un mondo plurale? Esiste una verità nelle questioni etiche? Il dialogo ecumenico e interreligioso è possibile solo al prezzo di una visione relativistica del mondo? I contributi del volume - tutte voci di filosofi e teologi tedeschi di grande competenza - forniscono, da prospettive diverse, risposte non scontate a queste sfide così attuali. La fede cristiana ha una relazione complessa con l'assoluto e il relativo. Da un lato avanza infatti la pretesa universale di spiegare come stanno le cose in sé e per sé. Dall'altro - per farlo - si affida a Gesù di Nazaret, dunque alla determinatezza temporale e locale di una vita umana singolare. Quali sfide si pongono al pensiero teologico alla luce di questa situazione?
L’uomo credente non è solo colui che ascolta la parola di Dio e le obbedisce, ma anche colui che sente, vede, percepisce, tocca quella stessa Parola. Nel cristianesimo, religione del Dio fatto uomo, l’uomo non è obbedienza senza essere emozione, non è conoscenza senza essere passione, non è ascolto senza essere contatto, non è parola senza essere spazio e tempo, gesto e azione, immagine e suono, musica, danza, arte. Il volume intende proporre alcuni orientamenti significativi per riconoscere quell’esperienza estetica che attraversa l’arte e confrontarli con quell’esperienza religiosa che appartiene al rito.
Giorgio bonaccorso è monaco benedettino e docente presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Santa Giustina (Padova). Studioso delle radici profonde del rito, approfondisce e commenta testi di antropologia, teologia, filosofia e letteratura. Tra i suoi libri ricordiamo: Il rito e l’Altro. La liturgia come tempo, linguaggio e azione (20122); La liturgia e la fede. La teologia e l’antropologia del rito (2010); Il corpo di Dio. Vita e senso della vita (2006); Il tempo come segno: vigilanza, testimonianza, silenzio (2004).
Si tratta di un'edizione economica e tascabile della "Bibbia dei ragazzi", con molte illustrazioni a colori di C. Rota e una serie di 100 episodi biblici brevemente introdotti e accompagnati da uno spunto per la preghiera con i Salmi.
Come nel precedente volume,l’Autore commenta i testi biblici di tutte le domeniche dei diversi tempi liturgici (Avvento, Natale, Quaresima,Triduo Pasquale, Pasqua e Tempo Ordinario) e le feste e solennità facendo precedere al testo scritto una tavola a colori che riproduce un’opera d’arte che diviene essa stessa commento ai testi.Inoltre,all’inizio di ogni tempo liturgico, viene proposta una introduzione che aiuta il lettore a comprendere il mistero dell’anno liturgico. Una scelta che rinnova la secolare tradizione cristiana che da sempre presenta le immagini dell’arte come forma efficace e affascinante di predicazione e di conoscenza del mistero cristiano.
AUTORE Timothy Verdonstatunitense,è lo studioso di arte sacra più conosciuto nel nostro Paese.Sacerdote,vive da molti anni a Firenze. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo:Maria nell’arte europea(Electa,2004),Vedere il mistero(Mondadori,2003),Arte sacra in Italia (Mondadori,2001).Per San Paolo ha pubblicato L’arte cristiana in Italia.Tre volumi (I. Origini e Medioevo,2006;II. Rinascimento,2006;III. Età Moderna,2007),La bellezza nella parola,Anno A (2007).
La Divina Commedia rimanda per molti ai tempi della scuola, a testi di difficile comprensione, adatti solo per pochi eletti. Al contrario, essa è nata come opera per il popolo. Lo documenta la storia di questo libro la cui origine è nelle conversazioni dell'autore prima con i figli - su loro richiesta - e alcuni loro amici diventati in breve tempo duecento; poi con un gruppo di massaie e infine con migliaia di ragazzi e adulti in tutta Italia. Da questo lavoro è nata l'associazione Centocanti, una sorta di Divina Commedia vivente. Dante, dunque, non autore difficile, riservato ai letterati, ma "uno di noi". Una scoperta che l'autore ha fatto a dodici anni mentre trasportava casse di bottiglie lungo le scale di una cantina, folgorato dal verso "E proverai [...] come è duro calle / lo scendere e 'l salir per l'altrui scale». Quell'intuizione lo ha portato a uno studio appassionato di Dante e alla scoperta che ciò che percorre tutta la sua opera è il desiderio, la tensione a un Bene totale, "l'Amor che move il Sole e l'altre stelle". La lettura offerta dall'autore in queste conversazioni si pone in continuità con il fine di tutta l'opera di Dante, da lui stesso così definita: "removere viventes in hac vita de statu miseriae et perducere ad statum felicitatis", rimuovere gli uomini da uno stato di miseria e condurli a uno stato di felicità.
Le riflessioni proposte in questo libro rispondono in fondo a una sola domanda: «Cosa ne abbiamo fatto, cosa ne stiamo facendo dei nostri giorni?». Non delle giornate ideali, quelle di cui ci ricordiamo la data anche una vita dopo; le giornate del quotidiano, quelle uguali, segnate dall'alzarsi e dal coricarsi, dal lavoro e dal cibo, da pensieri e parole, incontri e scontri, un po' di quiete, perfino qualche momento di gioco. Mescolando riflessioni ispirate dalla Bibbia a spunti tratti dalla vita quotidiana di un prete metropolitano, don Caldirola ci invita a coltivare la sapienza del cuore, intrisa di stupore e gratitudine verso un Dio che si rivela (anche) nelle piccole cose.
Il "Perì archôn" di Origene (185-254) è la prima opera giunta a noi in cui viene proposta una presentazione d'insieme del mistero cristiano. Il trattato intende fornire un'interpretazione delle principali verità del cristianesimo fondata sulla Scrittura, ma articolata in modo tale da inserirsi nella tradizione filosofica greca. Origene, con ammirabile onestà intellettuale, tratta i principali argomenti della teologia cristiana, Dio, le creature razionali, il mondo e la sacra Scrittura. Da una parte espone i contenuti della rivelazione, dall'altra conduce un'indagine molto libera e aperta sui punti non definiti dalla rivelazione perché gli amanti della verità possano dedicarsi alla ricerca della sapienza. Un'opera controversa sin dalla sua pubblicazione, che è stata comunque fondamentale nello sviluppo del pensiero cristiano.