Disma, il Buon Ladrone, salendo in croce pensava di ricevere la morte, ebbe in dono la Vita Eterna. Il volumetto prende come esempio Disma e, attraverso alcune meditazioni, guida il lettore dalla Via Dolorosa alla Via Luminosa. La strada che Lucia Visconti Cicchino percorre in questo piccolo ma prezioso libro, e quella che ogni cristiano deve percorrere per scoprire la forza redentrice della Croce. Non e una strada facile, per questo bisogna essere grati a chi, avendone gia fatto esperienza ci fornisce le coordinate per affrontare il viaggio.
Un volume illustrato inedito per la proclamazione a santo del giovane Carlo Acutis (1991-2006), realizzato in collaborazione con la famiglia. Un libro emozionante e unico nel suo genere, che racconta la straordinaria vita di un giovane contemporaneo diventato simbolo di fede e speranza. Attraverso nuove testimonianze da parte di chi gli è stato vicino e un ricco corredo fotografico, questo volume ripercorre i momenti più significativi della sua esistenza, dal suo amore per l'Eucaristia alla sua passione per la tecnologia usata come strumento di evangelizzazione. Una narrazione coinvolgente che mette in luce gli insegnamenti e la spiritualità di Carlo, capace di parlare al cuore di tutti, ma soprattutto dei giovani. Un'opera da collezione per ispirare nuove generazioni a camminare nella luce della fede.
Questo trattato fa parte dell'Ordine delle Feste (Mo'èd) ed è denominato in due modi: quello più diffuso deriva, come spesso capita per i libri ebraici, dalla prima parola del testo, Betzà ("uovo"). L'altro titolo, quello più comune fra gli antichi commentatori, è Yom Tov (lett. "Giorno buono", nel senso di "Giorno festivo"), che non solo deriva anch'esso dalle prime parole del testo ma rappresenta l'argomento del trattato: le modalità dell'osservanza dei giorni festivi e le differenze rispetto allo Shabbàt (Sabato). Per "giorni festivi", in senso stretto, si intendono i giorni di festa solenne in cui è vietato lavorare. Secondo la prescrizione della Torà, i giorni festivi sono il primo e il settimo giorno di Pèsach (Pasqua), il giorno di Shavuòt (Pentecoste), Rosh haShanà (Capodanno), il primo giorno di Sukkòt (Festa delle Capanne) e Sheminì 'Atzèret (l'ottavo giorno dall'inizio di Sukkòt, detto anche Simchàt Torà, Gioia della Torà). Nella Diaspora, rispetto alla norma prescritta nella Torà, questi giorni sono raddoppiati per decreto rabbinico, mentre in Israele solo Rosh haShanà dura due giorni (il motivo dei raddoppiamenti è spiegato in questo trattato). Nei giorni festivi è proibito lavorare, come di Shabbàt, con la differenza che in tali giorni sono permesse alcune operazioni necessarie per la preparazione del cibo per il giorno festivo stesso. Il permesso di cucinare nel giorno festivo deriva da una necessità: infatti, quando il giorno festivo capita di venerdì o di domenica, si avrebbero due giorni consecutivi in cui sarebbe vietato compiere lavori e se fosse proibito anche il cucinare si sarebbe costretti a mangiare il cibo cotto tre giorni prima, con prevedibile rischio per la salute e detrimento della bontà delle pietanze, a danno dello spirito gioioso della festa. Riguardo a Pèsach e, per estensione, anche riguardo alle altre feste (salvo Kippùr), è scritto nella Torà: Il primo giorno e il settimo giorno saranno giorni di sacra convocazione, nessun lavoro si farà in questi giorni eccetto quanto necessario per il cibo di ognuno, solo quello potrà essere fatto (Es. 12:16). In questo versetto non si parla espressamente di "cucinare" ma di "fare quanto necessario per il cibo". Da qui deriva che sono permesse anche altre attività richieste per la preparazione del cibo. Fra queste, il trasporto in luogo pubblico, attività che di Shabbàt (e di Kippùr) è invece vietata. Uno degli scopi di questo trattato è appunto stabilire quali attività siano permesse nei giorni festivi e quali siano proibite. In generale, vale la regola per cui tutto ciò che può essere svolto prima dell'inizio della festa non può essere effettuato durante la festa stessa. Ad esempio, mentre l'impastare la farina e il cuocere il pane sono attività permesse durante Yom Tov, non lo sono il mietere il grano, il trebbiarlo, il macinarlo e altre attività simili che possono essere svolte prima della festa senza alcun detrimento per il prodotto finale. Il motivo per cui queste ultime attività sono proibite è per non affaticarsi durante i giorni festivi, che devono invece essere dedicati al pellegrinaggio al Santuario (quando esso esisteva, prima che venisse distrutto dai Babilonesi e poi dai Romani), sostituito oggi dalla Sinagoga, dove ci si reca per le preghiere e per le letture bibliche specifiche delle feste. (...)
Descrizione dell'opera
Numerosi sono gli esegeti che hanno rivolto la propria attenzione a due composizioni della letteratura giovannea, più rari quelli che si sono impegnati con tutte e tre. La tendenza dell'esegesi moderna, che fa dubitare dell'omogeneità di questo corpus, spiega tale fenomeno.
Il commento di Simoens cerca di rispettare ciò che si può sapere dell'evoluzione e della genesi delle tradizioni giovannee e valorizza soprattutto la sincronia nell'accertamento dei rapporti costitutivi dei testi in se stessi e fra di essi.
Il sottotitolo Credere per amare unisce i due assi della letteratura giovannea: «Credere è necessario per amare. Se l'agape è sortente e compimento, la fede-fiducia le è indispensabile» (dalla Prefazione).
Sommario
Prefazione. I. UNA TRADUZIONE. Presentazione. DI GIOVANNI A. DI GIOVANNI B. DI GIOVANNI C. II. UN'INTERPRETAZIONE. DI GIOVANNI A. 1. Il prologo (1,1-4). 2. Dio è luce (1,5-2,2). 3. I criteri del «rimanere» (2,3-17). 4. Ultima ora e Parusia (2,18-28). 5. La Prima lettera di Giovanni come testo di alleanza. 6. Il giusto e i figli di Dio (2,29-3,10). 7. I criteri dell'amore reciproco (3,11-24). 8. Il discernimento degli spiriti adesso (4,1-6). 9. Dio è amore (4,7-20). 10. I criteri dell'amore e della fede (4,21-5,12). 11. Preghiera e convinzione (5,13-21). DI GIOVANNI B. DI GIOVANNI C. Bibliografia. Indice biblico. Indice dei nomi.
Note sull'autore
YVES SIMOENS, nato nel 1942 a Kinshasa (Congo), sacerdote gesuita, insegna Sacra Scrittura al Centre Sèvres di Parigi e al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Conduce la sua attività pastorale (ritiri ignaziani e accompagnamento spirituale) soprattutto in Belgio, Francia, nell'Africa centrale e ad Haiti. Nella sua attività, sia accademica sia pastorale, e nelle sue pubblicazioni traspare un'attenzione costante al rapporto tra l'Antico e il Nuovo Testamento, visto come atto di nascita del Cristo in ogni lettore o lettrice della Bibbia, e come fondamento di ogni relazione autentica. Presso le EDB ha pubblicato: Secondo Giovanni. Una traduzione e un'interpretazione (22002), Entrare nell'Alleanza. Un'introduzione al Nuovo Testamento (2003), Il Libro della Pienezza. Il Cantico dei Cantici. Una lettura antropologica e teologica (2005), Il corpo sofferente. Dall'uno all'altro Testamento (2007) e Apocalisse di Giovanni. Apocalisse di Gesù Cristo. Una traduzione e un'interpretazione (2010).
Rivelata da san Michele stesso, la corona angelica è una potente preghiere molto diffusa tra i cattolici devoti all’arcangelo e ai santi spiriti celesti. Ma qual è la sua origine storica?
A questa domanda risponde Carmine Alvino che, nella prima parte del libro, presenta un importante suo studio sull’origine del pio esercizio.
La seconda parte, curata da don Marcello Stanzione, è invece dedicata alla presentazione teologica dei nove cori angelici, in particolare attraverso le visioni dei mistici.
Carmine Alvino (Avellino, 1978) è avvocato, conciliatore professionista ed esperto in bioetica e in diritto delle nuove tecnologie informatiche. Da diversi anni si occupa della conoscenza, dello sviluppo e della diffusione del culto cattolico ai Sette Arcangeli Assistenti al Trono di Dio (Tb 12,15; Ap 1,4) e dell’Arcangelo Uriele. Ha scritto oltre 40 libri sull’argomento e creato un sito internet dedicato a questo tema.
Marcello Stanzione (Salerno, 1963) è parroco dell’Abbazia di Santa Maria Nova a Campagna (SA). Nel 2002 ha rifondato l’Associazione Cattolica Milizia di San Michele Arcangelo per la diffusione della devozione cristiana agli angeli. Ha scritto oltre 300 libri sugli angeli e su tematiche affini di spiritualità cattolica, tradotti anche all’estero. Tiene conferenze su temi di angelologia, mariologia e agiografia.
Icona greca in legno e scavata realizzata a mano in serigrafia su tela e ripassata con cera d'api da esperti agiografi.
Il soggetto, copia dell'originale, rappresenta la Trinità di Rublev (secondo la tradizione, Dio padre a sinistra, Cristo al centro e lo Spirito Santo a destra, con il Calice simbolo dell'Eucaristia tra di loro); misura circa 19 cm di altezza x 15 cm di larghezza e può essere sia appeso che appoggiato.
Certificato di garanzia sul retro.
Continuando il cammino intrapreso nel suo "Pomeriggio del cristianesimo" (2022), il teologo Tomás Halík ci racconta qui il suo sogno della Chiesa che verrà. Un sogno a occhi aperti di un nuovo mattino, che prende la forma di dialogo con l'immaginario papa Raffaele del futuro, vero archetipo della figura papale che già nel nome (in ebraico, letteralmente: 'Dio guarisce') si manifesta come un padre spirituale che ispira e incoraggia, pastore di tutte le persone alla ricerca di senso. Halík mette per iscritto questi dialoghi tra il sogno e la veglia sotto forma di lettere (dodici come i dodici apostoli) in cui, con la libertà del figlio, confida e affida a papa Raffaele le sue speranze e i suoi dubbi, le idee e le preghiere di fronte al destino dell'esperienza religiosa, che non sta scomparendo, ma piuttosto cambiando nel suo modellarsi nel contesto della contemporaneità, mandando segnali di grande richiesta di senso, e che per questo va compresa e interpretata in modo nuovo. Cercatore tra i cercatori, in queste sue lettere immaginarie e concretissime Halík si interroga senza sconti sulle difficoltà e i problemi attuali cui il cristianesimo si trova a rispondere, dalle guerre al cambiamento climatico, dagli scandali e gli abusi alla sfida dell'intelligenza artificiale, al senso che per le donne e gli uomini di oggi possono avere l'inferno e il paradiso... Ne nasce, in questo che è forse il suo libro più personale, la visione profetica di una Chiesa davvero cattolica, cioè universale ed ecumenica, che, senza perdere la propria identità, non rinuncia a «uscire da sé stessa» e a leggere con coraggio e senso di responsabilità i segni dei tempi, intraprendendo un cammino sinodale per tornare a essere sale della terra, lievito per il pane fresco di domani.
L'esegesi partecipata di Erich Zenger – fra i più insigni degli esegeti cattolici tedeschi del XX secolo – mira a far cogliere ciò che ci fa sentire parte attiva nella lettura dei Salmi veterotestamentari. L'illustrazione dell'architettura di una poesia, del suo mondo di immagini e della sua lingua deve portare alla luce ciò che una poesia smuove e suscita in noi, così da farci comprendere la dinamica in cui ci troviamo coinvolti.
E i Salmi biblici sono anzitutto poesie. Chi prega i Salmi e si lascia afferrare dalle loro parole non solo viene messo a confronto con la vita concreta, ma in questa viene a trovarsi calato: i Salmi sono preghiera profetica e insieme apostolica e collocano l'orante nella tensione vitale di mistica e politica, di contemplazione e lotta.
Libro di canti e insieme di lettura, il Salterio biblico distoglie insomma dall'ovvietà della vita quotidiana e mira alla sfera emotiva: questi sono i principi che guidano la traduzione di Erich Zenger e le linee lungo le quali si muove il suo commento. Quello che qui si pubblica è il primo di quattro volumetti che si concepiscono come introduzione alla forma e alla teologia del Salterio biblico.
Una voce ci guida alla gioia è il sussidio pensato dall’Azione Cattolica dei Ragazzi per accompagnare i bambini dai 7 ai 10 anni nel tempo di Avvento e Natale. Nel cammino verso Betlemme la guida sarà Giovanni il Battista, colui che ha annunciato la nascita di Gesù e gli ha preparato la strada.
Ogni giorno incontreremo alcuni personaggi che, insieme a Giovanni, ci accompagneranno in questo tempo; dopo aver ascoltato la loro storia, ci sarà uno spazio dedicato ai giochi attraverso il calendario d’Avvento.
Durante il fine settimana saranno con noi alcuni testimoni, per riscoprire un po’ di storia e radici della nostra fede e per metterci in ascolto della Parola. Insomma, non rimane che metterci in viaggio sapendo che una voce ci guida alla gioia!
Un racconto della vita di Gesù di Nàzaret basato su studi storici e capace di mantenere l'immediatezza e la semplicità della testimonianza offerta dai discepoli. «L'incontro con Gesù, oggi come duemila anni fa, è una questione di cuore, di sguardi, di commozione che prende fin nelle viscere: è più nella sua persona che nella sua dottrina.» Chi era davvero Gesù di Nàzaret? In questo volume, Andrea Tornielli accoglie la sfida di raccontare la sua storia, la sua vita terrena, dalla nascita a Betlemme, con una mangiatoia come prima culla, fino alla morte sulla croce, nell'estremo sacrificio, e alla resurrezione. Lo fa unendo in un'unica narrazione i testi dei quattro Vangeli - le testimonianze degli amici di Gesù, degli apostoli, dei testimoni oculari che lo hanno seguito per tre anni lungo le strade della Galilea e della Giudea - e li alterna a un personale tentativo di ricostruire con l'immaginazione, e con l'aiuto dei più autorevoli studi storici, tutto ciò che gli evangelisti non hanno scritto. L'autore permette in questo modo ai lettori di "entrare" nel Vangelo per incontrarne il Protagonista, "vederlo" parlare, commuoversi, soffrire, diffondere la sua Parola e compiere miracoli. Intessuti nella narrazione, i commenti e le riflessioni di Papa Francesco ci accompagnano di episodio in episodio, riportandoci spesso al momento attuale, per ricordare che Gesù continua a vivere tra la gente ed è sempre possibile incontrarlo, oggi come un tempo sulle rive del lago di Tiberiade, scorgendolo sul volto degli altri, dei poveri, di chi soffre, di quegli uomini e donne a cui il Nazareno non ha mai negato il proprio sguardo d'amore.