Uno dei problemi più difficili che i cristiani hanno è quello del rapporto con i beni materiali. Nelle ricche nazioni dell'Occidente gli individui accumulano indefinitamente e nello stesso momento hanno coscienza della povertà quotidiana con la quale si confronta la maggior parte della popolazione del pianeta. Ciò rende il rapporto con i beni materiali e con la ricchezza estremamente ambiguo. Le crisi finanziarie intervengono poi a rivelare la fragilità del sistema di sicurezza che i beni materiali dovrebbero costituire per gli esseri umani. In questo libro l'autore si chiede che cosa ha da dire l'intera Bibbia su questi temi. Partendo dalle idee fondamentali dell'Antico Testamento, e passando in rassegna le concezioni dell'epoca intertestamentaria, arriva ad analizzare l'insegnamento di Gesù e del Nuovo Testamento. La sua teologia biblica dei beni materiali illumina le problematiche attuali e suggerisce delle piste di riflessione valide per il mondo contemporaneo
Solitamente si ritiene che la difficoltà maggiore nel mettere in pratica ilVangelo consista nel fatto che esso è troppo lontano dal nostro vissuto quotidiano. Non potrebbe essere vero il contrario? Forse, in realtà, non riusciamo ad attuarlo nella nostra vita perché riteniamo di conoscerlo già, di averlo ascoltato e letto da sempre, e così non poniamo tutta la nostra attenzione nei suoi confronti. Questo libro – seguendo un’insolita ma efficace metodologia – aiuta a leggere il Vangelo come se lo prendessimo in mano per la prima volta, eliminando quei pregiudizi, sedimentati dentro di noi nel corso degli anni, che non ci permettono di entrare nella profondità del messaggio. Aiutati a cogliere, in alcuni noti brani evangelici, numerosi particolari che quasi sempre sfuggono, riusciremo a leggerli con occhi diversi, facilitando così la loro attuazione nella nostra vita quotidiana e ricevendo stimolo a nutrirci sempre più della Parola di Dio.
Destinatari
Tutti i cristiani.
Autpre
Don Pierluigi Plata è nato a Iseo (BS). È stato parroco nella sua Diocesi bresciana e, mentre esercitava il ministero pastorale, ha conseguito la Licenza e il Dottorato in Sacra Teologia. Ora è cappellano militare a Roma, dove è anche direttore spirituale del Seminario Maggiore dell’Ordinariato militare in Italia. Nel suo ministero sacerdotale ha sempre armonizzato concretezza pastorale, rigore teologico del Magistero e dimensione spirituale. Ha pubblicato L’ultima decisione dell’uomo. La proposta della Endentscheidungshypothese in Ladislaus Boros (Assisi 2005) e Pensieri durante un funerale (Milano 2009). Suoi contributi sono presenti in L’uomo e la parola. Pensiero dialogico e filosofia contemporanea (Trapani 2007); La parola giusta. Comunicazione tra etica ed ermeneutica (Trapani 2008) e Il Volto nel pensiero contemporaneo (Trapani 2010)
Se Dio è amore, e non potere, non può essere comunicato attraverso la Legge o la Dottrina, ma solo mediante gesti che trasmettono vita. L'amore incondizionato però scandalizza, perché la gratuità sovverte l'ordine del potere su cui si fonda ogni società, compresa la società particolare chiamata "Chiesa". I "versetti pericolosi" narrano l'episodio dell'adultera: ci vollero tre secoli prima che questi undici scandalosi versetti di Luca trovassero ospitalità nel Nuovo Testamento e altri due per essere inseriti nella liturgia. Ma parlando del passato, Maggi allude al presente e suscita un vento di profetica ribellione contro una fatua spiritualità dell'apparire e del potere. Bibbia alla mano, ecco un viaggio capace di stravolgere il comune modo di guardare alle cose. Una rivoluzione nell'alfabeto dei sentimenti e nella cultura dei valori, che sostituisce l'amore alla forza, la misericordia al castigo, la generosità all'interesse. In Italia, dai tempi di David Maria Turoldo, nessuno riusciva a leggere con tale forza i testi sacri del cristianesimo.
Queste pagine ripropongono un documento nel quale il beato Gabriele Allegra frate minore, missionario e primo traduttore della Bibbia in cinese - ci offre la fedele ricostruzione delle conversazioni da lui avute a Pechino con p. Pierre Teilhard de Chardin, negli anni 1942-1945. Il breve testo offre un resoconto dettagliato di quelle conversazioni e ricostruisce il cordiale clima umano con cui esse, per tre anni consecutivi, sono state vissute dai due illustri interlocutori. Teilhard de Chardin - gesuita e tra i massimi teologi del XX secolo - era profondamente affascinato dalla presenza di Cristo in tutte le cose e cercò con passione di trasmettere quella visione che da parte sua coglieva con tanta chiarezza. Quando incontra p. Allegra comprende di avere di fronte un valido interlocutore con cui approfondire la tematica del primato di Cristo, non solo in San Paolo ma anche in Duns Scoto e nel vasto mondo della filosofia francescana.
Nono titolo della collana "Forum ATI", a cura dell'Associazione Teologica Italiana, per chiunque voglia interrogarsi sul rilievo e sulla posizione da accordare al testo biblico nella pratica della teologia. A distanza di cinquant'anni dal Concilio Vaticano II la coscienza del credente è chiamata a un esame di coscienza: quali la consistenza e l'efficacia dei percorsi di conoscenza, di autocoscienza e di autoconfigurazione della vita alla luce del testo biblico?
La relazione tra vita cristiana e salvezza è abbastanza scontata. È forse possibile vivere, semplicemente, senza una tale prospettiva' Nella Bibbia coesistono varie teologie della salvezza. Una prima differenza si potrebbe fare tra l'Antico e il Nuovo Testamento. Dentro i due stessi contesti si possono incontrare tanti tipi di salvezza, quante sono le culture teologiche dentro le quali essi si sviluppano. La presente ricerca è una indagine sui concetti di vita e di salvezza nella Bibbia. In entrambe le alleanze, Dio è sorgente primordiale di vita e roccia di salvezza. Per il Nuovo Testamento, tuttavia, è in Cristo che l'uomo riceve sia la vita sia la salvezza. Questa, in fondo, si riduce a un unico atto di Dio, anzi, a una persona, Cristo Gesù, che chiede di essere accolta nella fede, vissuta nell'amore, attesa nella speranza. Il testo è scaturito dal corso: "Vita cristiana in prospettiva soteriologia", tenuto in vari semestri al Pontificio Istituto Pastorale dell'Università Lateranense.
Nel XXI secolo ha ancora senso analizzare testi in cui si menzionano il diavolo e le potenze maligne? E ancora, si può parlare di Dio, di Cristo e dei cristiani usando un linguaggio militare? Il volume si concentra sull'esortazione di Ef 6,10-20 nel suo insieme e ne commenta dettagliatamente i vv. 10-13.
Descrizione dell'opera
Tema unico del volume è la libertà, a cui Israele è chiamato. L'autore lo sviluppa in tre tappe - il dono della libertà, la legge della libertà, gli inni alla libertà - di indubbia unità e coerenza, pur associando tre generi letterari così diversi come quelli del racconto, della legge e della preghiera.
La storia di Israele comincia con la liberazione dall'Egitto: attraversando le acque del Mar Rosso una famiglia di schiavi nasce come popolo libero. Accede quindi alla parola, può rivolgersi agli altri e al suo Signore in un canto che celebra «il dono della libertà».
Il Dio che si presenta nel Decalogo si definisce liberatore: «Sono io, il Signore tuo Dio, che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa degli schiavi». Secondo la doppia legge positiva del sabato e dell'onore dovuto al padre e alla madre, su cui è incentrato il Decalogo, l'uomo è invitato a non ridurre il proprio figlio/figlia in schiavitù; al contrario, è chiamato a liberare il proprio schiavo/schiava e l'immigrato, trattandoli come figli. Gli viene proposto, come figlio di Dio, di imitare la condotta di quest'ultimo. È «la legge della libertà».
Dall'esodo nasce la Pasqua. I figli di Israele avrebbero via via composto e cantato i sette salmi della «lode di Pasqua» (Sal 113-118) e della «grande lode» (Sal 136), poi ripresi nella celebrazione familiare della festa. Attraverso «gli inni alla libertà» la parola dell'uomo e quella di Dio entrano in un reciproco scambio, costitutivo del rito.s
Prefazione. I. Il dono della libertà. 1. Il passaggio del mare (Es 14). 2. Il Canto del mare (Es 15). II. La legge di libertà. 3. Il Decalogo del libro dell'Esodo (Es 20,2-17). 4. Il Decalogo del libro del Deuteronomio (Dt 5,6-21). 5. Perché due Decaloghi? III. Inni alla libertà. 6. «Chi è come il Signore nostro Dio?» (Sal 113). 7. «Che hai tu, mare, per fuggire?» (Sal 114). 8. «Israele, confida nel Signore!» (Sal 115). 9. «Io credo» (Sal 116). 10. «Lodate il Signore, tutti i popoli!» (Sal 117). 11. «La destra del Signore è esaltata» (Sal 118). 12. «Sì, per sempre la sua fedeltà» (Sal 136). Epilogo. Sigle e abbreviazioni. Lessico dei termini tecnici. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
Roland Meynet, nato nel 1939 a Thonon-les-Bains (Francia), è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1959. Ha conseguito le licenze in lettere, linguistica, teologia, scienze bibliche, la laurea in lingua e letteratura araba, il dottorato di terzo ciclo e il dottorato di ricerca in linguistica. Ha lavorato quattordici anni all'Università San Giuseppe dei gesuiti a Beirut, dove è stato direttore del Centro di ricerche e di studi arabi e ha fondato il Centro di studi delle lingue moderne e la Scuola di traduttori e interpreti. Ordinario di teologia biblica e titolare del corso di Vangeli sinottici alla facoltà di teologia dell'Università Gregoriana, è stato per parecchi anni professore invitato all'Università degli studi di Torino e alla facoltà di teologia del Centre Sèvres di Parigi. Dirige, con Pietro Bovati, le collane «Rhétorique biblique» alle Éditions du Cerf e «Retorica biblica» alle EDB. Ha pubblicato per le EDB: La Pasqua del Signore (2002), Morto e risorto secondo le Scritture (2003), Il Vangelo secondo Luca. Analisi retorica (2003), Leggere la Bibbia. Un'introduzione all'esegesi (2004), Una nuova introduzione ai Vangeli sinottici (22006), Trattato di retorica biblica (2008); inoltre ha curato con J. Oniszczuk Retorica biblica e semitica 1 (2009).
978882631772 Il volume è stato pensato come uno strumento utile ai fini della comprensione del Pentateuco e dei Libri Storici della Bibbia ebraica. Esso nasce dall'insegnamento e mira a facilitare l'approfondimento dei testi e delle problematiche che si affrontano nei percorsi di formazione degli Istituti Superiori di Scienze Religiose e delle Facoltà Teologiche, non mancano studi seri e approfonditi su questi argomenti; più raro è, invece, disporre di un manuale che tratti in maniera accessibile e, allo stesso tempo, scientifica le principali questioni in rapporto alla ricerca sul Pentateuco e sui Libri Storici, e che comprenda al suo interno anche alcuni saggi di esegesi. L'intento del manuale è quello di porre ordine nell'ampio e intricato quadro degli studi biblici sulla Tôrâ e sui libri della tradizione storica, esponendo sia le principali acquisizioni e le questioni sulle quali è ancora aperto il dibattito, sia due «focalizzazioni» attorno ai temi della terra e della Legge, temi ritenuti fondamentali per una sintesi teologica dei testi. Due sezioni compongono il volume, nella prima si affrontano le questioni fondamentali quali: i problemi letterari e la paternità mosaica del Pentateuco con la storia relativa agli studi sulla sua formazione e compilazione. Anche in rapporto alle tradizioni del Deuteronomista e del Cronista si presenta lo status quaestionis e le attuali convinzioni degli autori. Nella seconda parte del manuale si collocano sette brani di esegesi. Infine, quattro excursus raggruppati nell'appendice (sulla storicità degli avvenimenti dell'esodo, sul genere letterario, sulle quattro fonti e sul metodo storico-critico) racchiudono argomenti importanti sui quali spesso, nella didattica, è stato necessario indugiare ai fini di una migliore comprensione delle questioni.
Sebastiano Pinto, è nato a San Vito dei Normanni (BR) ed è presbitero della diocesi di Brindisi-Ostuni. Ha conseguito la Licenza in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, il Dottorato in Teologia con Specializzazione Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana e la Laurea in Sociologia presso l'Università degli Studi di Lecce. È docente di esegesi dell'Antico Testamento nella Facoltà Teologica Pugliese presso l'Istituto Teologico Pugliese (Molfetta) e l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Brindisi.
Un ritorno alla fonte. Un tentativo di spiegare l'Eucaristia con la Parola attraverso alcune finestre bibliche per ridestare lo ''stupore eucaristico''. Così otto biblisti percorrono il cammino eucaristico con i tre momenti che la Rivelazione presenta. La prefigurazione dell'Eucaristia attraverso alcuni passi dell'AT, i momenti centrali dell'istituzione e alcune testimonianze tratte dagli scritti delle prime chiese neotestamentarie. Un saggio, forse meglio un ''assaggio'' di Profezia, di Evento e di Sacramento, per condurre oltre il velo dei segni, per aiutare a ''vedere l'invisibile'' (Eb 11,27)… (dalla Presentazione di Giacomo Violi) GIACOMO VIOLI ha conseguito il Dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Urbaniana. è professore di Esegesi del Nuovo Testamento e Teologia Biblica presso l'Istituto di Scienze Religiose ''Contardo Ferrini'' di Modena. GLI AUTORI Claudio Arletti, Guido Benzi, Elena Bosetti, Bernardo Estrada, Paolo Garuti, Ramirez Rafael Martin, Giacomo Morandi, Giacomo Violi.
DESCRIZIONE: Il noto esegeta e studioso protestante di teologia biblica Gerhard von Rad in questo suo breve ma denso saggio riprende uno degli episodi più sconvolgenti dell’Antico Testamento, quello del sacrificio di Isacco chiesto da Dio ad Abramo. Accanto all’esposizione esegeticamente approfondita che ne offre con chiarezza e sobrietà, l’Autore, mostrando grande apertura culturale, presenta con concisione quattro interpretazioni del racconto, dalle quali la profondità abissale di questo momento “numinoso” della Sacra Scrittura appare nel riflesso di personalità tanto diverse e lontane nel tempo, quali Lutero, Kierkegaard e il filosofo polacco contemporaneo Leszek Kolakowski, da un lato, e Rembrandt dall’altro, del quale sono riprodotte quattro opere illustranti il sacrificio di Abramo. Dalle potenti intuizioni del Riformatore, pur legato ad una spiegazione “storica” del passo della Genesi, agli sviluppi inquietanti, filosofici e teologici, letterariamente intensi, di Timore e tremore del pensatore danese, alla cruda parodia, in chiave politica attualizzata, del filosofo polacco, alle variazioni grafiche e pittoriche, grevi di umanità e vibranti di fede biblica, del genio olandese, una ricchezza insondabile di significazioni e di stimoli si schiude da queste antichissime pagine scritturistiche.
COMMENTO: Un classico dell'intrepretazione biblica della vicenda di Abramo e Isacco, scritto dal maggiore esegeta del '900.
GERHARD VON RAD (1901-1971) ha insegnato all’Università di Heidelberg ed è stato tra i maggiori esegeti dell’Antico Testamento. Fra le sue opere, pubblicate da Paideia: Teologia dell’Antico Testamento, 2 voll. (Brescia 1972-1974); Genesi. La storia delle origini (Brescia 1993); Deuteronomio (Brescia 2004). Per Marietti: La sapienza in Israele (Genova 1975).
Descrizione dell'opera
«L'oggetto unico delle ricerche contenute in questo libro è il culto del Cuore di Gesù Cristo come simbolo del suo amore divino e umano per il Padre e per gli uomini. Considerando questo Cuore da vari punti di vista - biblico, simbolico, dottrinale, storico, liturgico, ecc. - lo studio è una sintesi di tale mistero» (dalla Prefazione del card. Schönborn).
L'opera - una vera enciclopedia tematica - vuole essere soprattutto una proposta corrispondente alla sensibilità del nuovo millennio. Facendo appello sia all'intelligenza che all'affettività del lettore, pone solide basi per una rilettura, biblica e storica a un tempo, del mistero dell'amore redentore sotto il segno del 'cuore'.
Dopo un ampio preludio, dedicato a chiarire l'impostazione dell'opera, la prima parte, modestamente intitolata «Piccola grammatica dell'aspetto simbolico», tratta dell'esperienza simbolica, dell'interpretazione dei simboli, del simbolo del cuore. La seconda parte, «Aprire la Bibbia come Chiesa», sviluppa il passaggio teologicamente decisivo dal simbolo al mistero. La terza e la quartasono rivolte all'oggi della Chiesa: applicano all'evangelizzazione dell'attuale momento storico il tema del Cuore di Cristo («Una parola chiave per l'evangelizzazione: inculturarsi») e propongono un ricentramento della catechesi sulla coscienza di Cristo e sul Cuore di Cristo («Per penetrare più profondamente nel mistero»).
L'apparato iconografico mostra visivamente le trasformazioni culturali che ha conosciuto la rappresentazione del Cuore di Gesù.
Sommario
Prefazione (card. C. Schönborn). Introduzione. Prologo spirituale. I. Piccola grammatica del simbolo. 1. L'esperienza simbolica. 2. L'interpretazione dei simboli. 3. Il simbolo del cuore. II. Aprire la Bibbia come Chiesa. 4. Il rapporto Scrittura-Tradizione. 5. Il mistero del Cuore di Gesù. 6. L'esperienza del Cuore di Gesù. III. Una parola chiave per l'evangelizzazione: inculturarsi. 7. Inculturazione e segni dei tempi. 8. Un segno attuale. 9. Un segno di avvenire. IV. Per penetrare più profondamente nel mistero. 10. Il ricentramento della catechesi. 11. Cuore di Gesù e mistero della salvezza. 12. Coscienza di Cristo e Cuore di Gesù. Conclusione generale. Uno strumento al servizio della «sinfonia» della fede. Postfazione. Elenco delle sigle. Vocabolario. Indici. Indice delle illustrazioni. Indice dei nomi di persona.
Note sull'autore
Édouard Glotin, nato nel 1927, gesuita, è da molti anni apprezzato per il suo approccio simbolistico alla catechesi del Cuore di Gesù. Ha pubblicato, fra l'altro, Le Coeur de Jésus, signe de salut. J'entends battre ton coeur (DDB, 1984), Le Coeur de Jésus. Approches anciennes et nouvelles (Lessius, 2001) e Voici ce Coeur qui nous a tant aimés (Éditions de l'Emmanuel, 2003). Nata sulla scia dell'enciclica di Benedetto XVI Deus caritas est, la composizione di quest'«opera di riferimento» ha beneficiato della stretta collaborazione di Martin Pradère (diocesi di Parigi) e Xavier Skof (diocesi di Lione).