«Alcune regioni del mondo producono storia più delle altre. Una di queste è l'Europa centro-orientale». E allora come raccontare una realtà così complessa come quella oltrecortina? Nell'introduzione, Demetrio Volcic fa un divertentissimo elenco dei mancati scoop della sua vita professionale: notizie rivoluzionarie bucate perché in casa non c'era un telefono, messaggi transcontinentali di superpotenze il cui prezioso sottinteso non veniva afferrato. La stessa ironia, lo stesso understatement unito però alla presenza «sul pezzo», adorna queste cronache degli anni da inviato nell'Est europeo prima e subito dopo la fine della cortina di ferro. L'angolo di inquadratura è sempre sommesso: ai giardinetti, dove la fine del regime l'ha relegato, il segretario del capo supremo dell'Ungheria comunista ricorda il «terribile '56» e i retroscena; un Dubcek dalla triste figura guida la rassegna dei fantasmi e delle ombre del passato in una Praga malinconica; la Guerra Fredda e gli ultimi scampoli nei dilemmi dei leader, dal generale polacco Jaruzelski a Gorbacëv; «l'eleganza» della censura nell'Europa dell'Est; e le tre grandi giornaliste sue vittime mettono a fuoco il ritratto di Putin prima dell'Ucraina. Formano il diario di viaggio di un disincantato osservatore nel continente della grande storia geopolitica, solo che ciò che ne profila le tappe è prima di tutto l'aneddoto, il paradosso, spesso il grottesco: la scenografia che dà il tono a volte al colpo di scena del potente, a volte alle sue stanze di vita quotidiana, è sempre in primo piano. Ed è sorprendente come lo stesso effetto autorevole, bonario, sorridente di se stesso prima che degli altri, che Demetrio Volcic trasmetteva dallo schermo televisivo, lo restituisca in queste pagine di prosa suadentissima, poco appariscente, intrise di un umorismo che realizza nel minimo il massimo di iconicità e di eleganza.
Il Giordano è un fiume povero rispetto ai più gloriosi e maestosi Tigri, Eufrate e Nilo, eppure è divenuto un grande simbolo della speranza. Nell'immaginario collettivo è un fiume unico, ed è alla Bibbia che deve la sua unicità. Di questo fiume che si ramifica in entrambi i Testamenti, che irrora il terreno desolato della storia, che ha purificato peccatori, bagnato malati e battezzato il Figlio di Dio, Gianfranco Ravasi vuole tracciare la biografia. Perché il Giordano è quasi una persona, una creatura vivente, come la sua storia, con un volto mutevole, una nascita e una morte, e un'esistenza tortuosa. Attraverso la documentazione biblica e la ricerca topografica, archeologica, letteraria e artistica, il libro è un invito a conoscere, ripercorrendola, la vita di un luogo tra i più cari ai pellegrini e viaggiatori in Terra Santa. Un viaggio dall'Antico al Nuovo Testamento attraverso il "filo azzurro" di un fiume che scorre lungo tutta la storia della Salvezza.
Al Circolo Polare Artico, gli elfi ricevono una lettera: “Abbiamo rapito Babbo Natale. Quest’anno niente regali per nessuno”. Una misteriosa scomparsa, intorno a cui s’incontrano e si scontrano elfi, krampus e altri personaggi della leggenda e del folklore popolare, insieme a quelli della tradizione natalizia: San Nicola, Befana, Re Magi, Santa Lucia… Riusciranno tutti insieme a salvare il Natale e partecipare alla festa?
Spartiti musicali delle canzoni: Scrivi la tua letterina – Che fine ha fatto Babbo Natale? – Danza in mezzo al bosco –– Ora serve del coraggio – Se salvassimo il Natale – Tutti i giorni è Natale.
«Fa troppo caldo. Parlano lingue incomprensibili. C'è sempre la guerra. Chissà poi cosa si mangia...». Di pregiudizi intorno alla Terra Santa ce ne sono tanti. Partendo proprio da qui l'Autore, giornalista esperto di Medio Oriente, si propone un intento molto semplice: rispondere a dieci luoghi comuni in circolazione sulla Terra Santa che scoraggiano i pellegrini e che invece non hanno proprio nulla a che fare con la realtà che si incontra davvero in Israele e in Palestina. Oltre a questo, c'è pure un'altra piccola ambizione: provare a far riflettere anche chi in Terra Santa ci va più che volentieri, perché questa non è una meta come tutte le altre. Sfatando i preconcetti, emerge il ritratto, eseguito con serietà (e tanta sana ironia!), di una terra dai volti sorprendenti, che spiazza e affascina il viaggiatore. «Non è un posto che fa per me». Tu comincia a leggere. Poi si vedrà.
Con le più recenti pronunce della Corte Costituzionale e i principali nuovi provvedimenti di cui si è tenuto conto. L. 26 apr. 2019, n. 36: Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa. L. 12 apr. 2019, n. 33: Inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell'ergastolo. D. Lgs 7 mar. 2019 n. 24: Direttiva UE 2016/1919 sull'ammissione al patrocinio a spese dello Stato per indagati e imputati nell'ambito di procedimenti penali e per le persone ricercate nell'ambito di procedimenti di esecuzione del mandato d'arresto europeo. D. Lgs. 12 gen. 2019, n. 14: Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza. L. 9 gen. 2019, n. 3: Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti politici. L. 30 dic. 2018, n. 145: Legge di stabilità 2019. L. 1 dic. 2018, n. 132: Conversione del D.L. 4 ott. 2018, n. 113, recante disposizioni in materia di protezione internazionale, immigrazione, sicurezza pubblica e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità.
La poesia tende di per sé a essere oracolo. Il poeta accusa o esalta, egli vede il male del mondo, ne è turbato; ma contempla anche la gloria di Dio che si dispiega nell’universo e conosce la grandezza dell’uomo.
Giorgio Mazzanti ha accusato la rovina di un mondo dissociato e dissacrato, si è sentito coinvolto nella stessa rovina; non poteva tuttavia dimenticare che era nella sua missione l’annuncio della salvezza e il riconoscimento della grandezza dell’uomo. Questa grandezza è contemplata dal poeta nella Vergine Madre di Dio: nella Vergine, pura creatura, non è soltanto la natura dell’uomo ma è la persona creata che viene elevata a una sublime dignità. Nella Vergine risplende, più che in ogni altra creatura, la libertà di Dio e il suo amore infinito.
Dalla Presentazione di Divo Barsotti
Preparami la colazione. Storia di Lucia che dà del tu a Dio: Può una malattia trasformarsi in un canto d'amore per la vita? È successo a Lucia Roncareggi, una ventenne che, all'improvviso, si è trovata a fare i conti con un tumore. Questo libro è il racconto della sua storia. Ma è soprattutto un viaggio nelle poesie che prima e durante quel periodo lei ha scritto. Due voci per una stessa musica: quella di chi, nella sofferenza, non rinuncia a cercare la sua felicità. È la cronaca di una lunga preghiera a un Dio che non può rimanere lontano: deve mostrare ora tutta la sua tenerezza. Una "danza sui carboni ardenti del dolore" che, alla fine, avrà un esito sorprendente. Come questa malattia che ha detto molto anche a chi malato non è.
Quel 24 luglio 1923 fu il giorno in cui scoppiò la pace? Sì e no. La pace è una condizione temporanea, non un'entità permanente: è instabile. Un trattato di pace annuncia, da un punto di vista normativo, la fine delle ostilità fra gli Stati, ma non la fine delle violenze o dei risentimenti. Quel giorno terminò il decennio della Grande Guerra, ma ciò che subentrò fu un ordine internazionale precario e pur sempre caratterizzato dalla violenza. A Losanna si disinnescarono alcuni conflitti, ma si innescarono nuove ostilità. Marx aveva ragione: noi tutti creiamo la nostra storia, ma non nella maniera in cui crediamo di farlo. Il 24 luglio 1923 venne firmato a Losanna l'ultimo trattato che poneva fine alle ostilità della Grande Guerra. Jay Winter racconta ciò che accadde quel giorno e come milioni di civili si trasformarono in ostaggi, scambiati per il raggiungimento della pace: la maggioranza dei cittadini greco-ortodossi della Turchia perdette il diritto di cittadinanza e di soggiorno in quello Stato, lo stesso accadde alla maggior parte dei cittadini musulmani della Grecia. Di fatto venne introdotta nel diritto internazionale una definizione di cittadinanza basata sulla religione. Il secondo prezzo della pace fu pagato dal popolo armeno al quale non venne riconosciuta una patria nelle terre da cui era stato espulso. E così il 24 luglio 1923 la pace venne prima della giustizia e aprì la strada alle forze che porteranno nel 1939 alla guerra globale.
Questa è la storia di Franco Basaglia, nato nel 1924, figura rivoluzionaria che ha dimostrato che i 'pazzi' potevano vivere fuori dagli istituti e che ha lottato per il superamento degli ospedali psichiatrici. Ma è anche la storia di Rosa, coetanea di Basaglia, una giovane donna nata e cresciuta non lontano da lui, che viene investita da un'auto e che da quel momento combatte con le crisi epilettiche e con la malattia mentale. Rosa per tutta la vita affronta il manicomio, l'elettroshock, l'uso massiccio di psicofarmaci, l'assenza di diritti civili, lo stigma. «Cento giorni che non torno», ripete a una delle figlie che la va a trovare in manicomio di nascosto, perché una madre internata è una vergogna. Le due vite di Franco e Rosa corrono parallele in un secolo in cui l'approccio alla malattia mentale cambia profondamente. Con l'approvazione della legge 180 si apre una stagione di speranze, ma l'iniziale entusiasmo lascia spazio presto alla lotta delle famiglie con servizi pubblici sottodimensionati, alla preoccupazione per i Tso violenti, alla diffusione di un 'manicomio chimico'. Valentina Furlanetto ci accompagna, con la lucidità della cronista e la sensibilità della scrittrice, in un viaggio tra dolore, vergogna, voglia di libertà.
La millenaria storia dell'impero di Bisanzio ha avuto continui punti di contatto con quella dell'Occidente, basti pensare alla presenza dei bizantini in Italia, dove restarono come dominatori dal VI all'XI secolo. I rapporti si fecero poi conflittuali fino a giungere nel 1204 alla quarta crociata, allorché veneziani e crociati si impossessarono di Costantinopoli. Nel Trecento l'atteggiamento dell'Occidente, e soprattutto di Venezia, fu più accondiscendente nei confronti di Bisanzio, considerata un avamposto della cristianità contro la montante marea dei Turchi ottomani. Vennero di conseguenza forniti aiuti militari, ma le discordie fra gli stati europei e la potenza dei Turchi condussero fatalmente alla fine dell'impero nel 1453.
Il volume racchiude una selezione delle oltre seicento lettere scambiate tra Giorgio La Pira e Fioretta Mazzei, che fu sua amica e fidata collaboratrice. La corrispondenza scelta, relativa al periodo 1943-1948, permette al lettore uno sguardo ampio sulle vicende politico-istituzionali del tempo, oltre a essere una fonte preziosa per approfondire le biografie di due importantissime figure delle storia istituzionale e religiosa fiorentina e non solo.
L’intero epistolario è contenuto nel CD allegato.
Introduzione di padre Eugenio Barelli, postfazione di mons. Piero Coda.
In cofanetto il classico in tre volumi in cui lo storico Giorgio Tourn delinea un protestantesimo che non si limita all’ambito dei fenomeni religiosi, ma, rappresentando il progetto di una nuova società cristiana voluta da Dio, si realizza attivamente all’interno della realtà storica, in particolare in ambito culturale, sociale e politico, contribuendo a gettare i semi dell’Europa moderna.