«La ragione misura di tutte le cose» è stato lo slogan pretenzioso di tutti i razionalisti. Ma costretti a escludere ciò che la ragione non riusciva a misurare, finivano sempre per trasformare la ragione stessa in una gabbia, privandola di mille energie conoscitive. «La ragione protesa a tutte le cose», anche a quelle che la superano da ogni parte, è stato, invece, il principio glorioso di tutti i veri filosofi, innamorati della Verità. Essi hanno ritenuto beatificante il fatto di accendersi e di vibrare di commozione ogni volta che la loro ragione sfiorava il mistero, sempre convinti che sia gloriosamente ragionevole accoglierne la rivelazione, se essa viene donata. E quando Dio, l'Assoluto Vero, comincia a manifestarsi, la ragione non teme di essere schiavizzata, ma si inoltra in ampiezze e profondità illimitate. In questo libro padre Antonio Maria Sicari «riascolta» cinque grandi Santi e Dottori della Chiesa (sant'Agostino, sant'Anselmo d'Aosta, sant'Alberto Magno, san Tommaso d'Aquino e J.H. Newman) in cui la ragione umana è luminosa e affascinante come quando è pervasa dalla fede.
Madre Anna Maria Cànopi (1931-2019) ha lasciato una ricca miniera di scritti ancora inediti. Questo volume raccoglie le riflessioni dell'autrice su due personaggi biblici sempre attuali: Elia ed Eliseo, che sono alle origini della spiritualità carmelitana, ma che portano un messaggio tuttora di grande rilievo per tutte le diverse famiglie religiose. In questi tempi, avari di padri e maestri di vita spirituale, è un grande conforto lasciarsi guidare a ripercorrere la storia del profeta e padre per eccellenza, Elia, e del suo amabile discepolo, Eliseo. Un aiuto e un invito a stare sulla Parola di Dio per crescere nella sequela dell'unico grande Maestro, Gesù Cristo, attraverso la conoscenza di due suggestive figure di padri che egli stesso ha amato e stimato.
"Credo la risurrezione della carne, la vita eterna", ultimo articolo del Simbolo apostolico, incontra oggi una vera afasia catechetica e anche teologica, tanto da richiedere un profondo ripensamento.
Il libro rimette al centro la domanda fondamentale di senso: se noi siamo il nostro corpo e se il nostro corpo siamo noi, che ne sarà di questo corpo? La fine, oppure la risurrezione, come afferma la fede cristiana che si fonda proprio sulla risurrezione corporea, sul corpo risorto di Gesù di Nazareth? La corporeità che è più del corpo trova il suo compimento nella risurrezione, o finisce con la morte, al più con una vaga idea di possibile sopravvivenza di qualcosa? Non è questo il caso serio della fede e della ragione umana? Nell'affermare il legame tra la risurrezione di Gesù e la nostra destinazione ultima, nella circolarità di teologia e filosofia, mettiamo alla prova l'attitudine della categoria di trasformazione a orientare il nesso tra fede ed esperienza.
Dopo la sacra Scrittura e alla sua luce, la via più sicura per conoscere il mistero della Vergine Maria è la preghiera liturgica. Ciò che la Chiesa crede di Maria, questo anche celebra, e viceversa. Ecco perché la venerazione riservatale nei misteri di Cristo celebrati trova eccellente espressione nelle formule liturgiche. Tra queste si distingue il prefazio, che costituisce l'esordio della Preghiera eucaristica, posta al cuore della celebrazione. I prefazi che sono considerati in queste pagine appartengono al Messale Romano, alle Messe della beata Vergine Maria e al Messale Ambrosiano: una sessantina di testi circa, dai quali emerge la visione "mariana" della Chiesa e quella che si può giustamente chiamare "mariologia liturgica". Mentre esprime il sentire della Chiesa, la preghiera liturgica ci apre i tesori della conoscenza dei misteri divini, tra i quali risplende la Vergine Maria, intimamente unita a Cristo e alla Chiesa.
Dove va la Chiesa? È questa la domanda a cui Enzo Bianchi dà risposta in questo libro. Di certo non una domanda facile o che permetta vie d'uscita semplici o repliche di comodo. Bianchi intraprende un percorso attraverso tematiche e parole chiave che durante le pagine ritornano più volte, si intrecciano e vengono contemplate da diverse prospettive, come in un volo dall'alto che permette di ricostruire una mappa reale e completa del territorio sorvolato. Le parole di Bianchi sono il frutto della meditazione di una vita e affrontano temi come la conversione al Vangelo, le urgenze per la Chiesa di oggi, il primato della Parola e l'ascolto, la fraternità, la lotta alla mondanità, il discernimento, la sinodalità e il futuro della Chiesa, la crisi delle vocazioni e la crisi della fede e - tra le domande fondamentali - quale speranza la Chiesa può offrire agli uomini e alle donne di oggi. Un testo denso, chiaro e profetico allo stesso tempo, scritto nella consapevolezza che - per usare le parole di papa Francesco - essere Chiesa significa "vivere insieme, mescolarci, incontrarci, prenderci in braccio, appoggiarci, partecipare a questa marea un po' caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio".
Il volume vuole offrire una presentazione il più possibile ordinata e organica degli elementi essenziali per la comprensione credente del sacramento cristiano. Dopo una ricostruzione storica, incentrata sui tornanti fondamentali che hanno segnato l’evoluzione del pensiero cristiano sul tema, la sintesi sistematica prende avvio dalla nodale acquisizione, da parte della riflessione del XX secolo, secondo cui la forma rituale rappresenta l'imprescindibile modalità attraverso cui il sacramento si dà. Su questa base, il testo riflette sul sacramento come azione rituale, così come si colloca nella dinamica del rapporto tra rivelazione e fede, per mettere poi a fuoco in modo specifico gli elementi che caratterizzano l’identità del sacramento.
La prof.ssa Marta Cartabia firma l'editoriale, con il testo della prolusione di inaugurazione dell'Anno Accademico della Facoltà. I saggi che seguono sono il frutto della riflessione di autori di fama internazionale, pubblicati in omaggio al prof. Sergio Ubbiali. L'insieme dei contributi disegna un itinerario che nel rivisitare le tematiche fondamentali del sapere teologico ne ripensa le condizioni in stretto dialogo con il pensiero contemporaneo.
Ci sono diversi modi di intendere e vivere quella fondamentale dimensione della vita di fede che è la preghiera. In questo libro, la preghiera cristiana ci appare come cammino di trasfigurazione di tutta la vita - ovvero di cose, volti, circostanze che gremiscono la carne ed il sangue del nostro umano vivere in questo mondo. Per l'uomo che ha la grazia di vivere in cristo e di cercarlo con semplice perseveranza, tutto a poco a poco, si trasforma in canto e viceversa il proprio canto, la propria preghiera si riempie di innumerevoli voci: il grido del falco ed il pianto d'un bambino, il gracchiare del corvo e lo stormire del vento - ogni voce diviene all'orecchio dell'anima orante eco della voce dell'amato che la cerca e della propria che cerca lui. Ogni volto umano diviene ai suoi occhi un'icona di Lui che le viene incontro - ora crocifisso, ora gioioso, ora glorioso.
L'evangelista Marco fu il primo a scrivere un vangelo. È il testo più antico che abbiamo insieme alle lettere di Paolo. La tradizione sosteneva che Marco fosse un discepolo di Pietro che aveva scritto un riassunto del Vangelo di Matteo. In questo studio, l’autrice sostiene che Marco è un discepolo teologico di Paolo e dimostra che la teologia di Paolo migliora la nostra comprensione della narrazione di Marco perché completa il significato del vangelo e ne integra l’intenzionalità.
Note sull'autore
Mar Pérez i Díaz è laureata in Filologia classica e ha conseguito il dottorato in Sacra Scrittura. Attualmente insegna latino e greco e Nuovo Testamento presso l’Ateneu Universitari Sant Pacià di Barcellona e l’Institut Superior de Ciències Religioses-IREL di Lleida. È patrocinante della Fundació Joan Maragall e membro dell’area teologica del centro studi Cristianisme i Justícia. Il suo campo di studio è il Vangelo di Marco, le Lettere paoline e le donne negli scritti biblici. Ha pubblicato Mark, a Pauline Theologian: A Re-Reading of the Traditions of Jesus in the Light of Paul’s Theology (2020) ed è co-autrice di due capitoli di Les Dones de la Bíblia (2016), dedicati a Giuditta e Paolo e alla misoginia.
Il primo volume della Mistica dell'Amore ha esposto la genesi dell'opera comune di Hans Urs von Balthasar e Adrienne von Speyr e il nucleo bruciante dell'apporto teologico di questa mistica tedesca. Nel secondo volume viene ripreso questo apporto, a partire dal quale si apre un dialogo con grandi autori della tradizione: Origene e Antonio il Grande, Ilario e Agostino, Pietro Lombardo,Tommaso d'Aquino, Giovanni della Croce e Teresa d'Avila, e molti altri. La questione in gioco è quella della mistica, che Adrienne affronta in una maniera totalmente nuova e che formula in una mistologia tanto più oggettiva e affascinante in quanto interamente biblica. Ma come è possibile che posizioni così contrastate possano capitare nella teologia cristiana sebbene gli autori si richiamino tutti al medesimo Dio e alla medesima Rivelazione? L'inchiesta appassionante di questo libro ci fa risalire dalla mistologia alla soteriologia, alla cristologia, alla decisione della missione kenotica del Figlio, alla vita d'Amore di Dio. Finalmente, al mistero del suo Amore assoluto trinitario.
Molto più di un numero. Una cifra perfetta che svela leggi affascinanti e segrete
Tre Cantiche della Divina Commedia, tre Grazie, tre Parche, tre volte Sanctus è Dio nel canone della messa; ma sono tre anche gli atti di un’opera lirica e i movimenti di un concerto; senza dimenticare le trilogie amicali della letteratura, come i moschettieri di Dumas o gli uomini in barca di Jerome. Tre è la cifra che ci riporta subito alla Trinità cristiana, ma che è norma regolatrice di perfezione per tante altre realtà. Una presenza ubiqua, una vera e propria ossessione ternaria dove anche il sapere popolare ci ricorda che «non c’è due senza tre». Addentriamoci dunque nella sala di quell’ideale castello che reca sull’architrave il numero tre, passando attraverso la musica, le triadi bibliche e classiche, naturali e scientifiche, poetiche, letterarie e sacre. Alla scoperta di un numero che trascende la semplice aritmetica.
Gianfranco Ravasi è stato presidente del Pontificio consiglio della cultura e della Pontificia commissione di archeologia sacra. Esperto biblista ed ebraista, collabora con varie testate, tra le quali «L’Osservatore Romano», «Il Sole 24 Ore» e «Avvenire». Per il Mulino ha già pubblicato «Non desiderare la donna e la roba d’altri» (con A. Tagliapietra, 2010), «La santa violenza» (2019) e «Sapienza di Salomone» (2022).
Concentrandosi sulla sua ampia produzione teologica - escludendo, quindi, gli insegnamenti magisteriali impartiti come Sommo Pontefice - questo agile volume delinea il pensiero di Joseph Ratzinger (1927-2022) sulla Rivelazione e la sua interpretazione. Lo studio ne ripercorre in ordine cronologico il pensiero, a partire dalla Tesi per l'abilitazione del 1955, dedicata al concetto di Rivelazione di san Bonaventura, facendo emergere una chiara comprensione della visione ratzingeriana sulla Scrittura e la Tradizione, sul Magistero e la teologia, come pure sulla fede e la sua trasmissione oggi. Le riflessioni del Teologo bavarese risultano particolarmente interessanti sia in se stesse, sia se applicate al tema, oggi attuale, della sinodalità. Esse lasciano il campo aperto a ulteriori sviluppi, approfondimenti e precisazioni. Il saggio si conclude con una riflessione sullo sviluppo dottrinale, operata a partire dalla teologia della Rivelazione ratzingeriana.