The origin of the Pontifical Council for Promoting Christian Unity is closely linked with the Second Vatican Council. On 5 June 1960, Saint Pope John XXIII established a 'Secretariat for Promoting Christian Unity' as one of the preparatory commissions for the Council.
In 1966, Saint Pope Paul VI confirmed the Secretariat as a permanent dicastery of the Holy See. In 1974, a Commission for Religious Relations with the Jews was established within the Secretariat. In 1988, Saint Pope John Paul II changed the Secretariat's stares to Pontifical Council. The Pontifical Council is entrusted with promoting an authentic ecumenical spirit in the Catholic Church based on the principles of Unitatis redintegratio and the guidelines of its Ecumenical Directory first published in 1967, and later reissued in 1993. The Pontifical Council also promotes Christian unity by strengthening in 1967, and later reissued in 1993. The Pontifical Council also promotes Chtistian unity by strengthening relationship with other Churches and Ecclesial Communities, particularly through theological dialogue. The Pontifical Council appoints Catholic observers to various ecumenical gatherings and in turn invites observers or 'fraternal delegates' of other Churches or Ecclesial Communities to major events of the Catholic Church.
Il testo della Lettera in forma di motu proprio con la quale Papa Francesco istituisce la domenica della Parola di Dio: un giorno dedicato alla riflessione, alla celebrazione e alla divulgazione che coinciderà con la III domenica del Tempo Ordinario.
In questi ultimi anni i sacerdoti della Chiesa cattolica sono stati sottoposti a indagini, critiche e denunce giuste ed ingiuste. Si vorrebbe capire perché e si vorrebbero fornire elementi di valutazione per il dibattito sul futuro del clero cattolico, e in particolare per la problematica del celibato, nel contesto del prossimo Sinodo sull'Amazzonia, ma non solo. Il libro del Cardinal Ouellet presenta una visione rinnovata che può non solo aiutare il discernimento della Chiesa in quest'ora della storia ma anche incoraggiare i sacerdoti a vivere con entusiasmo la loro vocazione.
"Confine" è la parola che attraversa l'intero libro con la duplicità del suo significato: da un lato limite, linea che separa, barriera; dall'altro area condivisa, linea di contatto fra due regioni, soglia. Nunzio Galantino prova a ripercorrere, in queste pagine, i confini che ha conosciuto: quelli eretti a Lesbo col filo spinato per segregare persone esuli e affamate dipinte come nemici delle nostre culture, economie e democrazie; quelli che, in Romania, allontanano dai nostri occhi i bambini abbandonati; quelli, sottilissimi, dove abitano i malati sospesi fra la vita e la morte e, ancora, i confini rappresentati da quelle esistenze "periferiche" destinate a incarnare la società dello scarto. In un "diario pubblico" denso di esperienze vissute, di scambi con religiosi, politici e intellettuali impegnati ad affrontare le attuali emergenze sociali, di confronti con gli scritti di vari autori e gli insegnamenti di papa Francesco, Galantino invita a riflettere sui muri che abbiamo dentro di noi, sull'indifferenza, sugli sbarramenti innalzati per proteggerci da presunte minacce e che, invece, ci rinchiudono in orizzonti sempre più ristretti. E mostra che solo lasciandosi attrarre dall'oltre, solo attraverso il dialogo - che non è cedimento né compromesso, ma capacità di ascolto e desiderio di conoscenza - è possibile fare incontri che accrescono la nostra umanità, generano saggezza, danno origine a nuovi modi di vivere.
Uno degli inviti più ricorrenti di Papa Francesco è quello di accogliere il passaggio dall’epoca del cambiamento al cambiamento d’epoca. Con le sue riflessioni, monsignor Lorenzo Leuzzi, traccia le coordinate per realizzare un progetto culturale in grado di interrogare, leggere ed affrontare questo cambiamento d’epoca. Il realismo storico di Papa Francesco ci invita a tracciare la strada di una rinnovata diakonia della storia che la Chiesa è chiamata a donare alla società contemporanea per costruire ciò che san Paolo VI definiva la “civiltà dell’amore”. Allargare gli orizzonti della carità – spiega monsignor Leuzzi nella Presentazione – «non significa riverniciare il comandamento dell’amore, ma entrare con decisione e coraggio nelle dinamiche del cambiamento d’epoca scoprendo che la novità del Cristianesimo non è lontano dalle attese della società contemporanea ma che è da essa sollecitato a verificare se la via del realismo storico le appartiene o se, invece, lo riduce a semplice esperienza religiosa o sociale». Il volume è aperto dalla Prefazione di Stefano Zamagni ed è chiuso dalla Postfazione di Maria Chiara Malaguti e Alessandro Toscano.
Pensare di diventare medico e ritrovarsi per "scherzo" alle prove di selezione per entrare in seminario. È il caso del cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, uno dei "papabili" nell'ultimo conclave e tra i maggiori collaboratori di Papa Francesco. Fare il cameriere e dopo un'esperienza di volontariato tra i poveri della Colombia ritrovarsi prete, vescovo e cardinale. È l'avventura di Gérald Cyprien Lacroix, arcivescovo nel Quebec... Sono solo due delle "sorprese" disseminate come perle nelle 14 interviste realizzate durante il sinodo per i giovani. Dai loro racconti e riflessioni emerge la fotografia di una Chiesa in prima linea sulle frontiere della povertà, della sofferenza e che testimonia come la fede diventa anche martirio. Il desiderio di una comunità che vuole ascoltare soprattutto i giovani e renderli protagonisti di una nuova "primavera" che porti aria nuova nel mondo.
"A la racine de l'effondrement de l'Occident, il y a une crise culturelle et identitaire. L'Occident ne sait plus qui il est, parce qu'il ne sait plus et ne veut pas savoir qui l'a façonné, qui l'a constitué, tel qu'il a été et tel qu'il est. De nombreux pays ignorent aujourd'hui leur histoire. Cette autoasphyxie conduit naturellement à une décadence qui ouvre la voie à de nouvelles civilisations barbares". Cette affirmation du cardinal Robert Sarah résume le propos de son troisième livre d'entretiens avec Nicolas Diat. Son constat est simple : notre monde est au bord du gouffre. Crise de la foi et de l'Eglise, déclin de l'Occident, trahison de ses élites, relativisme moral, mondialisme sans limite, capitalisme débridé, nouvelles idéologies, épuisement politique, dérives d'un totalitarisme islamiste... Le temps est venu d'un diagnostic sans concession. Il ne s'agit pas seulement d'analyser le grand retournement de notre monde : tout en faisant prendre conscience de la gravité de la crise traversée, le cardinal démontre qu'il est possible d'éviter l'enfer d'un monde sans Dieu, d'un monde sans homme, d'un monde sans espérance. Dans cette réflexion ambitieuse, le cardinal Robert Sarah se penche sans exclusive sur les crises du monde contemporain en livrant une importante leçon spirituelle : l'homme doit faire du chemin de sa vie l'expérience d'une élévation de l'âme, et ainsi quitter cette vie en créature plus élevée qu'il n'y était entré. Le cardinal Robert Sarah est une figure majeure du monde catholique d'aujourd'hui.
Che cos'è il cattolicesimo convenzionale? Una religione vuota di carità e dunque - per dirla con le parole di san Giacomo - una «fede morta» (Gc 2,26). Una fede che lascia praticare i riti sacri, le assemblee liturgiche, le feste religiose, le devozioni e le "tradizioni popolari", ma non converte i cuori delle persone, non fa incontrare Gesù nei sacramenti (oggi troppo spesso "appaltati" alla mentalità consumistica del centro commerciale) e, dunque, non accompagna le persone e le comunità alla pratica dell'amore. Questo libro, una raccolta tematica di editoriali dell'autore, vescovo di Noto, prova a dare una risposta alla questione fondamentale: come vincere il narcisismo dell'anima e andare oltre il cattolicesimo convenzionale, vivendo una fede che operi attraverso la carità e sia capace, come chiede papa Francesco, di «uscire, andare, accompagnare, discernere, accogliere»? Fra i "grandi temi" del volume: "Nuovo umanesimo, sofferenza e libertà", "Oltre la maschera di un Dio violento", "Oltre le prediche noiose, i giovani e l'amore", "Come superare il cattolicesimo convenzionale", "Sul narcisismo universale (e la via cristiana per uscirne)".
«Le crisi della Chiesa che qualcuno si ostina ad attribuire al Concilio sono invece da addebitare alla minore accoglienza che gli abbiamo destinato, timorosi di dover abbandonare troppe nostre abitudini (che definivamo "tradizione") e di doverci dedicare prima di tutto a rinnovare noi stessi, per poter poi contribuire a rinnovare il mondo». Monsignor Luigi Bettazzi raccoglie in questo libro i suoi ricordi personali sul concilio Vaticano II, al quale partecipò dall'inizio del secondo periodo, nel settembre 1963.
Il volume propone un approfondimento sul tema della famiglia e su Amoris laetitia alla luce del magistero di papa Francesco.
La lettera Iuvenescit Ecclesia risponde all’invito di Papa Francesco, che ci esorta ad essere “Chiesa in uscita”, vale a dire una Chiesa non rinchiusa su sé stessa ma al servizio della missione e tesa a produrre autentico bene per il mondo. La comunione originaria e sinergica fra gerarchia e carismi è il centro di questo documento, pubblicato a cura della Congregazione per la Dottrina della Fede dopo lunghi anni di studio. Il volume raccoglie i contributi di esperti qualificati che partendo dalla Iuvenescit Ecclesia, illustrano la varietà dei modi con cui doni gerarchici e doni carismatici costituiscono la Chiesa disegnata da Dio.
Una raccolta di riflessioni sul tema dell’anzianità tratte dalle esperienze personali, e non solo, del cardinale Jorge Medina Estévez. Destinato ad ogni tipo di lettore, questo piccolo volume, ricorda come l’anzianità sia sinonimo di saggezza. Sono presenti diversi esempi di senilità tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento e dei suggerimenti rivolti alle persone che circondano l’anziano. Contiene inoltre una Lettera di Papa Francesco sul ruolo degli anziani, «trasmettitori alle nuove generazioni degli insegnamenti indispensabili per lo sviluppo della loro vita».
Notizie sull'autore:
Jorge Card.Medina Estévez È nato il 23 dicembre 1926 a Santiago del Cile. È stato ordinato sacerdote il 12 giugno 1954. È stato professore di Teologia e perito del Concilio Vaticano II. Ha collaborato con vari Organismi della Curia Romana. Nominato Vescovo ausiliare di Rancagua, ha ricevuto l’Ordinazione episcopale da San Giovanni Paolo II il 6 gennaio 1985. Il 25 novembre 1987 venne nominato Vescovo di Rancagua e, il 16 aprile 1993, Vescovo di Valparaíso. Il 21 giugno 1996 Giovanni Paolo II lo ha nominato Pro-Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, divenendone Prefetto il 23 febbraio 1998, dopo la nomina a Cardinale. Dal 1° ottobre 2002 è Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. La sua attività di scrittore è documentata da numerose pubblicazioni: libri, opuscoli ed articoli teologico-pastorali su temi ecclesiologici, di spiritualità e di diritto canonico. Attualmente risiede a Santiago del Cile e continua a prestare la sua attività in diverse opere apostoliche.