Guardini ebbe per tutta la vita una frequentazione assidua del testo biblico, in vista della predicazione nella liturgia, della ricerca teologica e della proposta educativa. I due scritti qui pubblicati per la prima volta in lingua italiana, L'amore nel Nuovo Testamento e La fede nel Nuovo Testamento, testimoniano questo suo accostamento diretto e profondo alla sacra Scrittura, in un'epoca nella quale per i cattolici non era per nulla abituale. Lo sguardo del pensatore tedesco, formatosi alla scuola di Agostino, di Bonaventura e di Pascal, scorge nei testi neotestamentari un filo rosso costante: l'amore.
In questo volume che segue quelli dedicati all'Inizio del Vangelo, al Discorso della montagna, ai Miracoli di Gesù e alle Parabole di Gesù vengono esaminati quei capitoli del Vangelo di Giovanni che costituiscono un materiale originale rispetto alla narrazione dei sinottici. Ponendosi in chiaro approccio critico nei confronti di insigni biblisti del Novecento, Ilarion segue la concezione secondo cui l'autore del quarto Vangelo sia veramente l'apostolo Giovanni, il discepolo che Gesù amava, ritenendo priva di consistenza ogni altra ipotesi di attribuzione del testo. Quella di Giovanni non è stata una semplice narrazione di avvenimenti di cui è stato testimone oculare, ma in misura molto superiore agli altri evangelisti, egli ha condotto una riflessione teologica su Gesù Cristo, Figlio di Dio. Ilarion fa ampio ricorso ai Padri della Chiesa e agli studi esegetici più raffinati di cui è profondo conoscitore, guidando il lettore alla conoscenza del Cristo giovanneo e offrendo al tempo stesso occasioni di grande riflessione. Prefazione di Rosanna Virgili.
Ermes Maria Ronchi passa in rassegna tutte le presenze di Maria nel Nuovo Testamento e le commenta in un'ottica esistenziale e spirituale. A chi apre i vangeli, Maria appare figura di frontiera: madre di cielo e di terra. Il suo cammino tocca le regioni del cielo: va dalla riflessione alla contemplazione alla dossologia. D'altro canto, il cammino della donna di Nazaret tocca anche le regioni della terra: diventa subito servizio all'uomo che rischia di smarrirsi, si fa generazione, accoglienza e cura della vita. In questa duplice dinamica, Maria diventa paradigma di apertura e porta di umanità: lei, la prima della lunga carovana dei credenti che attraversa la storia, si pone al servizio tanto della Gloria quanto della vita. Devozione a Maria non può dunque significare estetismo o sentimentalismo. Sarà invece rispetto, difesa, amore della vita. E sarà invito a denunciare tutto ciò che offusca l'immagine dii Dio, tutto ciò che attenta alla dignità di qualsiasi figlio o figlia, tutto ciò che conduce verso la diminuzione dell'umano.
Punto di riferimento insostituibile per la teologia cattolica contemporanea, la rivista Concilium delinea la mappa delle domande più pressanti che l’attualità pone alla riflessione teologica. E costringe la fede cristiana non solo a confrontarsi con il discorso pubblico, ma anche a impegnarsi nel dialogo con le prospettive specifiche delle diverse confessioni cristiane. Per la profondità dei contenuti, oltre che per l’ampiezza di respiro e la capacità di penetrazione intellettuale, Concilium riesce così a fornire risposte innovative e di convincente solidità alle questioni più importanti che si pongono alla teologia.
"Dare la vita per l'opera di un altro" (1997-2004) è il sesto e ultimo volume della serie BUR Cristianesimo alla prova, che raccoglie le lezioni e i dialoghi svolti da don Luigi Giussani durante gli Esercizi spirituali della Fraternità di Comunione e Liberazione. L'autore ci mostra, con intensità di pensiero, come nella cultura del nostro tempo si sia prodotto un distacco del senso della vita dall'esperienza. Anche là dove Dio continua a comparire, non viene più concepito come senso della vita, ma come un "ente" che non ha rapporto con l'azione dell'uomo; allo stesso modo, la realtà è svuotata del suo senso e dal suo ruolo di segno. Connessa a questa concezione è la riduzione del cristianesimo a etica o a mero discorso religioso: viene proposto un Cristo senza Chiesa, senza corpo nella storia, e così "l'esperienza che l'uomo fa di Cristo manca della possibilità di verifica della sua contemporaneità, cioè della verità di quanto Lui ha detto di sé". Da dove ripartire dunque? Dallo stupore per l'avvenimento di un incontro con una presenza umana piena di attrattiva - in cui Cristo si rende sperimentabile, nella vita della Chiesa -, di fronte alla quale nasce la domanda: "Ma come fa ad essere così?".
L'invenzione del soggetto moderno nella teologia cristiana antica e in quella medievale si deve all'interazione complessa del paradigma metafisico e di quello biblico-scritturistico. Il tratto qualificante del concetto biblico di creazione consiste nell'appartenenza dell'antropologia al piano originario del Principio, senza alcun pregiudizio per l'assoluta trascendenza dell'origine. La genesi della concezione biblica non appartiene originariamente al concetto, ma a una forma di esperienza più originaria del concetto e che non può essere significata se non tramite un racconto.L'opera esegetica sviluppata da Paul Beauchamp nella seconda metà del XX secolo si segnala per il livello finora mai raggiunto della reciproca fecondazione dell'approccio storico-letterario e di quello filosofico
La chiesa trova se stessa se esce da sé. Se diventa rilevante per l'umanità e per le sfide del presente. Se, mettendosi alla sequela di Gesù, contribuisce all'"unità di tutto il genere umano". In conformità con questo principio teologico del Vaticano II, Stefan Silber illustra anzitutto il contesto socio-culturale della chiesa di oggi. Approfondisce, in un secondo passaggio, diversi aspetti della "chiesa dei laici" con concretizzazioni della dottrina della "chiesa dei poveri" (con un particolare riferimento da Dom Hélder Câmara e a papa Francesco). Nell'ultima parte del saggio discute le conseguenze pratiche di questa impostazione, in relazione a cinque diversi temi. I contributi riflettono così la necessità fondamentale di una conversione pastorale e missionaria per la chiesa e indicano in quale direzione essa dovrebbe puntare - e dove questo avviene già. Papa Francesco ci invita a chiederci sempre di nuovo come vogliamo comprendere la chiesa; non solo, ma ci domanda soprattutto di viverla in modo nuovo. Questo libro ha lo scopo di fornire impulsi per entrambi questi aspetti, prendendo posizione su vari temi e fornendo proposte su diverse sfide.
Il mistero di Maria Santissima, Immacolata Madre di Dio, Madre della Chiesa, Madre dell'umanità, Madre dell'universo: è mistero sublime della nostra Fede cattolica. La crisi della Mariologia si sintetizza oggi soprattutto nelle due parole "minimismo mariano", che fanno comprendere come in tutto ciò che riguarda la Madonna si vuole e si deve arrivare a ridurre "al minimo" ogni cosa che esalti o glorifichi la Madonna in se stessa e nei riguardi degli altri. Si vuole giungere fino al disperato "nichilismo", ossia fino a ridurre la Mariologia a zero, fino a dimenticare la Madonna, fino addirittura a non volerla più! Perciò per lo studio della Mariologia si raccomanda un Trattato distinto, che eviti la cosiddetta "parcellizzazione" delle verità. "L'Immacolata Madre di Dio e Madre nostra. Trattato di Mariologia dogmatica", è un novello Trattato di Teologia mariana da presentare agli uomini affinché lo leggano, per cercare di conoscere meglio la loro Immacolata Madre divina, imparando così ad amarla e imitarla lungo il cammino dall'esilio di questa terra, così piena di triboli e spine, alla terra della nostra beata Patria nel Regno dei cieli.
È questa l’ultima grande opera di Gustavo Gutiérrez, figura fondatrice della teologia della liberazione e tra le voci più profetiche del cristianesimo contemporaneo. In questo testo postumo, affidato alla cura editoriale dei Leo Guardado, Gutiérrez riassume e rilancia gli assi centrali che hanno guidato le sue domande e sostenuto i suoi contributi: Il Dio di Gesù Cristo si lascia incontrare nel volto dei poveri, degli esclusi, degli scartati; ed è dalla prospettiva degli ultimi che occorre ripensare la fede, la Chiesa, il nostro modo di vivere. In un tempo attraversato da disincanto e frammentazione, Gutiérrez invita a costruire una teologia che nasca dall’ascolto e dal servizio. Con la sua consueta lucidità, il pensatore peruviano intreccia riflessione teologica, esperienza spirituale e lettura dei segni dei tempi. Si interroga sul senso della povertà oggi, sull’urgenza di una Chiesa povera per i poveri, sulla credibilità del messaggio cristiano in un mondo segnato da ingiustizie vecchie e nuove. Una domanda disarmante attraversa l’intero libro come una ferita e un grido: «Come dimostrare al povero che Dio lo ama?». Un’opera che non è solo per teologi o specialisti, ma per tutti coloro che cercano un vangelo che si faccia carne, una fede capace di giustizia, una spiritualità radicata nella vita concreta, una intelligenza del credere forgiata nel crogiolo della storia. Per chi non vuole dimenticare i poveri. E per chi desidera che Dio non sia dimenticato.
Tabù, contaminazione, sacrifici e sacerdozio al tempo dei cristiani: Origene commenta per la prima volta il Levitico. Il volume è il secondo ed ultimo dei due dedicati alle "Omelie sul Levitico di Origene", 16 discorsi pronunciati dal Maestro alessandrino a Cesarea di Palestina dopo il 245 e a noi giunti nella traduzione di Rufino del 400-404. Esso contiene traduzione e commento storico-filologico delle omelie 8-16 e dei Selecta in Leviticum, frammenti del Commento a scolii sul Levitico di Origene, di cui abbiamo notizia da Girolamo, qui per la prima volta in versione italiana. I frammenti sono stati posti a confronto con il testo rufiniano, in modo da valutare le modifiche e inserzioni ascrivibili a Rufino e quelle, del commento scolastico sul Levitico.
Il cardinale Wyszynski è riconosciuto come il baluardo della fede di fronte al dilagare dei regimi fascista e comunista nella Polonia del XX secolo. Ha affidato la sua nazione alla Madonna, favorendo così, secondo molti osservatori, l'ascesa al soglio petrino del santo papa polacco Giovanni Paolo II (1978-2005) che a lui guardava come padre e maestro. Il volume contiene 366 fra aforismi e pensieri del beato primate di Polonia tratti da testi, discorsi, omelie, lezioni, che ne fanno emergere la capacità di leggere profonde verità di fede anche nelle comuni vicende del quotidiano. Il testo è suddiviso in due parti: la prima riguarda la vita umana e la seconda la vita spirituale; a loro volta le due parti sono raggruppate per tematiche. Da queste pagine può scaturire un giudizio cristiano sulla realtà nel solco di un grande Santo del nostro tempo.