Trenta storie di santità del quotidiano per raccontare la "santità della porta accanto"! Questo libro è un viaggio alla scoperta di quella santità fatta di cose semplici e quotidiane, quella santità "alla portata di tutti", capace di rendere straordinario l’ordinario. È un viaggio nel cuore di uomini e donne di ogni condizione (bambini, adolescenti, giovani, adulti, anziani, sposi, sacerdoti e religiose, missionari…) che hanno avuto il coraggio di guardare oltre, di fare spazio al Signore Gesù nella loro vita di tutti i giorni. Sono amici a cui guardare e intercessori a cui affidarci; sono la dimostrazione più evidente che la santità è una chiamata alla felicità, da cui nessuno è escluso.
Nel mondo dello spirito non ci sono frontiere. Un mistico di oggi può sentire un mistico di qualsiasi passato, sia della propria tradizione che di un’altra, come un vero fratello. Questa conclusione, tanto semplice quanto universale, è raggiunta da Pablo D'Ors nella sua versione, in chiave contemporanea, dei "Racconti di un pellegrino russo", un classico del cristianesimo ortodosso e della letteratura devozionale. A fianco si sviluppa la sua proposta spirituale, una riflessione sulla devozione che il sacerdote madrileno divide in due sezioni: poetica e mistica. Due strade che incrociano meditazione e devozione, perché in fondo «come può un cristiano meditare senza riscaldare il cuore?».
Un piccolo libro che contiene una grande verità: abitati dalla malinconia, dal sentimento di un destino incombente, pensiamo alla nostra vita come a una corsa che dalla nascita ci porta verso la fine, ci sentiamo come crepuscoli che preparano il buio; e invece siamo semi, piccoli e magnifici inizi di vita. Siamo semi invece di crepuscoli. Prima uscita della collana «Soul», che intende raccogliere alcuni significativi interventi tenuti durante le varie edizioni dell’omonimo festival milanese di spiritualità, questo libro non rinuncia a riconoscere le difficoltà che affliggono la nostra vita, ma ci ricorda che, partendo dalle cose più piccole, dagli incontri più semplici, possiamo accorgerci che ogni giorno riceviamo semi e opportunità. Possiamo vederci come terra buona in cui, in silenzio e umilmente, nasce la vita.
L'autore dialoga con giovani interlocutori sulla fede cristiana, l'adesione alla quale non è data per scontata come sarebbe stato per le generazioni precedenti. Innanzitutto, perché interessarsi alle questioni religiose che confliggono con la verità scientifica? La realtà del male non si concilia con la Provvidenza, l'immagine tradizionale di Dio non favorisce il nostro rapporto con lui e i precetti evangelici appaiono un'utopia. Come si può credere che a ogni uomo si offra la prospettiva di un'altra vita, di una vita eterna? La fede cristiana può essere riscoperta quale bene prezioso e irrinunciabile proprio affrontando i dubbi ricorrenti, oggi ancora più radicali. Dubbi che non devono essere accantonati, ma accolti e affrontati, nella convinzione che, come sosteneva papa Francesco, «i giovani possono essere riconquistati alla fede solo per attrazione».
La fede non è soltanto un contenuto da credere o un insieme di precetti da osservare: è un linguaggio. Un modo nuovo di abitare il mondo, di ascoltare la vita, di entrare in relazione con Dio e con gli altri. Proprio come ogni lingua che impariamo da piccoli, anche la fede ha bisogno di essere accolta, esercitata, nutrita, corretta, talvolta persino disimparata e reimparata. In questo libro originale e profondo, Roberto Pasolini ci guida in un sorprendente percorso tra le strutture della lingua — le parole, la punteggiatura, i verbi, i tempi, i modi — per aiutarci a riscoprire come la vita in Cristo possa diventare una "grammatica dello Spirito", capace di orientare e illuminare ogni gesto, ogni scelta, ogni silenzio. Con stile chiaro e intenso, l’autore intreccia riflessione biblica, esperienza pastorale e intuizioni linguistiche, offrendo al lettore uno strumento prezioso per ritrovare il senso del proprio cammino di fede. Non una teoria, ma un esercizio spirituale quotidiano: perché il Vangelo non si declina solo con la voce, ma soprattutto con la vita. Roberto Pasolini parla ai credenti, ma anche a chi, pur non credendo, cerca parole che non siano vuote, ma capaci di esprimere una "grammatica- per la nostra storia.
In un presente di follia di guerra, un futuro di interessi commerciali e un silenzio sociale assordante, padre Enzo Fortunato sottolinea che un’altra strada è possibile ed è quella di Francesco. Il Santo di Assisi ha comunicato usando tutti i mezzi a sua disposizione: la voce, la vita e l’inchiostro. La strada di Francesco non è quella dell’autoreferenzialità, del vaniloquio, della bulimia di notizie, ma una comunicazione di verità che lascia spazio a un ascolto che fa crescere le persone. Attraverso le piazze, le strade e le città che Francesco ha vissuto e amato, rileggiamo la sua vita e il suo messaggio: se Francesco fosse qui cosa direbbe? Cosa farebbe? A ottocento anni dalla sua morte, lasciamo fuori dalle nostre case la leggenda di Francesco e facciamo entrare le sue verità che sono la pazienza, il perdono, l’amore, in un itinerario ideale che ripercorre il viaggio e lo spirito dei francescani.
"Calvary in China" ripercorre con tratto autobiografico l'esperienza missionaria in Cina del sacerdote americano Robert W. Greene durante l'ascesa del Comunismo e l'instaurazione della Repubblica Popolare Cinese nel secolo scorso. Padre Greene dalla stanza in cui venne imprigionato assistette impotente ai processi popolari, alle campagne di indottrinamento e alla feroce persecuzione dei suoi parrocchiani, vittima lui stesso della violenza del nuovo regime. Ci lascia una toccante testimonianza di fede e il commosso ricordo di tanti cinesi coraggiosi che pagarono per la propria fede e il desiderio di libertà. Prefazione di Gianni Criveller.
Il tesoro è la vocazione sacerdotale. Il vaso di argilla è un uomo che, mai dimentico della fragilità della sua natura, accoglie il dono dello Spirito e cerca di viverne all’altezza. Novello san Paolo, Fulton Sheen ha speso la vita per il Vangelo, con una grande fiducia nello sviluppo dei nuovi media, e una ancora più grande nella grazia di Dio. «La forza della sua parola», osserva Guido Vassallo nell’Invito alla lettura, «risiedeva nella fede profonda in ciò di cui parlava». Ne dà luminoso riscontro questa autobiografia, per la prima volta pubblicata in Italia, ricca di esperienze e aneddoti ma anche di profonde riflessioni spirituali sulla vocazione, il senso cristiano del dolore, il celibato apostolico, la vita sacramentale, specialmente eucaristica. L’amore per il sacerdozio, la passione per l’evangelizzazione, il dono della parola fanno di Sheen, proclamato venerabile dalla Chiesa cattolica, una figura esemplare per i nostri tempi così bisognosi di amici di Dio e portatori di speranza.
In questo viaggio spirituale attraverso le pagine di Tra le Righe del Divino, Padre Luis Claudio ci guida a scoprire il silenzio di Dio nascosto nelle domande, nelle sfide e nelle piccole cose della vita quotidiana. Con parole profonde e delicate, questo libro racconta la storia di Marcos, un giovane che impara che la fede non è una destinazione, ma un cammino fatto di ricerca, dubbi e trasformazioni interiori. Un invito a riconoscere la presenza di Dio anche quando sembra silenzioso, e a trovare la fede nella continua ricerca del divino dentro di noi.
In questa raccolta di messaggi, ricevuti dal mistico friulano "operaio dalla vigna del Signore", Maria SS. introduce le anime alla conoscenza del Divino Volere. Il volume contiene i messaggi ricevuti nel 2016 e nel 2017.
La guarigione dell'albero genealogico o intergenerazionale è una opportunità offerta ai cristiani per riconoscere e guarire le influenze familiari che ci vengono dal passato e che hanno ripercussioni anche nel futuro. La guarigione intergenerazionale ci induce a pensare alla possibilità che le azioni e gli avvenimenti negativi dei nostri antenati possano, in qualche modo, introdursi nella nostra trasmissione genetica e causare sofferenza nelle generazioni future. Compito della guarigione intergenerazionale è interrompere la connessione esistente con le origini dolorose. Consiglio al lettore di porsi serenamente davanti al Signore chiedendo di rivelare la Sua verità circa la guarigione intergenerazionale.
Ci sono poi le maledizioni generazionali. [...] Si sciolgono attraverso l'Eucaristia, le celebrazioni eucaristiche. Le Messe di guarigione genealogica sono Messe in suffragio delle anime degli antenati. Questo atto di carità verso i nostri antenati giova molto a noi e rientra nel mistero di solidarietà. Perché la celebrazione eucaristica ha una forza potente di scioglimento delle maledizioni, sia generazionali, sia locali, sia anche personali.
Padre Francesco BAMONTE (esorcista):
L'eredità medianica: Come c’è tra i fedeli una comunione alle cose sante, ai beni spirituali e una comunicazione del bene gli uni agli altri, allo stesso modo ci sarebbe una partecipazione, quasi una ripercussione, dei danni spirituali degli uni agli altri, particolarmente di quelli a cui eravamo legati più strettamente nel nostro albero genealogico, come genitori, nonni, bisnonni, zii, ecc.; per cui, anche se non siamo responsabili dei loro peccati, è bene chiedere perdono a Dio, oltre che dei nostri, anche dei loro peccati, e pregare perché essi e noi abbiamo “pace in Dio” e perché ogni influsso negativo del passato che permane nel presente sia annullato, dal momento che i peccati del passato permangono come tentazione nell’oggi. […]
Il dono della fedeltà e la gioia della perseveranza. Manete in dilectione mea.
L' intento di questo nuovo documento è di «elaborare e proporre alcune indicazioni o linee di intervento preventivo e di accompagnamento» (n. 3). Contestualmente, di fornire agli interessati le normative codiciali e della prassi dicasteriale in ordine alle regole da rispettare in tali frangenti.
Su un tema così delicato come la decisione di uscire dalla vita consacrata sono necessari sia uno sguardo attento come un ascolto sincero. Il discernimento dell’interessato, dell’accompagnatore e delle comunità diventa l’invito più insistito. «Prospettare il momento dell’uscita come percorso di accompagnamento vocazionale vuol dire lavorare assieme per un discernimento che continua ad avere senso anche e soprattutto nei momenti più delicati e importanti della vita, in una prospettiva di inclusione, nel rispetto delle diversità delle scelte del fratello e della sorella» (n. 46).
Liberamente si è entrati e liberamente si può uscire, ma la serietà e coerenza vale nell’un senso come nell’altro, vale per il singolo e per la famiglia religiosa. E le regole, come la giusta pretesa del popolo di Dio, ce lo ricordano. Non si può accettare acriticamente l’assenso «del tutto empatico e comprensivo (del nostro contesto sociale) nei confronti di persone che rompono legami di vita assunti in forma irrevocabile» (n. 57).
«Oggi di fronte al venir meno della perseveranza di tanti fratelli e sorelle che con generosità avevano intrapreso la via della sequela, possiamo diventare giudici severi, mettendo in rilievo difetti e fragilità che non sono stati affrontati nella maniera giusta, per cause personali, istituzionali o di responsabilità collettive. Chi abbandona deve porsi serie domande sul perché sia venuta meno la propria scelta vocazionale, e chi resta, sulla coerenza del suo rimanere e su eventuali implicazioni nelle cause di allontanamento e raffreddamento della perseveranza di chi se n’è andato. Siamo tutti reciprocamente responsabili e custodi dei nostri fratelli e sorelle, specie di quelli più deboli, perché siano “radunati in Cristo come una sola peculiare famiglia” e i legami di fraternità devono essere coltivati con lealtà in modo da creare per tutti un aiuto reciproco nel realizzare la vocazione propria di ciascuno» (n. 99).