Natale. La festa. Momento fatato dove i ragazzi promettono di essere più buoni e gli adulti sognano di tornare ragazzi. Così, ecco queste pagine: usi e tradizioni, storia e leggende, liturgia e curiosità di fine anno. Notizie spesso insolite, dal taglio leggero, ma documentato. Un piccolo contributo per mandare in scena la magia del Natale. Del tuo Natale. Qualunque sia la tua età. Perché "oggi è nato il Salvatore". Perché, se vuoi, ogni giorno è Natale.
Il linguaggio della poesia apre una via privilegiata per introdurci nel mistero del Natale. La poesia, infatti, partecipa dell'agire libero e gratuito di Dio, che ha un senso ma non uno scopo immediato. Con l'evento dell'incarnazione di Cristo, che contempliamo nelle feste natalizie, creazione e redenzione giungono a un punto di confluenza: il mondo non è semplicemente lo scenario della storia della salvezza, ma è toccato e coinvolto dalla grazia trasfigurante di Cristo, per arrivare a manifestare Dio che "sarà tutto in tutte le cose" (1Cor 15,28). La poesia ci può aiutare molto a contemplare il mistero del Natale se è vero che proprio il linguaggio della creatività poetica riesce a condensare nella bellezza la nuova creazione inaugurata dall'avvento del Dio-con-noi.
Le parole di papa Francesco guidano il lettore nel cammino verso il Natale, per scoprire, attraverso le riflessioni di don Luigi Galli, il senso della venuta di Gesù. La luce del Natale aiuta in particolare gli sposi cristiani a rinnovare la propria alleanza d'amore e a riscoprire il valore del matrimonio.
Del "papa buono", ora santo, le più belle pagine, alcune inedite, scritte e pronunciate nel periodo di Natale durante un pontificato tanto breve quanto intenso. La festività del 25 dicembre è lo sfondo più adatto per trasmettere i valori essenziali della chiesa secondo Giovanni XXIII, il papa che inaugurò il Concilio Vaticano II: sono i valori di unità, giustizia e, primo fra tutti, fratellanza, nell'idea che "la vera pace è tranquillità nella libertà".
Poesie di Natale e sul Natale che evocano sentimenti religiosamente antichi e infantili, secondo sonorità e immagini che stanno tra Alfonso Maria De' Lguori e Guido Gozzano. Non senza fondersi con le suggestioni dialettali piemontesi e terragne di una tradizione a un tempo squisita e corporale tra nino costa e Pinin Pacòt. Ingenuità sapiente e consapevolezza letteraria - quantunque dissimulata - in un "canto di Natale" di grande raffinatezza che diciotto artisti commentano e accompagnano con le loro tavole originali e inedite: "il Natale ha guizzi di pace... il Natale ha ali di luce, bianca come un volo di cometa".
"Dalle stelle... alla stalla" indica immediatamente il percorso che il Dio cristiano ha scelto come sua identità, anzi, come la felicità della propria esistenza. Attraverso i personaggi che gli evangelisti e la tradizione citano nel contesto della nascita di Gesù, è possibile comprendere a piccoli passi il grande mistero di una scelta per noi così ardua, tanto da essere divina. Nessun personaggio è quindi banale, né tanto meno frutto di un semplicismo pittoresco: si tratta invece sempre di figure tipologiche che rispecchiano il nostro porci di fronte a Gesù e al suo mistero. Con uno stile semplice, l'autore si immedesima nelle principali figure che oltre duemila anni fa hanno vissuto più da vicino gli eventi connessi alla nascita del Cristo, facendo comprendere come un avvenimento apparentemente così lontano sia in realtà sempre attuale per la vita di ogni uomo.
C'è bisogno di riportare al centro il mistero dell'incarnazione di Dio, vera e propria cifra dell'annuncio cristiano.
Relegato tra le pieghe della festa del Natale, si riduce, quando va bene, a struggente memoria della nascita di Gesù Bambino.
Invece lo stupore per un Evento inaspettato che è tuttora presente in mezzo a noi deve far riemergere le domande che ruotano attorno al Dio Uomo:
Perché Dio si è fatto carne?
Cosa significa che Dio «diventa» uomo?
E l'incarnazione è solo «svuotamento» oppure la Vita di Dio nella carne è l'essenza del suo Essere e del suo Amare?
In questo libro - a partire dalle mail scritte da due giovani di oggi e da una <<questione>> che è stata oggetto di vivace discussione nelle scuole e nei monasteri del Medioevo, da Anselmo d'Aosta a Giovanni Duns Scoto - l'Autore non si sottrae a queste domande, proponendo un abbozzo di teologia dell'incarnazione e alcuni schizzi di predicazione.
Natale è una festa capace di accendere i cuori, non solo quelli dei credenti, e di stimolare la letteratura e la poesia.
Anche il filosofo Jean-Paul Sartre che pure non ha mai nascosto il suo ateismo - nel Natale del 1940, prigioniero nel campo nazista di Treviri, scrisse e interpreto un testo teatrale sulla nascita di Gesù.
In quello stesso anno, un altro filosofo, Jean Guitton - una delle menu cattoliche dei Novecento - durante la prigionia compose la sua opera su Maria.
Anche lo scrittore Erri De Luca ha sondato la notte di Natale, raccontandola dalla parte di Maria.
Queste pagine, unite a quelle scritte recentemente dall'Autore, formano in un mirabile intreccio un unico racconto, un vero e proprio «elogio dell'Incarnazione».
"La suddivisione tra quelli a cui piace l'albero di Natale e quelli a cui piace il presepe, tra alberisti e presepisti, è tanto importante che, secondo me, dovrebbe comparire sui documenti di identità. Il primo tiene in gran conto la Forma, il Denaro e il Potere; il secondo invece pone ai primi posti l'Amore e la Poesia. Tra le due categorie non ci può essere colloquio, uno parla e l'altro non capisce. Quelli a cui piace l'albero di Natale sono solo dei consumisti. Il presepista invece, bravo o non bravo, diventa creatore e il suo Vangelo è Natale in casa Cupiello. I pastori debbono essere quelli di creta, fatti un poco brutti e soprattutto nati a San Gregorio Armeno, nel cuore di Napoli, e non quelli di plastica che vendono al supermercato, e che sembrano finti; i pastori debbono essere quelli degli anni precedenti e non fa niente se sono quasi tutti scassati, l'importante è che il capofamiglia li conosca per nome uno per uno e sappia raccontare per ogni pastore nu bello fattariello..." Nessuno come Luciano De Crescenzo sa raccontare le storie che compongono una mitologia, sia essa dell'antica Grecia o della nostra vita quotidiana. In questo nuovo libro ricostruisce con la consueta ironia le origini del presepe, da Virgilio a Eduardo, e ritrae a uno a uno i personaggi che lo compongono: dai Re Magi a Cicci Bacco, da Benino al Pastore della Meraviglia. Fino a quando, come in un basso napoletano, i pastorelli si metteranno a discutere, litigare, spettegolare...
Da un prete controcorrente, pensieri di don Mazzi per una vita migliore. Per riflettere sul senso della famiglia, sul significato dei doni e sul valore della condivisione.
Il volume raccoglie i diciannove sermoni del ciclo natalizio con cui Leone Magno celebra le solennità del Natale e dell'Epifania facendo emergere l'intimo nesso fra teologia e liturgia. Di fronte alle rovinose tendenze che inquinavano e stravolgevano il mistero e la realtà dell'incarnazione l'eresia ariana, il nestorianesimo, il monofisismo eutichiano, l'apollinarismo e il sabellianismo - il grande pontefice spiega all'assemblea dei fedeli, con solenne ed elegante chiarezza, gli aspetti essenziali di quel mistero: la reale compresenza delle due nature - umana e divina - nell'unica persona del Verbo. Altro tema caro al pensiero dei padri e suggestivo nell'insegnamento di Leone è l'inscindibile connessione fra cristologia e antropologia. L'incarnazione del Verbo congiunge, tenendole mirabilmente distinte, la natura divina e quella umana coinvolgendo, in questo modo, l'intera umanità.
Dopo I giorni della tenerezza", che scandiscono il tempo pasquale, l'Autore ci regala "I giorni dello stupore". Le parole di don Angelo ci accompagnano a riflettere sui giorni che preparano la nascita di Gesù. "