Questo uovo contiene un libro per piccoli esploratori: per scoprire com'è fatto il mondo e tutti i segreti della natura con un amico speciale! Ingredienti: 200 grammi di scoperte, viaggi e giochi. Età di lettura: da 3 anni.
Il presente studio di carattere ecclesiologico-sistematico vuole elaborare linee che, partendo dall’idea dell’Eucaristia come «cuore» della realtà ecclesiale, conducano e approdino, grazie all’approfondimento e all’ermeneutica dei dati conciliari, a un possibile modello “eucaristico” di Chiesa. Si inquadra l’ecclesiologia eucaristica, che rappresenta uno dei possibili approcci allo studio della realtà ecclesiale – approccio non esclusivo né escludente – all’interno dell’ecclesiologia di comunione così come è andata a delinearsi a partire dal Sinodo dei Vescovi del 1985, perché è il modello spesso indicato come proprio del Vaticano II. Punto di partenza è lo studio di quel legame indissolubile ed osmotico che intercorre tra Eucaristia e Chiesa e che trova espressione nel noto adagio: «la Chiesa fa l’Eucaristia e l’Eucaristia fa la Chiesa». L’Autore guarda alla liturgia nel suo tratto costitutivamente ecclesiogenetico e, dopo aver osservato la “natura” eucaristica della Chiesa, nell’orizzonte della sacramentalità, inizia a pensare “eucaristicamente” anche le sue strutture. Il modello eucaristico di Chiesa riconosce la centralità e l’importanza del sinodo nel suo legame interiore con la sinassi eucaristica. L’Eucaristia, evento sinodale per eccellenza, si rivela essere il modello più adeguato della figura sinodale di Chiesa.
Pane Quotidiano accompagnerà i tuoi momenti di preghiera e i commenti alla Parola tratti dagli scritti e dalle meditazioni di don Oreste ti offriranno spunti per la riflessione e per la meditazione.
Uno strumento per la preghiera personale per la preghiera comunitaria per la messa quotidiana per ritiri di preghiera, celebrazioni, gruppi di catechesi per celebrare l'Eucaristia in ogni occasione, ogni mese, giorno per giorno, i testi della Santa Messa e la Liturgia delle Ore il rito completo della Messa il commento di Papa Francesco alle letture di tutti i giorni i commenti alle letture a firma di don Luigi Maria Epicoco e don Claudio Doglio una ricca raccolta di preghiere del cristiano grafica chiara con simboli per ogni sezione testo a caratteri grandi facilmente leggibile tutto a portata di mano il calendario liturgico Benedictus e Magnificat le antifone per la preghiera della Compieta
E' quasi due secoli che l'esperienza familiare è oggetto di aspre contestazioni. Esasperando una lettura individualistica e non relazionale dell'uomo, i critici della famiglia giungono frettolosamente a concludere che della famiglia sia doveroso allentare i vincoli costitutivi, per giungere a rimuoverli del tutto. Ma come pensare di poter rinunciare alla famiglia, se è proprio dal fatto che l'uomo è un animale familiare che dipende l'identità del genere umano, cioè l'identità di ciascuno di noi?
SE I SACERDOTI ASCOLTASSERO I LAICI…
Intervista a Valentino Salvoldi per Radio Vaticana
- “Ne scelse Dodici”. Il titolo del suo recente libro, e l’immagine dell’“Ultima Cena” in copertina, non lasciano spazio a equivoci. Si parla dei sacerdoti, ma in quale prospettiva?
Innanzitutto questo libro può essere utile non solo ai sacerdoti, ma anche ai laici. In particolare il primo capitolo, dove parlo del comune bisogno di “stare con Cristo”, della necessità di stare aggrappati a Lui e di continuare la formazione integrale fino al termine della nostra vita. Il testo è frutto dell’esperienza di tanti anni d’aggiornamento dei formatori del clero, soprattutto in Africa e in Asia. Si rivolge ai ministri ordinati: parlo del diacono permanente, che non deve essere una specie di sacrista o un addetto alla liturgia, ma al ministero della carità e dell’evangelizzazione. Parlo dei preti chiamati a essere collaboratori della gioia dei fedeli. Presento il vescovo come primo responsabile dell’evangelizzazione non solo della sua diocesi, ma di tutta la terra.
Come vede il sacerdote, oggi?
Sublime la sua originaria scelta di essere un dono per tutti, la sua consacrazione alla felicità umana, la sua determinazione a essere l’uomo di tutti e per tutti ministro di pace – plenipotenziario del Principe della pace –, la sua coscienza che farsi sacerdote «non significa mettersi una divisa fuori, ma un tormento dentro», accettando di diventare «il ministro della pazienza di Dio», disposto a essere «il più amato e il più odiato degli uomini, il più incarnato e il più trascendente, il fratello più vicino e l’unico avversario». E la sua grandezza consiste nel «lusso di poter amare tutti». È un uomo che rinuncia a fare l’amore per essere amore, ministro di un Dio che si definisce Amore.
In che senso vede il sacerdote come un uomo che “ha un tormento dentro”?
Si tratta del tormento di non essere santo e di essere lui stesso lontano dall’ideale che propone agli altri. Il tormento di vedere le chiese sempre più vuote…svuotate sia dal secolarismo, sia dal fatto che troppi cristiani non abbiano ancora compreso a fondo il mistero dell’eucaristia. Il tormento di sapere che nel mondo esistono cinque miliardi di persone che non hanno ancora sentito parlare di Cristo. Il tormento di essere circondato da pochi laici che, spesso, sono più “clericali” dei preti. Il tormento di non poter esercitare il ministero sacerdotale, perché richiesto di interessarsi di realtà che dovrebbero essere di competenza dei laici o dei diaconi permanenti. Il tormento di celebrare confessioni – per quei pochi che ancora si confessano – che non rispecchiano l’ideale proposto anche dal Vaticano II: “Confessione di lode”; “confessione della propria vita”; “Confessione di fede”…
In questa situazione, i sacerdoti che cosa dovrebbero fare?
Circondarsi di persone valide; ascoltare i laici, non gli “Yes men”, ma quelli che sanno essere voce critica, illuminata dall’enciclica “Caritas in veritate” di Benedetto XVI; non essere autoreferenziali, come continua a ripetere papa Francesco.
- “Ne scelse Dodici”: che cosa comportò per gli apostoli questa scelta? Soprattutto, che cosa comporta ai “chiamati” di oggi?
La vocazione al ministero ordinato comporta la scelta di “stare con Gesù” per approfondire la conoscenza del Maestro, familiarizzare con la sua persona, amare la sua parola: i Vangeli. Ciò implica la capacità di desiderare il silenzio, scegliere il deserto (in ebraico “deserto” si dice “Midbar”: luogo della “Dabar”, la Parola), farsi aiutare nel discernimento della propria vocazione, studiare – e molto – perché una mezza scienza è pericolosa e allontana dal clero quanti si aspettano dall’uomo di Dio accoglienza, ascolto e coinvolgimento nel sacro. Si aspettano liturgie che non siano rappresentazioni, ma attualizzazioni del Mistero. Non un ricordo, ma un memoriale della morte e risurrezione del Signore. In ogni Eucaristia Cristo muore e risorge. E noi con Lui.
- Ci sono differenze tra la formazione sacerdotale impartita in Europa e quella proposta in Africa e in Asia, dove ha svolto gran parte del suo servizio sacerdotale?
Difficile fare paragoni per situazioni radicalmente diverse: in Europa i seminari si svuotano; i pochissimi seminaristi rimasti sono coccolati finché sono studenti, ma, diventati preti, sono abbandonati a sé stessi. Spesso sono soli e non pochi si sentono figli di nessuno. Nell’America Latina, che lamenta un’estrema scarsità di clero, si fanno esperimenti per formare i futuri preti non in seminari, ma nelle parrocchie, visitati periodicamente da formatori e docenti. L’Asia è impenetrabile alla nostra comprensione (ho visitato una dozzina di stati asiatici e non temo di riportare ciò che affermava un mio collega di Propaganda Fide: «Sono stato in missione per venticinque anni in Cina, e ho concluso che non ho capito nulla dei Cinesi»). In Africa i seminari sono stracolmi e abbisognerebbero di professori visitatori dall’Occidente. I preti africani, poi, avrebbero fin troppo da lavorare nella loro terra, prima di venire in Occidente a “tappare i buchi”. Non è una disgrazia se alcune parrocchie non hanno il parroco residenziale: la scarsità di preti europei potrebbe essere un’opportunità data ai laici di prendersi le loro responsabilità. Come battezzati, siamo tutti profeti, sacerdoti, re e missionari.
- In questo libro lei guarda alla crisi dei sacerdoti come a un “tempo di grazia”. In forza di che cosa può dirlo?
L’ideogramma cinese della parola “crisi” si legge: “opportunità”… Il credente sa che tutto è grazia e che lo Spirito Santo continua ad animare la Chiesa. Inoltre, Cristo ha affermato: «Le potenze degli inferi non prevarranno». Nel mondo il male non prevarrà sul bene. Questa la nostra fede: la crisi europea potrebbe convertirsi in un’opportunità per gli altri continenti.
- Ma il sacerdote ha rilevanza nella società di oggi?
Ovunque ho sperimentato che soprattutto i giovani avvertono la nostalgia di Dio. E se un uomo di Dio è disposto all’ascolto e al dialogo, la gente non guarda all’orologio quando parla con lui.
Ho vissuto questo in molti stati, incontrando gente lungo la strada e giovani anche nelle discoteche. L’avevo sperimentato pure in Russia, negli anni Settanta, quando l’ateismo veniva imposto dallo Stato. Ho visto che chi cerca di strappare Dio dal cuore dell’uomo, assieme a Dio gli strappa il cuore. Ma l’uomo di Dio può riaccendere la nostalgia dell’Eterno. Il comunismo è svanito, mentre la nostalgia di Dio è rimasta.
- «Non siate showman», ha raccomandato papa Francesco ai preti di Roma. E sempre a loro, lo scorso Giovedì Santo, ha ribadito: «Non siamo distributori di olio in bottiglia. Ungiamo distribuendo noi stessi». Si tratta di semplici richiami spirituali o è la richiesta di un cambiamento di vita?
Showmen: ho già detto che molti sacerdoti, sull’altare, fanno rappresentazioni e non attualizzazioni del Mistero. Il cambiamento di vita richiesto dal Papa consiste nel non essere ingessati, rigidi, formalisti. Se celebrassimo messe adatte per diverse categorie di persone e gruppi di età, se invece di guardare alle finanze della parrocchia facessimo vivere esperienze forti ai giovani (Terra Santa, santuari, deserto), allora ci sarebbe un vero rinnovamento. Non c’è bisogno di suggerire a un innamorato di andare a trovare la sua ragazza… Se le messe fossero vissute bene, dovremmo chiamare i vigili urbani a regolare il flusso dei fedeli in chiesa!
- Scegliere i poveri, le periferie, non è poi tanto facile da attuare, soprattutto per i sacerdoti più anziani! Richiede preparazione. Nei seminari c’è attenzione a quanto chiede papa Francesco?
Nei seminari dell’Occidente non manca nulla agli studenti; la loro situazione si ribalta dopo l’ordinazione. Nei numerosi seminari che di volta in volta visito, non manco di prospettare il tipo di formazione che ho ricevuto nel Seminario Romano, con i tre grandi amori: l’Eucaristia, la Madonna, il Papa (il tutto in una atmosfera di preghiera quasi monacale, silenzio e studio). Insisto poi sulla formazione permanente che dovrebbe essere più incentrata sulla vita spirituale, sull’amore al silenzio, sullo studio della Bibbia, della dottrina sociale della Chiesa e dei documenti ufficiali della stessa. Sarebbe interessante chiedere quanti abbiano letto, dell’esortazione apostolica Christus vivit, non la sintesi di Avvenire, ma il testo integrale… Sarebbe utile, infine, richiedere ai seminaristi di lavorare – almeno per tre anni – tra i poveri, nelle periferie, prima del diaconato. Qualcuno deciderà di uscire dal seminario? Non è una tragedia. Il mondo non ha bisogno di tanti sacerdoti. Non tanti, ma santi. Santi che siano collaboratori della gioia dei fedeli, come suggerisce san Paolo.
“Ne scelse Dodici…”. Per una formazione permanente del clero,
Editrice Rogate, Roma 2019
Nel periodo dell'occupazione nazista della città di Roma, che durò nove mesi dal settembre 1943 al 4 giugno 1944, due furono le deportazioni massicce di uomini: la prima di duemilacinquecento carabinieri avvenuta il 7 ottobre, la seconda di mille e ventitré cittadini romani di religione ebraica, avvenuta il 16 dello stesso mese. È innegabile il collegamento tra le due deportazioni, documentato dai telex intercorsi tra il col. Herbert Kappler delle SS e i suoi superiori a Berlino Himmler e Kaltenbrünner. Ma a firmare l'ordine per i carabinieri fu un ministro della Repubblica sociale italiana, il Maresciallo Rodolfo Graziani. A lungo questa deportazione è rimasta nell'oblio, un oblio sorprendente e ingiustificato, ma grazie alla ricerca storica e all'accesso a documenti non più secretati di archivi militari, italiani, tedeschi e alleati, da qualche anno, anche questa data, oltre quella del rastrellamento degli ebrei, è entrata nella memoria della città e in quella della nazione. Oggi, a più di settant'anni dalla Liberazione, una vicenda come quella dei carabinieri catturati a Roma e poi internati nei campi di concentramento nazisti può collocarsi, anch'essa a pieno titolo, come capitolo della storia della Resistenza italiana. Inoltre la parte più inedita della presente ricerca, che si segnala all'attenzione non solo dei lettori comuni, ma anche a quella dei lettori specialisti di storia contemporanea, riguarda la ricostruzione, passo dopo passo, del rapporto persecutorio che l'Arma dei CC. RR. subì da parte della RSI sia sul territorio nazionale - culminata in una successiva e definitiva deportazione nell'agosto 1944 -, sia nei Lager nazisti, dove i carabinieri entrarono a far parte della massa degli IMI. Prefazione Antonio Parisella. Postfazione Giancarlo Barbonetti.
Un sussidio semplice e sobrio, che aiuti la preghiera, la lode alla scuola della Parola, giorno dopo giorno, con indicazioni, riflessioni, spunti. “Non multa, sed multum!” Indica Ignazio di Loyola nei suoi esercizi spirituali: non è la quantità che conta, bensì la qualità. Basta una Parola, un frammento, che possono aprire vie e profondità inaspettate. Tutto questo nello spirito della “Rete mondiale di preghiera del papa”, moderna evoluzione del tradizionale “Apostolato della Preghiera”.
Promettente dirigente di un'industria cosmetica, responsabile del marketing della crema Scandinavian, prodotto per pelli chiare e fragili, viene colpita dalla malattia di Addison. Il problema principale è che lei è una bianca razzista, e tale malattia causa una progressiva iperpigmentazione: Agathe diventa nera. Incapace di accettare questa situazione, si lascia scappare il fidanzato e perde il lavoro, con un autogol. Cerca di rialzare la testa ma, prima di ottenere un lavoro, gliene vengono rifiutati diversi a causa del suo colore.
Questa XLIII edizione del Codice Civile minor viene data alle stampe per dare conto di tutte le più recenti modifiche intervenute in materia civile. Il Codice Civile Minor, nel suo formato pratico e di agile consultazione ha mantenuto la caratteristica dei percorsi di lettura facilitati dall’uso del neretto per evidenziare le parole chiave di ogni singola disposizione. Una mirata selezione di leggi speciali (Adozione, Assicurazione (RCA e contratti), Brevetti e Marchi, Cambiale, Consumatori, Diritto internazionale privato, Fallimento, Locazioni, Matrimonio e Divorzio, Persone giuridiche, Stato civile, Testamento biologico, Unioni civili e Convivenze) completa il lavoro fornendo una panoramica aggiornata della materia.Tra le leggi speciali è riportata la Riforma della magistratura onoraria che prevede, tra l’altro, modifiche al codice civile in vigore, però, dal 31-10-2025. Un articolato indice analitico-alfabetico ed un puntuale indice cronologico chiudono il volume consentendo un immediato reperimento delle norme.