Questo testo propone un approfondimento sugli scritti di Luisa Piccarreta, analizzandoli attraverso un confronto con i testi di Padri e Dottori della Chiesa, nonché del Magistero. L'obiettivo è rispondere a domande fondamentali sulla conoscenza di Dio e sulla Sua Volontà. Si esplora come il Prologo del Vangelo di Giovanni, con i temi della luce e della vita, aiuti a comprendere l'influenza della Volontà divina sulle creature. Inoltre, si indagano le dinamiche che spingono l'anima verso la santità e il legame tra il bene della Trinità e la realizzazione del "Fiat Voluntas Tua". L'importanza dei "testimoni" come Luisa è messa in luce, così come il contributo di san Tommaso d'Aquino, i cui scritti si rivelano in sintonia con quelli di Luisa, e di san Bonaventura, che con la sua maestria nella teologia mistica aiuta a interpretare i passaggi più complessi del cammino di santità descritto da Luisa.
Questo libro espone brevemente le ragioni per convertirsi alla Chiesa Cattolica, a partire dall'apologetica e dall'esposizione degli argomenti classici che portano all'adesione alla fede cattolica. Tale impegno consiste nella necessità di provare: l'esistenza di Dio; la divinità di Cristo; il fatto che Cristo ha fondato una Chiesa il fatto che la Chiesa Cattolica sia la Chiesa fondata da Cristo. Uno scrittore, alla domanda che gli venne rivolta «Perché essere cattolici», rispose: «La domanda indica un desiderio del Logos, con il quale si intende la parola, la ragione, la razionalità, l'ordine dell'universo, il linguaggio, che è ciò che ci rende diversi dagli altri animali. Solo la Chiesa Cattolica possiede nella sua pienezza il Logos che stai cercando. Questo è il motivo per cui dovresti diventare cattolico». Ciascuna delle quattro parti del libro è introdotta da John Beaumont, ma il contenuto dettagliato di ogni parte è costituito da citazioni particolarmente espressive, prese da testi pubblicati da singoli autori, alcuni dei quali, ma non tutti, erano dei convertiti.
La filosofia tomista è una delle filosofie storicamente più dominanti e diffuse. Pertanto, lo studio della storia della filosofia è impensabile senza averne una conoscenza sistematica e dettagliata. La caratteristica fondamentale della filosofia tomista, che l'ha resa così popolare e presente, è il realismo metodico che tematizza filosoficamente l'esperienza del senso comune, mentre la caratteristica che desta attrazione intellettuale permanente si radica nelle intuizioni speculative sulla trascendenza, a cui è diretta la sua metafisica dell'essere. Pertanto, la secolare tradizione della filosofia cristiana ha giustamente conferito alla filosofia tomista il titolo di philosophia perennis-filosofia perenne. Il libro ne contiene una presentazione sistematica delle seguenti tematiche filosofiche: introduzione alla filosofia, filosofia della conoscenza, metafisica, filosofia della natura, antropologia filosofica, filosofia di Dio ed etica.
Il volume indaga in prospettiva inter-disciplinare alcune rilevanti questioni bioetiche e morali sessuali, correlate all'inedito potere di manipolare la natura umana che qualifica l'odierna civiltà tecnologica, attorno alle quali è in corso una disputa sull'umano. Mentre taluni promuovono il progetto scientista di creare l'umanità nuova, convinti che il soggetto non sarebbe altro che ciò che si fa, altri intendono orientare il sapere/agire tecnologico verso scelte antropologicamente sensate, conformi alle dimensioni costitutive della persona nella sua unità psicofisica. Si profila così l'interrogativo antropologico: «Chi vuole essere l'uomo oggi, all'inizio del terzo millennio? Un io-in-relazione, che riconosce e coltiva in fondo i propri rapporti costitutivi (con Dio, col prossimo e con sé stesso) o un individuo autonomo e autoreferenziale, mero prodotto del proprio esperimento?» (A. Scola). È quanto il testo si propone di esaminare, al fine d'indirizzare l'agire, nella convinzione che «solo a partire da una profonda consapevolezza della propria identità l'uomo può infatti decidere responsabilmente sul come del suo agire» (M. Konrad).
Sebbene le scoperte scientifiche e i progressi della tecnica illudano l'uomo di essere padrone della propria esistenza, egli è continuamente posto di fronte all'imprevedibile. Il mistero della realtà ci provoca a pensare per tentare di comprenderlo: quanto ci è dato vivere viene dal caso, dal destino o dalla Provvidenza? Il volume interroga la storia della fede e del pensiero per risalire alle origini filosofiche e bibliche dell'idea di Provvidenza. è un invito a riflettere sul rapporto tra azione divina e avvenimenti determinati da scelte umane, tra miracolo e leggi di natura, tra cura di Dio per le creature e presenza nel mondo del male. In prospettiva cristiana, sentirsi parte di un disegno diventa allora, da limite, occasione per realizzare se stessi nell'affidamento all'Altro.
Una delle peculiarità del messaggio biblico sta nel fatto che Dio non si incontra nella staticità della natura ma nel dinamismo della storia. Con questo volume, Romano Penna si interroga sul tempo e sulla storia quali elementi costitutivi dell'identità cristiana a partire dall'evento di Gesù, Verbo di Dio che si fa carne e quindi anche storia. Il credente si trova a vivere già nella pienezza perché in Gesù il tempo si è compiuto. Ciò significa che il tempo storico è gravido di prospettive perché abitato da una pienezza costituita dal dono della presenza del Risuscitato; è colmo di momenti favorevoli, in cui poter vivere secondo il ritmo della speranza che apre al futuro; e quanto si realizza in esso è decisivo per la pienezza ultima, per il futuro assoluto e definitivo. La comparsa di Gesù dischiude per i suoi ascoltatori e discepoli un compimento che riguarda la loro storia personale. È in questo senso che il chrónos diventa kairós, cioè il tempo di tutti diventa il tempo di ciascuno.
Il libro del teologo Battista Borsato affronta un tema cruciale, oggi: l' "al di là", la "vita dopo la morte", la "sopravvivenza della nostra identità", interrogando grandi autori, filosofi e teologi, citati e commentati scrupolosamente. Sono le grandi domande sulle "cose ultime" (eschata) nella consapevolezza che le risposte che ancora troviamo nei catechismi sono "gravate dalle problematiche del passato" e vanno dunque alleggerite e riportate al Vangelo così come alla ragione e al cuore dell'essere umano. "Perché non pensare all'al di là come il compimento dell'al di qua? Più si realizza in questa esistenza la fraternità, la giustizia e la gioia, più si vive e si annuncia l'al di là. Più questa vita è stata segnata dalla qualità di scelte e di comportamenti, più vi sarà pienezza nel mondo futuro. Sono due mondi non alternativi, ma correlati." Prefazione di Luigi Accattoli.
Sulla scia del Concilio Vaticano II e del magistero dei Pontefi ci che l'hanno preceduto, Papa Francesco, costatando che il laicato costituisce l'immensa maggioranza del Popolo di Dio, invita a superare ogni forma di clericalismo che umilia la dignità dei battezzati e a riconoscere la chiamata dei laici per l'evangelizzazione e l'edifi cazione della Chiesa nel mondo contemporaneo. I ministeri ecclesiali, come risposta al dono dello Spirito Santo che rende bella la Sposa di Cristo nella varietà dei doni e delle funzioni, possono contribuire a questa riscoperta del laicato nella sua duplice funzione, nella Chiesa e nel mondo. Di fronte alla diminuzione di ministri ordinati, i laici possono costituirsi come animatori della pastorale e, al tempo stesso, come legame vivente tra il vescovo e le comunità, affi ancandosi ai presbiteri e ai diaconi nel loro insostituibile ministero. La storia della Chiesa ci dice che in tante parti i laici hanno alimentato e trasmesso la fede, anche laddove non vi erano ministri ordinati. Questa strada può essere intrapresa pure dalla Chiesa di oggi, non più come supplenza ma come manifestazione della pluriformità ministeriale del Popolo di Dio. I giovani, nel Sinodo a loro dedicato, hanno espresso il desiderio di essere protagonisti della vita della Chiesa, ponendosi al suo servizio. Il cammino della Chiesa è nelle mani di Dio, a noi spetta lasciarci condurre da quelle mani che accompagnano e custodiscono il suo Popolo.
"Nicea" è diventata una specie di cifra, che sta a indicare tante cose: la "sollecitudine" degli imperatori, un modo di parlare di Dio, il rapporto fra il Vangelo e le sue tante "traduzioni", un sinodo che dà vita a un processo. Perché si tratta di un anniversario audace? Si può leggere la qualità dell'operazione svolta da Nicea e provare ad attualizzarla? Che cosa hanno compiuto i padri conciliari, quale esercizio hanno svolto? Cercare Dio e "dire" la fede è ancora il compito assegnato alla nostra epoca, nella diversità dei contesti storici e culturali.