Un`indagine originale e appassionante sul fascino del buon ladrone nella tradizione francescana, un viaggio inedito nel paradiso promesso, per riscoprire una figura di speranza e redenzione. Il libro ha come obiettivo di metterci sulle tracce del buon ladrone nella tradizione francescana. Come ha fatto notare Guillermo Spirito, appassionato iniziatore di tale ricerca, sembra che, sino ad oggi, nessuno abbia tentato un lavoro simile. Il tentativo è quello di capire se il buon ladrone ha esercitato un fascino significativo sui figli di san Francesco e in che modo questo fascino sia stato tramandato da una generazione all’altra di frati nel periodo che prenderemo in esame.
Speriamo così di poter gustare qualche scorcio di quel paradiso promesso al buon ladrone!
AUTORI
G.A. SPIRITO, frate Minore Conventuale, docente di teologia e autore di diversi studi e saggi.M. SAVIOLI, frate Minore, attualmente impegnato nella comunità francescana di Nizza.
Illetterato, sprovveduto, sognatore, Francesco d'Assisi è il «santo» per eccellenza. Ma è anche, nell'opinione comune, un personaggio fuori dalla storia, relegato nella sfera del misticismo e dell'utopia. Come mai, allora, la Chiesa decide di innalzarlo agli altari a soli due anni dalla morte, dopo un processo di canonizzazione tra i più brevi nella vicenda millenaria del cristianesimo? Francesco ribelle e antisistema o docile strumento nelle mani del potere ecclesiastico? Giulio Busi passa al vaglio le cronache dell'epoca, s'immerge nel mare sconfinato dell'agiografia, e poi dipinge un Francesco inedito, vigoroso, a tratti mite, più spesso provocatorio e intransigente. Quando è costretto, infatti, sa obbedire e accettare l'autorità. Ma è una scelta che gli costa, e da cui, ogni volta, riparte per inseguire la verità. Mentre attorno a lui la società scopre, e soffre, l'economia del mercato e del profitto, Francesco accoglie i lebbrosi, si unisce ai mendicanti, rivendica per sé un posto tra gli ultimi. Nei primi tempi, i benpensanti lo dileggiano, lo considerano un folle. Intanto, però, il suo carisma attrae sempre più seguaci. Nella primavera del 1212 Chiara d'Assisi, nobile per nascita, lascia i propri beni e la sontuosa casa paterna per seguire l'esempio di Francesco. È l'inizio di una consonanza spirituale che durerà tutta la vita. Ai «fratelli» che hanno cominciato a raccogliersi attorno al Poverello si aggiungono le «sorelle minori», ispirate da Chiara. Nel giro di pochi anni, il successo del movimento è travolgente. E i dubbi del fondatore diventano sempre più angosciosi. La Chiesa ha bisogno di un Ordine francescano forte, efficiente, solido. Ma lui riuscirà a difendere povertà e umiltà, a mantenere la semplicità delle origini? Al termine della sua esistenza, così breve e intensa, Francesco è malato, e deluso. Sembra sconfitto, ma nel momento più buio detta il Cantico di Frate Sole, splendido, gioioso inizio della letteratura italiana. Ringraziamento è l'esordio, inno la conclusione. Francesco lo sa, lo ha sempre saputo. La sorgente è una sola, un unico fine ha il creato. E ora il suo Cantico è libero di percorrere il vasto mondo. Che con lui se ne vada il dolore, assieme a lui si diffonda la lode.
Il tradizionale Convegno che si svolge a Pozzuolo Martesana intorno alla festa di san Francesco è stato dedicato nel 2024 alle stimmate di san Francesco, nell’ottavo centenario dell’evento sul monte della Verna. Il tema è stato presentato come sempre da diversi punti di vista: partendo dalle testimonianze sull’evento offerte dalle fonti più antiche, si è passati alla presentazione delle sue principali raffigurazioni iconografiche, e quindi ad alcune riletture operate in momenti fondamentali della letteratura italiana (Dante, il Seicento, Riccardo Bacchelli). L’approccio multidisciplinare (iconografia, letteratura, spiritualità…) contribuisce a cogliere meglio il significato profondo della vita e dell’esperienza di san Francesco, che non cessa di affascinare e interrogare.
Nel convegno tenutosi a ottocento anni dall'evento delle stimmate di san Francesco, come apertura del Festival francescano di Bologna, le stimmate di san Francesco vengono analizzate da differenti punti di vista storico, iconografico, spirituale
Diventa così possibile comprendere meglio il fatto dell'impressione delle stimmate all'interno dell'esperienza originaria di san Francesco, e cogliere le molteplici riletture che ne sono state fatte successivamente, nell'Ordine e nella Chiesa, oltre che nella devozione personale di tanti seguaci del Povero di Assisi.
Frate Angelo Clareno portò a termine la sua opera più importante, il Liber Chronicarum sive tribulationum Ordinis fratrum Minorum probabilmente tra il 1323 e il 13826. Nella sua Cronaca ci racconta il primo secolo di vita del'Ordine dei Minori da una prospettiva particolare, quella dei cosiddetti Spirituali, quei frati che ritenevano il messaggio rivoluzionario di Francesco tradito dopo la sua morte.
Lopera del Clareno ci appare come un documento straordinario, che vale la pena conoscere e approfondire per capire cosa significasse stare dalla parte degli Spirituali.
ROBERTO ROVEDA (1970) è storico del Medioevo.
E' autore di manuali per la scuola e collaboratore di Focus storia e Medioevo. Tra i suoi libri: I grandi eretici che hanno cambiato la storia (2021) e Breve storia del Medioevo (2022), editi da Newton Compton.
Il giullare è colui che simbolicamente cammina a testa in giù e, così, propone uno sguardo capovolto sul mondo. L'espressione “giullare di Dio” (ioculator Domini) esprime per questo la sintesi della rivoluzione culturale di Francesco d'Assisi. Il suo sguardo rovesciato ha origine in una particolare proposta cristiana, che dalla follia dell'intuizione si incarna sia nella rappresentazione materiale sia nella storia, nella realtà dell'istituzione entro le forme “ordinate” dell'organizzazione politica, civile, religiosa ed economica. La vita fraterna come sudditanza reciproca, la rinuncia radicale al potere e alla ricchezza sotto ogni aspetto, la posizione di sottomissione e minorità, la gratuità del dono, la nudità come inanizione e privazione sono tutte “proposte ribaltate” che invertono – o tengono insieme – dentro e fuori, essere e apparire, visione e azione, parola e gesto, alto e basso, sublime e umile. Tale mutazione delle forme della rappresentazione e della concezione del mondo è tuttora una delle chiavi per comprendere la cultura umanistica e la modernità nel suo complesso. Nel volume studiosi di diverse discipline mostrano come la logica del rovesciamento di Francesco abbia inciso su arti figurative, letteratura, predicazione, devozione e drammaturgia, modificando nel profondo la cultura istituzionale, politica ed economica dell'Occidente medievale.
La morte di Francesco d'Assisi: su questo tema, nel corso dei secoli, numerosi autori hanno svolto ricerche approfondite, per comprendere in che modo il Santo si preparò e visse un passaggio così delicato. Più rare sono invece le indagini su come altri si posero di fronte a tale avvenimento, in particolare coloro - e non erano pochi - che volevano impossessarsi di quel corpo considerato già una reliquia preziosa.Felice Accrocca, attraverso una rigorosa ricerca storica e con un linguaggio divulgativo, si propone di farci conoscere quali sottili trame si vennero tessendo intorno a Francesco nei suoi ultimi giorni di vita, quando il suo esile, debole corpo finì per diventare "un corpo conteso".
Frate Francesco è ancora attuale e conserva una reale "forza di contemporaneità". Un frate Francesco fratello, un frate aperto all'ascolto, che sa predicare con parole povere, con un dire credibile, con un linguaggio semplice di parole asciutte, di cuore. Un frate se vogliamo dalla "personalità complessa", ma che non castiga, che non si sente superiore, che sa farsi piccolo, "prossimo". Uno straordinario e inedito dipinto del ritratto di Francesco d'Assisi. Per farlo, l'autore ha usato tutte le fonti più antiche e le ha confrontate con le più accreditate interpretaioni contemporanee. Ne viene fuori un profilo che attrae e insieme interroga ogni lettore. Lo stesso Francesco si definisce fratello, servo, piccolo, spregevole. Non vi è nessun dubbio: si tratta di un uomo umile. Eppure quest'uomo umile, che ha una bassa considerazione di sé, ha un'ambizione straordinaria: vuole parlare ai reggitori dei popoli, a tutti coloro che hanno il potere. E parla loro con autorità.
A 800 anni dalla sua scrittura, 1224-1225, l'Associazione "La Didattica del Villaggio una pedagogia per i cinque continenti" propone ai lettori una riflessione sul Cantico delle Creature; la poesia inneggia alla bellezza e all'armonia del creato di cui San Francesco non è più solo il giovanile giullare, ma l'esperto maestro d'orchestra. Il Santo dirige le tante voci della natura in una polifonia creaturale per farne una gioiosa, cosmica lode al Creatore. Il Cantico, nella sua sublime semplicità, ci fa pensosi, ci chiede di riscoprire e mettere in pratica la umanissima e gioiosa eredità del Santo.
Le stimmate di san Francesco costituiscono il punto di arrivo di un lungo cammino compiuto dal santo. Accettando la propria povertà e umiltà, Francesco ha potuto aprire gli occhi del cuore e della mente tanto sulla miseria degli altri, quanto sul cuore di Dio.
Nasce così un modo nuovo di pensare se stesso, gli altri e Dio, un modo che rende la fede matura, con gli occhi aperti sul mondo e sulla storia.
L'esperienza della Verna costituì quindi il culmine di un itinerario amoroso, il sigillo ultimo apposto dall'Amato all'amante.
Un amore che, tuttavia, non può essere per Dio solo, ma dev'essere autenticato dall'amore per coloro per i quali Egli è è morto ed è risorto. Quelle ferite luminose devono aiutarci a vedere le altre ferite, quelle che deturpano il volto di tanti, oppressi e schiacciati da logiche di profitto e di potenza, dettate da pochi a danno di moltissimi. Dalla Prefazione di mons. Felice Accrocca
Il profumo ha accompagnato l'esistenza umana fin dagli albori, attraversando molteplici ambiti. Dalla sfera liturgica, a quella personale, fino al mondo naturale, la sua essenza si è diffusa ovunque, portando con sé significati molteplici e profondi ma rimanendo sempre un elemento imprescindibile e universale, che ha viaggiato nel tempo e nello spazio per giungere fino a noi. Questo libro esplora la presenza discreta ma inebriante del profumo a partire dall'opera per eccellenza: la Bibbia, dove esso si intreccia intimamente con la dimensione del sacro. Successivamente, le testimonianze letterarie, antiche e medievali, e primi testi francescani ci rivelano come il profumo fosse già, nei primi secoli del cristianesimo, un concetto profondamente radicato: Dio stesso, nella sua essenza divina, è la fragranza suprema, percepita e venerata dai suoi fedeli.