È tale, un viaggio, se si prefigge una meta; così è pure di questo libro, la cui destinazione è già nel titolo. Il suo tema è la santità, meglio la figura del santo cristiano, a prescindere se poi, una volta conclusa la sua vita terrena, ci sarà o no una beatificazione o una canonizzazione. Della santità, poi, queste pagine intendono illustrare il contenuto e per far questo prendono spunto da un maestro: Romano Guardini. Egli, per descrivere quella che egli chiama l'interiorità cristiana e, ancora più letteralmente, l'in-esistenza, l'intimità di Cristo nel cristiano, ha tratto ispirazione soprattutto dal testo paolino di Gal 2,20: santo è chi, come san Paolo, può ripetere: «Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me». Cristo-nel-cristiano: questo è la santità. Che cos'è la santità? A questa domanda si possono dare molte risposte. Quella, davvero autorevole, del prefetto del Dicastero della cause dei santi, trae ispirazione dalla riflessione di Romano Guardini su un celebre passo paolino: «Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me» (Gal 2,20). Cristo-nel-cristiano: questo è la santità.
Parlare di Chiesa e sacramenti ci pone in continuità con le donne e gli uomini del IV secolo, con i quali abbiamo tanto in comune, pur nelle non piccole differenze. La Chiesa, di fatto non nominata a Nicea (325), è menzionata in forma estesa nel Credo più ampio (niceno-costantinopolitano) e si specifica nelle sue note (una, santa, cattolica e apostolica), lette all'interno della dinamica fra quello che siamo e la meta verso cui siamo in cammino. La Chiesa non è oggetto della fede nella stessa misura in cui lo è Dio, ma è l'ambito vitale in cui questa fede viene professata e celebrata. Il libro affronta anche un'altra parte dell'esperienza ecclesiale - quella celebrativa - e lo fa interrogando l'epoca di Nicea, e più in generale l'antichità, a partire dalla attuale prassi cattolica di un settenario sacramentale. Leggere il IV secolo dal punto di vista della esperienza celebrativa non solo strappa all'oblio elementi interessanti in sé, ma restituisce anche una diversa lettura del dibattito teologico. Di allora ma, in certo senso, di sempre.
La Sindone di Torino rappresenta da secoli un enigma storico, scientifico e spirituale. È un semplice lenzuolo funerario o una straordinaria reliquia che testimonia la passione di Cristo? In questo volume, Pierluigi Baima Bollone, medico legale e uno dei massimi esperti mondiali della Sindone, collega in maniera originale l'analisi accurata e rigorosa della figura storica di Gesù (alla luce delle più recenti scoperte scientifiche e archeologiche) e la sua corrispondenza con il Lenzuolo di Torino. Attraverso un esame meticoloso delle fonti documentali, delle pratiche funerarie giudaiche e delle trascorse indagini condotte sul Sacro Telo, l'autore propone una riflessione profonda su ciò che la Sindone può rivelarci oggi. La sua narrazione intreccia scienza, storia e fede, portando il lettore a interrogarsi sul mistero della risurrezione e sul valore del lenzuolo della sepoltura di Cristo nel contesto della cristianità e giungendo a proporre una ipotesi sconvolgente, ossia che «il miracolo della risurrezione potrebbe essere avvenuto all'interno della Sindone che ora è conservata a Torino».
Il primo vangelo, quello di Marco, termina con queste parole: Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato (Mc 16,15-16). Lo stesso comando è ripetuto da Matteo (Mt 28,19) e in modo diverso da Luca (Lc 24,47). Questo ambizioso programma andava incontro a numerose difficoltà. Anzitutto pochi ebrei accettavano l'idea che Gesù fosse il Messia aspettato e desiderato. Per molti di essi, divenuti seguaci di Gesù, l'apertura al mondo politeista (gentile) creava molte difficoltà, specialmente l'abolizione dell'osservanza della Legge mosaica. Per i pagani la fede in Cristo, Figlio di Dio, morto crocifisso come un criminale, era ancora più assurda. Paolo coglie in modo radicale la sua predicazione: noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani. Questa nuova religione che è stata contrastata in tanti modi, anche con la persecuzione cruenta, lentamente è diventata quella degli imperatori e della quasi totalità degli abitanti dell'impero romano. Come è stato possibile questo fenomeno? Queste pagine cercano di rispondere a questa domanda.
Come possiamo parlare di eternità quando sappiamo bene di appartenere al tempo, addirittura di essere tempo, un tempo finito e limitato? Che significato può assumere per noi espressione vita eterna V VVV quando è evidente che la nostra vita terrena è finita e indirizzata verso la morte? Fin dalle epoche più remote si cerca di immaginare l'eternità e si spera nell'immortalità. Religioni, filosofie, teologie, spiritualità si sono da sempre interrogate sulla destinazione ultima dell' essere umano: morte senza appello, oppure un'altra vita che ci attende?
Nel presente volume, che ospita le riflessioni illuminanti di un biblista di una teologa, questa antica domanda è assunta in tutta la la sua radicalità e trova, alla luce della speranza cristiana, una rinnovata e promettente riformulazione: forse che l'eternità non si affaccia già qui e ora infilata in qualche misura nella vita presente, come anticipazione di ciò che potrà manifestarsi pienamente oltre l'esistenza terrena?
Questo studio si propone di offrire una lettura approfondita della figura di Ester, protagonista dell'omonimo libro biblico, non solo come personaggio storico e letterario, ma come una figura simbolica, capace di incarnare diversi valori come il coraggio e la determinazione, la fede, l'intelligenza e la saggezza, in particolare l'audacia di una donna che è stata capace di cambiare il destino di un intero popolo. Il testo, dunque, esplora il modo in cui Ester, attraverso le sue azioni e le sue scelte, diventa un'eroina che porta alla liberazione del popolo ebraico e, allo stesso tempo, un esempio di virtù per il lettore di ogni epoca.
Intorno alla questione del genere si è aperto un enorme divario che tende a separare genitori e figli, nipoti e nonni. Difficilmente ci si capisce, difficilmente ci si ascolta. Nelle famiglie è motivo di litigio, i ragazzi non si sentono accolti e i genitori provano frustrazione davanti a idee spesso molto diverse dalle loro. Il libro propone un modo nuovo di guardarsi e dialogare per vie che sembravano impercorribili. Comprendere la questione del genere a partire dal Cristianesimo può aiutarci a costruire ponti. L'autrice racconta lo stupore, spesso frainteso, che può rappresentare per i giovani la proposta della Chiesa intorno a questi temi; e anche quale cammino intraprendere per capire meglio le nuove generazioni.
L'amicizia tra Dio e l'uomo è una storia di salvezza, ma troppo spesso, negli ultimi tempi, questa verità è stata offuscata, quando non direttamente rinnegata, in un mondo che pensa di potersi salvare da solo. Perfino la predicazione evita l'argomento, preferendo soffermarsi su altri aspetti della fede e proponendo un gesù quasi troppo umano, di cui non si coglie più l'essenza divina, centrale nell'avvenimento cristiano. Incarnazione, Croce e Risurrezione, invece, ci mostrano quale sia il valore unico e definitivo della redenzione e mediazione del figlio di Dio fatto uomo per noi. La lettura di queste pagine guida a conoscere, scoprire o riscoprire il fondamento più importante della nostra piena felicità: Cristo unico perfetto salvatore.
Uno studio della creatività secondo Nikolaj Berdjaev con il taglio originale della vita come comunione fondata nell’amore del Padre. È questo che costituisce l’ambito della vera creatività quale realtà che appartiene al regno e si rende presente nella Chiesa, penetrandola con la dimensione escatologica della nuova e definitiva creazione che le è propria.
Nikolaj Berdjaev è senza alcun dubbio un autore geniale e ispirato. Qui Andrej Brozovič, dopo averne offerto una presentazione complessiva, si sofferma sulla questione della creatività e sul fatto che Berdjaev abbia colto come la vera dimensione fondante della creatività costituisca un cambiamento così radicale dell’esistenza umana da renderla non più corruttibile, non più raggiungibile dal male della morte. La creatività non significa dunque creare delle forme per avere sensazioni di cambiamento. Significa piuttosto cogliere la novità dell’esistenza umana avvenuta con Cristo. Perciò, in un certo senso, è ovvio che per Berdjaev solo la Chiesa è veramente creativa. Una Chiesa intesa non come istituzione religiosa, ma come corpo di vita.
Questo studio fa vedere che il contributo dei cristiani al cammino dell’umanità non è tanto una conoscenza legata al mondo delle idee o agli approcci e alle metodologie delle diverse scienze, ma un rinnovo dell’intelligenza che avviene con l’accoglienza di una vita che in sé stessa è costituita come relazione, come comunione, come un considerare l’altro, uno sperimentarsi fondati nell’altro. Questa vita non è frutto del nostro impegno, ma l’accoglienza di un dono. E l’accoglienza del dono ci trasforma nel dono. In un certo senso si può dire che, secondo Berdjaev, noi cristiani non abbiamo ancora esplorato i diversi campi dell’esistenza umana perché ci siamo troppo velocemente istituzionalizzati e abbiamo istituzionalizzato anche la mente e il processo stesso della conoscenza.
È la vita come comunione fondata nell’amore del Padre ad essere l’ambito della creatività, perché ciò che è vissuto in questa esistenza ecclesiale agapica viene bagnato di immortalità, ossia di risurrezione. È la vera crea­tività, e solo quella, che fa vivere in modo definitivo. Perciò appartiene al regno che si rende presente nella Chiesa e la penetra con la dimensione escatologica della nuova e definitiva creazione che le è propria.
Indice:
Introduzione * 1. La tentazione dell’uomo: agire da solo * 2. La visione di Berdjaev: la “cristologia dell’uomo” * 3. L’uomo nella creatività sperimenta la profondità della figliolanza * Conclusione * Bibliografia * Indice degli autori citati
In vari momenti della storia, l'ostia consacrata si è trasformata visibilmente in carne e il vino in sangue, offrendo una testimonianza tangibile della promessa di Gesù. Questi miracoli eucaristici rafforzano la nostra fede e ricordano che l'Eucaristia non è solo un simbolo, ma una realtà viva e operante. Queste pagine ne percorrono la storia e la diffusione capillare, soffermandosi sulla figura di Carlo Acutis.
Di quanti personaggi abbiamo perso la memoria! Di lei, no. Gesù l'ha difesa non solo dagli occhi spenti di chi la criticava, l'ha difesa anche dall'oblio della morte, dalla cancellazione della morte: è come se risorgesse ogni volta che leggiamo il vangelo. Risuscita. Per tutto il migrare dei secoli niente continua a raccontare così intensamente il vangelo, niente di più trasparente del suo gesto. Pubblichiamo qui l'adattamento dell'incontro tenuto il 5 maggio 2013 a Montericco di Albinea (RE), presso l'hospice Madonna dell'uliveto.
Conoscere le principali apparizioni mariane significa comprendere meglio i desideri e le intenzioni della Madonna, specialmente per il nostro tempo. Questo libro si propone di analizzare le apparizioni considerando il contesto storico-culturale, la descrizione degli eventi e delle parole della Madonna e, infine, un'interpretazione del messaggio e dei suoi aspetti simbolici, spesso trascurati. Da Guadalupe a Medjugorje, passando per Lourdes, Fatima, La Salette e giungendo fino alle remote Akita, in Giappone, e Kibeho, in Ruanda. Un viaggio spirituale attraverso i luoghi scelti dalla Vergine Maria, reso ancora più suggestivo da splendide immagini che ne raccontano la bellezza e il mistero.