Frutto di un progetto unitario, il Manuale di storia della Chiesa diretto da Umberto Dell'Orto e Saverio Xeres, in quattro volumi, si propone come strumento di consultazione e di sintesi per conoscere lo sviluppo della Chiesa nel corso della storia. Le pagine iniziali di ogni volume presentano il relativo periodo storico: l'Antichità cristiana, dalle origini della Chiesa alla divaricazione tra Oriente e Occidente (secoli I-V); il Medioevo, dalla presenza dei barbari (secoli IV/V) in Occidente al Papato avignonese (1309-1377); l'epoca moderna, dallo Scisma d'Occidente (1378-1417) alla vigilia della Rivoluzione francese (1780-1790); l'epoca contemporanea, dalla Rivoluzione francese al Vaticano II e alla sua applicazione (1789-2005). Nell'opera vengono evidenziati i collegamenti tra le varie epoche e tematiche, mentre alcuni inserti approfondiscono vicende o concetti particolari. Ogni capitolo è arricchito da una bibliografia selezionata che indica tanto i testi utilizzati per elaborare l'esposizione quanto quelli che permettono di meglio conoscere e comprendere gli argomenti trattati.
Il vero volto di Papa Alessandro VI dopo secoli di propaganda negativa che ne hanno infangato la memoria.
Sacrilego, simoniaco, incestuoso, avvelenatore, nepotista. La storia ha sempre presentato così Papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, secondo una vera e propria “leggenda nera” che resiste tutt’oggi nell’imaginario collettivo. Nel corso del Novecento, però, non pochi storici e storiografi si sono interrogati sulla fondatezza di quelle accuse, domandandosi se esse non siano piuttosto il risultato della propaganda di molti nemici politici, primo fra tutti il Guicciardini. Questo saggio scandaglia da vicino il pensiero e l’azione del più controverso Papa della storia, dimostrando come questi in realtà fosse tollerante, frugale e liberale, attento ai movimenti monastici, devoto alla Madonna, sostenitore della pratica del rosario e dell’adorazione eucaristica.
Lorenzo Pingiotti (Teramo, 1970) è laureato in economia ed è funzionario di un Ente pubblico. Appassionato di ricerca storica, è giornalista pubblicista e collaboratore del settimanale della Diocesi di Teramo-Atri “L’Araldo Abruzzese”. È stato co-autore del Piccolo Manuale di Apologetica 2 (2006) curato da Rino Cammilleri.
Questo lavoro (che raccoglie gli atti del terzo Simposio organizzato dalla Penitenzieria Apostolica) si sofferma sul sacramento della Penitenza e sul suo sviluppo storico, teologico e pastorale, in un arco di tempo che ha visto notevoli cambiamenti attorno alla prassi ecclesiale relativa a questo sacramento. Negli ultimi anni la Penitenzieria Apostolica ha ritenuto opportuno organizzare una serie di Simposi con lo scopo di valorizzare il ricco patrimonio di esperienza accumulato nel corso degli otto secoli della sua storia, individuando da un lato i caratteri distintivi del Dicastero, dall'altro cercando di cogliere elementi nuovi che la prassi ecclesiale impone per affrontare le sfide che insidiano la Chiesa agli inizi del terzo millennio.
I rapporti tra la Santa Sede e il Terzo Reich sono da sempre stati oggetto di controversie, ipotesi ardite, leggende e mitologie dovute spesso alla mancanza di testimonianze e documenti che suffragassero l'una o l'altra tesi. Grazie a una minuziosa analisi delle nuove fonti degli Archivi vaticani, rese accessibili solo negli ultimi anni, il volume di Wolf riesce a rispondere ad alcune questioni nodali che la ricerca storica aveva finora dovuto lasciare aperte: qual era la visione vaticana della Germania negli anni che segnano l'ascesa al potere del nazionalsocialismo? Cosa si sapeva del movimento hitleriano? Quali erano i rapporti tra la Chiesa tedesca e la centrale romana? Fino a che punto il Vaticano è stato disposto a trattare con il "diavolo", pur di garantire l'assistenza spirituale ai propri fedeli? Sulla base di documenti inediti, l'autore ricostruisce il panorama dei rapporti tra Vaticano e Terzo Reich negli anni che vanno dall'inizio della Repubblica di Weimar allo scoppio della seconda guerra mondiale, con una particolare attenzione al ruolo di Eugenio Pacelli, Pio XII, dalla nomina a nunzio apostolico nel 1917 fino all'elezione a papa nel 1939.
Se il Concilio Vaticano II non è l'unica spiegazione della crisi senza precedenti che attraversa oggi la Chiesa, è innegabile che esso sia all'origine di un terremoto teologico, liturgico e pastorale che ha avuto conseguenze disastrose sulla fede cattolica. Sessant'anni dopo, questo libro si concentra sulla storia della presa del potere dottrinale da parte dei sostenitori del modernismo e della nuova teologia: grazie a reticenze e ambiguità, oltre che a un'impostazione adogmatica, l'assemblea conciliare ha messo al centro la libertà religiosa, l'ecumenismo e il dialogo con le religioni non cristiane, spianando la strada al relativismo moderno. Resta dunque aperta una domanda: è lecito pensare che la fede cattolica scompaia dal mondo?
Gli "occhiali" del diritto con i quali, in questo libro, vengono analizzati i primi milletrecento anni della storia della Chiesa cattolica si rivelano particolarmente penetranti per illustrare la straordinaria evoluzione dell'ordinamento canonico e comprendere tematiche oggi vivacemente dibattute (il ruolo dei laici e quello delle donne, il celibato ecclesiastico, la qualificazione contrattuale e sacramentale del matrimonio...). Ma con quegli stessi occhiali si possono esplorare le radici di numerosi istituti di cui ancora oggi i sistemi normativi statuali si avvalgono e gli sviluppi sociali, politici e del pensiero di cui sono stati il frutto, oppure la causa. Aprendo agli studenti universitari di scienze giuridiche, ma anche ai lettori non esperti di diritto, squarci suggestivi su aspetti fondamentali e spesso poco noti della formazione dell'Occidente cristiano.
L'episcopato milanese è una tappa cruciale nella biografia del futuro papa Paolo VI. Sulla base di un'ampia documentazione, Giorgio Del Zanna ricostruisce in queste pagine il progetto pastorale di Montini negli anni in cui Milano, sotto la spinta di una tumultuosa modernizzazione, conosce una profonda trasformazione socioculturale. La metropoli dove tradizione cattolica e civiltà industriale s'intrecciano in modo inedito, pone la sfida dell'"irreligiosità": un problema nuovo, da affrontare in chiave pastorale portando la Chiesa verso persone e realtà lontane, a cominciare dalle fabbriche e dalle tante periferie. Missione e senso religioso, simpatia nei confronti dei contemporanei e ricerca di una nuova coesione spirituale della società, sono gli elementi portanti della proposta montiniana. Consapevole della crisi religiosa europea, Montini guardò anche oltre l'Europa, maturando negli anni del Concilio Vaticano II la convinzione che la Chiesa avrebbe svolto la sua missione solo in un confronto continuo e vitale con le diverse espressioni del mondo contemporaneo.
"Il 13 maggio 1981 mio marito, Mehmet Ali A?ca, attentò alla vita di Giovanni Paolo II. Perché lo fece e per conto di chi? In quarantatré anni sono state seguite diverse piste e formulate molte ipotesi investigative e giornalistiche, lo stesso A?ca ha fornito versioni diverse di quel fatto. Raramente tuttavia è stata detta la verità e mai fino in fondo. I depistaggi e la disinformazione hanno regnato sovrani per oltre quattro decenni, dunque credo sia arrivato il tempo giusto per fare definitivamente chiarezza. Ho deciso di mettere per iscritto oltre otto anni di confidenze, nel preciso intento di porre fine, una volta per tutte, al grande imbroglio di questa storia, cioè che Ali A?ca fosse un killer di Mosca. Ormai vivo stabilmente in Turchia e non penso che avrò occasione di tornare in Italia in un prossimo futuro. Mi sento quindi più libera di raccontare la verità...". "Dopo gli spari di piazza San Pietro, il Papa polacco della Guerra Fredda raccolse la pistola del suo attentatore e la puntò contro il Cremlino".
Il futuro dell'Occidente è pagano. Siamo in un declino da spossatezza, barbarie e cancel culture. Sedici secoli di cristianesimo stanno per finire e oggi siamo testimoni di un'inversione normativa e filosofica che inaugura una nuova era; un'era che non sarà atea o nichilista, come molti credono, ma pagana. La cristianità ha esaurito il suo tempo lasciando spazio a nuove religioni, ad un politeismo che venera gli alberi, la terra, le balene. La transizione è brutale, difficile da accettare per i difensori di un'epoca in via di estinzione. Dovremmo rimpiangere i tempi passati quando il divorzio era proibito come così l'istruzione superiore delle ragazze? Dobbiamo vivere nella speranza che la cristianità risorga dalle sue ceneri affermando la sua forza morale? Chi vive in questa malinconica nostalgia è già stato cancellato da un mondo che, nel bene o nel male, ormai è cambiato radicalmente. Il grande Pan è tornato. Il cristianesimo deve inventarsi un altro modo per sopravvivere. Quello del semplice testimone. Dell'agente segreto di Dio.
Nel 1939 ebbero inizio sia il pontificato di Pio XII sia la Seconda guerra mondiale. Si aprirono anni difficilissimi per la Chiesa, durante i quali il papa scelse la politica dei silenzi e dell'imparzialità, già sperimentata da Benedetto XV nella Grande Guerra. Le violenze efferate contro le popolazioni dei Paesi occupati dalla Germania nazista e lo sterminio degli ebrei misero a dura prova quella politica, che rispondeva a esigenze di salvaguardia dei cattolici e delle opere della Chiesa, oltre che degli spazi di asilo e di accoglienza ai rifugiati, ma che derivava anche dalla necessità di proteggere il carattere sovranazionale della Santa Sede, mentre i nazionalismi cercavano di tirare il papa ciascuno dalla propria parte. Gli Alleati chiedevano a Pio XII di schierarsi pubblicamente e di condannare i crimini nazisti, mentre, nel campo opposto, quando l'Asse invase l'Unione Sovietica, italiani e tedeschi gli chiesero di benedire la "crociata- anticomunista. Papa Pacelli mantenne una linea di rigorosa imparzialità e i suoi silenzi furono in seguito oggetto di aspri dibattiti. Eppure, nella bufera della guerra la Chiesa acquistò un prestigio enorme tra le popolazioni, particolarmente in Italia, per essere rimasta al proprio posto accanto alla gente dopo l'8 settembre 1943, quando le autorità italiane fuggirono. In quel frangente, il cattolicesimo italiano e la Santa Sede giunsero a un riconoscimento pieno della democrazia e contribuirono a preparare la transizione al post-fascismo. Il libro racconta quel tempo drammatico, tratteggiando personalità e momenti significativi, in un viaggio attraverso anni decisivi per la storia d'Italia.
Un uomo e un papa, Giovanni Paolo II, che davvero col suo carisma personale ha cambiato il corso della storia del secolo scorso. Questo libro vuol essere un piccolo contributo a far ancor meglio conoscere la figura spirituale di un pontefice lungimirante e coraggioso, sondando in particolare gli aspetti soprannaturali che hanno permeato la sua vita e il suo operato, fino a condurlo alla santità.
Note sull'autore
Giuseppe Portale, giornalista e scrittore, è nato il 19 aprile 1956 a Randazzo (CT), dove risiede e lavora come Addetto Stampa del Comune. Dal 1980 svolge attività di corrispondente e notista con diversi giornali, fra i quali “il Segno del soprannaturale”, nonché con radio e televisioni sia pubbliche che private. È direttore responsabile di testate giornalistiche non solo della carta stampata ma anche radiofoniche e televisive private. Ha già al suo attivo numerose pubblicazioni come autore e curatore di collane editoriali su argomenti di ambito filosofico, psicologico, storico, religioso, sociale ed artistico. Tra i suoi lavori per le Edizioni Segno si ricordano i libri Il pianto di Maria a Siracusa (2001), Armaghedòn (2003), Satana è tra noi? (2005), Il Soprannaturale in Santa Gemma Galgani (2006), Sant’Agostino d’Ippona: Vita, pensiero, opere (2010), Il Soprannaturale in Giovanni Paolo II (2011), Il Soprannaturale in San Giovanni Bosco (2011), La lotta della Chiesa contro la mafia (2012), Don Giuseppe Tomaselli (2016). Per la sua intensa attività giornalistica e culturale, nel 2002 gli è stato assegnato il Premio Internazionale Kaliggi e, nel 2003, il Premio Internazionale Aser. Il 19 aprile del 2009 ha ricevuto l’investitura di Cavaliere Ufficiale della Nova Militia Christi, Equites Hierosolymitani Templi, Ordine dei Cavalieri Templari. Il 30 marzo 2017 l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia gli ha conferito una speciale targa di riconoscimento per i suoi 35 anni d’iscrizione all’Albo.