Anni dopo la prima fortuanta edizione gli autori rimettono mano a quest'opera rendendo ancora più attuale e presente, nella nostra storia di donne e uomini in cammino, la figura del padre di Gesù. Ne esce un'immagine di uomo e padre che è perfetta per accompagnare ciascuno di noi, invitandoci a imitare l'esistenza di un uomo che, all'apparenza, era un uomo comune, ma che seppe incarnare la nobiltà di stirpe e spirito cui la sua avventura spirituale lo invitava. Giuseppe siamo noi, recita il titolo del volume, come per un invito, in piena consapevolezza, a ritrovare il nostro ruolo all'interno della vicenda umana che ci attende e sorprende continuamente. Il libro offre ricche suggestioni a partire dalla lettera apostolica Patris Corde di Papa Francesco.
Questo libro è un invito a rivolgersi a san Giuseppe nelle varie situazioni della vita e a fidarsi della sua potente intercessione presso Gesù. «Ite ad Joseph, Andate da Giuseppe» erano le parole con cui il faraone ordinava agli egiziani, afflitti dalla carestia, di rivolgersi a Giuseppe, viceré d'Egitto e figlio del patriarca Giacobbe. «Andate da Giuseppe» sono le parole con cui la Chiesa insieme con le suppliche alla Vergine si rivolge all'altro Giuseppe, lo sposo di Maria di Nazareth e padre terreno del Figlio di Dio. In Giuseppe si riflette la paternità di Dio e nella Famiglia di Nazareth rifulge l'amore del Paradiso: ecco perché nella sua storia di straordinario-ordinario troviamo modelli e spunti di tenerezza e di quella speranza che il Patrono della Chiesa universale diffonde nel mondo con lo stile "silenzioso" e concreto della sua vita. Queste pagine, che raccolgono anche gli Inni, le preghiere e le devozioni più belle, ne tracciano un profilo delicato e completo, grazie anche alle parole che al santo falegname hanno dedicato i santi, i pontefici, papa Francesco.
Stiamo attraversando un periodo di grande battaglia tra il Bene e il Male.
Sappiamo che alla fine vincerà il Bene e che Maria Santissima, nostra Madre e Regina, schiaccerà la testa a quel serpente antico che in questi ultimi anni, con grande arroganza e prepotenza, minaccia ognuno di noi nei nostri punti deboli, le nostre famiglie, la nostra società, il mondo intero e e la stessa Santa Chiesa.
Recentemente, in obbedienza anche alle esortazioni che ci sono giunte dagli ultimi Pontefici, San Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco, abbiamo sentito il bisogno di completare la nostra Consacrazione Maria Santissima con la Consacrazione a a San Giuseppe, che lo Spirito Santo e la Chiesa hanno da sempre chiamato: "Potente protettore del popolo cristiano, di ogni famiglia e di tutti coloro che a lui si rivolgono".
Come Maria Santissima, anche San Giuseppe è considerato onnipotente per Grazia. Se infatti Dio- Padre gli ha dato autorità facendolo padre di Gesù-Uomo, questa autorità resta anche in Cielo e Gesù, che non ha dimenticato tutti sacrifici compiuti da San Giuseppe in terra, non può certamente negarci una richiesta che gli presentiamo attraverso colui che è è stato il suo padre putativo.
É per questo che numerosissimi Santi hanno lasciato scritto che qualsiasi grazia si chiede a Maria e Giuseppe non verrà mai negato.
Ecco lo scopo di questo nostro lavoro:
Ricordare che San Giuseppe ci è stato donato da Dio affinché lo accogliamo come nostro vero padre spirituale, per essere da lui e da Maria Santissima protetti da ogni male e e guidati al Paradiso.
San Giuseppe è “l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno ed una guida nei momenti di difficoltà”. Ci ricorda che “tutti coloro che sono apparentemente nascosti o in «seconda linea» hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza” (Papa Francesco Patris Corde). Queste meditazioni approfondiscono la straordinaria figura del padre putativo di Gesù. Non fu suo padre biologico, ma assunse il ruolo della paternità formativa e spirituale del Bambino Gesù. Lo sposo di Maria propone al mondo di oggi il significato ed il valore della paternità. In una cultura destrutturata nelle relazioni affettive la figura del padre emerge con forza, con imperiosa necessità. Abbiamo bisogno di figure genitoriali, che assumano il compito educativo dei figli, che li conducano per mano fino a portarli alla loro pienezza umana e spirituale secondo il piano di Dio. Oggi abbiamo bisogno di figure come San Giuseppe, che ripropongano agli uomini ed alle donne del nostro tempo l’amore del Cuore del Padre.
Amador Pedro Barrajon Muñoz (1957), laureato in filosofia e teologia, è professore ordinario e Rettore dell’Università Europea di Roma. Autore di numerosi libri e articoli di teologia e spiritualità.
Seguendo l’indicazione del Santo Padre che ha indetto un anno speciale su san Giuseppe, l’autore presenta questa stupenda Novena tutta da meditare e da pregare.
Prefazione di Mons. Bruno Forte
La Natività come viene narrata dal Vangelo di Matteo ma dal punto di vista di Giuseppe, figlio di Giacobbe, un ebreo inserito nella storia del suo popolo e nel contesto della sua terra, invasa politicamente e religiosamente. La sua vita viene sconvolta dalla rivelazione che Maria aspetta un bambino che non è suo, tanto che egli intraprende un viaggio nel deserto, simbolo del suo desiderio di riflessione e comprensione di cosa è chiamato a fare. Sarà dopo l'incontro con l'Angelo che Giuseppe potrà accettare la volontà di Dio e compiere, pur con mille dubbi e difficoltà, il ruolo di padre amorevole e guida per il piccolo Gesù, trasmettendogli saggezza, conoscenza e amore per le cose semplici.
Il più grande Santo dopo Maria Vergine, il più noto, il più amato... ma lo conosciamo davvero? San Giuseppe di Nazareth è certamente caro al cuore di tutti i cattolici, ma penetrare nell'animo di quest'"uomo giusto" non è semplice. Cosa c'è dietro al suo silenzio? Quali insegnamenti trarre dalla sua vita? Come trasformare la devozione a sì gran Santo in una vera e propria imitazione delle sue sublimi virtù? Nel presente libro troviamo le risposte a questi interrogativi. L'Autore infatti, con stile semplice e fluido ma anche meditativo e profondo, ci guida a penetrare il mistero di san Giuseppe, un santo di cui non si dice mai abbastanza e la cui missione è seconda solo a quella di Cristo e dell'Immacolata. In terra fu eletto a sposo vergine di Maria, a padre putativo di Gesù; ora dal Cielo estende la sua protezione su tutta la Chiesa di cui è patrono universale. Egli è il tipo, il modello del padre, del sacerdote, del consacrato alla Madonna, del lavoratore e molto, molto di più. A noi il compito di approfondire questi aspetti e arricchire la nostra vita spirituale di un aiuto prezioso. Facciamo nostro l'"Ite ad Joseph!".
Questo volume ti offre un'occasione unica: ripercorrere, attraverso lo scritto di MARIA CECILIA BAIJ (una monaca benedettina vissuta nel Settecento), la vita di san Giuseppe. Queste pagine sono frutto di rivelazioni private, nelle quali l'Autrice segue il tracciato evangelico e vi integra pie tradizioni per restituirci una figura di san Giuseppe che è molto vicina a quella che papa Francesco ci ha invitati a riscoprire: lo ritroviamo infatti padre nella tenerezza, padre dell'accoglienza, padre dal coraggio creativo. Ecco perché il san Giuseppe ritratto da Cecilia Baij è un san Giuseppe ricco di attualità: in lui riscopriamo l'esperienza di una fede profonda e di un amore che ha il coraggio di farsi dono; in lui comprendiamo che il segreto di una vita piena è quello di essere sempre con Gesù e di custodirlo nel cuore, così come san Giuseppe lo ha custodito.
Giuseppe ci racconta con la sua vita che ogni padre sulla terra è solo l'ombra del Padre nostro che continua ad insegnaci che ogni gesto non è affatto scontato, ma tutte le nostre azioni sono audaci, rischiose, libere e già pagate a caro prezzo. L'esempio di san Giuseppe, padre amorevole e straordinario, ci aiuta così a comprendere il significato vero della paternità e soprattutto a viverlo con tutto il nostro impegno. Egli visse pienamente la sua missione e la continua ancora oggi a favore di tutta la Chiesa e di tutta la famiglia umana: «Tutti possono trovare in San Giuseppe, l'uomo che passa inosservato, l'uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà. San Giuseppe ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in "seconda linea" hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza» (Patris corde).
La vita di San Giuseppe è stata veramente travolta dalle iniziative di Dio, iniziative misteriose, iniziative al di là della possibilità di capire. San Giuseppe si è lasciato condurre perché era giusto e "giusto" è l'uomo che vive di fede. Dove lo porta il Signore? Non lo sa, Dio non glielo dice, non gli spiega niente e lui obbedisce lo stesso. Ha sempre detto di sì con la vita, non con le parole. Non ha mai avuto questioni da sollevare, dubbi da proporre.
San Giuseppe agisce nel silenzio, e come è fecondo questo silenzio! Esso permette che tra la parola di Dio e l'obbedienza di San Giuseppe non ci sia soluzione di continuità. Dio parla e San Giuseppe fa. San Giuseppe non misura la vita di Gesù e della Vergine sulle sue esigenze, ma mette la sua vita a servizio delle loro. Non parte per l'Egitto quando fa comodo a lui, ma quando l'interesse di Gesù lo richiede. San Giuseppe è un uomo coerente: è un laico nel senso più pregnante della parola, è un uomo come tutti, inserito fino in fondo nelle realtà terrene per offrirle come supporto all'Incarnazione.Ha custodito la santità di Gesù e di Maria scomparendo agli sguardi di tutti, fuorché i loro.
San Giuseppe figura nella storia della Bibbia e della Chiesa come "il grande silenzioso". Se possiamo accedere all'intimità della Vergine Maria attraverso le sue poche frasi nei Vangeli, lo stesso non si può dire del suo sposo, Giuseppe. Non una sola sua frase è riportata nei Vangeli. Eppure, questo silenzio non solo non sminuisce la sua santità, ma dà grande spessore alla sua missione. Giuseppe ricevette l'annuncio dell'angelo in sogno. Egli nacque per compiere la missione richiesta da Dio: prendere Maria in sposa e vegliare sul bambino Gesù, che doveva nascere non dalla volontà dell'uomo ma dallo Spirito Santo. Per questo, l'evangelista Matteo lo chiama "giusto". Per noi, la parola giustizia rimanda immediatamente alla giustizia sociale e alle rivendicazioni salariali. Nella Bibbia, la giustizia equivale alla santità. Giuseppe è giusto non solo perché ha lavorato bene nel suo laboratorio, ma perché ha adeguato la sua volontà a quella di Dio. La volontà di Dio conduce il credente alla più alta realizzazione della sua esistenza, nonostante le apparenze. L'esempio di san Giuseppe invita all'azione.