Tra il 1895 e il 1897, nella Francia della Belle époque e del crescente entusiasmo per i sempre più spettacolari progressi della scienza e della tecnica, una giovane carmelitana poco più che ventenne ricevette dalla sua Priora, nel convento di Lisieux, l'ordine di stendere un testo autobiografico, nel quale testimoniare, a futura memoria, il suo specialissimo itinerario spirituale. La giovane seppe tracciare, in tre successivi manoscritti, un vero e proprio trattato sulla fede e sulla speranza cristiana, nella forma di un vivace racconto in prima persona. Storia di un'anima è il titolo con cui sono stati pubblicati questi celebri manoscritti. Qui vengono riproposti in una nuova traduzione basata sulle più recenti edizioni critiche pubblicate in Francia in occasione del Centenario della morte di Teresa di Lisieux, Dottore della Chiesa dal 1997.
Nel suo sermone più profondo, che spiega la prima delle Beatitudini, Beati i poveri nello spirito (Mt 5, 7), Meister Eckhart descrive la vera povertà evangelica, che non consiste nella privazione dei beni materiali, ma nel niente volere, avere, sapere, essere. In questo radicale distacco ci si libera da tutti i legami, compresi quelli religiosi (di qui la celebre espressione: «Prego Dio che mi liberi da Dio») ovvero da ogni forma appropriativa dell'egoità psichica, e, al di sopra dello spazio e del tempo, si scopre lo spirito, nostra realtà essenziale e realtà stessa di Dio, con la sua beatitudine. Mentre dal confronto con la cultura contemporanea appare evidente come da un lato la religione positiva sia naufragata nel mare della demitizzazione e, dall'altro, filosofia e psicologia siano impotenti a rispondere alla prima e fondamentale esigenza, quella della conoscenza di noi stessi, l'insegnamento del magister medievale, riemerso dopo secoli di oblio, si mostra ai nostri giorni in tutta la sua verità.
L'opera di Evagrio, monaco vissuto nel IV secolo, è una sorta di sistema grandioso che unisce etica e psicologia, teologia e filosofia, ascesi e mistica in un itinerario ascensionale che conduce all'incontro «diretto con Dio», attraverso una purificazione successiva dalle passioni, dalle immagini false e dalle immagini tout court. Secondo Evagrio, il monaco ricerca l'hesychía, la quiete; per questo sceglie il celibato, la povertà e di stabilirsi nella solitudine; ben presto, però, scopre che i suoi potentissimi nemici, i demòni, cercano di suggerirgli pensieri che lo turbano e lo spingono verso i vizi corrispondenti. Diventa allora fondamentale scoprire le astuzie dei nemici, analizzando i propri pensieri, le suggestioni e gli allettamenti che essi propongono. L'influsso di Evagrio sulla teologia e sulla spiritualità monastiche successive è stato fondamentale: dalle sue riflessioni sugli otto spiriti della malvagità, caratterizzate da una sorprendente modernità e attualità, è derivata la dottrina sui sette vizi capitali, che tanta parte ha avuto nella formazione di tutti i cristiani. Questo volume racchiude i suoi testi più importanti: "Gli otto spiriti della malvagità", "Sui diversi pensieri della malvagità".
La riflessione sulla felicità è forse la componente più antica all'interno della filosofia di qualunque civiltà. Quando il giovane Agostino, a riposo durante un periodo di convalescenza, affronta questo tema ha dunque alle spalle una tradizione classica ingombrante. La leggerezza del De beata vita non tradisce questo fardello: si dipana piacevolmente in forma di dialogo entro una situazione conviviale. Lì si trova il concetto chiave dell'opera: il cibo che stiamo mangiando, si chiede Agostino, nutre il nostro corpo; tuttavia anche l'anima, insieme a esso, attraversa la vita - naviga fra onde impetuose che le fanno tanto desiderare la sicurezza delle coste - e a sua volta necessita di nutrimento. La grande modernità di questo scritto risiede nel riconoscere quello che oggi chiameremmo Ego come motore di un perenne languore, che ci tiene lontani dalla pace interiore. L'antidoto per sedare questa continua sensazione di mancanza non è semplicemente condurre una vita frugale, coltivare la conoscenza e praticare la moderazione: si tratta di perseguire quel modus che ci allinea con il ritmo del divino, il quale non teme la povertà, non teme la fame, non teme, in definitiva, la morte. Un testo che fornisce al lettore contemporaneo (assistito dal ricco apparato di note e dall'introduzione di Francesco Roat) spunti universali, restituendogli i mezzi per una libertà interiore che va oltre il credo del singolo.
La Legatio ad Gaium (Ambasceria a Gaio) di Filone di Alessandria fu composta dopo un grave episodio di violenza antiebraica verificatosi nella capitale d'Egitto nel 38 d.C., durante il principato di Caligola. Con questo scritto l'Autore, noto esponente della comunità giudaica cittadina, offre un resoconto della missione diplomatica condotta presso l'imperatore e volta a ripristinare i diritti dei suoi correligionari. L'opera è inoltre ricca di preziose riflessioni sui rapporti tra Roma e gli Ebrei d'Egitto nella prima età imperiale.
Nell’anno dedicato dal Papa alla preghiera in preparazione al grande Giubileo del 2025 ecco un testo classico della fede cristiana che aiuta a riscoprire le vere radici della preghiera. Una approfondita riflessione del santo napoletano sul tema della preghiera vissuta come intimo rapporto con Dio.
Le tre parti che compongono il testo formano una perfetta unità di meditazioni.
* La prima parte: Del gran mezzo della preghiera – la necessità della preghiera senza la quale è impossibile resistere alle tentazioni.
* La seconda parte: Uniformità alla volontà di Dio – il santo guida il lettore ad una ascesi in cui la volontà di Dio, comunque si manifesti, si rivela come la realtà più perfetta per la nostra vita.
* La terza parte: Il confidente dialogo con Dio – il lettore è guidato ad una sempre maggior confidenza con il Signore a cui rivolgersi come al più caro amico che risponde con un amore infinito.
In appendice sono riportate le preghiere e le giaculatorie da recitare ogni giorno, un vero regolamento della vita del cristiano.
Autore: Sant’Alfonso Liguori nato a Marianella presso Napoli nel 1696 da famiglia nobiliare. Dopo una solida formazione umanistica giuridica e teologica divenne sacerdote e in seguito vescovo. Fondò la Congregazione dei Redentoristi. Fu anche insigne musicista e confessore. Morì a Pagani nel 1787, fu canonizzato e proclamato Dottore della Chiesa.
I temi fondamentali della vita monastica: il lavoro manuale, la preghiera, l'astinenza, l'ubbidienza, la pazienza, l'umiltà. Il confronto con le passioni, le relazioni che intercorrono tra vizio e virtù, che fanno del deserto non una regione illusoria di una condizione pacificata, data per scontata e raggiunta come la meta di un itinerario turistico. A tal proposito Evagrio vuole trasmettere a Eulogio un'esperienza del deserto come luogo di una nuova consapevolezza che dice anche pace e quiete, ma in rapporto dinamico con l'impegno; non pace e quiete tout court, ma nel dominio di sé e nella consapevolezza di un lavoro, mai interrotto, di confronto interiore con le spinte della propria anima, dei suoi impulsi e delle sue passioni. Raggiunto questo equilibrio, è così possibile sentire la forza della natura, contemplare la bellezza del tutto, conversare con Dio in una condizione orante mai data prima che egli fa coincidere con il piacere spirituale e con la beatitudine.
Gli scritti brevi di Gioacchino sono uno strumento importante per comprendere il suo pensiero nelle sue line più decisive, che qui, rispetto alle grandi opere, si possono cogliere in una lettura sintetica e veloce. In questo volume (che, dopo la prima parte già apparsa in questa stessa collana, ne completa la raccolta) si trovano: Soliloquio, una meditazione sulla vita dell'uomo, di miseria, e sul suo futuro di gloria; Le tribolazioni ultime, che rappresenta un compendio maturo della previsioni sugli eventi della fine dei tempi, ritenuta prossima; le Lettere, che costituiscono una testimonianza preziosa dell'autocoscienza dell'abate come autore e come membro della gerarchia ecclesiastica; la Visione della storia e l'Inno sul regno della patria celeste, che sotto la veste poetica mostrano, in sintesi e con immagini potenti, elementi significativi della sua speculazione. Alla traduzione annotata dei tre scritti è affiancato il testo latino, tratto dall'edizione critica degli Scripta breviora (2014) curata da Alexander Patschovsky e Gian Luca Potestà.
Si riuniscono qui per la prima volta in traduzione italiana con latino a fronte alcuni opuscoli che esprimono il senso profondo della missione teologica di san Tommaso d'Aquino: dare ragione della propria fede, esplorando attraverso la ratio speculativa l'interna coerenza del dato rivelato e confutando i fraintendimenti ereticali che insidiano la stessa azione salvifica della Chiesa. Tale è in particolare l'obiettivo del mirabile De rationibus fidei, scritto per un cantore di Antiochia impegnato in diatribe con musulmani, greci e armeni. L'attenzione volta dall'Aquinate ai simboli di fede e agli articoli che ne esprimono i nuclei fondanti risalta poi dalla lettura parallela del De articulis fidei et Ecclesiae sacramentis, dei Commenti alle Decretali. Il volume contiene: De Rationibus Fidei; De Articulis Fidei et Ecclesiae Sacramentis; Expositio Primae et Secundae Decretalis. Testo critico tratto dall'Edizione Leonina, Introduzioni e traduzioni di Gianni Godoli e padre Giuseppe Barzaghi O. P.
Una figura straordinariamente ricca di vita spirituale e di cultura, un filosofo dallo sguardo sensibile a tutte le realtà interiori, un esegeta dall'intelligenza fine e profonda, un vero maestro, il cui pensiero, sottile e complesso, non può fare a meno di interrogare, a tutti i livelli, chi si rende disponibile al confronto, che sia il semplice lettore o lo studioso esperto, grazie alla sua provocante originalità e coraggiosa lucidità. Questo fu, ed è ancora, Origene di Alessandria. Amato, odiato, frainteso, condannato e riabilitato, l'eredità che la sua immensa opera ha lasciato nella storia del pensiero cristiano si può, forse, sinteticamente riassumere con le parole del suo discepolo Gregorio il Taumaturgo: "...egli soprattutto ci insegnava a non limitarci all'esteriorità e all'apparenza, talora fallaci, false, ma ad investigare con diligenza la sostanza delle cose... affinché il divino Verbo non entri nudo, scoperto in anime indegne...". Queste parole non hanno perso la loro attualità per i lettori di quasi duemila anni dopo. Di fronte alla vastità della produzione origeniana (310 omelie, 320 libri), questo Dizionario si offre non solo come strumento indispensabile di orientamento nell'esplorazione dell'opera esegetica, omiletica e speculativa di Origene, ma anche come guida scientifica all'approfondimento del contesto storico e culturale in cui il Maestro di Alessandria visse ed operò. Vengono così a delinearsi, con dovizia di rimandi alle fonti e all'interno di un'ampia visione storica, i tratti fondamentali del pensiero origeniano, compresi quelli più problematici, che tanto scandalo hanno suscitato nella cultura cristiana dalle origini ad oggi. Frutto del lavoro di un'équipe internazionale di 27 studiosi, coordinati da Adele Monaci Castagno, corredato da ricche bibliografie che accompagnano ciascun lemma, e da un vasto apparato di indici, il Dizionario costituisce una sintesi felice di leggibilità e rigore scientifico, uno sguardo ampio e approfondito su tutto il pensiero, la cultura e l'opera del grande Alessandrino.
Dopo la legalizzazione del cristianesimo nel 313, alcuni asceti, si rifugiarono nei deserti di Scete e Nitria, di Palestina e Siria, "a lottare per tutte le morti": la morte del corpo, la morte della stessa mente per "diventare costantemente viventi con Dio nel silenzio". Un silenzio radicale rotto solo da alcuni loro detti, raccolti da discepoli e pervenuti a noi. Le loro parole, massime di vita radicali e paradossali, diventano i Detti e fatti dei Padri del deserto. Il libro rappresenta un classico della spiritualità cristiana e un documento storico del monachesimo sviluppatosi nel deserto egiziano fin dai primi secoli del cristianesimo. L'anonimo compilatore del V secolo raccolse in modo organico gli apoftegmi circolanti al suo tempo in due serie, di cui la principale è quella alfabetica (Alphabeticon).
Il volume raccoglie, in occasione dei suoi ottanta anni, articoli e saggi, alcuni dei quali inediti, di Enrico Cattaneo, uno dei più attivi patrologi italiani. Si intende così offrire al lettore uno sguardo di insieme sulla ricchissima e varia produzione dello studioso che, in più di 50 anni di attività, ha lasciato un'impronta decisa nella ricerca patristica non solo italiana.