L’intervista da un lato è la forma di comunicazione giornalistica più raffinata, dall’altro esercita un fascino particolare agli occhi del lettore perché lo mette a tu per tu con persone che, nella maggioranza dei casi, molto difficilmente avrebbe la possibilità di conoscere. Da qui il sogno di ogni giornalista di intervistare prima o poi il personaggio più importante del momento. E quello dei lettori di avere in mano un pezzo per entrare in contatto con lui. Intervistare un Pontefice ha quindi un fascino unico. Tanto più quando l’intervistato è un Papa così amato e apprezzato, non solo dai cattolici, come Francesco.
Durante il terzo e quarto anno di pontificato sono state rese pubbliche 42 conversazioni di Francesco con i giornalisti, tutte raccolte in questo volume. Si comincia con l’intervista rilasciata al quotidiano argentino La Voz del Pueblo, del 20 maggio 2015, fino a quella per Repubblica, che il Pontefice ha concesso in occasione della sua visita al carcere di Paliano, dove ha celebrato la messa in Coena Domini, la sera del 13 aprile 2017.
Dalla loro lettura emerge tutta l’umanità di Papa Francesco. Egli infatti ci tiene a mostrarsi per quello che è: un uomo vero, che ride, piange, dorme tranquillo ed ha amici come tutti. Una persona normale, con la voglia di entrare in dialogo con l’altro, di non frapporre alcuna barriera, che non ha paura di confrontarsi con l’interlocutore ma desidera stabilire ponti, trovare punti d’incontro.
Jorge Mario Bergoglio è il primo Papa giunto dalle Americhe. Nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, l’11 marzo 1958 entra nel noviziato della Compagnia di Gesù e il 13 dicembre 1969 è ordinato sacerdote. Dopo essere stato suo stretto collaboratore, succede al cardinale Antonio Quarracino il 28 febbraio 1998, come arcivescovo primate di Argentina. Dal 2004 al 2008 è presidente della Conferenza episcopale argentina. Il 13 marzo 2013 è eletto Papa durante il secondo giorno del Conclave, al quinto scrutinio. Sceglie il nome di Francesco.
Nei suoi primi quattro anni di pontificato ha scritto le Encicliche Lumen fidei (29 giugno 2013) e Laudato si’ (24 maggio 2015); e le Esortazioni apostoliche Evangelii gaudium (24 novembre 2013) e Amoris laetitia (19 marzo 2016). Con la Bolla Misericordiae Vultus (11 aprile 2015), ha indetto l’Anno Santo della Misericordia che si è aperto l’8 dicembre 2015 e con la Lettera apostolica Misericordia et misera lo ha concluso il 20 novembre 2016. Il Pontefice finora ha compiuto diciassette viaggi apostolici all’estero e quattordici visite pastorali in Italia.
Giuseppe Merola (S. Maria Capua Vetere, 1970). Sacerdote dell’Arcidiocesi di Capua, dove ha diretto l’Ufficio Stampa e Comunicazioni Sociali e svolge attività pastorale, dal 2012 è Editor presso la Libreria Editrice Vaticana. Laureato in Giornalismo ed Editoria, ha conseguito il Dottorato in Scienze della Comunicazione Sociale presso la Università Pontificia Salesiana di Roma. È autore della biografia Angelo Narducci e “Avvenire”. Storia di un giornalista, poeta, politico con l’ansia di essere cristiano (Aracne, 2009). Per la Lev ha pubblicato: Giornalismo e Religione. Storia, metodo e testi (con Giuseppe Costa e Luca Caruso, 2012); e ha curato tra l’altro: Colora l’Anno Santo. Album per ragazzi (con Filippo Sassoli, 2015); Anche il Signore è un carcerato. Le parole di Papa Francesco: incontri con i detenuti (2015); Con l’odore delle pecore. Le parole di Papa Francesco: incontri con i sacerdoti (2016).
Leggere un classico significa entrare in sintonia con un grande testo, raccoglierne pazientemente tutti i dati e gli stimoli che offre, smontarlo e poi rimontarlo per comprenderne i significati. Giorgio De Rienzo insegna con semplice praticità i metodi attraverso cui studiare un libro, con esempi tratti, fra gli altri, dalla "Divina Commedia" e dal "Decameron", dai "Promessi sposi" e dalle "Avventure di Pinocchio."
«Credi tu? A più riprese Gesù rivolge questa domanda. Lo chiede al cieco nato: “Credi tu nel Figlio dell’uomo?”; a Marta che piange il fratello Lazzaro morto dice: “Chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?”, e alla sua esitazione dinanzi all’ordine di aprire la tomba ribadisce: “Non ti ho detto che se tu credi, vedrai la gloria di Dio?”. L’uso del singolare “tu” in questi casi è significativo; dice da solo che la fede è un atto personalissimo; non si può credere che “in prima persona”. Nella nostra epoca la fede appare sempre più una decisione personale che l’adulto è chiamato a prendere e a rinnovare, scoprendone in sé, oltre che nella parola di Dio e nell’autorità della Chiesa, le motivazioni profonde e la bellezza. Questa è l’esigenza alla quale mi sono sforzato di rispondere, ogni volta che ho avuto l’occasione di toccare il tema della fede nelle mie prediche e nei miei scritti » (dalla Premessa). Il libro propone le pagine più significative dedicate da padre Cantalamessa all’argomento “fede” nel corso degli anni. Pagine ricche di conoscenza biblica e sapienza spirituale, in grado di suscitare in chi legge sentimenti di luminosità interiore e di gioia, la «gioia che proviene dalla fede» (Fil 1,25).
La figura di Pierre Goursat (1914-1991) è davvero esemplare! E' il fondatore della Comunità dell'Emmanuele. Uomo d'azione e al tempo stesso uomo contemplativo. Animato da un grande slancio caritativo, presto abbracciò lo zelo missionario e fonda in Francia la comunità di laici e consacrati che presto si diffonde in Francia e nel mondo. Francis Kohn - sacerdote della Comunità, diocesi di Parigi, rettore dei Pellegrinaggi di Paray-le-Monial, responsabile del Servizio giovani presso il Consiglio Vaticano per i laici, incaricato delle Giornate Mondiali della Gioventù - è stato uno dei suoi collaboratori più stretti. In queste pagine offre spunti di meditazione tratti dai discorsi e dagli scritti di Pierre Goursat. E' il postulatore del processo di canonizzazione del Servo di Dio Pierre Goursat.
La mattina aprendo il giornale ci troviamo di fronte il titolo: "Calano le tirature dei quotidiani". Cosa dovremmo fare, comprarne un'altra copia? Niente paura, è solo auto-referenzialità: una delle assurdità minori tra molte che affliggono la nostra informazione. Non ce ne stupiamo più. E purtroppo crediamo a chi ci "dimostra" che alcuni dentisti diffondono intenzionalmente l'AIDS o che i cellulari possono anche curare il cancro, servendosi invariabilmente di diagrammi, statistiche, grafici e classifiche che fanno sembrare tutto vero. Mentre è tutto falso, o perlomeno abilmente pilotato. John Alien Paulos veste i panni del giustiziere matematico per porre fine a questo abuso dell'apparente oggettività dei numeri, e alla conseguente disinformazione selvaggia. Spiega per esempio come usare la logica per difendersi dai fabbricatori di divi artificiali e come maneggiare probabilità e casualità per ridimensionare articoli catastrofici su criminalità, epidemie e altri allarmi sociali. Demolisce con nozioni di aritmetica elementare pregiudizi dei consumatori, trucchi elettorali e mitologie sportive. E brandendo la teoria del caos fa piazza pulita della brutta abitudine di fare previsioni, così diffusa sulle pagine economiche. Articolo dopo articolo, errore dopo errore, questo libro dimostra come basti porsi le domande giuste per scoprire che ben poche delle notizie stampate ogni giorno hanno una qualsivoglia attinenza con la realtà.
Una raccolta di preghiere, salmi e versetti biblici per accompagnare ogni giorno la vita dei bambini. Età di lettura: da 5 anni.
Nuovo calendario giornaliero per il 2015 con pagine staccabili. Per il rito romano. Ogni giorno il ricordo di una festa mariana.
Il diario, anche autocritico, dell'ex direttore del "Corriere della Sera" e del "Sole 24 Ore". Oltre quarant'anni di storia del nostro paese e del mondo vissuti da uno speciale punto di osservazione. Scena e retroscena del potere in Italia, dalla finanza alla politica e alle imprese, dai media alla magistratura, con i ritratti dei protagonisti, il ricordo di tanti colleghi, episodi inediti, fatti e misfatti, incontri, segreti, battaglie condotte sempre a testa alta e personalmente: per la prima volta Ferruccio de Bortoli, un punto di riferimento assoluto nel giornalismo internazionale, racconta e si racconta. Con molte sorprese. "I buoni giornalisti, preparati, esperti, non s'inventano su due piedi. Ci vogliono anni. Cronisti attenti che vadano a vedere i fatti con i loro occhi, non fidandosi dell'abbondanza di video, sms, tweet e post su Facebook. Che vivano le emozioni dei protagonisti, le sofferenze degli ultimi, le ragioni degli avversari e persino dei nemici. Che non siano mai sazi di verifiche, ammettano gli errori inevitabilmente frequenti, e conquistino la fiducia dei loro lettori e navigatori ogni giorno, ogni ora. Giornalisti indipendenti, con la schiena dritta, che non cedano alla comoda tentazione del conformismo. Dimostrandosi utili alla società e al loro paese non facendo mancare verità scomode e sopportando sospetti e insulti di chi non le vorrebbe sentire. È accaduto molte volte. Una classe dirigente responsabile affronta per tempo e al meglio i problemi seri che un giornalismo di qualità solleva. Certo, è scomodo, irritante. Qualche volta apparentemente dannoso. Ma quanti sono i danni di ciò che non abbiamo saputo o non abbiamo voluto vedere. Un buon giornalismo, in qualunque era tecnologica, rende più forte una comunità. Quando tace o deforma, la condanna al declino. Negli ultimi anni in Italia, salvo poche eccezioni, è successo esattamente questo."
In Occidente e in Israele è nota come "guerra dei sei giorni", ma nel mondo arabo è chiamata la "guerra di giugno" o semplicemente "la disfatta". In sei giorni di intenso combattimento, nel giugno 1967, Israele ha ottenuto il controllo della Striscia di Gaza e dei Territori, sbaragliando una coalizione di Stati arabi guidata da Siria ed Egitto. Già consigliere della delegazione israeliana presso le Nazioni Unite, membro dello Shalem Center di Gerusalemme, Oren individua in questo evento la radice di tutti i successivi sconvolgimenti che hanno scosso il Medio Oriente: la guerra dello Yom Kippur, la guerra in Libano, la controversia su Gerusalemme e sugli insediamenti dei coloni ebrei.
Le ore scorrono rapide. Impossibile fermarle. Il credente però le può «redimere». Don Davide ci suggerisce come. Ho pensato alle giornate di Gesù e alle mie, alle nostre, e ho provato a scandirle in quattro capitoli che seguono il corso naturale del tempo: mattina, giorno, sera, notte. Cercherò di identificare non soltanto il tempo cronologico, ma anche ciò che l’ora in questione è in grado di evocare: un atteggiamento, un sentimento, un’attenzione. Passeremo così attraverso l’ora della preghiera, del tradimento, della chiamata, del lavoro, della sosta, del cammino, della tentazione, del desiderio, della stanchezza, della speranza. Il tutto cercando di lasciarci conquistare dalla Parola e dall’esempio di Gesù» (dall’Introduzione).
C'è un unico modello professionale di giornalismo o se ne possono individuare diversi a seconda dei vari contesti politici? Un'indagine comparativa tra le democrazie liberali dell'Europa occidentale e del Nordamerica, sulle interrelazioni tra sistemi politici e sistemi di comunicazione e sulle loro conseguenze per la vita democratica.