Il carme escatologico più enigmatico della tarda antichità. Il libro propone un affascinante viaggio nel mondo dell'escatologia cristiana tardo-antica, attraverso la lettura dell'anonimo carme a Flavio Felice sulla resurrezione dei morti e sul giudizio del signore, testo latino di incerta collocazione geografica databile tra v e vi secolo. Il carme traccia un percorso singolare dalle domande filosofico-religiose sulle origini della vita a quelle sulle realtà ultraterrene definitive, rappresentate con una vividezza di immagini e di percezioni sensoriali che anticipano la visionarietà icastica delle opere medievali.
La preghiera non colleziona molti like ma piuttosto pollici verso perché «non serve, annoia, non si sa cosa dire, non si ha mai tempo...». A queste e a molte altre difficoltà risponde questo agile libretto, firmato da un autore conosciuto per il gusto brillante e fantasioso con cui sa condire argomenti seri e impegnativi. Ogni capitolo parte da una domanda: quella che ognuno potrebbe fare quando si avvicina al mondo del dialogo con Dio. L'autore racconta con semplicità la strada della preghiera da lui intrapresa da anni. Con la scoperta già espressa dal titolo: la preghiera come sforzo per accorgersi che è il Signore a muoversi verso di noi e ad incontrarci. È Lui che viene a cercarci. A noi spetta il compito più dolce: gustare la bellezza di quell'incontro.
«Generare è uno degli atti capitali non solo della creatura umana ma anche di ogni vivente. È, quindi, comprensibile che attorno ad esso si muova una galassia di componenti e di derivati non solo fisiologici, ma anche simbolici», così scrive il cardinale Gianfranco Ravasi aprendo queste pagine affidate a una sorta di dittico. Nella prima tavola prevale una riflessione teologica e culturale sulla categoria "generazione" (il cui valore è palese sin dai primi capitoli della Genesi e dall'apertura dei Vangeli); nella seconda, costruita su un lessico biblico essenziale, si analizzano i termini disposti quasi a costellazione attorno all'asse fondamentale della generazione. Più che un saggio teologico è una libera trattazione nel segno di un percorso tematico per «tenere insieme i fili di una rete simbolica che regge l'esistenza, l'esperienza e la conoscenza umana, vitale e spirituale.
«Figlio a me caro nel Signore, ho pensato di mettere per iscritto alcuni punti che possano servirti per il tuo progresso spirituale, così come aiutarono il mio...»
L'autore del manoscritto è sconosciuto. Potrebbe trattarsi di un monaco del monastero cistercense ferrarese di San Bartolo vissuto nel XVII secolo. Per tale motivo nel libro è da noi indicato come Maestro di San Bartolo.
Ho tenuto presso di me quei fogli per più di vent'anni. Alla fine mi sono detto che forse l'esperienza di quell'antico Maestro di San Bartolo avrebbe potuto essere utile. Dall'Introduzione di Daniele Libanori.
«Conosci te stesso» era l'invito dell'Apollo Delfico, che ha innervato tutta la filosofia greca, ben consapevole che ogni conoscenza è vana senza questa, fondamentale. Percorrendo con coraggio e onestà la via del distacco, la filosofia - "esercizio di morte" come la definisce Platone - giunse così alla scoperta della luce che sempre risplende, non alla superficie, ma nelle profondità dell'anima. È proseguendo coerentemente su questa via che la mistica cristiana, obbedendo al precetto evangelico a rinunciare a sé stessi, completò l'invito delfico aggiungendovi: «e conoscerai te stesso e Dio». Anche se nomina non sunt res, niente infatti si addice meglio che il nome di Dio alla luce che esperimentiamo nell'"uomo interiore", essenza dell'anima nostra, quando essa ha fatto il vuoto di ogni accidentale elemento egoico. È giunto probabilmente il tempo che, dopo la morte di Dio e la conseguente perdita di ogni fondamento, l'uomo contemporaneo, naufrago nel mare magnum di vane teologie e psicologie, recuperi l'esperienza di verità della filosofia antica e della mistica cristiana, ritrovando così la conoscenza essenziale: quella di sé stesso e di Dio.
«Il futuro, non solo del Cristianesimo ma del mondo intero, è legato alla nostra testimonianza da portare fino agli estremi confini della terra. La missione non è appannaggio di pochi eletti. È dovere di ogni credente, che è inviato a chi ancora non ha riconosciuto il Signore, fonte di salvezza per tutti». La forma letteraria scelta, tipica della Bibbia è la "lettera pseudoepigrafa", che è cioè attribuita falsamente a un personaggio autorevole. In questo caso, l'apostolo Paolo. Così Fausti: «Il tono, familiare e diretto, di una lettera mi sembrava il più adeguato. L'attribuzione a Paolo, l'apostolo per antonomasia, era di dovere. Sila, al quale scrisse, fu discepolo suo e compagno di Pietro. Queste parole sono una confessione ad alta voce».
Il nuovo libro del cardinale Angelo Comastri raccoglie le omelie più belle tenute in occasione delle feste mariane. La sua sensibilità, la sua immediatezza, il suo acume vibrano tra queste pagine che mantengono tutta la fresca vicinanza del parlato. Entrando nel mistero che, di volta in volta, viene affrontato si ha la meravigliosa sensazione di avere il Cardinale davanti a sé che riflette, provoca, ammonisce, consola, prega, insegna. Le diverse omelie possono essere lette tutte di seguito oppure si può scegliere la festa mariana su cui meditare. Lo stesso approssimarsi della ricorrenza - l'Immacolata, il Natale, la Madre di Dio, l'Annunciazione, il mese di maggio, l'Assunzione - può essere l'occasione per farsi illuminare dalla sapienza spirituale di Angelo Comastri.
Non c'è vita spirituale senza intimità con Nostro Signore e dunque senza preghiera. Recintare uno spazio e un tempo per il dialogo più intimo e vero delle nostre giornate, senza il quale nessun incontro ha senso, diventa fondamentale. La preghiera è il secondo pilastro su cui si struttura la vita spirituale del "monaco wi-fi ". E non c'è gesto più potente e prezioso. Catechesi di don Massimo Vacchetti, mons. Antonio Grappone, don Luigi Maria Epicoco, padre Maurizio Botta, don Fabio Rosini, don Pierangelo Pedretti, don Vincent Nagle.
Monsignor Sergio Pagano è uno degli uomini meno conosciuti ma più potenti e rispettati del Vaticano. Prefetto dell'ex Archivio Segreto Vaticano dal 1997, questo vescovo conosce a fondo verità e misteri di quello che è stato definito «la centrale dell'intelligence d'Europa», con milioni di documenti accumulati e custoditi nei suoi locali fin dal 1611, anno della fondazione. Per la prima volta, quest'uomo riservato e colto svela in un libro intervista a Massimo Franco una parte dei segreti racchiusi nel «bunker», il deposito sotterraneo lungo 86 chilometri lineari che ospita i documenti più riservati, visitato in esclusiva dall'autore per questo libro. Ne emerge una rilettura inedita e spiazzante di alcuni passaggi storici fondamentali. Dalle carte del processo a Galileo, ai silenzi di Pio XII sulla Shoah: temi cruciali che Pagano ha avuto il compito di studiare e rendere pubblici. E ancora, dalla razzia degli Archivi Vaticani da parte delle truppe di Napoleone, che li trasferì a Parigi, alla rete di spie papali a caccia dei «modernisti»; dal ruolo dell'America e dei suoi dollari nei conclavi del passato, al rapporto tormentato con la Cina comunista. Il libro rivela le ragioni che nel 2019 hanno spinto papa Francesco a rinominare l'Archivio Segreto, chiamandolo Apostolico. È solo una delle «pepite» che emergono da questa miniera di aneddoti, intrecci, a volte leggende che aiutano a conoscere le dinamiche, oltre che la storia, di un'istituzione millenaria.
Il volume raccoglie, per la prima volta in edizione italiana, le meditazioni di Romano Guardini sullo Spirito Santo. In queste pagine, che abbracciano un ampio arco cronologico (1933-1952), l'autore ne indaga la natura, il ruolo nella Rivelazione e nel mistero della Pentecoste, la presenza discreta e costante nella storia. Nel Libro della Genesi, lo Spirito aleggia sulle acque al momento della creazione, quando ancora la terra è "desolata e vuota"; è il respiro di Dio dal quale proviene all'uomo la vita. Da allora, è stato ed è presente in ogni momento nelle vicende del mondo, è principio generativo senza cui nulla è possibile: la vita delle creature, la fede, la preghiera. Con uno stile narrativo, a tratti poetico, l'autore offre uno strumento prezioso per esplorare le dimensioni fondamentali dello Spirito Santo, che "opera in modo che, più le cose sono nelle mani di Dio, più diventano se stesse".
Edizione a cura di Manlio Sodi e Antonio Zanardi Landi
L’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, oggi di Malta, è stato per molti secoli parte integrante e non secondaria di quell’Europa che veniva prendendo forma sotto gli occhi di Enea Silvio Piccolomini. Ne ha costituito un bastione di difesa importante per contrastare l’avanzata degli Ottomani e dei Turchi, ne ha incarnato, insieme ad altri Ordini Ospedalieri oggi scomparsi, una vocazione di attenzione al ferito e al malato di ogni religione e di ogni razza: un fenomeno tipicamente e originariamente europeo. Oggi l’Ordine, presente e attivo in 120 paesi, porta nel mondo un seme di storia europea, che in molte parti del globo, e non certo per merito del solo Ordine di Malta, ha attecchito dando vita ad esempi di generosità e di sacrificio eccelsi. Questi principi e questi valori sono oggi in pericolo a causa dei numerosi conflitti in atto; per questo è necessario e indispensabile riflettere sulle lontane radici dell’Europa, scavate ed esposte da Pio II. E la lettura della sua opera offre una lezione di storia e di vita il cui realismo se da una parte incuriosisce, dall’altra permette di cogliere un’infinità di aspetti che caratterizzano l’animo umano di sempre.