Cristo sì, Chiesa no. Spesso ce lo sentiamo ripetere. Anzi, in questo momento storico, in Occidente, in Italia, spesso ci sentiamo dire: Cristo ni, Chiesa assolutamente no. Ma chi è la Chiesa, cos'è la Chiesa? Chi vi appartiene e perché? Papa Francesco ha chiesto alle comunità di tutto il mondo di interrogarsi, di riflettere. Il compito di annunciare il Vangelo lungo la storia ha assunto volti diversi e in questo momento gran parte delle cose che facciamo sembrano non sortire alcun effetto. Ma a chi o a cosa ispirarsi per questo confronto sinodale? Paolo Curtaz propone di rileggere e meditare, da soli o in gruppo, le pagine degli Atti degli apostoli in cui la Chiesa nascente si è trovata ad affrontare questioni ben più complesse di quelle che ci interrogano. Come hanno fatto? Con che criterio? Con che spirito? Proviamo a tornare alle sorgenti, per immaginare una Chiesa in costruzione che, pur volgendosi al futuro, ricorda saldamente dove sono le proprie fondamenta e osa.
"In un certo periodo della mia vita sono stato cristiano" scrive Emmanuel Carrère nella quarta di copertina dell'edizione francese del Regno. "Lo sono stato per tre anni. Non lo sono più". Due decenni dopo, tuttavia, prova il bisogno di "tornarci su", di ripercorrere i sentieri del Nuovo Testamento: non da credente, questa volta, bensì "da investigatore". Senza mai dimenticarsi di essere prima di tutto un romanziere. Così, conducendo la sua inchiesta su "quella piccola setta ebraica che sarebbe diventata il cristianesimo", Carrère fa rivivere davanti ai nostri occhi gli uomini e gli eventi del I secolo dopo Cristo quasi fossero a noi contemporanei: in primo luogo l'ebreo Saulo, persecutore dei cristiani, e il medico macedone Luca (quelli che oggi conosciamo come l'apostolo Paolo e l'evangelista Luca); ma anche il giovane Timoteo, Filippo di Cesarea, Giacomo, Pietro, Nerone e il suo precettore Seneca, lo storico Flavio Giuseppe e l'imperatore Costantino - e l'incendio di Roma, la guerra giudaica, la persecuzione dei cristiani; riuscendo a trasformare tutto ciò, è stato scritto, "in un'avventura erudita ed esaltante, un'avventura screziata di autoderisione e di un sense of humour che per certi versi ricorda Brian di Nazareth dei Monty Python". Al tempo stesso, come già in "Limonov", Carrère ci racconta di sé, e di sua moglie, della sua madrina, di uno psicoanalista sagace, del suo amico buddhista, di una baby-sitter squinternata, di un video porno trovato in rete, di Philip K. Dick...
Un libro dove il maggiore teologo italiano ricapitola la sua ricerca, tradotta in tutto il mondo. Che cos'è la teologia? Un itinerario infinito al servizio della Verità. E quindi mai compiuto, sempre in divenire. Fare teologia è domandare di Dio, cercarlo, per trovare noi stessi. Riflessioni che sono un "commento all'ora presente", sul destino della fede cristiana e della Chiesa nell'età della secolarizzazione e del pluralismo religioso.
Il titolo Al servizio della Verità evoca il filo rosso che attraversa la ricerca di Bruno Forte: il desiderio costante di servire e testimoniare la Verità, che per la fede cristiana non è qualcosa da possedere, ma Qualcuno da cui lasciarsi sempre più possedere: il Cristo, Signore della vita e della storia. Per il loro carattere di “commento all’ora presente”, queste riflessioni possono parlare a tanti, credenti e non credenti, negli uni stimolando l’approfondimento dell’intelligenza della fede al servizio della carità, negli altri ponendo domande e indicando tragitti certo non estranei alla ricerca di senso che è nel cuore di tutti, come afferma Agostino aprendo le sue Confessioni: «Hai fatto il nostro cuore per Te ed inquieto è il nostro cuore finché non riposi in Te».
Bruno Forte, arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto, ha insegnato Teologia dogmatica alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale a Napoli. Nel catalogo Scholé ricordiamo il libro intervista Una teologia per la vita, a cura di M. Roncalli (2011) e Amoris laetitia. Famiglia, Amore e Chiesa nella società complessa (2021). Per Morcelliana ricordiamo: Dio nei doppi pensieri. Attualità di Italo Mancini, con M. Cacciari (2017); La Bibbia dei filosofi. Il Grande Codice e il pensiero dell’Occidente (2019); La patria europea (2019); La liturgia. Dove l’esodo incontra l’Avvento (2020); Le virtù cardinali. Breviario di etica (2022).
Il libretto aiuta a trasformare l'incontro di catechismo in un incontro con Gesù. Ognuno degli undici capitoli di "Io sono con voi" è tradotto e sintetizzato in una o due preghiere.
Con il termine "anima" la teologia cristiana, riprendendo alcune acquisizioni della cultura biblica e della filosofia greca, ha voluto salvaguardare l'identità singolare dell'essere umano e la sua destinazione a superare la morte. Negli ultimi decenni, alcuni orientamenti delle neuroscienze hanno invece ritenuto che anche la dimensione "spirituale" degli esseri umani sarebbe espressione di processi neuronali. Il libro si confronta con questi orientamenti per verificare se quanto la tradizione ci ha lasciato in eredità sia da abbandonare o non piuttosto da interpretare come utile strumento per riaffermare l'originalità dell'essere umano tra i viventi. L'obiettivo che l'autore si prefigge è anzitutto metodologico: di fronte al fenomeno umano qual è la spiegazione che meglio corrisponde all'aspirazione al trascendimento che anche la cultura e la tecnica testimoniano? Il confronto si sviluppa a partire dai grandi pensatori del passato - in particolare Tommaso d'Aquino - e dalla ricerca esegetica attuale.
Come psicologo di lunga esperienza ho potuto vedere sempre, in ogni stato psicofisico, la presenza di un qualcosa di inquietante, di oscuro, di profondo, che si oppone al raggiungimento del benessere interiore. Anche quando il paziente è in uno stato di grazia, anche quando il suo cervello è cullato dal ritmo alfa (il ritmo della quiete) e produce endorfine (le molecole del benessere), lì vicino c'è il Nemico tentatore che lo spinge a ritornare tra le braccia del ritmo beta (il ritmo degli stati di veglia) e di essere lui il protagonista del suo destino, senza fidarsi di quella quiete illusoria. Cos'è questa tendenza a distruggersi, a «farsi del male»? Gli studi finora condotti su questo tema hanno portato a galla una miriade di intuizioni, quasi tutte geniali e interessanti, ma nessuna esaustiva. In questo saggio cercheremo di gettare un po' di luce in questo mondo misterioso che, ad ogni passo, apre orizzonti sconfinati. Non dobbiamo scoraggiarci per questa condizione umana di «continua lotta». Ho visto molte persone piegare il loro Satana e farlo ritornare nella sua tana. Esso resterà sempre con noi ma senza essere capace di insinuarsi nell'immunità che ci siamo conquistati. Se ci siamo «vaccinati» in modo giusto, con iniezioni di luce pura (ideali, valori, senso della vita, sviluppo dell'autotrascendenza che è in noi) riusciremo sempre a non farci azzannare dai suoi velenosi morsi. Se seguiamo l'istinto di vita, se voliamo alto col pensiero, se riusciamo ad amare in modo donativo, se sviluppiamo le nostre attitudini artistiche e riusciamo a dialogare col Mistero che ci circonda, Satana in questi spazi eterei non ci segue.
Ecco, tu ami la verità, perché chi fa la verità viene alla luce. Io la farò nel mio cuore davanti a te in questa confessione: e anche su queste pagine però, davanti a molti testimoni. Del resto che segreti avrei per te, Signore, che coi tuoi occhi denudi l'abisso della coscienza umana, anche se non volessi confessarmi a te? Siamo nel libro decimo, quasi alla fine delle «Confessioni», e Agostino si domanda (un po' tardi) se valga la pena di raccontare la propria vita a un Onnisciente. Per sua e nostra fortuna conclude che sì, ne vale la pena, e propone delle idee che hanno ancora moltissimo da insegnarci. Prendendo molto sul serio il ruolo del nano sulle spalle di un gigante, Ferraris rilegge Agostino incrociandolo con Strawson e Churchill, la «Critica della ragione pura» e «Histoire d'O», Simondon e Simenon, ed elabora una teoria della verità rispettosa della scienza, ma capace di restituire alla storia, alla letteratura e alla tecnica i loro buoni diritti in materia. Il testo agostiniano alla fine del volume accresce il gusto della lettura.
Le riflessioni proposte in questo volume partono dal presupposto che la psicologia può dare un importante contributo alla comprensione del multiforme e complesso universo dell'esperienza religiosa, del bambino come dell'adulto. La sfida che si prefigge l'autore è di condividere con i lettori la ricchezza di stimoli che provengono dagli studi psicologici e, inoltre, di riuscire a tradurli in azioni concrete e in pratici suggerimenti pedagogici.
Figli miei, il mio Cure trabocca di gioia pensando e vedendo già queste migliaia di piccole case di Nazareth che saranno suscitate dallo slancio della vostra fervente preghiera.
Rallegratevi anche voi nel Signore per questo, perché egli vuole rinnovare la terra e questo progetto fa parte del suo grande disegno d'amore per il rinnovamento dell'umanità (e direi della Chiesa stessa). Perché, potete immaginarlo? Da queste sante famiglie nasceranno tante vocazioni! Infatti, provenendo da queste sante famiglie, molti saranno chiamati a percorrere la terra per portare a tutti il Vangelo e l'amore di Dio, altri saranno invitati alla preghiera contemplativa ed altri ancora a consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria, pur restando nel mondo. Quale fioritura di grazie e di vocazioni di ogni genere produrranno le mie "piccole case di Nazareth"!
Facendo riferimento anche alle proprie esperienze oniriche, Comolli esplora le narra-zioni dei sogni e delle ore notturne presenti nella Bibbia: vi troverà quelle parole che la sera ci aiutano a chiudere sereni gli occhi, e a riaprirli di nuovo sereni al mattino. Sono passi biblici che ci dischiudono un mondo nuovo: la meraviglia inattesa del sonno pa-cificato e luminoso. «Esiste una sapienza biblica del buon dormire, una via biblica del coricarsi in pace, disponendosi a ricevere sogni di vita. Insegnamento tanto più prezioso in un'epoca come la nostra, in cui facilmente si dorme troppo poco e anche male, spesso agitati dall'ansia, spesso acquietati soltanto da un sonnifero potente. Mentre nelle Scritture troviamo parole che la sera ci aiutano a chiudere sereni gli occhi, per riaprirli di nuovo sereni al mattino. Occorrerebbe allora andarle a cercare con attenta calma, sia nell'Antico Testamento, sia nel Nuovo Testamento. E forse ne vale davvero la pena. Perché una volta disposte finalmente l'una accanto all'altra, tali parole ci dischiuderanno un mondo nuovo: la meraviglia inattesa del sonno pacificato e luminoso, dei sogni così rigeneranti e speranzosi e consolanti, da farci supporre che siano stati inviati a noi dallo Spirito stesso del Signore». (Giampiero Comolli)