In questo terzo e ultimo volume della grande opera di Klyne Snodgrass dedicata alle parabole di Gesù si affrontano le parabole attinenti a Dio e alla preghiera oltre a quelle in cui è questione dell'escatologia futura. Fanno seguito un lungo capitolo in cui si passano in rassegna e si discutono le opere maggiori dedicate alle parabole pubblicate nell'ultimo decennio e una serie di utili appendici in cui si elencano tutte le occorrenze di parabole e di masal nella versione ebraica e greca dell'Antico Testamento e di parabole nel Nuovo Testamento e nei Padri apostolici, con l'indicazione del valore semantico delle parole nei singoli passi in cui occorrono. Completano l'opera un indice dei passi, biblici e non, discussi nell'opera, e degli autori moderni presi in esame.
In quest'opera si viene introdotti alla prima traduzione italiana della fonte pahlavi principale della leggenda di Zarathustra, il cap. VII del Denkard. In questo scritto fondamentale della letteratura zoroastriana, risalente al primo periodo islamico (VII-X sec. d.C.), la biografia del «profeta» persiano è narrata nell'ambito della storia universale della creazione, la quale ha come filo conduttore i miracoli compiuti dalla parola divina nel corso dei secoli sino alla fine dei tempi. Il lavoro curato da Massimiliano Vassalli inquadra il testo iranico e il suo protagonista nel contesto storico-culturale dei tempi in cui l'opera è stata redatta e ne fornisce una versione italiana corredata di note esplicative filologiche, storiche e letterarie.
È fuor di dubbio che alcune filosofie storicistiche hanno determinato drammatiche conseguenze, non ancora del tutto esaurite, che hanno segnato l'intero secolo XX. Non è certo un caso che, proprio in Germania, a opera di alcuni teologi cattolici, ci si sia tornati a interrogare sulla "questione concernente la relazione tra storia della salvezza e metafisica". La riflessione si è resa ancora più urgente dopo che alcuni filosofi - tra questi, ad esempio, Popper con The Poverty of Historicism - hanno tracciato in modo inequivocabile la miseria, anche teorica, dello storicismo. Questa analisi appare oggi un po' riduttiva perché lo storicismo dialettico, che Popper critica giustamente, non esaurisce il problema della storia, anzi lo esaspera. Resta però il fatto, come evidenzia legittimamente Ratzinger, che tutta una serie di domande restano, anche se nessuno sembra volersele porre. Tra queste: «Come può divenire storicamente presente ciò che è accaduto? Come può avere significato universale ciò che è unico ed irripetibile?». Forse si dovrebbe avere il coraggio di riconoscere che, nella prospettiva escatologica, troppi livelli si sono confusi e tale confusione ha nociuto, in primis, alla visione cristiana. Questa è stata strumentalizzata, via via, da troppe prospettive politiche ed è finita per essere ridotta a una visione meramente sociale togliendo al Cristianesimo la sua prospettiva ultraterrena, riducendolo così a uno dei tanti criteri d'analisi della realtà presente. Ci si dimentica che simili tentativi accompagnarono da sempre il Cristianesimo. L'Apocalisse si presentò subito come un itinerario di salvezza, ma incontrò immediatamente avversari, si pensi agli gnostici, che ipotizzarono altre vie per raggiungere la salvezza. Questo lavoro vuole evidenziare il filo conduttore, sempre presente nella bimillenaria tradizione della Chiesa, che è quello di proporre una visione escatologica ultraterrena e non legata a ideologie, visioni politiche sorrette da, sia pur nobili, posizioni sociologiche e/o filosofiche.
«Per essere un uomo buono chiedi consiglio a tre uomini anziani», dice un antico proverbio. In questo libro si fa di più: si chiede consiglio agli esseri viventi più antichi della Terra, le piante. D'altra parte, se è vero che andando avanti con l'età si diventa più saggi, quanta esperienza ha accumulato il mondo vegetale in centinaia di milioni di anni? Meglio di qualsiasi maestro zen, ogni pianta porta un preciso insegnamento, regala lezioni di vita, e può addirittura suggerirci alcune vie per la felicità. Basta mettersi in ascolto della lingua più parlata del mondo, quella clorofilliana. Sbocciare, fare scorrere nuova linfa nel nostro corpo e tra i pensieri. Fiorire. È possibile, anche con l'aiuto degli 'esercizi vegetali' proposti dall'autrice, ideati per curare il nostro deficit di natura e la cecità vegetale che affligge buona parte dell'umanità. Come nella migliore tradizione della divulgazione scientifica, capitolo dopo capitolo apprenderemo i meccanismi che regolano la vita del mondo vegetale e impareremo a conoscere meglio specie a noi vicine e piante dal fascino esotico. Soprattutto troveremo alcune risposte al nostro bisogno di benessere: non possiamo dirci felici se non in una rete di relazioni e amicizie. Non solo umane.
Negoziare con i terroristi è eticamente sbagliato. Ma non tutto ciò che è eticamente giusto è politicamente efficace. Già a partire dai primi attentati anarchici alla fine dell'Ottocento, gli Stati di tutto il mondo si sono trovati ad affrontare la questione, scegliendo in genere la linea della fermezza. Eppure, a ogni nuova ondata terroristica, l'interrogativo riappare, oltre le frontiere e gli steccati ideologici. C'è chi - come Israele - respinge ogni ipotesi di negoziato; chi - come l'Italia - in molti casi ha scelto di trattare (è il caso del dialogo con i terroristi mediorientali e del sequestro Cirillo) e si è rifiutato di farlo in altri (i rapimenti di Aldo Moro e del generale Dozier). E chi - come gli USA - in pubblico si è sempre mantenuto fedele alla linea dettata da Reagan, secondo la quale si nega ogni possibile concessione ai terroristi, salvo poi aprire trattative riservate. Insomma, al di là delle rituali dichiarazioni di condanna, le risposte sono state le più diverse. In realtà, con i terroristi si tratta e anche piuttosto spesso. Dal terrorismo anarchico fino a Gaza, questo libro spiega come e, soprattutto, perché.
Nell'Europa del Cinquecento è esistita una donna che ha attraversato tutto il continente, perennemente in fuga. Una donna che ovunque sia stata, da Lisbona ad Anversa, da Venezia a Ferrara, passando per Lione, ha costruito relazioni, ha lasciato il segno per le sue incredibili capacità commerciali e finanziarie. Una donna che è appartenuta a una delle minoranze più perseguitate della storia, quella degli ebrei spagnoli convertiti forzatamente al cattolicesimo - i marrani - e ha saputo fare di questa identità marginalizzata una forza. Gracia Nasi, questo era il suo nome, si è trovata a 26 anni, vedova e con una figlia ancora piccola, a gestire i capitali della propria famiglia e a diventare in breve una delle donne più ricche del suo tempo. In ognuna delle città dove ha abitato si è svolta una storia avvincente: rapimenti, prestiti di portata colossale, fughe improvvise, intrecci di dispacci per guadagnare accoglienza, mediazioni, doni generosi, straordinarie iniziative editoriali, roghi e boicottaggi di reazione. Ogni tappa è per noi il modo di aprire una finestra sul suo tempo. Scorre sotto i nostri occhi un campionario di comportamenti spesso cangianti, contraddittori e generatori di insicurezza dove il denaro aveva una parte importante: serviva a patteggiare la salvezza ma anche a condizionare le politiche dei diversi potentati. Denaro che Gracia, spregiudicata e generosa, aveva in abbondanza e sapeva maneggiare ma che fu anche occasione di lunghi e profondi dissidi interni alla famiglia. Insomma sacrifici, rischi e viaggi lunghi, pericolosi, estenuanti, fino alla meta finale, Istanbul. Là finiscono le avventure e la vita di Gracia, in un paese che fu capace di capire la convenienza dell'accoglienza.
Per secoli, solo gli scrittori maschi hanno potuto disporre di una stanza tutta per sé, di uno 'studio' inaccessibile dove indisturbati hanno composto capolavori. E quando ne uscivano, avevano il mondo intero per fare esperienza di cose e persone. Al sesso femminile raramente è stato concesso un analogo privilegio. Il sesso femminile per molto tempo non ha potuto scriverli quei libri meravigliosi: soltanto leggerli. Così intere generazioni di donne hanno esplorato le geografie dell'animo umano, scoperto l'amore, l'amicizia e la propria identità sulle opere scritte dagli uomini. Rispecchiandosi a volte perfettamente, a volte con difficoltà, a volte per niente. Fra esercizi di ammirazione e scatti di rabbia, attraverso memorabili citazioni, Sandra Petrignani ci porta dentro tante pagine indimenticabili, da Dumas a Roth, da Pavese a Proust, da Calvino a Tolstoj, da Gary a Dostoevskij, da Moravia a Mann, da Manganelli a Kundera, da Malerba a Cechov, da Nabokov a Chatwin, da Tabucchi a Kafka e a mille altri. Fino ad alcuni grandi di oggi, Modiano, McEwan, Carrère... Cercando davvero di capirli i maschi, nella scrittura e nella vita, nel coraggio e nella fragilità, nel bisogno di nascondersi e di negarsi, nelle ossessioni di cui sono preda. Una scorribanda molto personale e appassionata che ci fa scoprire, come insegna Virginia Woolf, quanto «nella vita come nell'arte i valori delle donne non sono i valori degli uomini» e che esiste, probabilmente, un modo femminile di essere lettore.
Sapevate che esistono tracce nell'archeologia e nei testi biblici, di una controparte femminile del Dio chiamato YHWH? Conoscete il contesto politico della transizione dal poli-teismo al monoteismo? Römer utilizza i tesori della scienza biblica per fornire una lettura intelligente dei testi che hanno contribuito a fondare la nostra civiltà e ci mette in guardia dalla tentazione di «negare il lato inspiegabile di Dio». In un momento in cui i fondamentalisti stanno estendendo la loro influenza, questo è un libro essenziale.
La Bibbia è piena di narrazioni vertiginose ed è altrettanto piena di buchi, non-detti ed ellissi. Dentro questi buchi e queste ellissi, Luca Miele estrae le psicologie dei personaggi: non solo di Sara, Isacco e Abramo ma anche di Agar, Ismaele, il Faraone, lo schiavo Eliezer. Ogni capitolo del libro - quasi un romanzo - è affidato alla voce di un personaggio che racconta in prima persona la sua vicenda. E il fardello esistenziale che lo opprime.
Che lingua parlavano Adamo ed Eva tra loro due, e con il Creatore, quando vivevano nell'Eden? Impossibile rispondere a una simile domanda, eppure è una domanda vertiginosa, portentosa, perché basta porsela con attenzione ed ecco dischiudersi davanti a noi come un antico canto delle delizie, che tanto più interpella il nostro tempo, attirato invece dalle seduzioni di una lingua negativa: un gergo dell'odio, un turpiloquio della malvagità.
Esistono molte storie del cinema ma nessuna storia della scrittura cinematografica. In questo libro, per la prima volta, si dà voce a una storia della sceneggiatura e al lavoro dei suoi autori. Il libro parte dal cinema muto e dalla necessità di ideare almeno una scaletta per progettare delle riprese in grado di emozionare il pubblico. Poi ripercorre il mestiere di scrivere film fino alle narrazioni cinematografiche che hanno caratterizzato il nuovo millennio. Incentrato principalmente sulla cinematografia statunitense e italiana (con alcuni excursus in quella russa ed europea), Sceneggiatura e sceneggiatori mette in luce quanto lo script sia stato il terreno di gioco principale per l'industria. E dimostra come seguirne lo sviluppo comporti una revisione della storiografia corrente. Del resto ci sono diversi Maestri, soprattutto nel nostro paese, che hanno sostenuto di aver realizzato opere a prescindere dalla scrittura del copione. Niente di più falso. Addentrarsi in questa storia, in questo terreno così poco praticato, porta a correggere falsificazioni di questo genere e a scoprire il debito che tanti capolavori hanno contratto con gli autori che, per primi, hanno progettato i film su carta.
50 carte di grande ispirazione, con nuova veste grafica e guida illustrata. Apprezzate dai numerosi fan di Eckhart Tolle e amate dai collezionisti di carte oracolari. I migliori insegnamenti del bestseller "Il potere di adesso" racchiusi in un pratico cofanetto. Le splendide frasi aiutano a entrare in contatto con se stessi. Una piacevole risorsa di grande fascino che ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo, utile per accompagnare con saggezza la propria crescita personale e la ricerca del benessere interiore. Un modo profondo e motivante per dedicarsi a sé e alla propria evoluzione.