Un mistico, un profeta nella Chiesa del Ventesimo secolo. Negli anni del dopoguerra diede vita a un gruppo che chiamò "Comunità dei figli di Dio": ai suoi membri propose di vivere una speciale consacrazione a Dio. La comunità ottenne il riconoscimento canonico negli anni '80. Don Divo morì nel 2006.
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<tr><td align="right">Date:</td><td>Saturday, December 21, 2024 at 11:38:01 PM</td></tr>
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«In principio era il Verbo», dice il Vangelo di Giovanni. Questa frase - e le parole di tutti e quattro i vangeli - è al centro degli insegnamenti della Chiesa cristiana e ha plasmato l'arte, la letteratura, il linguaggio e la mente stessa dell'Occidente. Ma in realtà negli anni successivi alla morte di Cristo non c'era un solo Verbo, né un particolare consenso su chi fosse davvero Gesù o perché fosse così importante. C'erano, anzi, molti Gesù diversi, tra cui un Gesù aggressivo che disprezzava i suoi genitori e storpiava coloro che gli si opponevano, uno che vendette il suo gemello in schiavitù e uno che fece crocifiggere un altro al posto suo. E oltre a Gesù c'erano molti altri Salvatori, molti altri figli di dèi che guarivano i malati e curavano miracolosamente gli storpi, in un intrecciarsi di tradizioni religiose i cui confini erano tutt'altro che chiari. Con il diffondersi del cristianesimo, molte narrazioni alternative furono progressivamente dichiarate eretiche e scomparvero alla nostra vista. Con "Gli altri figli di Dio" Catherine Nixey racconta la storia straordinaria delle eresie e delle molteplici narrazioni religiose dei primi secoli dell'era volgare; è un racconto fatto di contingenze, di caso e di pluralità di opinioni e credenze. In questo libro si legge la storia di ciò che avrebbe potuto essere e non è stato.
In quest'opera si presentano con tutta la profondità, la ricchezza teologica, la saggezza di guida spirituale, la forza di persuasione psicologica che li caratterizzava e che ne fece uno straordinario avvenimento nella storia della gioventù tedesca degli anni Trenta, gli esercizi spirituali tenuti da Romano Guardini al castello di Rothenfels. Ordinati secondo una classica ripartizione in istruzioni, considerazioni, conferenze, discorsi pronunciati durante la celebrazione eucaristica, in essi tuttavia l'autore immette la novità di riflessioni sull'aspetto anche umilmente umano (esercizi del corpo, della respirazione...) di ciò che deve predisporre alla meditazione, al lavorio interiore. Un dominio della fede e della vita cristiana, immedesimato con la conoscenza sapienziale della Scrittura, una forza di penetrazione e un acume pedagogico che sanno interpellare ciascun ascoltatore e risvegliarne il senso di responsabilità.
Il nostro rapporto con la Luna è sempre stato sospeso tra scienza e leggenda; gli antichi da un lato intuivano e studiavano il suo ruolo all'interno di fenomeni terrestri come le maree e, dall'altro, si lasciavano sedurre immaginando i suoi influssi magici e le creature fantastiche che la abitavano. E ancora oggi, malgrado i potentissimi telescopi e le missioni spaziali, a chi non è capitato di indulgere in fantasticherie osservando la Luna splendere di luce riflessa nel buio della notte? "La Luna" ci accompagna in un viaggio tra i miti, che dalle origini dell'umanità ha ispirato l'astro più vicino al nostro pianeta, e le conquiste scientifiche che nel corso degli ultimi sessant'anni ci hanno permesso di esplorarlo e conoscerlo più a fondo. Un viaggio che parte dagli antichi Egizi e, passando tra suggestioni astrologiche, arte, letteratura e cinema arriva ai robot che oggi portano avanti la ricerca spaziale; un itinerario da percorrere accompagnati dalle mappe originali elaborate in preparazione della missione Apollo del 1969.
Il conflitto israelo-palestinese pare aver preso la forma di un labirinto, ed è molto complicato individuare una via d'uscita. Per comprenderne le dinamiche questo volume considera l'intreccio di storie e politiche, segnate da traumi profondi, alla base delle identità individuali, collettive e nazionali di israeliani e palestinesi. Gli autori provengono da discipline diverse - la storia, la sociologia, l'economia, gli studi ebraici, gli studi di arabistica, le relazioni internazionali. I saggi affrontano le sfaccettature politiche, sociali, culturali del rapporto tra la Striscia di Gaza e Israele: l'ascesa di Hamas e il suo rapporto con Hezbollah, l'egemonia dei partiti della destra israeliana al governo del Paese, la gestione della frontiera, il ritiro degli insediamenti ebraici del 2005, l'esperienza di UNRWA, la resilienza delle donne di Gaza, la difficilissima situazione economica della Striscia e il rapporto con gli altri Paesi della regione (Turchia, Iran, Arabia Saudita).
Cinquant'anni esatti (1974/2024) separano il primo e l'ultimo dei saggi di teologia della forma ecclesiale pubblicati in questo volume. Entrambi sono ispirati al progetto di mettere in evidenza il modo in cui la Chiesa deve attestarsi in rapporto alle nuove consegne che articolano la sua missione evangelizzatrice nella contemporaneità culturale. Ed entrambi fanno sponda sull'immagine della parrocchia, "forzandola" a ridiventare "l'archetipo" della comunità che Gesù considera il contesto caratteristico dell'apertura del regno di Dio: che assegna la missione della Chiesa. Non senza sorpresa dello stesso Autore, nell'arco della sua pluridecennale ricerca, la parrocchia si è rivelata come fenomeno istituente e categoria teologica forte per l'immaginazione più coerente della forma ecclesiale della fede. Nella congiuntura attuale, anche a motivo di un'immaginazione teologica e di un diritto ecclesiastico che ne hanno preso concettualmente distanza, la parrocchia non è all'altezza - come passione e come istituzione - della forma che l'archetipo deve oggi avere nell'inedita città secolare che definisce il suo habitat. Questa forma dovrà essere trovata: non ci sono alternative, perché niente può sostituire la sua prossimità - concettuale e pratica - all'essenza della Chiesa. Come si attrae oggi la formazione della comunità mista che Gesù vuole, aggirando pacificamente e ironicamente i muri delle differenze religiose e delle diffidenze irreligiose?
Un viaggio attraverso i secoli, riccamente illustrato, alla scoperta non solo di capolavori imprescindibili, ma del legame più antico e profondo del mondo, la Natività, che allude, nella stessa misura, al mistero della vita di ognuno di noi e al rapporto dell'uomo con Dio. Dalle Natività e Annunciazioni disincarnate e divine, con il cielo infuso d'oro, dell'arte bizantina, Vittorio Sgarbi ci conduce attraverso la rivoluzione della pittura moderna, che ha rappresentato una natività sempre più terrena, sempre più vicina alla vita. Ma la conquista della verità per questo soggetto così misterioso e suggestivo non è stata lineare: la storia dell'arte indica ripensamenti e ritorni, cortocircuiti continui tra ideale e reale. Da Giotto a Simone Martini, da Piero della Francesca a Raffaello, da Michelangelo a Caravaggio e Rubens fino ad alcune suggestioni dell'Ottocento e Novecento, da Courbet a Segantini, a Pietro Gaudenzi, Vittorio Sgarbi non solo ci racconta l'arte da un punto di vista inedito, quello della Natività, ma mostra come essa abbia saputo individuare le infinite sfumature dell'atto più divino che l'essere umano può compiere: il dono della vita. Tra pittura, scultura, ma anche cinema e letteratura, questo viaggio, infine, ci lascia intravedere i mille, labirintici volti della femminilità, quali solo la grande arte può rappresentare. "La Natività è il principio di tutto. La sua sintesi è nella immagine della Madre che tiene in braccio il Bambino: essa non mostra il potere di Dio ma la semplicità degli affetti, in Giotto come in Pietro Lorenzetti, come in Vitale da Bologna, come in Giovanni Bellini, come in Bronzino, come in Caravaggio. Maria nell'atto della maternità non è una maestà lontana, in trono, che tiene in braccio un bambino che è già divino: è semplicemente, nella maggior parte delle rappresentazioni, una mamma con il figlio. Per questo la maternità di Maria non è un tema religioso ma un tema umano. Il soggetto è semplicemente la vita".
La Storia della Chiesa, inizialmente percepita come disciplina confessionale, ha maturato nel tempo uno statuto scientifico. Il libro ricostruisce tale processo storico applicando lo stesso metodo sia ai peculiari strumenti di lavoro - enciclopedie, dizionari, repertori, manuali, riviste - con cui si è via via attrezzata, sia alle fonti che sono state valorizzate in relazione ai nuovi interessi di ricerca. Negli ultimi anni gli studi storici hanno visto un rapido mutamento: la rivoluzione digitale ha cambiato le modalità di lavoro, i nuovi mezzi di comunicazione di massa hanno lasciato depositi - materiali sonori e audiovisivi in particolare - che non possono essere ignorati; la globalizzazione ha comportato la revisione dei parametri di un sapere che si era professionalizzato nel quadro degli Stati nazionali. Raccordare a questa nuova realtà la precedente tradizione di studi costituisce una sfida cruciale.
Quaderno
4186
Maternità surrogata e tutela della dignità
La conversione ecologica e l’interconnessione della creazione
Il cantico dei tre giovani nella fornace
Sammy Basso: un giovane «anziano» testimone di scienza e di fede
Norme per il discernimento di presunti fenomeni soprannaturali
Don José María Arizmendiarrieta, creatore della «esperienza cooperativa di Mondragón»
Tra le sabbie di «Dune»
Tre giorni dura il ritorno a Trieste di Alma, che dalla città è fuggita per rifarsi una vita lontano, e ora è tornata per raccogliere l'imprevista eredità di suo padre. Un uomo senza radici che odiava il culto del passato e i suoi lasciti, un padre pieno di fascino ma sfuggente, che andava e veniva al di là del confine, senza che si potesse sapere che lavoro facesse là nell'isola, all'ombra del maresciallo Tito "occhi di vipera". A Trieste Alma ritrova una mappa dimenticata della sua vita. Ritrova la bella casa nel viale dei platani, dove ha trascorso l'infanzia grazie ai nonni materni, custodi della tradizione mitteleuropea, dei caffè colti e mondani, distante anni luce dal disordine chiassoso di casa sua, "dove le persone entravano e se ne andavano, e pareva che i vestiti non fossero mai stati tolti dalle valigie". Ritrova la casa sul Carso, dove si sono trasferiti all'improvviso e dove è arrivato Vili, figlio di due intellettuali di Belgrado amici di suo padre. Vili che da un giorno all'altro è entrato nella sua vita cancellando definitivamente l'Austriaungheria. Adesso è proprio dalle mani di Vili, che è stato "un fratello, un amico, un antagonista", che Alma deve ricevere l'eredità del padre. Ma Vili è l'ultima persona che vorrebbe rivedere. I tre giorni culminanti con la Pasqua ortodossa diventano così lo spartiacque tra ciò che è stato e non potrà più tornare - l'infanzia, la libertà, la Jugoslavia del padre, l'aria seducente respirata all'ombra del confine - e quello che sarà. Federica Manzon scrive un romanzo dove l'identità, la memoria e la Storia - personale, familiare, dei Paesi - si cercano e si sfuggono continuamente, facendo di Trieste un punto di vista da cui guardare i nostri difficili tentativi di capire chi siamo e dov'è la nostra casa.
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere una collezione di scatolette di fiammiferi per poi essere costretto per oltre cinquant'anni a collezionarle davvero. Ormai vedovo e ottantenne, con mille acciacchi e le giornate vuote, Cesare si trova ad affrontare un agosto in città. Nel condominio al Vomero sono rimasti in pochi: c'è la dirimpettaia gattara, ossessionata dalla telecamera al pianterreno; l'amico di una vita con cui Cesare gioca la stessa partita di scacchi da anni; e Lady Blonde, un'adolescente che non si stacca mai dal cellulare. E soprattutto ci sono i ricordi, ricordi subdoli che si insinuano dappertutto. Proprio lui che si è sempre dichiarato immune ai sensi di colpa, ora si trova a fare i conti con mille domande. E se nella vita fosse stato più risoluto, dolce e accogliente? Se avesse trovato il coraggio di lasciare la moglie? Se avesse passato più tempo con i figli? Se, in definitiva, avesse sbagliato tutto? Finché un giorno, nel parco in cui è solito portare Batman, il cane affidatogli dalla figlia, Cesare nota una ragazza dai capelli corti spruzzati di viola. Si chiama Iris e ha negli occhi qualcosa di fragile e familiare. È l'inizio di una goffa ma tenera amicizia, in cui Cesare trova inaspettatamente conforto. D'un tratto, ci sono persone di cui deve, e vuole, occuparsi, e questo lo fa sentire felice. D'un tratto, non c'è più da rimuginare, ma da agire, da aiutare. Perché la vita a volte capita quando meno te lo aspetti, e bisogna trovare il coraggio di afferrarla al volo.