«Un'incrollabile certezza caratterizza tutto il pensiero di de Lubac sul soprannaturale: contro ogni riduzione antropologica della teologia operata dall'ateismo è possibile al cristiano, partendo dalla sua fede, mostrare a se stesso e a chiunque altro che esiste effettivamente un legame intimo tra la religione del Dio fatto uomo e l'antropologia, senza con ciò aderire alla riduzione antropologica laicista e secolarizzata adottata dall'ateismo, anzi contestandola radicalmente. Infatti, per mezzo di Cristo e in Cristo, Dio, rivelando se stesso all'uomo, rivela anche l'uomo a se stesso, cioè conduce l'uomo a scoprire la sua più propria ed intima essenza e destinazione. Al tempo stesso, sulla scorta di tutti gli studi storici precedentemente svolti da de Lubac sul soprannaturale, si svela anche fino in fondo il facile malinteso circa un modo di intendere il dialogo e la collaborazione pratica con la contemporanea cultura atea. La Chiesa smarrirebbe infatti completamente il senso e la possibilità stessa della sua missione nel mondo, qualora pensasse di poter raggiungere una perfetta condivisione d'intenti con il mondo a partire da un concetto di "natura umana" concepita come pienamente autosufficiente e compiuta in se stessa. Sulla base di questa fragile e contestabile premessa sarebbe fin troppo facile condividere, con tutti i possibili interlocutori, i cosiddetti valori semplicemente umani, lasciando indefinitamente sullo sfondo il problema religioso che giunge a porre seriamente la questione del destino ultimo dell'uomo. In tal caso il "soprannaturale" apparirebbe semplicemente come quel "superfluo" che potrebbe essere messo tranquillamente tra parentesi e sospeso di fatto, senza che esso abbia incidenza alcuna sulla possibilità di individuare, a livello teorico e pratico, l'unico fine ultimo e vero, quello soprannaturale, cui l'uomo reale, creato da Dio, tende di fatto con tutte le sue forze.» (Dall'Introduzione di Franco Buzzi)
Edizione speciale.
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Un'opera di riferimento e un repertorio di informazioni, notizie, dati geografici e statistici. Il volume favorisce un confronto tra le realtà economiche e sociali dei diversi paesi del mondo. Non manca una panoramica sull'economia mondiale, così come i dati relativi alle strutture economiche dei singoli paesi, mentre numerose informazioni riguardano la situazione geopolitica e gli assetti politico-istituzionali.
Quali sono i fattori che nel corso dei secoli hanno favorito la diffusione della pedofilia nel clero? Perché la Chiesa non ha voluto o potuto fronteggiare lo scandalo degli abusi sessuali? Come sono cambiati il giudizio e la percezione di questi reati? Domande complesse a cui si dà risposta con una storia della violenza subita o commessa, talvolta in forma esplicita, più spesso in modo insidioso, attraverso rapporti di intimità fatti di confidenze, prossimità, condivisioni. Le strategie messe in atto per tenere in segreto i crimini o per punire i criminali, per tutelare la Chiesa o le vittime degli abusi, per denunciare i fatti anche a costo di ingigantirli, o minimizzarli anche a costo di insabbiarli, sono indagate tenendo insieme norma e prassi, enunciati e pratiche, precetti e comportamenti, reati e peccati. Episodi e casi concreti del passato e del presente, ricostruiti con rigore interpretativo e con un'attenta analisi dei documenti, aiutano così a far luce sull'evoluzione storica dei crimini sessuali del clero.
Loris è un adolescente come tanti: con risorse e problemi, con genitori che lo stressano. Don Marco è un prete con il pallino dell'educazione. Un giorno tra loro sia avvia un dialogo, prima difficile, poi sciolto. Ciascuno dice la sua. Il primo: cosa pensano gli adolescenti degli adulti, cosa vorrebbero dal rapporto con loro, quali difficoltà ci sono nel comunicare... Il secondo: come impostare il dialogo con i ragazzi, quali sono le priorità nell'educare, cosa attenzionare... Il loro colloquio rivela che c'è una bella scommessa da vivere insieme, imparando gli uni dagli altri, mettendosi in reciproco ascolto, attivando il rispetto, la delicatezza... Un libro a due voci, che offre molti spunti importanti.
La visione agostiniana del Cristo totale vanta studi considerevoli. L'autore va oltre i limiti degli studi precedenti per dare un suo contributo rilevante e solido alla conoscenza di questo aspetto della cristologia e dell'ecclesiologia dell'Ipponate; per la cura nella citazione delle opere di Agostino, per la conoscenza della letteratura secondaria, per l'intuito teologico, il senso ecclesiale e la capacità di sistematizzazione.
L'uomo è un animale politico "per natura" - spiegava Aristotele - perché capace di amicizia, bisognoso di mettere in comune conoscenze, capacità, tecniche, lavoro. Dopo il peccato di Adamo ed Eva - sosteneva Agostino l'uomo è esposto alla "jacquerie" permanente delle passioni e del disordine antisociale. E se la politica fosse proprio un rimedio alla natura ambigua dell'uomo? Un dibattito ampio, quello medievale, fatto anche di casi di studio curiosi, come quello del gigante Nembrot, o del popolo dei Pigmei, o dell'oratore sapiente che dà vita alla civiltà, o quello della città delle donne.
Francesco Bonini, La tradizione cattolica di Studium SEZIONE MONOGRAFICA In ricordo di Francesco D'Agostino A cura di Laura Palazzani Laura Palazzani, Francesco D'Agostino: maestro della bioetica e della biogiuridica Raccolta di saggi e scritti di Francesco D'Agostino Oltre la confusione dei personalismi. Impariamo a dire fratelli Troppi silenzi «laici». Ma sull'aborto è l'ora d'un dibattito nuovo Una stringente questione antropologica. Come fronteggiare l'aborto «dilatato» Pericoloso effetto-Covid anche sui paradigmi bioetici Paradigmi rimossi. La maternità fonda il mondo (amore, non solo rispetto) Meglio andare alle radici del consenso per Putin Bioetica e biogiuridica Il Pluralismo in Bioetica L'identità del medico tra scienza ed etica Letteratura Alberto Di Franco, «Una piccola Italia pellegrinante a traverso l'Impero dei Sceriffi!». Edmondo De Amicis in Marocco Storia Alessandro Ferioli, La buona battaglia dell'Argine, periodico della Diocesi di Ravenna-Cervia (1945-67) Alessio Leggiero, Il colera al tempo di Vincenzo Gioberti Damiano Lembo, Il governo Fortis. Genesi, sviluppi, crisi (1905-1906) Dialoghi/anniversari Francesco Bonini, Matteo Negro, Fabio Pierangeli, Intervista a S.E. Mons. Giuseppe Baturi Rassegna bibliografica-filosofia A cura di Massimo Borghesi Interventi critici Andrea Bixio, Francesco Paolo Casavola: sapientiae doctor La nostra biblioteca Daniel Ruffini
Il volume inaugura la collana Traditiones diretta da Giulio d'Onofrio dove il testo in lingua italiana è affiancato all'originale latino, ed è corredato da apparato critico, note e originale e ampia introduzione. Nel "De Magistro" Agostino spiega le contraddizioni e le potenzialità della comunicazione interpersonale orientata a guidare le coscienze a Dio. La nuova edizione critica del testo, alla luce dei più aggiornati studi patristici inquadrano magistralmente l'opera nella riflessione dell'Ipponate e nel pensiero della sua epoca.
Mille anni di storia separano le origini del pensiero greco dalla morte di Agostino. In questo arco di tempo vediamo succedersi nel mondo greco ed ellenistico i presocratici, i sofisti, Socrate, Platone, Aristotele, Epicuro, gli stoici e Plotino. Da lì le idee filosofiche si irradieranno poi a Roma e, in chiave teologica, nella cultura ebraica e cristiana.
Questo saggio è importante perchè propone una sintesi penetrante dell'opera di Maurice Blondel. Maurice Blondel pubblicò 'La pensée nel 1934. Nel 1958, M.F. Sciacca ne tradusse e pubblicò il primo volume. L'opera non è stata, forse, amata e apprezzata quanto merita, e non ha ottenuto la medesima notorietà che ebbe 'L'Action'. Il saggio di padre Bigi è importante proprio perchè propone una sintesi penetrante di un'opera molto ricca. Padre Bigi non nasconde il suo coinvolgente entusiasmo: appare evidente la sua affinità elettiva" ovvera, diremmo con E. Betti, la "consonanza ermeneutica" con l'Autore. Ne è venuta un'opera che è e resta attualissima quanto efficace introduzione all'opera blondeliana. Questa è la filosofia: si studia non per acquisire opinioni che appaiano vanamente rilucenti in un mesto crepuscolo, ma per imparare a "pensare veramente", nell'attesa del Nuovo Sole. "