Gioacchino da Fiore è stato in primo luogo un monaco che aspirava a un ritorno al rigore ascetico delle origini benedettine e intendeva pertanto promuovere una radicale riforma dei Cistercensi, nei cui ranghi era dapprima entrato. Filo conduttore delle sue riflessioni furono la Vita di Benedetto da Norcia, delineata nei Dialogi di papa Gregorio Magno, e la Regula attribuita al santo padre del monachesimo occidentale. In realtà l'abate di Fiore non provvide mai alla stesura di un vero e proprio testo, radunando in forma di trattato una serie di esposizioni redatte verosimilmente negli anni in cui andava prendendo forma compiuta il suo sistema esegetico e teologico. Egli era comunque assai sensibile ai maggiori eventi dell'epoca. In particolare, anche nel suo caso una profonda impressione fu esercitata dalle notizie provenienti dal Vicino Oriente, dove le armate del Saladino nel 1187 spazzarono via gli ultimi resti del Regno latino di Gerusalemme. Da tale evento Gioacchino trasse lo spunto per ricondurre le proprie argomentazioni all'elaborazione di una peculiare teologia della storia. Testo critico e introduzione di Alexander Patschovsky.
Contributi: G. Casadio - C. Prandi, Antropologia e religione in Italia. La religione nella cultura; A. Ciattini, Sincretismo e sincretizzazione. Due esempi cubani; A. Lupo, L'indianizzazione del Vangelo. I protagonisti della trasformazione postconciliare del cattolicesimo indigeno messicano; M. Pavanello, Antenati, spiriti e streghe. La teoria del bene e del male degli Nzema del Ghana; P. Scarduelli, Una celebrazione della regalità divina. La festa dell'Indra Jatra a Kathmandu (Nepal); L. Piasere, La ricerca del divino fra i roma; I. E. Buttitta, Antropologie del fuoco. Dalle teorie armchair alle verifiche sul campo; E. Comba, Un tamburo nelle tenebre. Sciamanismo siberiano e nord-americano; G. M. G. Scoditti, Religioni dell'Oceania tradizionale; D. Scafoglio, Tra riforma e utopia. Il progetto religioso del prete antropologo Vincenzo Padula. - Tracce bibliche nella letteratura europea, a cura di Marialuigia Sipione. M. Sipione, Introduzione; G. P. Marchi, Nuovi studi su Bibbia e letteratura italiana; L. Cardellino, Il Vangelo di Giovanni nella Commedia di Dante; Ch. Zampieri, Il Canto XXXIII dell'Inferno. L'eucaristia disumana; M. De Villa, "Benedizioni dal cielo e benedizioni dall'abisso". Giuseppe e le sue fonti; C. Rofena, "Noli respicere". Trasposizioni e variazioni sul divieto di Lot.
La teologia di Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, assomiglia a un corso d’acqua che raccoglie le ricchezze delle terre che bagna. Una di esse, che feconda il suo pensiero e lo apre a inedite profondità, è l’idea espressa nel titolo: Ritrovarsi donandosi. È il dinamismo profondo della vita divina, anzitutto. Le Persone della Trinità sono definite in termini di «relazione pura», di «pura attualità». Il Padre, per esempio, è l’atto stesso di generare il Figlio, è il puro donarsi. Questo comporta una vera e propria rivoluzione nel modo di concepire il mondo e l’uomo. La «relazione» diventa forma originaria dell’essere. L’uomo non è chiusa individualità, ma essere in relazione, che si ritrova attraverso il dono di sé all’altro. Ne è dimostrazione perfetta il Figlio di Dio incarnato: la sua identità è essere-per-l’altro, è amore e servizio «fino alla fine». È sempre rischioso collegare in unità argomenti che spaziano dalla categoria biblica dell’«esodo» al titolo cristologico «Figlio», dal rapporto fra Cristo e l’agire morale all’analisi delle encicliche papali, dalle riflessioni teologiche sull’escatologia alla semplice incisività delle omelie natalizie. Il rischio merita di essere corso. La teologia di J. Ratzinger, Benedetto XVI, è profondamente coerente: attorno a questa rivoluzione dell’immagine del mondo, propiziata dall’idea di relazione, è possibile scoprire che ci si ritrova davvero, solo donandosi fino in fondo.
Gli autori
Réal Tremblay (Metabetchouan, Canada, 1941) è laureato in lettere e in teologia all’Università Laval (Québec). Ha ottenuto poi il dottorato in teologia all’Università di Ratisbona (Germania) sotto la direzione dell’allora professore Joseph Ratzinger. È professore emerito di teologia morale all’Accademia Alfonsiana (Roma). È autore di numerosi libri e articoli soprattutto nel campo della morale fondamentale. Con la Lateran University Press ha pubblicato: Nell’attesa del Natale: le antifone “O”. Contenuto e risonanze (2012); L’«Innalzamento» del Figlio, fulcro della vita morale (2002); François-Xavier Durrwell teologo della Pasqua di Cristo. Con bibliografia di Durrwell a cura di Jules Mimeault (2010); Prendete il mio giogo. Scritti di teologia morale (2011); Un figlio ci è dato. Miniature sulla sua venuta (2011).
Stefano Zamboni (Trento, 1974) è sacerdote dehoniano. Docente di teologia morale presso l’Accademia Alfonsiana e la Pontificia Facoltà teologica “Marianum”, è direttore responsabile della Rivista di teologia morale.
Questo testo, ottavo della collana, raccoglie gli atti dell'incontro del 22/10/10 presso la Pont.Univ.Lateranense sul rapporto tra metafisica e trascendenza al dialogo tra ricerca, comunicazione e ambiti educativi, dalla dialettica tra psiche, persona e società alla prospettiva della parola rivelata, del culto e della cultura. Benedetto XVI nella sua Enciclica Caritas in Veritate invita ad un approfondimento critico e valoriale della categoria della relazione". Tuttavia quest'analisi non dovrebbe essere condotta seguendo solo l'interpretazione delle scienze sociali, ma devono essere chiamate in causa anche altre discipline, quali la teologia e la metafisica. Proprio questo tipo di approccio all'analisi della relazione costituisce il filo conduttore del Simposio. "
Davvero «non ci sono fatti, ma solo interpretazioni», come ebbe a scrivere Nietzsche? Nata da una riflessione sull’arte di interpretare i testi, l’ermeneutica è diventata una dottrina universale. Chinandosi sulle sue origini e sui suoi sviluppi recenti, Jean Grondin offre la prima presentazione sintetica dell’ermeneutica e delle forme che ha assunto.
Descrizione
Nata da una riflessione sull’arte di interpretare i testi e sulla verità delle scienze umane, l’ermeneutica è diventata, grazie a Dilthey, Nietzsche e Heidegger, una filosofia universale dell’interpretazione. Ha conosciuto i suoi sviluppi più conseguenti e più influenti nel pensiero di Hans-Georg Gadamer (1900-2003) e di Paul Ricoeur (1913-2005), scomparsi di recente.
Chinandosi sulle sue origini, sui suoi grandi autori e i dibattiti che essi hanno suscitato, ma anche sul senso della sua universalità, il libro offre la prima presentazione sintetica della grande corrente dell’ermeneutica, da Schleiermacher fino ai rappresentanti dell’ermeneutica postmoderna (Rorty e Vattimo).
Newman consiglia una strada percorribile ed efficace ai cattolici di oggi per offrire il messaggio cristiano nel nostro contesto culturale. Propone, attraverso una conoscenza certa del sapere della fede, il forte impegno per la formazione dei cristiani laici a tutti i livelli, la riqualificazione delle università cattoliche, il ritorno delle discipline teologiche nelle università laiche.
Questo testo, pubblicato per la prima volta 25 anni fa, inaugura la collana "Eterno presente", destinata a raccogliere scritti e pensieri che analizzano, scrutano in profondità, scompongono e ricompongono quell'anelito inestinguibile che probabilmente costituisce la vera molla dell'agire umano: il bisogno di ri-conoscersi. Testo che oggi ritorna prepotentemente di attualità perché, ci racconta l'autore nella postfazione, "Nei 25 anni trascorsi dalla prima pubblicazione [...] si sono verificati molti fenomeni che potrebbero essere presi in considerazione in quanto hanno profondamente segnato il cammino dell'umanità". Per il sociologo o per lo storico, spiritualità è l'insieme delle manifestazioni dell'esperienza religiosa di un certo periodo o gruppo; in tal senso si parla, per esempio, della spiritualità delle diverse tradizioni religiose. Oggi si fa strada anche una spiritualità laica, affrancata da ogni fede. Le religioni tradizionali, quella cristiana compresa, si ispirano al principio secondo il quale la spiritualità viene intesa come il desiderio umano di Dio e tutta l'elaborazione delle varie etiche risente di questo postulato di fondo. L'autore di questo libro offre invece il profilo di una spiritualità che si sviluppa coerentemente attorno all'amore divino per l'uomo. Non è un ritocco: è un capovolgimento. Ecco, dunque, il perché del titolo: Rifare la spiritualità.
Torna in libreria, dopo l'edizione Mondadori del 1979, un classico della teologia e della filosofia contemporanee. Nella nuova prefazione Hans Küng afferma che oggi "sia i rappresentanti di Dio in terra sia i loro oppositori hanno perso credibilità". La crisi della Chiesa e delle ideologie però non ha fatto cadere l'attenzione per la domanda sull'assoluto, semmai l'ha resa più intensa: Dio esiste? E se sì, chi è? Dov'è? Come lo possiamo conoscere? Küng ha la sua risposta ovviamente, ma questo saggio si sviluppa soprattutto attorno all'inquietudine, alla curiosità, al dubbio, come appare già dall'impressionante abbondanza di punti interrogativi, così insolita per un libro di teologia. In queste pagine si snoda un lungo viaggio alla ricerca del fondamento della fede. Si impara a conoscere che cosa pensavano di Dio i protagonisti del pensiero moderno, Descartes e Pascal, Spinoza e Kant, Hegel e Schopenhauer, Feuerbach e Marx, Nietzsche e Heidegger e molti altri. Il confronto si allarga agli esploratori della psiche come Freud, Jung, Adler, e a uomini di scienza come Darwin, Einstein, Heisenberg. L'obiettivo di Küng però non è riducibile a una disputa tra dotti: con stile fresco e coinvolgente, egli scandaglia nel passato per illuminare il presente e far emergere tutta l'urgenza delle eterne domande dell'uomo.
Il grande teologo tedesco si confronta con il tema dell'ermeneutica in uno scritto che unisce la profondità e l'ampiezza dello sguardo a un linguaggio volutamente chiaro, accessibile a tutti. La sintesi storica che Jürgen Moltmann magistralmente traccia non dimentica il tema escatologico che ne ha connotato la teologia.
Jürgen Moltmann è docente emerito di teologica sistematica alla Facoltà evangelica dell'Università di Tübingen. La sua riflessione ha segnato profondamente la teologia del Novecento.
Contenuto
Un volume per festeggiare gli 80 anni del prof. Antonio Marangon. Una raccolta di contributi di numerosi colleghi italiani e di alcuni giovani docenti della Facoltà teologica del Triveneto, molti dei quali sono stati suoi allievi nei lunghi anni di insegnamento presso diversi istituti del nord Italia. Gli articoli sono organizzati attorno a quattro nuclei tematici: 1. la questione del rapporto tra esegesi e teologia 2. il primato di Dio e della sua Grazia, così come appare dall’evangelo di Paolo 3. la realtà del Gesù storico 4. temi vari di esegesi e teologia biblica.
Destinatari
Per studenti e insegnanti di teologia.
Autore
MICHELE MARCATO, curatore della sezione biblica, nato nel 1971 e ordinato nel 1998, ha conseguito il dottorato in teologia biblica nel 2012. È docente di letteratura paolina allo Studio teologico interdiocesano di Treviso - Vittorio Veneto e all’Istituto superiore di scienze religiose delle medesime diocesi, dove insegna anche introduzione alla Bibbia e letteratura giovannea. Ha pubblicato: Qual è la volontà di Dio? Il discernimento cristiano nella lettera ai Romani (EDB, Supplementi di Rivista Biblica, Bologna 2012).
Il volume di Federico Grosso Teologia e biografia: un dialogo aperto è un saggio dedicato al tema della biografia in rapporto alla teologia. L’autore ha scelto di narrare le biografie e le fisionomie teologiche di quattro coppie di personaggi-autori nei quali si può facilmente riconoscere un intreccio suggestivo tra vita, pensiero e azione. Gli autori esaminati sono: Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti (stile cristiano nell’impegno politico), Giuseppe De Luca ed Ernesto Balducci (stile cristiano nell’impegno culturale), Primo Mazzolari e Lorenzo Milani (stile cristiano nell’impegno pastorale), Francesco Placereani e Antonio Bellina (stile cristiano della presenza nella realtà locale friulana).
La scommessa di questa tesi poggia sulla visione di un ordito virtuoso tra biografia e teologia, dal quale possono emergere stili e criteri capaci di offrire alla teologia fondamentale spazi inediti e promettenti di sviluppo.
Il volume (380 pagine, 31,00 euro), in questi giorni in libreria, è edito da Facoltà Teologica del Triveneto e Edizioni Messaggero Padova e fa parte della collana editoriale Sophia della Facoltà.
Destinatari: Studenti di teologia, teologi e formatori.
L’autore.
FEDERICO GROSSO, (Latisana, Udine 1970), presbitero, nel 2007 ha conseguito la licenza in teologia con specializzazione in pastorale giovanile e catechetica all’Università Pontificia Salesiana di Roma, con una tesi sul pensiero di Andrés Torres Queiruga. Nel 2011, sotto la guida di Elmar Salmann, ha difeso la tesi dottorale in teologia fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana. È docente di teologia fondamentale nello Studio teologico interdiocesano di Castellerio (UD) e all’Istituto superiore di scienze religiose di Udine, dove tiene anche il corso di catechetica generale.