Qualche anno fa nelle librerie si vedeva una serie di volumetti divulgativi sui principali pensatori dall'antichità al nostro tempo. Ogni volume era intitolato "Che cosa ha veramente detto..." seguito dal nome del pensatore. Il caso di un testo biblico non è diverso: anche qui è necessario sforzarsi di chiarire che cosa ha veramente detto o inteso dire l'autore. Fare esegesi significa dunque rinunciare a riproporre luoghi comuni e convinzioni su fede e vita cristiana sostenendo che sono avallati dalla Bibbia o optare invece per la ricerca di quanto il testo biblico dice effettivamente. Il libro si rivolge in particolare a quanti desiderano intraprendere questo cammino senza sapere da dove partire. Suggerimenti pratici ne orientano il percorso.
L'Editrice Monti presenta la sua nuova pubblicazione IL VANGELO SECONDO CARAVAGGIO (pp. 128 a colori € 12,00) di don Sergio Stevan e don Paolo Alliata, prefazione di monsignor Patrizio Garascia. In distribuzione presso la casa editrice e presso le migliori librerie di tutta Italia.
Un prezioso strumento per l’esegesi e lo studio del pensiero latino e della cultura tardo antica.
Girolamo compone il commento al libro di Isaia tra il 408 e il 410 d.C. Pensato per un uditorio aristocratico e colto, in particolare costituito da un gruppo di donne cristiane di alto linguaggio e di vita virtuosa conosciute nel suo soggiorno romano, lo scritto si presenta diviso in diciotto libri: ogni libro espone, dopo il prologo, la spiegazione sistematica del testo profetico, alternando l’esegesi letterale a quella spirituale. Dopo aver conosciuto un’alterna fortuna durante l’Umanesimo e il Rinascimento, in età moderna l’opera di Girolamo traduttore ed esegeta ha potuto essere studiata come documento di una latinità e di una cultura che hanno avuto, in quanto tali, un’influenza profonda sulle lingue e le culture medio- e neolatine d’Europa.
Sergio Quinzio fu sempre afferrato dal "pensiero della fede", come confutazione assoluta del dubbio che si concretizza nella decisione di ritenere imponibile confrontare la fede con altro da sé. Tale concezione emerge nelle scelte compiute per redigere questa antologia biblica. Il primo criterio adottato da Quinzio è di mostrare come la visione della Bibbia sia globalmente differente da quella della filosofia greca. La ragione sta nel fatto che la seconda cerca di spiegare il mondo così com'è e quindi di adeguare il comportamento umano alle leggi che lo regolano; la prima è tutta sorretta dall'ansia della redenzione, la quale comporta vedere l'orrore del lato mancante presente nel mondo e sperare nel riscatto messianico della realtà nel suo insieme. Il secondo criterio è stato quello di cavalcare la parzialità: lo si è fatto nella direzione di presentarla come "provocazione, dal momento che si è cercato di mettere in luce specialmente gli aspetti del testo di solito meno visti, più facilmente elusi e addolciti", è quindi "sembrato utile [...] insistere su ciò che all'interno dell'orizzonte biblico rivela difficoltà e suscita problemi"; ad esempio il tema - filosofico - della violenza e della giustizia di Dio. Un approccio che intende cogliere istanze autentiche rimaste sostanzialmente estranee alla ricerca biblica, la quale è, per la massima parte, orientata in senso scientilico-esegetico. letterario-narrativo o spirituale.
"Esponi le cose che sono conformi alla sana dottrina" (Tt 2:1). La chiesa ha una lunga tradizione di teologia sistematica, vale a dire di studio della teologia e delle dottrine organizzato intorno a categorie standard quali: la Parola di Dio, la redenzione, Gesù Cristo etc. Questa voluminosa Introduzione ha una serie di peculiari aspetti: una forte enfasi posta sulle basi scritturali di ogni dottrina e insegnamento, un'esposizione chiara, con i tecnicismi ridotti al massimo, un approccio contemporaneo che si confronta con soggetti di particolare interesse oggi, un tono amichevole, che si appella tanto ai sentimenti quanto allo spirito e all'intelligenza, frequenti applicazioni alla vita e risorse per l'adorazione.
Le donne sono ostinate: il Libro le interpella e se ne lasciano muovere, spostare, confortare o sconfortare. Sono nelle pagine: come protagoniste o come oggetti di descrizioni e prescrizioni. Sono tra le righe: vanno cercate nei nomi plurali, spesso declinati al maschile, vanno presupposte spesso anche dove non esplicitamente nominate. Sono narratrici sperimentate: nei tanti racconti che dalla Bibbia sono diventati storie, immagini, raccomandazioni, riforme. Dalla fine del XIX secolo hanno anche iniziato a porre la questione in forma critica e ancora oggi questa avventura continua e dà luogo non solo a narrazioni, ma anche a riflessioni sulla interpretazione, cioè a ermeneutiche. Questo corpo a corpo - confronto serrato fra un corpus di scritti e persone che con esso si implicano fino alla carne - è intercettato attraverso pratiche, in primo luogo quella del Festival Biblico di Vicenza e del lavoro internazionale su "Bibbia e donne", offrendo pagine critiche e nuove narrazioni. Anche le parole personali vivono un respiro condiviso, quello del Coordinamento Teologhe Italiane, comunità plurale di ricerca.
Il racconto della Passione nei Vangeli colpisce per la sua grande coesione rispetto alla frammentarietà del materiale che lo precede. Inoltre, come qualsiasi altro testo narrativo, i Vangeli si rivolgono al lettore soprattutto attraverso i personaggi che li popolano, favorendo l'identificazione e il confronto con ciascuno di loro. Tramite i personaggi presenti sulla scena le domande più vere e profonde giungono al cuore del lettore. Dopo il fortunato volume su Il discepolato nel Nuovo Testamento, Mascilongo offre una stimolante analisi narrativa dei racconti della Passione concentrandosi in modo particolare sui personaggi, dai principali (Gesù, Dio Padre, il profeta Elia) a quelli secondari, perché ognuno di loro aiuta a comprendere meglio l'avvenimento unico della morte di Gesù. Ciascuno di loro è offerto come specchio al lettore di ogni tempo, perché possa scoprire i tratti più autentici del proprio volto di cristiano. Un invito dunque a rileggere da angolature diverse e nuove testi ai quali ogni cristiano deve continuamente tornare per non lasciar inaridire la propria fede.
Nella sequenza fissa delle otto letture della Veglia Pasquale si inserisce, secondo un ritmo triennale, ora l'annuncio di risurrezione di Matteo, ora di Marco, ora di Luca. Lo scopo del volume è quello di indagare come questi tre "ovali" evangelici si inseriscano nella struttura che li sostiene, e mostrare come i significati sprigionati dai testi sacri siano causati dalla relazione dei tre annunci con il loro ambito di proclamazione o dal fondamentale rapporto che intercorre tra testo biblico e contesto liturgico. Grazie a questo denso contributo il lettore riscoprirà il contesto in cui i testi biblici sono nati, saprà cogliere risonanze e consonanze tra i diversi testi biblici della Veglia pasquale, ma soprattutto sarà in grado di fare esperienza di come la Scrittura proclamata nel Rito sia sempre più l'evento di un Dio che continua a consegnarsi all'uomo nella fragilità della parola umana.
Perché i primi cristiani hanno cominciato a ripetere settimanalmente l'Ultima cena di Gesù? Che valore davano a questo incontro? Come e perché si cominciò a chiamare Eucaristia quella che inizialmente era la "Cena del Signore"? Perché la "liturgia eucaristica" precedeva la "liturgia della Parola"? Che rapporto esisteva tra Battesimo ed Eucaristia? Sulla base di un'impegnativa ma analisi dei testi religiosi e dei contesti sociali, Romano Penna, noto studioso delle origini cristiane, in questo saggio enuclea le sue risposte. Ricostruisce con cura il composito panorama delle prassi "celebrative" delle primitive comunità cristiane valorizzando le diversità di ambienti, di testimonianze e di riflessioni teologiche, tutte caratterizzate dalla totale assenza di categorie sacrali. Per i credenti in Cristo l'importante non è soltanto il momento di una prassi cultuale quanto ancor più il dato di una vita comunionale, condotta all'insegna della fede e di un solido legame con Gesù Cristo, nato con il Battesimo. Quella prima "immersione" in Lui si rinnova e si nutre grazie all'Eucaristia, tale da diventare fonte di una comunione fraterna altrettanto salda, vissuta nella concretezza, "finché egli venga".
Il Cantico dei Cantici, cantico degli sposi e inno d'amore, in un'edizione regalo con la traduzione e il commento di Gianfranco Ravasi.
27 autori, famosi teologi, pastori, rappresentanti di diverse confessioni religiose e di tutti i continenti commentano da diverse angolazioni una delle pagine più belle, commoventi e profetiche del Vangelo. Hanno scritto i biblisti Paolo De Benedetti e Bruno Maggioni, il monaco brasiliano Marcelo Barros, i teologi Carlo Molari, Franco Mosconi, Brunetto Salvarani e Lilia Sebastiani, i vescovi africani Joachim Ouédraogo e Paul Kouassivi Vieira e i vescovi italiani Luigi Bettazzi e Vincenzo Paglia, le pastore protestanti Odja Barros, Lidia Maggi, Letizia Tomassone, i missionari Bruna Menghini, Gioele Salvaterra e Renato Kizito Sesana, la teologa indiana Rekha M. Chennattu, persone di varia cultura ed esperienza come Viviana Ballarin, Paola Bignardi, Giancarlo Bruni, Arrigo Chieregatti, Luigi Sandri, Michele Tomasi, Maria Voce. I diritti d'autore di questo libro saranno destinati ai progetti di solidarietà in Africa dell'associazione di volontariato Pozzo di Giacobbe Jakobsbrunnen Onlus a Merano.
Lo scudo di Achille, minuziosamente descritto da Omero nell'Iliade, è una raffigurazione del mondo che attribuisce la difesa della vita felice e prospera al guerriero valoroso, all'eroe, al re capace di governare il suo paese e di proteggerlo dai nemici. La Bibbia, lontana dal mondo aristocratico e sublime dell'epopea, non conosce oggetti simili; la morte che si aggira sugli omerici campi di battaglia assume qui il volto prosaico della fame che il profeta Eliseo, nel Secondo libro dei Re, scongiura con una semplice manciata di farina. In un racconto di Dostoevskij si narra invece della cipolla che cresce in ogni orto e non richiede né poteri eroici, né sapienza profetica per strapparla e tenderla a chi ne ha bisogno, perché la salvezza consiste nel trovare l'elemento giusto al momento e nel modo giusto.