Editoriale (pag. 11)
(Solange Lefebvre, Denise Couture, K. Gandhar Chakravarty)
Abstracts (pag. 18)
TEMA MONOGRAFICO:
VIVERE NELLA DIVERSITA’
1. Solidarietà e giustizia riconsiderate (pag. 25)
(Hille Haker)
2. Etica di integrazione (pag. 38)
(Regina Ammicht Quinn)
3. Diversità, riconoscimento e coesistenza. Oltre il liberalismo e il secolarismo (pag. 51)
(Felix Wilfred)
4. La carismatizzazione della religione. Farsi carico della diversità religiosa: sfide per la teologia in Brasile (pag. 65)
(Maria Clara Lucchetti Bingemer)
5. America latina, una terra dai molti colori. La biodiversità culturale e religiosa latinoamericana (pag. 84)
(Luiz Carlos Susin)
6. Creare relazioni giuste. Analisi di pratiche innovative, femministe e interculturali, nel contesto canadese (pag. 97)
(Denise Couture)
FORUM TEOLOGICO
1. Le chiese canadesi chiedono scusa per il loro legame con il colonialismo (pag. 113)
(Gregory Baum)
2. Il decreto conciliare Inter mirifica: successo o fallimento? (pag. 123)
(Guy Marchessault)
3. Inter mirifica: una lettura L’accoglienza in Brasile e in America latina (pag. 130)
(Miguel Pereira)
4. Inter mirifica in Asia (pag. 133)
(Franz-Josef Eilers)
5. La curia romana nel secolo breve. Brevi appunti per una riflessione (pag. 141)
(Enrico Galavotti)
Due interventi brevi e profondi intorno al silenzio, tema cruciale sia per la riflessione religiosa che per l'analisi della società contemporanea. Una dimensione costitutiva dell'uomo sempre più messa a rischio, con la conseguenza di parole svuotate di senso in un inutile, diffuso brusio. Il biblista ed ebraista Piero Stefani parte dalla Bibbia (che in quanto racconto scritto rappresenta un primo, insuperabile ammutolirsi della parola divina) per indagare la sfida dell'apparente silenzio di Dio davanti a situazioni come Auschwitz o la storia di Giobbe. Il filosofo Silvano Zucal propone un approfondimento su questa ricchezza dell'umano a partire dalla dialettica costitutiva tra il silenzio e le parole, considerando i rischi di una parola che smarrisce senso e comunità.
Un piccolo libretto per i bambini su Santa Caterina Labouré.
Descrizione dell'opera
La pianta del cacao cresce solo in particolari condizioni climatiche e la sua zona d'origine è l'America centrale. Gli europei devono perciò attendere la scoperta del nuovo continente per gustarne il frutto, che compare sulla scena innanzitutto come bevanda, la cioccolata, e apre una singolare disputa che coinvolge la teologia e la medicina.
Due le posizioni che si confrontano nell'Europa del Sei e del Settecento: o la cioccolata è cibo e non la si può prendere fuori pasto nei giorni di digiuno ecclesiastico, oppure è bevanda e la si può bere quando si vuole perché le bevande non interrompono il digiuno. Vi è, però, una terza possibilità, cioè farla rientrare nella casistica esistente o come medicina o come electuaria, per esempio frutto candito o conserve da consumare di sera. In realtà, la disputa finisce col consentirne l'uso una volta al giorno, stabilita la quantità di cacao da mettere nell'acqua, anche se il dibattito si interseca con un'altra discussione, esclusivamente medica, sui benefici delle bevande calde.
Sommario
Introduzione. 1. La scoperta del cacao. 2. Le forme del digiuno. 3. La cioccolata in scena. 4. Un dibattito europeo. 5. Diatribe e ossessioni. 6. Un problema italiano. 7. La fine della disputa. Note.
Note sull'autore
Claudio Balzaretti è ordinario di Filosofia e Storia nei licei statali. Laureato in Lettere classiche e dottore in Scienze bibliche, ha pubblicato traduzioni e commenti a Esdra-Neemia, Cronache, Re e Maccabei. Per EDB ha pubblicato Il Papa, Nietzsche e la cioccolata. Saggio di morale gastronomica (2009).
Le indicazioni sintetiche offerte in questo volume sono adeguatamente espresse nel suo titolo: Sponsus et exemplar. E la fecondità per la riflessione teologico-morale di questi due titoli cristologici bonaventuriani viene declinata secondo altre due categorie di alto significato etico: sequela e partecipazione alle virtu'. La ricostruzione del pensiero di San Bonaventura, che l'Autore ci offre con accurata opera ermeneutica, è dunque ricca di stimoli fecondi per la teologia sistematica, aprendole gli orizzonti di un solido ''ridimensionamento'' teologico e di una prospettiva pratico-esistenziale, all'interno di una fondamentale armonia tra spiritualità e morale, che fa trovare a quest'ultima il suo significato cristiano, senza smarrire il valore umano.
Un libro agile per la comprensione della Lumen Fidei. Presentazione di mons. Enrico dal Covolo.
Fra tutti i sentimenti che l'uomo ha sviluppato durante la sua storia non ne esiste uno che superi la tenerezza come qualità tipicamente umana e umanizzante. Evidentemente essa non va fraintesa con il sentimentalismo o con la debolezza. Si tratta piuttosto di un sentimento che rende la persona affettuosa, compartecipe, colma di rispetto e meraviglia di fronte alla perfezione del cosmo e ad ogni forma di vita, capace di apprezzamento e giusta tolleranza verso se stessa e gli altri. Ma perché la tenerezza dovrebbe aver a che vedere con la teologia? Non esiste infatti, a tutt'oggi, una "teologia della tenerezza" e quasi nessun dizionario teologico contempla questa voce. Tuttavia è proprio Dio la sorgente inesauribile e il vertice di ogni tenerezza. L'autore intraprende quindi un percorso in larga misura inesplorato, ma decisivo se si vuole che la Chiesa si presenti al mondo come il sacramento della tenerezza di Dio, di un Dio di bontà e di grazia, e non di punizione o di paura. Il discorso non si impone, d'altra parte, solo per la comunità ecclesiale, ma per il mondo intero e il suo futuro. L'alternativa è tra una cultura della tenerezza, e quindi dell'amore e della vita, o un'anticultura della violenza, e quindi dell'egoismo e della morte.
Questo volume, in due parti distinte, raccoglie contributi di studio sul Concilio Vaticano II nel Cinquantesimo anniversario, e sulla Teologia Fondamentale.
La Dichiarazione conciliare Dignitatis humanae rappresenta uno dei testi più sofferti, ma anche più rivoluzionari e profetici, del Vaticano II. Con essa la Chiesa riconosce il diritto alla libertà religiosa additando un modello di convivenza civile tra le religioni, e tra le religioni e gli Stati, che ha valore universale. Ciascuna confessione di fede, infatti, è invitata a riconoscersi nelle sue indicazioni per la salvaguardia del valore comune della pace e della dignità umana. Il saggio ricostruisce la sua genesi testuale, ne individua le fonti e svolge un'analisi interpretativi dei suoi principali nodi teologici.