Esiste un ambito in cui due saperi in apparenza lontani quali la fenomenologia e le neuroscienze si incontrano e cooperano proficuamente a definire la traiettoria dell'esperienza personale, lungo una linea di continuità tra stati normali e psicopatologia nevrotica. È quello della costruzione del sé, inteso da Giampiero Arciero e Guido Bondolfi non come soggetto che signoreggia nella propria chiusa sfera mentale ma come identità narrativa, la cui permanenza nel tempo si riflette nel linguaggio, configurando in una trama provvista di significatività le differenti inclinazioni emozionali. La narrazione ricompone e integra gli accadimenti, l'agire e il patire, così da fornire a chi li esperisce un senso di stabilità dinamica, polarizzata secondo due tendenze emotive fondamentali di cui la risonanza magnetica funzionale produce riscontri: la centratura sul corpo e l'orientamento all'alterità. A questa polarità Arciera e Bondolfi riconducono gli stili di personalità, distinti in base ai disturbi dominanti: alimentari, ossessivo-compulsivi, ipocondriaco-isterici, fobici, depressivi. Una prospettiva epistemica che ha suscitato grande consenso, perché riesce finalmente a connettere le invarianti esperienziali con la storia singolare della persona nella sua unicità.
Che cosa si intende per invecchiamento positivo o di successo? È possibile raggiungere questo traguardo da parte di un numero sempre maggiore di persone? Quali sono le risorse e le strategie che possono rivelarsi efficaci per conservare nel tempo una buona salute e un'elevata performance personale? Il libro presenta le più importanti teorie contemporanee sull'invecchiamento di successo e analizza i principali fattori protettivi e di rischio che possono, nel corso della vita, favorire oppure compromettere la salute fisica, cognitiva e sociale della persona che invecchia.
I valori che guidano la terapia a orientamento psicoanalitico, familiari a tutti gli psicoterapeuti, raramente sono oggetto di un'analisi approfondita. In questo libro Sandra Buechler, rimandando alle proprie esperienze personali, porta invece al centro dell'attenzione temi come il coraggio, la sollecitudine, l'integrità, l'equilibrio emotivo, la curiosità, l'onestà, la speranza, il senso di finalità, essenziali per plasmare un trattamento capace di generare un cambiamento reale. Partendo dal percorso clinico di una terapeuta molto dotata, il volume esemplifica i modi molteplici in cui il lavoro clinico davvero efficace ruota intorno alla capacità del terapeuta di trarre il massimo dall'"umanità" sia del paziente sia dell'analista.
A partire dall'esperienza del panico, dalla sua fenomenologia e dalla sua logica, il testo ne sviluppa le diverse declinazioni: quella clinica, in particolare in relazione al disturbo da attacchi di panico e alla depressione; quella sociale, prendendo in considerazione la contemporaneità e le soggettività che l'attraversano; quella esistenziale, dove il panico intreccia l'angoscia e il tempo. Ognuna di queste declinazioni mantiene nel testo lo sfondo della direzione della cura, ossia la possibilità di fare dell'esperienza del panico l'occasione del nuovo e del cambiamento.
Si gioca per crescere o per non invecchiare, per stare con gli altri o per concentrarsi in se stessi, per sfidare con la bravura o puntando sulla fortuna; si gioca chiusi in una stanza o all'aperto; si gioca per allontanarsi dalle afflizioni quotidiane; si gioca poco, molto, a volte troppo, fino a restare invischiati in un circuito di dipendenza. In tutte le epoche e a tutte le età il gioco è un'attività mentale che libera la fantasia e affina le abilità. Dai primi gesti dei bambini alle sofisticate mosse degli scacchi, dai rebus ai videogiochi, dal bridge alle lotterie, l'autrice ci mostra quale tipo di intelligenza entra in funzione, o meglio si mette in gioco...
L'inconscio freudiano è sede di una logica "illogica" che si manifesta di continuo con innumerevoli sintomi. Riguardo al piacere, questa doppia costruzione, razionale e inconscia, della nostra mente è più che mai evidente. Il piacere è ambiguo, intrinsecamente equivoco. Ne deriva per l'uomo un malessere diffuso, quello stesso malessere che Freud individuò già nel 1929, descrivendolo nel "Disagio della civiltà". Ci sono modi diversi di studiare l'inconscio: quello psicoanalitico, innanzitutto, e quello neuroscientifico, sempre più importante negli ultimi anni. Di rado i due campi si parlano. Qui sta la forza di questo progetto e il successo della cooperazione tra i due autori di questo libro, da tempo impegnati nel dialogo interdisciplinare. Uno psicoanalista e un neuroscienziato, consapevoli dei limiti intrinseci delle rispettive discipline, si mettono a confronto, per trovare nel dialogo tra due tradizioni a lungo separate una spiegazione più comprensiva dell'inconscio e dei meccanismi del piacere, del dispiacere e del desiderio.
Capita a tutti di rimanere senza parole quando qualcuno si rivolge in modo villano. I commenti personali e le osservazioni arroganti possono provocare ferite profonde che spesso restano inespresse, e quindi fanno ancora più male, oppure, al contrario, possono scatenare reazioni rabbiose, alla fine altrettanto dannose. Barbara Berckhan, autrice molto nota in Germania per i suoi numerosi libri dedicati alla comunicazione interpersonale, spiega come agire in queste situazioni, illustrando tecniche di autodifesa verbale che permettono di mettere al tappeto qualsiasi avversario in modo elegante e inoffensivo. L'autrice suggerisce metodi pratici per controbattere agli attacchi verbali (aggressioni, insulti, osservazioni assurde, prese in giro), traendo ispirazione dalle arti marziali.
"Il primo bacio segna un confine tra un prima e un dopo, tra chi si è stati e chi si cerca di diventare." In questa frase è raccolto il cuore del libro, il messaggio più forte che Alberto Pellai vuole trasmettere. Come già nei suoi precedenti testi dedicati a quell'età speciale e unica che è l'adolescenza, Pellai sa parlare sia ai ragazzi sia ai genitori. Anche "Il primo bacio" è rivolto alla famiglia, nella sua interezza. E contiene una bella provocazione e uno spunto di riflessione inedito e originale: anche il primo bacio - e non solo "la prima volta" - dei nostri figli merita di essere messo al centro di un'attenzione educativa positiva e costruttiva. Perché in quel gesto non c'è solo eccitazione. C'è molto di più: ci sono emozione e pensiero, c'è la consapevolezza di una forma di relazione. E soprattutto c'è l'atto che si fa eterno nella nostra memoria. Un libro quindi da leggere, rileggere, custodire!
Nell'ambito del lavoro, uno tra i fattori che più contribuiscono alla soddisfazione dei dipendenti e dei collaboratori è la sensazione di essere apprezzati e stimati. Ogni lavoratore, qualunque sia l'incarico che ricopre, ha questa necessità. Ogni individuo però è unico e dunque non tutte le espressioni di stima sono considerate da ciascuno nello stesso modo. È fondamentale comprendere quale sia il "linguaggio" nel quale ogni persona è lieta di accogliere attestazioni di stima. Questo libro può aiutare a creare un clima nel quale i lavoratori si sentano considerati e accolgano la stima ricevuta rinnovando il loro impegno per il buon andamento dell'azienda di cui fanno parte.
Il volume è ispirato da un personaggio che è icona della forza gestaltica della relazione e della capacità di portare avanti fino in fondo ciò che il cuore detta: Antigone, protagonista dell'omonima tragedia di Sofocle. Sono le riflessioni di Giovanni Salonia a guidarci nei sentieri del cuore e delle vicende di questa fanciulla che, con grazia ed intensità tutta femminile, sa proclamare ad una società che si è smarrita nella insensatezza ed aridità di una logica autoreferenziale, quell'ordine degli affetti che - solo - può restituire via e vita. "Solo perché lei sacrifica i suoi affetti più cari non scomparirà nella città il diritto degli affetti". Al saggio di Salonia fanno da cornice una prefazione di Antonio Sichera che introduce ad un lettura gestaltica dell'eroina sofoclea ed una traduzione inedita ed integrale del testo greco, preceduta a sua volta da una breve pagina di delucidazione sui criteri ed i riferimenti che hanno guidato l'opera di traduzione.
Attraverso l'analisi delle risposte a circa duemila protocolli Rorschach sottoposti a bambini e adolescenti, questo studio illustra il temperamento e lo stile emotivo propri di ciascuno di noi fin dal primo sviluppo e di prefigurare la personalità che avremo in età adulta. L'analisi del coinvolgimento emotivo e il rapporto tra il relativo e la psicologia dello sviluppo, risultano aggiornati e arricchiti da riferimenti transculturali e da suggestioni letterarie che in età evolutiva rappresentano canoni di comprensione del mondo e modi con cui affrontare le vicende di vita ordinarie ed eccezionali.