Dimostrare l'esistenza di Dioè possibile, ecco le prove. Il bisogno di Assoluto è radicato in ogni animo umano come propensione all'autotrascendenza, a non adagiarsi nella condizione mondana, per cercare un senso dell'esistenza oltre i limiti della nostra natura. Ma ciò che è assoluto e trascendente necessariamente è anche ineffabile, perché non può essere totalmente compreso dalla mente umana. Almeno una volta nella vita ogni uomo si confronta con la possibilità di rispondere razionalmente alla domanda: "Dio esiste?". Se infatti per decidere di credere o di non credere di primo acchito si può non aver bisogno di un motivo razionale, tuttavia dopo aver deciso da che parte collocarsi sia il credente sia il non credente sono obbligati a cercare una giustificazione logica della loro scelta, altrimenti essa resta campata in aria, quindi facilmente scossa dalle intemperie esperienziali e dal logorio del dubbio che attraversa tutte le esistenze umane. Il saggio è rivolto tanto ai credenti quanto ai non credenti e prende in esame i percorsi della ragione intorno a quanto si può conoscere dell'Ineffabile alla ricerca delle prove dell'esistenza di Dio.
Giubileo fa rima con indulgenze. O, meglio, faceva rima. Oggi comprendere le indulgenze non è affatto facile. Vuote apologie e semplificazioni riduttive sono all'ordine del giorno. L'oggetto stesso dell'indulgenza, ossia la "remissione della pena temporale", mette a dura prova la nostra intelligenza di cattolici, sicché spesso per toglierci d'impaccio ripieghiamo su qualche richiamo alla preghiera per i defunti o alla misericordia di un Dio che perdona senza misura. Di qui è nato il progetto di questo libro, che vuole parlare a tutti: ai dotti come ai curiosi. E lo fa mediante una struttura agile e diretta: i due curatori hanno rivolto domande a sei esperti, scelti sulla base delle loro diverse competenze. Le risposte, senza troppe citazioni in nota, aiutano a elaborare una comprensione critica della tradizione e soprattutto a rivedere oggi l'indulgenza, inserendoci nell'alveo di una riscoperta del "processo penitenziale". Un dibattito sereno e dialogato sulle indulgenze può e deve fare nuova luce: per evitare i tanti equivoci e per sciogliere i troppi enigmi.
Nel corso degli ultimi due secoli la rilettura dell'esperienza ecclesiale e la sua mutata espressione mediante categorie differenti hanno condotto a un nuovo disegno della teologia dei sacramenti. Il sacramento non è più considerato soltanto l'esperienza di un dono di Dio o il segno di una relazione interiore, ma la forma concreta di una correlazione tra azione di Dio e azione umana. Il genere del simbolo e del rito, la sintesi tra santificazione e culto e l'apertura alla nuova considerazione anche del genere femminile come soggetto rilevante e "altro- sono diventati "questioni sul genere (del sacramento)- del tutto decisive. All'intreccio storico delle tre accezioni del termine "genere- sono destinate le pagine del libro, nel quale viene condotta una risistemazione delle categorie portanti della teologia sacramentaria generale. Dal confronto con la tradizione a partire da Ugo di San Vittore e Pietro Lombardo fino a giungere alla discussione attuale intorno al ruolo dei sacramenti e delle celebrazioni per la costruzione della comunione ecclesiale, il genere del sacramento riprende qui il suo ruolo centrale per un sapere teologico maturo.
Questo volume raccoglie gli esercizi spirituali tenuti nel 2016 da mons. Luigi Negri presso il monastero cistercense di Nostra Signora di Valserena. Un «percorso affascinante, che può rappresentare una sintesi matura della riflessione e della proposta del vescovo Negri»: attraverso di esso emergono «i tratti essenziali della sua proposta educativa e del suo insegnamento di vescovo [...]. In filigrana, si possono cogliere gli elementi principali di una concezione della fede e dell'esistenza cristiana, maturata nell'autore, fin dagli anni della sua giovinezza, nell'incontro con il carisma del servo di Dio mons. Luigi Giussani, nell'appartenenza intelligente e appassionata al movimento di Comunione e Liberazione, nato dalla testimonianza e dalla proposta del sacerdote di Desio. Si vede bene nelle parole limpide e provocanti del vescovo Negri come [...] egli abbia attinto anche alla scuola di grandi uomini di fede e di pensiero, che hanno segnato il cammino della Chiesa nel Novecento e in questo primo scorcio del XXI secolo: tra tutti, va riconosciuto un posto centrale a Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI».
Giuliano Zanchi, sacerdote, teologo ed esperto di estetica, crea qui una piccola ed intensa guida'per riscoprire, valorizzare e dare senso ai luoghi della liturgia cristiana, quegli ambiti in cui si dispiega il rito e che spesso vengono considerati come puri elementi di corredo. E invece essi sono spazi ricchi di senso, perché ospitano l'incontro della comunità dei credenti con Gesù: non semplici arredi funzionali (a volte francamente scadenti o malamente invecchiati), ma luoghi della presenza, espressioni materiali e concrete della grazia.
Ecco allora che predisporre un altare un ambone, disegnare soglie e luoghi di passaggio, dosare la luce e anche e soprattutto dare forma all'assemblea, riscoprire il corpo come primo logo della liturgia, sono gesti che già attivano la sostanza non puramente operativa dell'azione rituale.
Di questi spazi Zanchi disegna brevemente la storia, che si pone sempre come indice di evoluzione teologica e non solo artistica, come documento di ciò che cambia e testimonianza di ciò che perdura. E per ognuno traccia prospettive nuove di sguardo e di progettazione. Certo, l'incontro col Signore che si realizza nella liturgia è "vero" prescindere dalle architetture e dagli spazi.
I luoghi non sono la sostanza della liturgia, ma senza dubbio concorrono alla sua specifica qualità, e meritano per questo di essere guardati e presi sul serio. Vale la pena d assegnare loro pensiero e cura.
Perché una riforma missionaria e comunitaria della Chiesa che metta in pratica l'ecclesiologia del popolo di Dio richiede lo sviluppo di un modo sinodale di essere, lavorare, relazionarsi e vivere? Per rispondere a questa e ad altre domande, nella prima parte del libro - intitolata «Pensare la sinodalità» - i due autori presentano le motivazioni per intraprendere il "cammino sinodale", ritornando ai presupposti fondanti dell'ecclesiologia del Vaticano II. Esaminano poi come la Chiesa si costruisce sinodalmente, a livello tanto locale quanto universale, grazie al contributo di diversi attori e soggetti, attraverso relazioni comunicative come l'ascolto, il dialogo, la conversazione, la restituzione. Non evitano, infine, di affrontare le questioni ancora aperte, i nodi problematici, le sfide che emergono a livello di spiritualità, teologia e prassi. La seconda parte del volume - intitolata «Iniziazione alla sinodalità» - offre un momento di analisi concreta e fattiva della realtà a livello di atteggiamenti e resistenze personali e sul piano della vita comunitaria.
Il Triduo pasquale costituisce il cuore della fede cristiana. Nella passione, morte e risurrezione di Gesù la Chiesa impara uno stile: è lo stile del servizio, dell'umiltà e dell'accoglienza di ciò che il suo Signore le dona; è lo stile della testimonianza di una Chiesa che conserva la memoria della propria debolezza, santificata proprio nella sua condizione di serva dell'umanità alla quale essa stessa appartiene. Da ciò ne deriva anche uno "stile celebrativo2, che deve sfociare in un prendersi cura degli uomini e delle donne del nostro tempo. Il volume propone le riflessioni del card. Carlo Maria Martini, negli anni del suo episcopato a Milano.
Punto di riferimento insostituibile per la teologia cattolica contemporanea, la rivista Concilium delinea la mappa delle domande più pressanti che l'attualità pone alla riflessione teologica. E costringe la fede cristiana non solo a confrontarsi con il discorso pubblico, ma anche a impegnarsi nel dialogo con le prospettive specifiche delle diverse confessioni cristiane. Per la profondità dei contenuti, oltre che per l'ampiezza di respiro e la capacità di penetrazione intellettuale, Concilium riesce così a fornire risposte innovative e di convincente solidità alle questioni più importanti che si pongono alla teologia.
L'autore, ripercorrendo la formazione e lo sviluppo dell'etica sessuale cattolica a partire dall'insegnamento dell'apostolo Paolo fino al nostro tempo, mette in luce come la fedeltà a tale insegnamento può assumere oggi modalità diverse da quelle indicate materialmente da Paolo, sempre tuttavia in obbedienza allo stesso principio di realtà che guidava l'apostolo. In modo particolare si può oggi affermare che la moralità dell'agire sessuale non è in radice stabilita dalla configurazione giuridica della relazione tra le persone ma dalla forma esistenziale di tale relazione prima e indipendentemente dalla configurazione giuridica.
Se è vero che il cristianesimo, prima di essere una religione, è un «avvenimento» che si compendia nella persona del Figlio di Dio incarnato, crocifisso e risorto, allora il problema teologico fondamentale e anzi per qualche aspetto unico e riassuntivo, è quello di appurare i rapporti che connettono Cristo alla totalità delle cose esistenti. La soluzione - logica e necessaria - è trovata nel «cristocentrismo», che qui ci si propone di esporre nei termini il più possibile pertinenti e precisi. Essa si delinea a poco a poco, assumendo vesti diverse, lungo i secoli della riflessione occidentale, ma solo ai nostri giorni - grazie anche agli apporti della moderna esegesi - ci è dato di arrivare a una formulazione rigorosa e convincente. Ci si avvede allora che la prospettiva cristocentrica è in grado di illuminare alcuni temi teologico-pastorali oggi emergenti, e in particolare di oltrepassare il dilemma inquietante tra la salvaguardia della piena identità cristiana e la generosa «apertura» verso ogni positiva realtà extra-ecclesiale. Prefazione di Inos Biffi.
Quest'opera corrisponde a una tappa decisiva del percorso di Jean-Luc Marion: il nesso tra fenomenologia della donazione e rivelazione non è più affrontato definendo le competenze della filosofia e della teologia, ma tramite l'abbandono al campo aperto della speculazione, senza ulteriori caratterizzazioni. L'autore intesse un serrato dialogo con la Scrittura e con la storia del pensiero filosofico e teologico, fino a determinare la fenomenicità della rivelazione quale modalità privilegiata del fenomeno, caratterizzata come adveniente da altrove. L'abbandono delle categorie elaborate dalla metafisica è definitivo: la rivelazione è s-coperta (apokalypsis) e non mero disvelamento (aletheia), di conseguenza anche i concetti classici di Dio, essere, tempo, storia e soggetto vengono riconsiderati. La fenomenologia della donazione dispiega tutta la sua forza speculativa definendo la plausibilità della manifestazione trinitaria del divino e la forma testimoniale dell'umano che vi si lega. Radicalizzando i temi grazie ai quali si è inserito nel dibattito contemporaneo, Marion si conferma un autore capace di contribuire al pensiero interpellandolo con nuovi e decisivi motivi di riflessione.
Dedicare cinque minuti al giorno allo Spirito Santo può essere un vero conforto che ristora profondamente la nostra vita. In queste pagine l'autore raccoglie molti anni di esperienza nella comunicazione spirituale compiuta con i suoi numerosi libri, i programmi radiofonici e l'accompagnamento pastorale in cui ha cercato di aiutare le persone a vivere meglio spiritualmente. Pur esprimendosi in modo agile e accessibile, quest'opera racchiude la solidità e la profondità della sua ricerca teologica sullo Spirito Santo, sulla grazia e sulla spiritualità. Un prezioso cammino spirituale durante tutto l'anno perché la nostra vita sia piena della gioia, della luce e della libertà dello Spirito Santo.