Un strumento per l'esegesi e lo studio del pensiero latino e della cultura tardo antica. Noto in modo particolare per la sua imponente opera di traduzione in latino della Bibbia direttamente dal testo ebraico, per tutta la vita Girolamo si dedicò allo studio dell'ebraico e dell'esegesi giudaica al fine di dare al "grande pubblico" occidentale un testo corretto sul quale basare lo studio e la liturgia. Il volume raccoglie le tre principali opere della sua produzione in cui trattano da vicino i "problemi ebraici" inerenti alla traduzione e allo studio della Bibbia: nel "Liber hebraicarum quaestionum in Genesim" Girolamo analizza i versetti più difficili della Genesi, dimostrando una solida e approfondita conoscenza dell'ebraico; il "Liber interpretations nominum hebraicorum" e il "Liber de situ et nominibus locorum hebraicorum" sono invece traduzioni ampiamente rimaneggiate di originali greci, rispettivamente di un glossario di nomi ebraici con relativa etimologia, un'opera perduta che Girolamo attribuisce a Filone d'Alessandria, e dell'"Onomasticon" di Eusebio di Cesarea, lessico di toponomastica biblica la cui fortuna in Oriente e in Occidente si deve proprio alla traduzione latina di Girolamo.
Il male fisico, il male morale, il male metafisico, la sofferenza degli uomini e la sofferenza di Dio, sono gli argomenti scottanti di questo libro, tutti argomenti difficili, illimitati, pericolosi; tuttavia l'autore li affronta in modo semplice e accattivante, per cercare di giungere ad una conoscenza più profonda dell'essere umano e del problema del male.
La sofferenza e Dio.
Contributi, fra gli altri, di Josè Oscar Beozzo, Maria Clara BInggermer, Andrè Birmelè, Andrès Torres Queruga, David Tracy, Joao Vila-Cha
Questo libro, che tematizza lo sviluppo della riflessione teologica in uno dei secoli più ricchi di stimoli e fecondi della storia del cristianesimo, è da tutti gli studiosi ritenuto un classico e immancabile punto di riferimento della storiografia e del pensiero occidentale. L'opera ha inteso creare nuove prospettive di approccio, secondo ciò che l'autore stesso ama chiamare "metodo storico", sensibile non solo ai testi ma anche ai contesti sociali e religiosi in cui si espressero gli scrittori teologici. È un'opera viva, che ha avuto il merito di liberare la storia teologica dalle secche dell'erudizione. Una "storia" deve andare oltre le specializzazioni, deve essere in grado di raggiungere - secondo lo stesso Chenu - "i sottosuoli dei testi, delle controversie, dei sistemi, e anche delle personalità del genio". Infatti la conoscenza storica che l'autore persegue tende all'intelligenza interiore dei fatti e degli scritti, al di là di ciò che i loro autori ne hanno sul momento esplicitamente percepito ed espresso. Chenu mira a evidenziare le leggi interne che determinano il clima del secolo e la fede. Si arriva così a manifestare le zone di luce che compongono l'unità e le tensioni di tutto un travaglio generazionale. Introduzione di Inos Biffi.
Rivista della facoltà teologica dell'Italia settentrionale.
«Venir su tra i segni, o perire, è l'alternativa imposta all'uomo», sosteneva, con un'espressione folgorante, Alessandro Manzoni. Se la capacità di decifrare i segni è essenziale alla vita, la sua rilevanza è massima riguardo ai testi ritenuti sacri dalle tradizioni religiose, come dimostra la pubblicazione nata nell'ambito del progetto «Ermeneutica dei testi sacri», proposto dalla Facoltà Teologica Pugliese.Il lettore ha la possibilità di avvicinare i fondamenti ermeneutici su cui si basa l'interpretazione dei testi sacri nell'Induismo, nel Buddhismo, nell'Ebraismo, nell'Islam e nel Cristianesimo cattolico, ortodosso e protestante.Di assoluta rilevanza per il dialogo ecumenico e interreligioso, la riflessione sull'interpretazione dei testi sacri può dare un contributo alla purificazione di ciascuna tradizione religiosa dalla tentazione integralista e alla necessità di tutelare e promuovere la libertà religiosa e l'amore fraterno. La questione ermeneutica permette, infatti, di toccare con mano il nesso inscindibile che unisce il testo e la vita, la parola scritta e la realtà.
Attraverso il racconto lucido e a tratti commovente della figlia, emerge la figura di uno dei pensatori italiani più originali del '900, impegnato a declinare il messaggio evangelico in un serrato confronto con la modernità. Tra ricordi di infanzia e riflessioni postume, nel quadro storico di contese ideologiche e speranze di redenzione sociale, queste pagine offrono uno spaccato della vita culturale italiana tra gli anni '70 e '80 del secolo scorso.
"Come potremmo delineare l'ideale di una città concreta? Non intendo una città ideale ma un ideale di città: una città nella quale ci sono spazi per quell'azione dello Spirito che fa da contrasto al lievito e al fermento di Babilonia, di Sodoma e di Gerico e conduce verso la Gerusalemme che speriamo. Questi spazi sono di diversi tipi. Anzitutto sono spazi di silenzio, anche nel centro della città. [ ... ] Come il Duomo ci vorrebbero tanti luoghi propizi al silenzio, alla riflessione, all'ascolto. Dopo il silenzio e l'ascolto occorre il dialogo. Per questo ci vogliono le piazze, le agora in cui la gente si possa ritrovare per capirsi e scambiarsi i doni intellettuali e morali di cui nessuno è privo. In terzo luogo ci vogliono le vie percorribili in tutti i sensi, cioè tutte quelle reti di relazioni che si coagulano in amicizie e accoglienze [ ... ] Quarto luogo o situazione: l'intercessione e l'ospitalità [ ... ] Coi mezzi sopra indicati, e con molti altri che si potrebbero ricordare, non intendo dire che avremmo una città ideale, ma che saremmo in cammino verso una città eh ancora non c'è". Carlo Maria Martini.
Il presente lavoro è ispirato ad un convegno interdisciplinare, frutto della collaborazione tra la Pontificia Università Gregoriana e la Specola Vaticana. Il convegno consisteva di due sedute di un giorno ciascuna, tenute alla Pontificia Università Gregoriana durante l'anno accademico 2014-2105. Erano presenti due gruppi formati da tre specialisti ciascuno: il primo focalizzato sulle domande scientifiche, filosofiche e teologiche riguardanti l'inizio dell'universo e il secondo focalizzato sulle domande similmente riguardanti la fine dell'universo. La ricchezza del risultato finale deriva non soltanto dalla varietà di prospettive accademiche ma anche dalla varietà di metodi euristici adottati dai ricercatori. Per la produzione del libro, sono stati aggiunti altri contributi e l'intera collezione è stata esaminata da tutti gli autori per una critica costruttiva e una mutua valutazione.
Letture bibliche. Figure, riflessioni, esperienze; a cura di Vincenzo Vitiello e Giacomo Petrarca; V. Vitiello, Fare "midrash"; Figure; F. Duque, Caino, o della tragica fedeltà alla terra; M. Cacciari, Noè dopo il diluvio; H. Baharier, Ismaele; A. Colasanti, Rebecca madre; G. Petrarca, Elia, il profeta; A. Fabris, Tobi; V. Vitiello, Giuditta e Medea; D. Di Cesare, Ester; G. Petrarca, Marta e Maria; P. Coda, Le sette parole di Gesù dalla Croce; Riflessioni; V. Melchiorre, L'a priori biblico; M. Donà, Le ragioni della fede. Una lettura di Qohelet; Esperienze; M. Miegge, Come leggo la Bibbia; S. Nitti, Ermeneutica dell'inno di Natale. I fundamentalia di un protestante riassunti in un racconto di formazione; B. Forte, A Emmaus per guardare negli occhi il Viandante.
Particolare analisi ad ampio raggio sui temi che riguardano lo Spirito Santo volta ad arricchire e approfondire il panorama biblico-teologico sulla terza Persona della Santissima Trinità. Il presente volume nasce dalla volontà dell'autore di intraprendere un suggestivo excursus biblico-storico-teologico al fine di evidenziare la persona dello spirito santo così come evince dalle fonti antiche di fede presso molte chiese delle "origini", sia nell'ambito della ortodossia sia in ambito della cosiddetta eterodossia. Una visione particolare, oggi quanto mai necessaria, che pretende di svincolare la riflessione pneumatologica dal "fare ed operare" dello spirito santo, identificato quasi sempre con l'essere della persona stessa, ripolarizzandola sulla stessa persona divina e sulle sue peculiari caratteristiche.
Chi si accinge a leggere i vangeli, quale atteggiamento psicologico deve assumere? Si trova di fronte a libri storici in senso rigoroso, oppure di fronte a romanzi? I Vangeli non sono né l'una né l'altra cosa e neppure la biografia di Gesù; essi vogliono semplicemente tramandare la fede dei primi cristiani. Tale fede però, a cui appartiene anche lo scrittore sacro, non è libera invenzione, ma si basa su fatti realmente accaduti e su discorsi realmente pronunziati da Gesù. Lo studio critico di essi aiuta a scoprire il senso che ha voluto dare Cristo e quello che ha voluto dare la Chiesa delle origini ai singoli testi.