In questo commento discorsivo e scorrevole, Blenkinsopp esplora la storia biblica di Abramo, facendoci dono di un ritratto nuovo e creativo di questo intrigante antesignano per giudaismo, cristianesimo e islam. Mentre decifra i testi di Genesi 11-25, Blenkinsopp si concentra sull'arte letteraria e teologica della narrazione nel suo insieme. Egli discute inoltre una serie di questioni sollevata dalla saga di Abramo, tra cui la conferma delle promesse di Dio, il cosiddetto sacrificio di Isacco (anche in rapporto alla morte di Gesù) e il ruolo dell'altro figlio di Abramo, Ismaele. Ogni capitolo comprende poi una sezione intitolata «Colmare le lacune», che analizza con occhio critico una quantità di commenti ebraici, cristiani e islamici suscitati dal testo-base di Genesi nel corso dei secoli. Abramo ne esce illuminato di una luce nuova. Da storico esperto qual è, Blenkinsopp ci restituisce un riassunto solido ed essenziale del testo, delle sue affermazioni e delle sue ricche risorse per la fede. Concentrandosi infine sul ruolo e la funzione che la tradizione abramitica seguita a svolgere, al lettore e alla lettrice si spiega che cosa può significare il patriarca per i cristiani di oggi.
«Non c'è specchio migliore in cui tu possa vedere quello di cui hai bisogno se non i dieci comandamenti nei quali tu trovi ciò che ti manca e ciò che devi cercare» (Martin Lutero). È uno specchio in cui non deve riflettere il suo volto solo l'ebreo o solo il cristiano, ma anche il "laico", ogni uomo che si interroga sul senso dell'esistenza, sul valore del bene e del male, della verità e della menzogna, della giustizia e del crimine, della vita e della morte. Certo, queste "dieci parole" sono moniti, "comandamenti", come siamo soliti definirli. Eppure, se ben compresi, ci si accorge che essi non cancellano la libertà dell'uomo, anzi, la esaltano ponendola al centro delle decisioni personali.
Le 52 parole-porta presentate in questo libro, una per ogni settimana dell'anno, sono parole significative che troviamo nella Bibbia e che lo Spirito Santo può utilizzare per farci compiere un viaggio alla ricerca di Dio, ma anche per farci entrare in noi stessi e aprire orizzonti di pensiero e riflessione che destano la nostra anima. Per ogni parola-porta ci sono: una presentazione del termine nel suo significato e nella nostra vita quotidiana; un brano della Bibbia seguito da un breve commento; una serie di domande ed esercizi per specchiarsi nella Scrittura; una citazione famosa, una preghiera e un QRcode che rimanda ad audio o video.
Pur essendo il suo nome conosciuto da tutti, Paolo di Tarso difficilmente viene immaginato come figura rilevante al di là del recinto confessionale. Eppure, è sua una delle operazioni teologiche più creative e complesse di sempre: la traduzione culturale del messaggio cristiano, con l'avvento di una nuova coscienza di sé e un'appartenenza non più di sangue o etnica, ma spirituale, egualitaria, universale. A partire dalla prima metamorfosi, quella di Paolo stesso di fronte alla luce accecante che lo disarciona da sé sulla strada di Damasco, niente sarà più come prima. Nelle sue azioni e nelle sue parole, il tessuto sociale e politico, i paradigmi etici, le idee teologiche del tempo subiscono una cesura, un'interruzione, e si impone la necessità di mettersi in cammino per reinventare il modo di vivere, di pensare, di agire, accogliendo idee e linguaggi nuovi, sconcertanti e illuminanti. E non vale allora la pena di conoscerlo meglio questo ebreo-romano catturato dal Cristo, questo inventore della letteratura cristiana, questo infaticabile pellegrino costruttore di comunità? José Tolentino Mendonça ci dice di sì, tracciando un ritratto efficace di Paolo e del suo pensiero plastico, capace di adottare e adattare modelli e idee con lo sguardo sempre fisso sulla novità di Gesù Cristo. Un esempio e uno stimolo per ripensarci anche oggi, nella stagione che stiamo vivendo come cristiani e come Chiesa, e non solo. Per aprire la breccia di una metamorfosi necessaria a partire dalla quale riformulare una grammatica del credere senza automatismi, in costruzione continua; dar vita a una comunione di fede concreta, mai astratta, sinodale nella molteplicità dei doni e dei carismi; essere sempre, come dice Tolentino, «in stato di ripartenza», non semplici testimoni, ma documenti del futuro.
Quattro grandi artisti ci accompagnano nella rilettura dei quattro Vangeli: Michelangelo Merisi, detto "il Caravaggio" (1571-1610), Domínikos Theotokópoulos, detto "El Greco" (1541-1614), Rembrandt Harmenszoon van Rijn, noto più semplicemente come Rembrandt (1606-1669) e Pieter Bruegel, conosciuto come Bruegel il Vecchio (1525-1569). Da sempre l'arte invita a contemplare quanto la Parola annuncia: gli affreschi nelle catacombe, le incisioni sui sigilli, i bassorilievi sulle tombe, i mosaici, le pitture, le sculture... Colori, forme, giochi di luce, sguardi, scorci di umanità... Molteplici sono le finestre con cui l'arte si affaccia sul mistero di Dio e dell'uomo. Tra i capolavori di questi grandi artisti sono state selezionate venti tavole cercando di evidenziarne il messaggio e i tratti spesso nascosti, mostrando come essi costituiscano una vera e propria esegesi silenziosa delle pagine evangeliche.
La Bibbia si offre a ogni coscienza umana, sia che si venga ad essa per pura curiosità oppure per sete di Dio. In questo senso, la Bibbia è aperta a un'infinita varietà di letture. In un altro senso, la Bibbia vincola: chiunque pretenda di spiegarla deve infatti rapportarla a ciò di cui essa parla, cioè a Dio e alla relazione che egli instaura con i suoi. Ecco il grande tema di questo libro: lo studio storico e letterario non bastano a far intendere la verità della Bibbia. Per comprenderla bene, occorre prendere atto della sua natura teologica: essa è il testo di una rivelazione che suscita ogni volta un rilancio del suo significato. Ciò obbliga l'esegeta e il dogmatico a incrociare i loro passi nello spazio di scambio della teologia biblica, che collega Bibbia e vita di fede oggi. Ecco allora il motivo di questa straordinaria impresa di riconciliazione epistemologica fra discipline assolutamente essenziali. Ed ecco perché - lo dimostra magnificamente questo saggio - non finiremo mai di leggere il Libro. Bourgine ridefinisce con rigore e in modo strutturato il metodo della dogmatica e, rispettivamente, quello dell'esegesi. Lo fa sia riscoprendo la teologizzazione che è all'opera nel processo di scrittura biblica, sia riportando la dogmatica a prendere la strada che va dalla lettera alla Parola.
L’oggetto predica: titolo semplice quanto enigmatico.
L’idea di proporre una serie di meditazioni sui vangeli domenicali e festivi a partire da oggetti quotidiani prende spunto dall’esperienza vissuta e condivisa negli oratori, comunità parrocchiali, attività giovanili, insegnamento.
Immagini, cose, storie: sono parte della nostra quotidianità. Simboli, oggetti, parabole: sono elementi del Vangelo, della liturgia. Perché dunque non mettere in relazione i due aspetti?
Un agile volume di consultazione e anche di riflessione personale per catechisti, insegnanti, presbiteri.
Il libro raccoglie una serie di riflessioni bibliche, spirituali e poetiche sulle ultime parole pronunciate da Gesù sulla croce, offrendo un suggestivo e insolito percorso meditativo. A ogni capitolo i diversi autori e autrici si confrontano in profondità con uno dei momenti più intensi della Passione, interpretando le ultime parole di Gesù alla luce della contemporaneità. Voci come quelle di Adriana Valerio e Cristina Simonelli, insieme a quelle di altri teologi, biblisti e poeti, contribuiscono a rendere l'opera una sinfonia corale, dove ciascuna e ciascuno aggiungono una sfumatura diversa alla comprensione del mistero del Venerdì santo. Le meditazioni proposte, pur mantenendo una rigorosa aderenza alle fonti bibliche, si aprono a una lettura sensibile alle esperienze umane universali: il perdono, il senso del sacrificio, la fragilità umana, la compassione, l'amore incondizionato. Attraverso questo cammino, i lettori e le lettrici sono invitati a meditare sul mistero della croce e sul senso delle ultime parole di Cristo, riscoprendo la potenza del messaggio evangelico nel contesto delle sfide e delle sofferenze umane.
Una nuova "Vita di Gesù" che, nell'Anno giubilare, rappresenta una felice occasione per un'approfondita riflessione sui fondamenti della fede cristiana. Restando sempre rigorosamente ancorato al dato biblico e appoggiandosi alla più qualificata esegesi contemporanea, l'autore offre una suggestiva chiave di lettura della storia e degli insegnamenti di Gesù. Approfondisce poi, attraverso le lettere, la ricchezza e la portata del pensiero teologico e della testimonianza missionaria di Paolo, l'infaticabile annunciatore del Vangelo. Conclude il testo una ricca Nota di orientamento bibliografico.
Prosegue l’opera di diffusione del pensiero del teologo Carlo Molari, in collegamento alla sua opera principale Il cammino spirituale del cristiano e in riferimento continuo ai suoi contenuti, che vengono qui ampliati e radicati nella riflessione su Gesù di Nazaret.
«Quando Dio viene nasce un uomo. Quando Dio viene crescono i suoi figli e la vita fiorisce in noi in umanità piena. Noi attendiamo Dio che viene incontrando uomini, perché la Sua azione si esprime nei gesti, nei pensieri, nelle parole, nella misericordia di creature che arrivano, pur nei loro limiti e incompiutezze, a fare di se stesse trasparenza di Dio.»
Il modo di fare teologia di Carlo Molari è accessibile a tutti perché nasce ed è alimentato dall’esperienza del vivere. Queste riflessioni sui Vangeli costituiscono un percorso ulteriormente facilitato alla comprensione del pensiero e della spiritualità del maestro.
Il riferimento alla vicenda storica di Gesù, a partire dai Vangeli del Natale (e che prosegue in un secondo volume dedicato ai Vangeli della Pasqua) e in stretto parallelo con le vicende umane in cui ciascuno può riconoscersi, offre un contesto di esemplifi­cazione e applicazione pratica dove il pensiero teologico dell’autore emerge con chiarezza e ampiezza di implicazioni. Infatti, a quei temi della riflessione che i racconti dei Vangeli sollecitano viene gene­ralmente dato modo di esprimersi con una estensione e una concretezza mag­giori rispetto alla trattazione sistematica sviluppata ne Il cammino spirituale del cristiano cui si fa qui riferimento.
Si manifesta così lo stretto intreccio fra la meditazione delle Scrit­ture, in particolare i Vangeli, e lo svolgersi del pensiero teologico e delle indi­cazioni per la vita dello spirito da parte dell’Autore, che a sua volta ha portato lo sviluppo della spiritualità e del pensiero vitale del maestro a una penetrazione più profonda della vicenda di Gesù: a partire dalla precisione degli inquadramenti storici, attraverso l’immedesimarsi negli eventi della sua vita e il riviverne gli stati d’animo – lo sguardo fisso su Gesù – fin quasi ad assumerne sensibilità, atteggiamenti interiori e modi di porsi di fronte alle situazioni dell’esistenza. Tutto questo dà al suo modo di leggere i Vangeli una notevole perspicacia interpretativa proprio per la profondità con cui don Molari è penetrato nella conoscenza della vicenda umana in generale, e di quella dell’uomo chiamato Gesù in particolare.
(Dalla prefazione di Ornella Stazi, che negli anni ha trascritto, e infine selezionato, le omelie per la pubblicazione, e di Francesco Nicastro, curatore del volume)
In questo volume Luis Alonso Schökel - noto per la grande capacità che dimostra nell'esposizione letteraria e poetica del testo biblico - illustra i capitoli della Genesi che trattano dell'incontro fra persone raggruppandoli sotto tre figure salienti: Abramo, Giacobbe e Giuseppe. Di ciascuna pericope si fornisce una breve presentazione, una traduzione peculiare e integrale, brevi note di commento alla traduzione e riflessioni sulle risonanze del tema. Opera di un grande specialista e sperimentato comunicatore, il volume è accessibile a chiunque sia interessato alla pregnanza della letteratura biblica.
Il volume analizza alcuni testi del primo giudaismo redatti all'epoca del Secondo Tempio, un periodo che inizia con il ritorno degli esuli da Babilonia (538 a.C.) e termina con la distruzione del Tempio a opera dei Romani (70 d.C.). Queste fonti, studiate secondo una prospettiva di genere, mostrano il ruolo delle donne, la loro presenza e autorevolezza nei diversi movimenti che animano quest'epoca, incluse le comunità di Qumran e dei Terapeuti. I saggi presenti nel volume affrontano temi rilevanti come la violenza, la capacità di sovvertire l'ordine, la gestione del potere, il ruolo delle donne nella tutela della vita e nell'educazione, il rapporto con la preghiera e gli interventi salvifici a favore del popolo. Particolare attenzione è rivolta allo sviluppo della definizione dei concetti di sacro e profano, puro e impuro e della loro relazione.