"In un'afosa giornata di luglio dell'anno 1505 un viaggiatore solitario avanzava a fatica sulla strada riarsa alle porte del villaggio di Stotternheim in Sassonia. Era un giovane, basso ma tarchiato, vestito da studente universitario. Mentre si avvicinava al villaggio, il cielo si rannuvolò... Un fulmine squarciò l'oscurità... Quell'uomo era Martin Lutero". È con queste parole che inizia la biografia dell'uomo che, accusando la Chiesa di essere corrotta e identificando i Papi con l'Anticristo, avrebbe frantumato l'edificio del cattolicesimo medievale, dando il via alla Riforma protestante e modificando per sempre il corso della Storia. Dalle prime inquietudini interiori alla polemica contro le indulgenze, alla scomunica, alla definitiva separazione della Chiesa protestante da quella romana, Bainton delinea, con un linguaggio chiaro e un tono divulgativo, gli sviluppi della vicenda umana e religiosa del monaco agostiniano senza perdere mai di vista i grandi eventi politici, culturali, economici e sociali del tempo. Questo testo, ormai classico, ricostruisce con un racconto vivace e appassionato la figura e la vita di Lutero attraverso la storia del suo percorso religioso pieno di paure, fatiche, entusiasmi, tempeste. Introduzione di Adriano Prosperi. Prefazione di Delio Cantimori.
Il patriarca Marco, donato dal Signore alla Diocesi di Venezia, ha lasciato un segno nella vita delle persone che ha incontrato. Uomo di grande umanità, di una fede radicata nella Parola di Dio, ha guidato la Chiesa di Venezia dal 1978 al 2002. Poi, da patriarca emerito, si è dedicato alla cura delle persone, a suggerire risposte a chi cercava Dio nella propria vita. La sua residenza di San Barnaba era diventata un punto di riferimento per chi cercava un sostegno per la propria fede o una voce amica nei momenti difficili della vita. Don Valerio Comin, che lo ha sempre affiancato e sostenuto dal suo arrivo a Venezia fino alla sua morte, è diventato l’amico fedele, il suggeritore di rapporti buoni con le persone, il sostegno nei momenti di fatica legati alla vecchiaia. In questa intervista è lui, don Valerio, che ci racconta l’uomo patriarca Marco, nei suoi aspetti di vita più intimi, quelli meno conosciuti, ma che lo hanno reso grande e molto amato. Prefazione di Giulio Giuliani.
In nome della croce, migliaia di uomini e donne attraversarono mari e deserti per liberare il Santo Sepolcro, difendere l’onore cristiano o inseguire fortuna e terre. Le Crociate sono tra gli eventi più affascinanti e controversi della storia medievale: imprese epiche e sanguinose in cui si mescolavano religione, politica e desiderio di redenzione. Ponendo attenzione al sistema di valori che rende comprensibili le scelte di protagonisti che si muovono entro un orizzonte culturale profondamente diverso dal nostro, il presente volume ripercorre le otto Crociate ufficiali — dalla chiamata di papa Urbano II nel 1095 fino alla caduta di Acri nel 1291 — insieme alle spedizioni minori e alle imprese popolari, e restituisce un quadro chiaro e documentato. Tra santi e imperatori, battaglie leggendarie, pellegrinaggi e scomuniche, il racconto di Luca Crippa guida il lettore a comprendere, superando i luoghi comuni, cosa furono davvero le Crociate: un fenomeno complesso e vivo, che ancora oggi risuona nel nostro linguaggio e nella nostra visione del mondo.
Questa raccolta dei maggiori interventi dell'arcivescovo sudafricano è stata pubblicata per festeggiarne il 50° anniversario di consacrazione episcopale. Sono articoli e capitoli di libri composti tra il 1960 e il 1996, con alcuni dei discorsi pronunciati durante il concilio Vaticano II. L'autore pone nel cuore delle sue proposte alcuni aspetti fondamentali del suo episcopato, affrontando tematiche centrali nella sua azione: l'importanza della comunicazione della fede; la connessione tra spiritualità e società; l'impegno verso sfide sociali quali Apartheid, AIDS e aborto; la tutela dei diritti; i rapporti tra religione e politica; il rinnovamento della vita cristiana; il concilio Vaticano II.
«È il lavoro teologico, salutare e necessario, nel quale si inscrive la ricerca di Gabriele Chiruzzi, cui va un infinito ringraziamento. Oggi c'è il rischio che Amoris Laetitia non venga adeguatamente recepita per ciò che è: l'ultima tappa della posizione dottrinale della Chiesa sul matrimonio. L'ultima tappa in attesa della prossima, che la farà sicuramente evolvere ancora lentamente, come un vestito che deve essere adattato ai cambiamenti del corpo d'un bambino in crescita. Il matrimonio è per essenza una [...] pietra angolare della società e della Chiesa e a questo titolo ha una dimensione istituzionale imprescindibile: non ci si sposa solo per sé stessi! Allo stesso tempo è l'avventura intima più grande di una vita. Questa pietra angolare è una pietra viva. A questa pietra viva rende omaggio Gabriele Chiruzzi con il suo impressionante lavoro di sintesi, d'audacia e d'equilibrio» (dalla Prefazione del cardinale Jean-Paul Vesco O.P.).
San Francesco d’Assisi è icona, trasparenza del volto di Cristo. In lui vediamo un uomo che ha veramente i sentimenti di Cristo. Eppure Francesco è un uomo del suo tempo, inserito in una cultura, in un contesto lontano oltre mille anni e migliaia di chilometri da quello della Palestina di Gesù. Cristo è in noi alla maniera della luce, che non rivendica spazio per sé ma al contrario rivela gli altri. Francesco ci accompagna così, a partire dal suo cammino personale che ripercorriamo insieme, per trovare il nostro modo, oggi, di aderire a Cristo e di amare i fratelli e le sorelle che la vita ci pone accanto.
Nell’opera è presentato il testo di don Bosco "Il più bel fiore del Collegio Apostolico ossia la elezione di Leone XIII" edito nel settembre 1878. Si tratta del risultato di un’esperienza unica, poiché don Bosco è stato a Roma dal 22 dicembre 1877 al 26 marzo 1878 sempre in contatto con il Vaticano alla morte di Pio IX e alla elezione di Leone XIII. Il testo è stato redatto principalmente dopo il 20 di febbraio. Questo testo permette di comprendere come don Bosco nel contatto con questi due Papi fosse fortemente impegnato sia nei rapporti con l’arcivescovo di Torino mons. Gastaldi che nella concessione dei privilegi alla Società Salesiana e delle Missioni d’Oltreoceano. A questo si aggiunge la costruzione della Chiesa del Sacro Cuore affidatagli dal Papa Leone XIII nel 1880. Si tratta di presentare sia il testo edito da don Bosco sulla elezione del nuovo Papa che i suoi rapporti con il Vicario di Cristo, i quali permettono di comprendere l’apertura di don Bosco verso il nuovo Papa e l’intervento di Leone XIII nelle attività sottolineate di don Bosco e come questi sia riuscito a realizzarle. Presentazione di Roberto Colameo.
Il papato rinascimentale è stato oggetto di un'ampia e consolidata produzione storiografica, che ne ha esplorato i molteplici aspetti politici, culturali e istituzionali. Manca tuttavia, in questo panorama, uno studio sistematico sul rapporto tra papato ed eucaristia. Questo volume intende colmare tale lacuna, mostrando come il sacramento del Corpo di Cristo non soltanto fosse al centro della devozione papale, ma rappresentasse anche un fondamento teologico e simbolico della concezione del potere pontificio sviluppatasi nel tardo Medioevo. La ricerca si concentra innanzitutto sulla celebrazione della solennità del Corpus Domini alla corte pontificia, dedicando particolare attenzione alla processione eucaristica, momento culminante della festa, in cui si riflettevano dinamiche curiali, gerarchie ecclesiastiche e messaggi politici. Il libro affronta inoltre un aspetto ad oggi poco indagato: la riluttanza dei papi rinascimentali a celebrare personalmente la Messa, cui preferivano, invece, assistere. Se questo fenomeno è stato interpretato da alcuni studiosi come un segno di "secolarizzazione", l'autore ne propone qui una lettura più contestualizzata, legata alla sacralità del ruolo papale e alla liturgia come spazio di rappresentazione teologica. Lo studio si fonda su un'ampia base documentaria prodotta presso la corte pontificia tra XV e XVI secolo, e riserva particolare rilievo alle testimonianze dei maestri delle cerimonie, i cui diari e trattati offrono uno sguardo privilegiato sulla vita rituale della Curia romana e sulla costruzione simbolica del primato papale. Ne emerge un affresco ricco e inedito del ruolo dell'Eucaristia nella liturgia pontificia e nella visione del papato tra Medioevo ed età moderna.
Dal 1384 i Francescani di Terra Santa, custodi della Basilica della Natività in Betlemme, realizzano e conducono una processione - scandita da soste, canti e preghiere - che ha il suo fulcro nella venerazione della santa Grotta, ove Cristo nacque da Maria Vergine. In una delle tappe principali della processione (col tempo divenuta quotidiana) si cantano le parole di un inno composto dal poeta cristiano Sedulio, vissuto nel V sec. Partendo da tali presupposti, l'autore si interroga sui motivi che abbiano spinto i Figli di san Francesco ad adottare le parole di tale antico e ignoto poeta all'interno dell'ordo. Nei tre capitoli che lo compongono, lo studio si sofferma dapprima su Sedulio. Ne tratteggia l'identità storica e ne analizza la produzione poetica, dalla quale emerge una solida ortodossia nicena, che ha meritato a Sedulio l'elogio di «evangelista del verso», «poeta verax» e «scrittore cattolico». Il secondo capitolo ricostruisce in sei tappe le intricate vicende storiche che hanno caratterizzato l'arrivo e la permanenza dei Francescani in Betlemme, influenzando così il percorso della processione votiva e plasmandone l'ordo. Il terzo capitolo è dedicato all'inno seduliano A solis ortus cardine, da cui i Francescani hanno tratto le parole ancor oggi cantate quotidianamente presso l'altare dei Magi, una delle tre tappe eminenti - e per questo vincolate dallo Statu quo - all'interno della santa Grotta della Natività. Ne è conseguito un viaggio affascinante, che si snoda lungo un arco cronologico di oltre sei secoli. Uno scavo accurato, ricco di scoperte e colpi di scena. Da Virgilio a Lutero; dalla pietas alla dulcedo; dalle Crociate ai giorni nostri: questo e molto altro è rintracciabile nei versi di Sedulio, confluiti in quel «sismografo» che è la processione quotidiana a Betlemme. Storia e teologia - come pure letteratura e filologia - armonicamente intrecciate, rendono il testo chiaro nelle premesse, solido nelle argomentazioni e convincente nelle conclusioni.
Maria, tra i testimoni del Vangelo, è unica: il suo fiat, il suo ruolo nella salvezza, la sua vita con Gesù e il suo influsso sulla prima comunità cristiana la rendono una maestra che, con le sue parole, i suoi silenzi e i suoi gesti, insegna che cosa significhi essere veri discepoli.In ognuno dei sedici capitoli di cui è costituito il volume, l'autore si cala nel tempo e nel mondo in cui è vissuta Maria, raccontandone la storia dal di dentro, facendo rivivere dialoghi e sentimenti che immagina abbiano segnato la sua esistenza; quindi propone un'attualizzazione dell'episodio narrato, con un linguaggio concreto e coinvolgente, e infine suggella la «contemplazione» con una preghiera in tema.
l panorama delle fedi nel mondo è oggi in rapida trasformazione. Il cristianesimo è ancora la religione con il maggior numero di fedeli, ma il suo baricentro va spostandosi sempre più verso il Sud del globo. Dal canto suo, l'islam, a dispetto delle divisioni intestine, continua a dominare in Medio Oriente, ma il suo polo più diffuso si trova nel continente asiatico, dove è in atto una difficile convivenza con le fedi storiche di quei popoli. L'ateismo e l'agnosticismo dilagano, ma il 75% della popolazione mondiale professa tuttora la propria appartenenza a una fede. Il volume fornisce le chiavi di lettura di questa realtà complessa, scandagliando nuovi approcci e mettendo in rapporto la domanda e l'offerta religiosa, nella consapevolezza che la religione, pur se ha minore presa sulle coscienze, svolge tuttora un ruolo pubblico di rilievo.
Nel 1863, la pubblicazione a Parigi della "Vie de Jésus" di Ernest Renan e la sua immediata traduzione italiana aprirono un intenso dibattito sui fondamenti del cristianesimo, innescando la prima discussione pubblica su temi religiosi nell'Italia unita. Il Gesù di Renan era un uomo superiore, ma nient'altro che un uomo: per i laici rappresentava l'inizio di una grande rivoluzione culturale, per i cattolici un attacco blasfemo. Sullo sfondo l'eterno problema del potere temporale dei papi e del suo destino. La Chiesa, ormai priva dei tradizionali strumenti censorii e della protezione statale, reagì con una mobilitazione inedita: raduni, processioni, sottoscrizioni, campagne di stampa e testi apologetici. Roberto Pertici, a partire da quella che si può definire la prima "guerra culturale" e il primo caso letterario del neonato mercato editoriale italiano, riflette sull'evoluzione del secolarismo nell'Italia ottocentesca e sulla trasformazione della Chiesa in attore politico e sociale nella nuova società liberale.