Joaquin Navarro-Valls è stato per oltre vent'anni il direttore della sala stampa vaticana al tempo di Giovanni Paolo II. Per quasi un quarto di secolo, come suo portavoce, ha avuto accesso diretto al pontefice. Lo ha accompagnato negli innumerevoli viaggi apostolici così come nelle vacanze estive in montagna, e ha potuto vivere da vicino eventi che hanno segnato la nostra storia recente, dalla prima delegazione vaticana nella Mosca sovietica all'incontro con Gorbac?ev in Santa Sede, ai preparativi per la visita del papa nella Cuba di Fidel Castro. Nel quarantacinquesimo anniversario dell'elezione di Giovanni Paolo II, questo libro raccoglie gli appunti personali che Navarro-Valls prese durante quegli anni. Pagine che, scritte sotto forma di diario e pubblicate per volere dell'autore dopo la sua scomparsa, offrono non solo un interessante spaccato del dietro le quinte del lavoro della Santa Sede, ma svelano alcuni dei grandi problemi dell'umanità che tanto preoccupavano il Santo Padre e, soprattutto, forniscono dettagli preziosi della sua vita quotidiana. I ricordi di Navarro-Valls mostrano il lato più umano e illuminano ancora una volta la straordinaria capacità comunicativa grazie alla quale Giovanni Paolo II esercitava il proprio ministero. E al tempo stesso restituiscono il rapporto professionale e fraterno che li ha uniti, una speciale relazione, fatta di fiducia, ironia e affetto sincero. Attraverso lo sguardo di Navarro-Valls e un ricco inserto fotografico, con immagini rese pubbliche per la prima volta, ripercorriamo i momenti salienti del papato di Giovanni Paolo II. Un viaggio al fianco di un protagonista indimenticabile della scena vaticana, che consegna un ritratto inedito di Wojtyla e aggiunge sfumature e complessità al suo pontificato.
Il libro racconta la transizione del papato dalla fine dell'antico regime agli ultimi tre pontificati, nuovi ma con limiti evidenti di governo. In una crisi profonda del cattolicesimo l'assolutismo papale sembra essere al suo apogeo ma non riesce a riformare la curia romana e si scontra con difficoltà serie: il rapporto con il denaro, la comunicazione, la problematica santità papale. L'eredità di Ratzinger resta fondamentale, tra l'altro, per il rapporto con l'ebraismo, per la riflessione sull'estinguersi della fede in Occidente e per l'azione lucida e determinata contro lo scandalo degli abusi, ma poco efficace è stato il suo governo. Irrisolto e contraddittorio risulta invece il pontificato di Bergoglio, caratterizzato da una decisa volontà riformatrice ma anche da scelte che hanno finito per accentuare le divisioni nella Chiesa, rendendo in questo modo urgente una riflessione sull'esercizio del potere papale e sulla collegialità episcopale.
Nel volume, l'autore ha saputo portare alla luce il tesoro di una tradizionale e vitale pratica nella vita religiosa. Oggi, pur nella fatica di viverla in profondità, rimane quale cifra dello spessore nella sequela del Signore, personale e comunitaria. Dopo un'analisi della storia della spiritualità che ha prodotto la pratica dell'orazione mentale, l'autore approfondisce la tematica ancorandola ai capisaldi della tradizione cappuccina, identificandola come metodo e necessità imprescindibile per una costante unione con Dio.
"L'epoca dei concili" è un'opera di riferimento all'interno della grande «storia della chiesa» organizzata. Hubert Jedin, direttore della collana, fu padre conciliare nel Vaticano II. A partire dalla libertà religiosa, divenuta presto posizione maggioritaria del cristianesimo nell'impero romano, i concili divennero il modo per costruire una cultura religiosa condivisa da parte dei cristiani. In questa costruzione non mancarono forti scontri che furono non solo religiosi ma anche politici (con ariani, donatisti, nestoriani, monofisiti, pelagiani, ecc.). Se furono occasioni di importanti chiarimenti sulle figure di Cristo, di Maria, della Trinità e della Chiesa stessa, a volte le separazioni si dimostrarono pretenziose e solo nel tempo si ritrovò la comunione. È questo noto anche come il periodo dei grandi «Padri della Chiesa», sia nel mondo di tradizione greca che latina. Si tratta infine del periodo che vede il sorgere del monachesimo, prima in Oriente, poi in Occidente. In un periodo in cui il tessuto civile dell'ex impero romano era condannato a sfaldarsi, il monachesimo era invece vocato a divenire non solo un nerbo religioso, ma anche uno strumento di aggregazione e di civiltà. Dopo il primo sulle origini, questo secondo volume approfondisce i temi della formazione del dogma, del monachesimo, della diffusione missionaria e della cristianizzazione dell'impero romano.
Questo volume traccia un quadro sul cristianesimo in epoca costantiniana, per poi passare alla controversia ariana, al concilio di Nicea (325 d.C.) e a tutte le vicende fino al definitivo crollo teologico della dottrina di Ario nel concilio di Costantinopoli (381 d.C.). Dal ritratto che Baus fa della Chiesa primitiva emerge il richiamo a non considerarla come qualcosa di statico, di permanente o di perfettamente realizzato. Anzi, dalla lettura risulta che il dinamismo e lo sviluppo costituiscono un dato costante della Chiesa dai primi secoli. Il fascino della Chiesa dei primi secoli fu sempre vivo e operante in tutti i secoli. A quell'esperienza fecero appello i monaci orientali e occidentali per giustificare la loro scelta di vita; a quella comunità apostolica si ispirarono i movimenti rinnovatori dei secoli XII-XIII, sfociati in tensioni antigerarchiche in alcuni e in una testimonianza evangelica in altri (san Francesco, san Domenico); a quel periodo si richiamarono i vari riformatori dei secoli xv e xvi (fra questi anche Lutero).
Nell'Europa cristiana di antico regime, l'esecuzione capitale era un grande spettacolo pubblico destinato a educare il popolo col terrore delle pene e a edificarlo sul piano religioso. In esso la preoccupazione dominante era quella della conversione. Dal condannato ci si aspettava che si convertisse: e la conversione doveva essere manifestata pubblicamente con segni di pentimento, esibizione di sentimenti di lealtà e inviti ai presenti a non disobbedire alle leggi e a coltivare sentimenti religiosi. La conversione era una trasformazione profonda che al posto della figura esecrata e maledetta del criminale, del ribelle e dell'eretico doveva far apparire improvvisamente un pio cristiano pentito e pronto a scontare col suo sangue il male fatto per guadagnarsi il premio della vita eterna. Sull'intreccio tra conversione e mutamento di identità, che si manifesta in occasione delle esecuzioni capitali, questo volume, che raccoglie un seminario tenuto presso la Scuola Normale, getta luce nuova e originale.
Papa Francesco ha a cuore la qualità della vita di ogni uomo e di ogni donna. Per lui contano ogni singolo volto, ogni anima, ogni persona. Per questo dedica alla crescita di sé stessi un'attenzione speciale. In questo è interprete del comandamento evangelico: "Ama il prossimo come te stesso"... perché il primo ostacolo tra noi e la felicità, tra noi e la capacità di amare, siamo noi stessi! Il Papa si rivolge a tutti: bambini, giovani, anziani, uomini, donne, coppie e famiglie. A tutti insegna la via di una vita di qualità e ricca di soddisfazioni. Tutto questo comincia dal rafforzamento dell'uomo e della donna interiori e, soprattutto, dall'amare sé stessi. Ognuno di noi è un essere prezioso e unico, amabile e capace di bene! Ciascuno di noi ha un tesoro prezioso nascosto nel profondo del suo cuore, della sua mente e della sua volontà. Scoprire sé stessi e il proprio valore; valorizzare i propri sogni e sognare in grande!; imparare ad amarsi e ad amare. Papa Francesco insegna a coltivare sé stessi per dare energia alla vita.
Il padre Giuseppe Tissot nacque ad Annecy (Savoia) il 1° settembre 1840 e fu ordinato sacerdote il 30 maggio 1863 entrando in quello stesso anno nella congregazione dei Missionari di San Francesco di Sales. Dotato di una straordinaria eloquenza e di un'altrettanta profonda spiritualità, percorse la Francia per predicare ritiri nei collegi, nelle parrocchie, nelle comunità religiose. Dal 1872 al 1880 si dedicò al rinnovamento spirituale della Savoia di cui fu uno dei principali artefici. Nel 1880 fu eletto superiore generale dei Missionari di San Francesco di Sales e superiore delle Figlie della Croce di Chavanod. Morì ad Annecy il 2 agosto 1894. "L'arte di utilizzare le proprie colpe, secondo san Francesco di Sales" pubblicato nel 1879 ha fatto un grande bene alle anime e può continuare a farlo nell'epoca di confusione spirituale che stiamo attraversando.
A Milano la religione gioca da sempre un ruolo importante, anzi decisivo. Nemmeno i laicisti più incalliti protestano se sono chiamati 'ambrosiani', dal nome del vescovo Ambrogio, e nessuno si risente per l'inno indiscusso della città "O mia bela Madunina". Ambrogio è considerato patrimonio di tutti, né si potrebbe immaginare Milano senza il suo santo vescovo e senza la Madonnina d'oro. Dal santo patrono a san Carlo Borromeo, da Montini a Martini, a Tettamanzi, i ministri del culto hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia religiosa e civile di Milano. Ma in queste pagine non troveremo solo storie di arcivescovi. Questo libro è un vero e proprio viaggio nel rito ambrosiano e nel perché della sua diversità, nell'origine e nei segreti dei luoghi di culto, nelle figure (come don Carlo Gnocchi, Luigi Giussani, David Maria Turoldo) che hanno dato al cattolicesimo milanese una vivacità speciale. Aldo Maria Valli entra nell'Università Cattolica, visita la Biblioteca Ambrosiana, racconta dei missionari nel mondo, fa la storia della comunità ebraica e della presenza islamica, propone un giro nelle abbazie, fa capire quanto siano centrali a Milano (città 'dal cuore in mano') il connubio tra fede e carità e il dialogo tra religioni e culture. Tantissime le curiosità. Ad esempio, sapete perché si dice 'roba da chiodi'? E da dove deriva l'espressione 'viaggiare a ufo'?
La Rivoluzione francese lascia nel mondo cattolico una profonda impressione. Una tradizione millenaria, caratterizzata da una società che si richiamava in tutte le sue articolazioni ai valori cristiani, viene bruscamente interrotta e il periodo del Terrore giacobino produce uno choc difficilmente riassorbibile. Si fa ricorso alla violenza per costringere i sacerdoti ad abbandonare lo stato clericale, si impediscono ai fedeli le pratiche religiose, si cancella la presenza cristiana dallo spazio urbano riorganizzando la scansione del tempo (calendario rivoluzionario), trasformando la sonorità pubblica (sostituzione del tamburo alle campane) e rifondando la ritualità civile.
Il tentativo di scristianizzazione si accompagna a un altro fenomeno che aumenta le preoccupazioni degli ambienti cattolici: la nascita di nuove religioni che pretendono di sostituirsi al cristianesimo. I culti rivoluzionari manifestano, infatti, la tendenza a sviluppare religioni secolari che, sacralizzando forme della politica, prendono il posto della religione cristiana come via per fornire una legittimazione ultima, assoluta e intangibile agli assetti del consorzio umano.
Sommario
Introduzione. I. Alla ricerca di una risposta allo «choc» della Rivoluzione (1815-1849). 1. La cultura cattolica nell’età della Restaurazione. 2. Gli orientamenti di Roma. II. L’egemonia dell’intransigentismo (1850-1925). 3. La Chiesa contro il mondo moderno. 4. Le modernizzazioni di Leone XIII. 5. Pio X e la condanna del modernismo. 6. Il problema della pace nell’epoca della guerra totale. III. Il confronto con le modernità politiche (1926-1958). 7. Alla ricerca di un nuovo braccio secolare. 8. Il governo della Chiesa universale. 9. Una Chiesa totalitaria per affrontare il totalitarismo? 10. Pio XII. IV. La crisi della cultura intransigente (1958-2013). 11. L’aggiornamento ecclesiale (1958-1968). 12. Le difficoltà del «balzo in avanti» (1968-1978). 13. Da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI (1978-2013). Fonti in rete: la storia della Chiesa contemporanea.
Note sull'autore
Daniele Menozzi insegna Storia contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Tra i suoi libri recenti: I papi e il moderno. Una lettura del cattolicesimo contemporaneo (1903-2016) (Morcelliana 2016) e Costituzione italiana: articolo 7 (Carocci 2017).